Saturn 5: stadio S-4B una foto restaurata

Ciao a tutti!
Durante il nostro tour al KSC del 2007, ho scattato questa fotografia al terzo stadio del Saturn 5. Esso era contenuto nell’apposita struttura, da me, ovviamente, ampliamente esplorata … :stuck_out_tongue_winking_eye:
Dopo averne aggiustato un po’ i contrasti e luminosità ho ottenuto questo risultato!
La posto a dimensioni originali, così che, eventualmente, possa essere utilizzata come fondoschermo!
A presto!

Bellissima foto! Complimenti! :clap:
Il dettaglio del mitico J-2 è veramente eccezionale!

grazie Teo è un gioiello!!! :beer:

Bellissima! Solo adesso mi rendo conto delle sue effettive dimensioni! :astonished:
Mi chiedo che cratere avrà fatto sulla luna! :ambulance:

Foto davvero spettacaolare, forse anche perchè è spettacolare il soggetto oltre che la bravura di chi l’ha fatta :grin:
Quelle sfere poste nella parte posteriore cosa sono?

Grandissimo Teo!
Questa foto è un’autentica gioia per gli occhi… :clap:

Bella.

Bella e interessante! :stuck_out_tongue_winking_eye:
Cos’è la struttura gialla a traliccio alla sinistra?

I serbatoi d’elio

A cosa serviva l’elio? Veniva mischiato a idrogeno e ossigeno per qualche ragione?

Mapporc…
ma quanti pezzi pezzetti tubi e tubetti palle e pallette ci sono?

E’ la parte sommitale della gru martelliforme da 25 t, che veniva impiegata nell’assemblaggio del Saturn 5 all’interno del VAB. Era posizionata sopra la torre ombelicale di lancio.
Vicino al LES del Saturn infatti è installato un mockup di questa enormità (vedere foto 2.jpg)!

L’elio contenuto nelle sfere esterne (elio ambientale) era impiegato per pressurizzare i serbatoi dei propellenti, anche se la maggior parte di questi contenitori era posizionata all’interno del serbatoio dell’idrogeno liquido a bagnomaria, per essere conservati a bassa temperatura. Essendo l’Elio un gas inerte, infatti, anche se veniva mischiato all’idrogeno e all’ossigeno gassoso espulso dai serbatoi, non partecipava alla reazione in alcun modo, favorendo così il delicato rapporto di combustione necessario per una propulsione equilibrata. Lo scopo principale del suo utilizzo era quello di mettere in pressione i serbatoi, forzando l’uscita dei propellenti dai condotti d’aspirazione diretti al propulsore, nonché di fornire al combustibile e al comburente, la pressione necessaria al funzionamento ottimale delle pompe di alimentazione montate nel J-2. L’iniezione d’elio nei serbatoi del propellente inoltre, evitava che l’abbassamento del propellente in quest’ultimi, che avveniva durante il “consumo” creasse il vuoto in sommità, sfavorendo o bloccando il flusso in uscita.

Tieni presente che il propulsore J-2 che equipaggiava lo stadio S-4B, veniva esposto all’esterno solo quando il Saturn 5 raggiungeva i 170 km d’altezza, quindi in pieno spazio inoltrato. L’avionica necessaria al funzionamento del propulsore quindi, non aveva bisogno d’essere protetta da nessuna forza aerodinamica, cosa che veniva invece fatta, negli altri due stadi, molto su S-1C, mediamente su S-2. Appunto per questo nello stadio S-4B, per risparmiare peso, tutta la circuiteria idraulica di controllo e gestione del propulsore e del propellente, venne montata sulla “struttura di trasmissione della spinta” (il telaio conico giallo/verde che sovvrasta il serbatoio dell’ossigeno liquido, quest’ultimo rappresentato dalla sfera grigia posta in primo piano nella foto postata in precedenza). La gestione elettrica ed elettronica dello stadio, invece, era protetta dal vuoto e dai rigori dello spazio, da appositi contenitori stagni climatizzati, sparsi un po’ per tutto lo stadio (un po’ se ne vede nell’aft skirt assembly, vicino all’anello giallo forellato posto alla base dello stadio), ma principalmente si trovava collocata nel “Forward Skirt Assembly”, l’anello superiore corrugato che limitava superiormente lo stadio S-4B e che articolava con l’Unità di Guida Strumentale (per gli amici IU).

Stupenda anche quest’ultima immagine! :clap:

Scommetto che se ti danno un Saturn V smontato lo rimonti senza guardare la distinta base.

:stuck_out_tongue_winking_eye:

'bboni…non lo provocate… :wink:

  1. grazie Teo per la risposta … ho dimenticato di seguire il post :flushed:

  2. :grin: per caso (poi svelo l’arcano) chi mi può guidare dentro un Saturn I? :grin: nel seno di trivare un PDF aut similia slla tecnica del vettore?

Nella prima foto c’è scritto Apollo 13. Vuol dire che quello è un terzo stadio recuperato dalla missione oppure non c’entra niente?

Non è collegato. Nel Saturn V Center del KSC sono esposte riproduzioni delle patch di tutte le missioni Apollo, e quella di Apollo 13 è visibile nella foto di AstroTeo.

Paolo Amoroso

No, il terzo stadio del Saturn 5 di Apollo 13 impattò (come parecchi altri) volutamente la Luna per creare un finto “lunamoto”. Lo scopo fu quello di valutare attraverso la rete dei sismografi di Apollo 11 e 12 (piazzati rispettivamente nel Mare della Tranquillità e nell’Oceano delle Tempeste dagli astronauti delle missioni), la distribuzione di massa interna della Luna. Lo stadio S-4B di Apollo 13 impattò la superficie selenica all’ora di missione 077:56:40, alle coordinate seleniche 2.75°S, 27,86°W e alla velocità di 9288 km/h (circa 8465 ft/s).

Questo impatto fu una mano santa per gli astronauti. Infatti, dopo l’incidente essi furono obbligati ad utilizzare per le comunicazioni con la Terra, le antenne del Modulo Lunare (il CSM era stato spento per gli eventi ormai noti dell’esplosione a bordo), che guarda caso utilizzavano la stessa frequenza radio utilizzata dall’Unità strumentale di guida del Saturn 5, per la telemetria. Questa coincidenza creò non poche interferenze nelle comunicazioni, che si resero pessime più aumentava la distanza dalla Terra. Dopo lo schianto dello stadio le comunicazioni ripresero normalmente. Questa peculiarità naque solo nella condizione d’emergenza di Apollo 13, quando il LEM dovette essere inevitabilmente attivato, prima dell’avvenuto schianto dello stadio sulla superficie lunare.