Vademecum dell’astronautico dilettante 8

Vademecum dell’astronautico amatoriale.
Tutto o quasi quello che c’è da sapere sulle tecniche astronautiche.

Dopo la Storia dell’Astronautica, ecco un altro regalo a tutti gli amici di Forumastronautico. Se trovate errori o imprecisioni non esitate a correggere il testo.

Parte 8. Motivazioni.

500, o meglio 450 uomini e 50 donne. Chi sono? Sono coloro che hanno volato e volano nello spazio al momento di scrivere queste righe. Ovviamente il numero aumenterà presto con la prossima missione spaziale di una Soyuz o di una navetta spaziale. Per alcuni sono pochi privilegiati, per altri sono troppi. In ogni caso quei 500 hanno realizzato ciò che per molti è e resterà un sogno.
Eppure andare nello spazio non è poi così impossibile. Basta avere i requisiti richiesti dalle agenzie spaziali della propria nazione e già siamo a buon punto. In Italia poi c’è la fortuna di poter fare ben due concorsi, ovvero quello per l’Agenzia spaziale Italiana o quello dell’Agenzia Spaziale Europea. Ma quali requisiti occorrono? Ovviamente essere in buona salute. Per il lato fisico generalmente sono validi gli standard fisici per accedere alle accademie aeronautiche o militari in genere. Avere esperienze di volo, anche qui ben specificate nei bandi di concorso, quindi i piloti professionisti sono avvantaggiati, infine avere la laurea, per chi non avrà poi un incarico di pilotaggio, laurea ovviamente in discipline scientifiche o mediche. Già un curriculum minimo è di tutto rispetto, ma poi occorre passare anche sotto il filtro degli psicologi, perché non si può lasciare pilotare un veicolo spaziale a persone prive di equilibrio mentale. Questo è anche uno dei motivi per cui chi vola nello spazio non è mai molto giovane, perché troppo impulsivo. Se oggi le selezioni sono molto dure, visto che periodicamente le agenzie spaziali reclutano al massimo un piccolo manipolo di candidati, un tempo i criteri di selezione erano molto diversi.
Nell’URSS si privilegiavano i giovani, facilmente spendibili a causa della loro gioventù. I piloti più navigati si guardavano bene dall’offrirsi volontari se in cambio non ottenevano vantaggi e per altro, più navigati dei giovani, sapevano che sarebbero stati chiesti loro sacrifici aggiuntivi a quelli che già dovevano sopportare normalmente, ed il governo si aspettava spirito di sacrificio in abbondanza dal suo popolo.
Negli USA si cercava invece personale a basso costo e fu subito trovato tra i piloti collaudatori e quelli che combattevano sui cieli della Corea. Erano già pagati per volare e restavano inquadrati nei corpi di provenienza, svolgendo svolgendo incarichi speciali. Il numero di volontari fu maggiore del previsto. Molti si offrivano perché in quel periodo, i primati aeronautici erano notizie da prima pagina e questi piloti adoravano l’idea di farsi un nome primeggiando in quello che era il loro campo: volare, non importa dove. Infatti pochi di loro agognavano al volo spaziale in se stesso e molti si offrirono senza avere nemmeno delle basi solide d’astronomia. L’importante era volare più veloce, più in alto e più lontano di chiunque altro. Il livello culturale dei primi trasvolatori dello spazio era piuttosto scarso, ma questo comunque li rendeva spendibili. Con il tempo però i reclutatori di astronauti iniziarono ad acquisire esperienza e si resero conto del tipo di persona che occorreva, a seconda anche della mansione che sarebbe stata chiamata a svolgere nello spazio. Gli astronauti piloti erano certamente gente preparata e disposta a studiare argomenti scientifici che sarebbero poi stati sviluppati nello spazio, ma la complessità degli esperimenti alla fine costrinse a mandare nello spazio anche persone che non erano così pratiche di volo, ma molto competenti negli esperimenti da svolgere e nacque la figura dello specilaista di missione o del carico, ecco perché la diversità fra i bandi di concorso degli astronauti piloti e degli specialisti.
Anche se i 500 sono dei privilegiati, restano esseri umani. L’immagine dell’astronauta superuomo è quella dell’eroe che si trascina da tempi immemori e che si è evoluta nel tempo, passando dal cavaliere medioevale al comandante di vascello per finire con il pilota d’aereo del primo conflitto mondiale, figura quest’ultima che si è evoluta nell’intrepido esploratore dei cieli, nell’astronauta della fantascienza degli Anni d’Oro, nel comandate di jet passeggeri e militari ed infine nell’astronauta vero e proprio, o nel cosmonauta, o nello spazionauta, o nel taiconauta a seconda della nazione. Questa è l’immagine della propaganda, quella che i media spesso osannano o cercano di demolire a seconda dell’occasione, dimenticando che essi sono e restano esseri umani e che spesso non sognano quella notorietà da VIP che viene cucita loro addosso. Gli esempi della loro umanità, nel bene come nel male si sprecano e non è il caso di riportarli qui. Ma perché c’è bisogno di loro nello spazio? Cosa spinge l’umanità a spedire veicoli ed esseri umani in un ambiente così apparentemente lontano ed ostile?
Il primo impulso fu quello della pura esplorazione. Il desiderio d’osservare da vicino ciò che anche ai telescopi comunque appariva lontano e misterioso. Ovviamente tutti i pionieri del volo spaziale puntavano al volo umano nello spazio. Puntavano all’eccellenza. Ma dovevano provvedere di tasca propria e quindi i risultati erano scarsi.
I militari furono i primi ad aprire la via dello spazio, come luogo di transito dei missili che trasportavano testate distruttive. Inizialmente cariche di esplosivi convenzionali, poi atomici. Proprio la scienza atomica spinse ad intensificare gli interessi verso lo spazio. La realizzazione di un ordigno nucleare e lo sfruttamento del nucleare civile divennero strategici nell’evoluzione di uno stato, quindi ogni studio connesso al nucleare otteneva l’interesse dei governanti con relativi finanziamenti. Lo spazio è un luogo permeato di radiazioni, che possono essere studiate solo lì, quindi ecco la necessità d’inviare qualcuno o qualcosa a studiarlo, ma per farlo occorrevano missili capaci di portare in orbita un veicolo. I pochi missili civili non avevano speranze, ma i potenti missili militari si, per altro, la possibilità di mettere qualcosa in orbita stuzzicò subito le menti dei militari che videro nello spazio un luogo dove portare le loro necessità. Una regola del mondo militare è che le posizioni alte sono sempre le migliori e più in alto dello spazio non si può andare, quindi controllando lo spazio si controlla il mondo. Ovviamente non si sapeva molto dello spazio ed i militari erano interessati ad esplorarlo tanto quanto i civili, per poterne sfruttare ogni caratteristica. Sin da subito la collaborazione in campo spaziale fra civili e militari fu molto stretta e spesso inscindibile. Dopo i primi missili e satelliti sperimentali, realizzati in laboratorio direttamente dagli scienziati e dai militari, si cominciò ad assegnare la realizzazione dei veicoli alle aziende private, in particolare a quelle aeronautiche. Ai primordi dell’esplorazione spaziale le spese erano totalmente a carico degli stati (nell’URSS lo furono sino al suo crollo all’inizio degli anni '90), ma le industrie che realizzavano tali manufatti, quando questi perdevano la protezione del segreto militare, diventavano liberi ed accessibili al mercato. Così nacquero le prime società di telecomunicazioni via satellite. In breve si creò un mercato delle telecomunicazioni satellitari che è andato espandendosi a ritmi esponenziali. Diverse sono le società che operano adesso nelle telecomunicazioni spaziali e che investono capitali nello sviluppo di satelliti sempre più prestanti (maggiore traffico Terra-spazio-Terra nello stesso intervallo di tempo), sempre più compatti(per risparmiare sui costi di lancio) e con una vita media sempre più elevata (per rimpiazzarli il più tardi possibile). nonostante le varie crisi economiche il mercato satellitare non ha mai conosciuto flessioni. Questo ha creato un vero mercato auto alimentato, sia nella produzione di missili che di satelliti, il quale ora può fare a meno dei contributi degli stati. Discorso simile anche per i satelliti da osservazione come quelli geodetici o meteorologici. Questi osservano la Terra in continuazione fornendo dati preziosi alla navigazione, pubblica e privata, ma anche alla conoscenza ed allo sfruttamento del territorio da parte delle compagnie minerarie. Ovviamente i dati sono forniti a pagamento ed anche qui il ritorno economico è notevole, anche se non è paragonabile a quello delle telecomunicazioni, che domina la scena spaziale insieme agli usi militari dello spazio.
Il mercato spaziale oggi vuole che i missili siano gestiti da compagne private, indipendentemente che debbano lanciare veicoli militari, pubblici o privati. I governi mettono a disposizione l’apparato scientifico universitario e le aziende collaborano per migliorare i loro prodotti ed offrire al mercato ed ai governi veicoli sempre più prestanti e potenti. In altri casi i governi sotto forma di agenzie spaziali, detengono delle quote di maggioranza di società che gestiscono missili, così da poter guidare le strategie d’impiego ed ottenerne anche un ritorno economico. ciò ha permesso di alleggerire i bilanci degli enti spaziali in modo che possano dirottare le loro risorse verso quelli che sono i loro scopi, ovvero l’incremento della conoscenza scientifica e l’ottenimento di maggiori conoscenze in termini di tecnologia.
Forse l’esempio meno noto ma più eclatante è quello del programma Apollo, dai più considerato uno spreco di denaro pubblico che non ha avuto ritorni (per i media e l’opinione pubblica erano la scoperta di civiltà aliene, minerali dalle proprietà mirabolanti o giacimenti di minerali preziosissimi), ma che le casse degli USA considerano un investimento perché, da un calcolo fatto dall’erario USA, risulta che per ogni dollaro investito, il solo prelievo fiscale dalla compravendita di tecnologie derivate da tele programma abbia fruttato tre dollari, pertanto lo spreco di denaro pubblico è tutto da dimostrare e il vantaggio sarebbe stato palese se nel mentre del programma gli stessi USA non fossero stati impegnati nella nota Guerra del Vietnam che assorbiva più del 40% del PIL, una voragine al cui confronto gli investimenti ed i ricavi del Programma Apollo erano poca cosa. Dagli anni '80, il budget per lo spazio militare ha superato quello della NASA, tanto che oggi ha un livello più che doppio. Da qui si può avere un’idea di quanto costa il mastodontico apparato militare USA e degli investimenti fatti per lo spazio civile.
Nel mondo comunque il numero di persone che lavora nel campo spaziale è in aumento. Sorgono società private con lo scopo di aprire lo spazio anche al turismo, rendendo disponibile anche un semplice volo suborbitale. Il turismo spaziale è diventato realtà quando alcuni magnati della finanza hanno pagato profumatamente l’agenzia spaziale russa e sono riusciti a volare nello spazio, dopo essersi sottoposti a dure prove fisiche per testare la loro idoneità al volo spaziale. Molti s’accontenterebbero di un volo suborbitale, un semplice mordi e fuggi. Al momento però non ci sono veicoli idonei, ma è solo questione di tempo.
Dietro ai missili ed ai veicoli spaziali c’è un dietro le quinte invisibile che coinvolge numerose persone. Si può partire da società d’intermediazione che si pongono tra società, enti o privati che necessitano di portare nello spazio i loro veicoli o veicoli adatti a loro scopo, e le società che realizzano veicoli spaziali, quelle che gestiscono i missili, i poligoni di lancio e le infrastrutture a Terra una volta che il veicolo è stato posto nello spazio. Pertanto si parla di società d’intermediazione, con venditori e consulenti; industrie con le loro officine, studi tecnici, laboratori, appalti e fornitori; poligoni di lancio con il personale addetto alla manutenzione delle strutture di assemblaggio, lancio e controllo dei missili; infine le strutture destinate al controllo del veicolo, della sua attività e della sua gestione fino all’ultimo giorno della sua vita operativa. Da qui si capisce che lo spazio è diventato un settore dell’industria e del commercio con un peso discreto, che sono molte le persone che rendono possibile questa affascinante attività umana tra le più avanzate tecnicamente e scientificamente. Un mondo che va ben aldilà dell’immagine popolare, da fantascienza banale e mediatica dello scienziato strambo (l’accento tedesco era la caricatura del tedesco Werner von Braun, che tanto si diede da fare durante il Programma Apollo) che realizza missili nel suo laboratorio e dell’astronauta spaccone ed incosciente.
Finisce qui questo tentativo di rendere comprensibile quello che si dovrebbe sapere per approcciarsi all’astronautica. Ovviamente ogni singolo argomento meriterebbe approfondimenti assai più consistenti di queste poche righe ma credo che nessun essere umano potrebbe essere edotto sull’argomento fin nei minimi particolari, vista la quantità e vastità di dettagli, tanto che anche nell’ambiente, come in altre discipline scientifiche e tecniche, vi è una forte componente specialistica.

FINE

P.S.: mi scuso ancora per le eventuali imprecisioni, errori (anche ortografici), mancanze e frasi poco chiare, però sentivo che qualcuno doveva cominciare a fare qualcosa di simile. Sicuramente vi sono persone molto più capaci dello scrivente e le invito a dar prova della loro capacità, perché la divulgazione non è mai troppa. Io penso che nel buio dell’ignoranza (non in senso offensivo) anche una piccola lucina è sempre meglio di nulla.

Ares Cosmos

Ottimo lavoro e spero che ce ne siano altri di tuoi elaborati sempre legati all’astronautica. :clap: :clap: :clap:

Io devo rigraziare FA per lo spazio che mi ha concesso e per aver messo questo mio lavoro in una posizione dove possa essere visionato prima di tutto il resto.
Il mio scopo è divulgare, astronautica in primis ed astronomia, gli unici argomenti su cui posso dire di capirne veramente qualcosa e che soffrono di una notorietà errata. I tentativi di travisare queste discipline sono numerosi e continui, così non perdo occasione per cercare di togliere la coperta mediatica che li copre e soffoca, anche se qui su FA non ce nè bisogno. Qui basta chiedere e si ottengono dati ed informazioni a manciate. Da quando ho scoperto questo sito le mie conoscenze sull’argomento sono decuplicate. Ho pensato di fare cosa buona e giusta inserendo i miei post come questo e quello sulla storia dell’astronautica, guisto per riepilogare e per aiutare i nuovi arrivati, chi ne è digiuno o cerca risposte rapide.
Ciao a tutti.

Non mi ero accorto che Ares aveva finito questo lavoro, quindi presto ci sarà un qualche pdf pronto da stampare? :smiley:

PS: Ares, ho letto solo la prima parte ma già ti faccio i miei complimenti!

Come ho già detto, Ottimo lavoro!!! :clap: :clap: :stuck_out_tongue_winking_eye:
Giusto fare un raccolta dei vari brani in PDF!

Ci siamo quasi… :wink:

Tutto d’un fiato… fiuuu … non potevo resistere :smile:
Appassionante, letteralmente illuminante e soprattutto alla portata di tutti, cosa per niente scontata data la relativa complessità dei temi trattati.
Un lavoro praticamente superbo.
Complimenti vivissimi Ares.

Coinvolgente e preciso

Meglio tardi che mai… Va bene che Ares è ancora un utente attivo, sennò dopo 7 anni… :face_with_symbols_over_mouth:

Grazie, fa piacere sapere che c’è ancora chi lo legge ancora oggi, nonostante sia datato e qualche errore.

I contributi di qualita’ non invecchiano mai :wink: