Ad Astra Rocket, la compagnia creata dall’ex astronauta Franklin Chang-Diaz per lo sviluppo e la futura commercializzazione del nuovo tipo di propulsore elettrico per utilizzi spaziali di tipo VASIMIR (Variable Specific Impulse Magnetoplasma Rocket) ha testato per la prima volta il prototipo del propulsore più potente realizzato fino ad ora.
Il propulsore testato, e da cui deriverà la versione spaziale è il VX-200 (VS-200 la versione che volerà), è stato per la prima volta spinto a massima potenza utilizzando condizioni di superconduttività nei magneti.
Il passo è fondamentale in quanto è la prima volta che un propulsore VASIMIR viene portato alla massima potenza e segue il predecessore VX-200i che non utilizzava superconduttori e testato lo scorso autunno.
Il magnete superconduttore, il primo di questo tipo, è stato realizzato e consegnato lo scorso febbraio dalla Scientific Magnetics, di Oxford (UK), è andato a sostituire i magneti tradizionali utilizzati sino ad allora e sensibilmente meno potenti.
Nel mese di luglio è ora prevista la sperimentazione del secondo stadio del propulsore che aggiungerà ulteriori 170kW di potenza portando il totale a 200kW.
Il passo successivo sarà la realizzazione del prototipo di volo che verrà trasportato sulla ISS per un lungo periodo di sperimentazione intorno al 2012, si tratterà di un doppio propulsore da 100kW per ogni unità con dipoli magnetici opposti per creare un sistema neutro meccanicamente nei momenti esercitati sulla struttura della ISS ed utilizzerà parzialmente l’energia della Stazione e un set di batterie per ottenere i 200kW richiesti.
In effetti sembra bello grosso!
Molto interessante che si continui lo sviluppo di nuovi tipi di motori, anche se le applicazioni pratiche di questo tipo di motori sono molto in là nel tempo credo
Wow, del VASIMR se ne parla da secoli. Se penso che all’epoca di quando dovevo cominciare la tesi eravamo lì lì per cominciare un progetto di sviluppo in quella direzione al politecnico… Ma poi la regione piemonte non ha sbloccato i fondi…
Se riescono a farlo funzionare è veramente il futuro della propulsione, usando il nucleare.
A queste “basse potenze” la spinta credo che sia intorno ai 2-3 N, ma alzando le potenze (all’ordine del MW) si parla di spinte dell’ordine di 10^3 N con impulsi specifici intorno ai 20-30mila secondi… cose da fantascienza per ora…
In effetti potrebbe essere il tanto cercato salto di qualità nella propulsione…ma bisogna alimentare con il nucleare viste le potenze in gioco e questo comporta comunque dei rischi non indifferenti
Anche le energie in gioco sono inferiori.
Tecnicamente qual’è la differenza tra i due sistemi?
Il VASIMR, mi sembra di capire, è in grado di generare una spinta nettamente superiore utilizzando più energia… ma quale dei due sistemi è più efficiente?
In occasione del suo discorso di accettazione come nuovo amministratore NASA, Charles Bolden ha espresso ammirazione per la tecnologia VASIMIR e il suo ideatore.
E’ un problema di coppia analogo a quello degli aerei con due motori: gli ioni che escono dall’ugello magnetico oltre al movimento lineare hanno anche un movimento rotatorio che dipende dall’orientamento del campo. Se l’ugello fosse uno solo, la nave inizierebbe a ruotare per reazione in senso opposto agli ioni: in un aereo monomotore questo effetto è compensato dagli alettoni delle ali. Nello spazio, però non c’è aria, quindi per compensare la coppia magnetica è necessario utilizzare due propulsori di pari potenza con ugelli di polarità opposta.
Un saluto
Quaoar
P.S.
in alternativa (credo) si potrebbe anche usare un solo propulsore con un secondo razzo molto più piccolo montato su un asse piuttosto lungo perpendicolare all’asse di spinta che avrebbe più o meno la stessa funzione dell’elica di coda degli elicotteri.
Io avevo capito che era dovuto all’interazione tra il dipolo magnetico prodotto dal motore e il campo magnetico terrestre. Un dipolo magnetico infatti riceve una coppia che tende ad orientarlo secondo il campo esterno.