Iniziati i test della protezione termica della sonda Gaia

Continua lo sviluppo del satellite Gaia dell’ESA, l’11 Luglio il mockup della protezione dalla luce solare, il Deployable Sunshield Assembly (DSA), è stato installato all’interno del Large Space Simulator (LSS) presso l’ESTEC di Noordwijk (NL) dove sarà sottoposto a test di simulazione dell’ambiente spaziale e prove termiche in camera a vuoto.

Lo schermo solare (DSA) ha una struttura particolare costituito sia da 12 pannelli rigidi rettangolari che da 12 pannelli pieghevoli triangolari. Tutta la struttura, per essere contenuta nella carena del vettore sarà ripiegata contro i lati del satellite.

Il progetto di questo schermo è unico nel suo genere, in quanto svolge una duplice funzione di isolamento per gli strumenti di bordo, sia dalla luce solare che da isolante termico in modo da mantenere gli stessi alla temperatura costante di -100°C.

In configurazione completa il sistema di protezione termica avrà un diametro di 10,2 metri, e sarà sempre rivolto verso il Sole, come un grande piatto che isolerà Gaia dalle radiazioni solari.

Tutto ciò serve per rendere funzionante un ambizioso progetto scientifico dell’ESA.
Nata dalle basi del progetto Hipparcos, Gaia è un satellite per studi d’astrometria (dal peso di 2 Ton), la sua missione consisterà nel determinare la posizione, la distanza e la velocità di circa 1 miliardo di stelle della nostra galassia, ma non solo, uno degli obiettivi principali della missione è anche calcolare il parallasse delle stesse stelle con una strumentazione di bordo con risoluzione di 20 micro-secondi d’arco.

Il satellite ospiterà una strumentazione particolare.
Due telescopi costituiti da tre specchi curvi, rettangolari, cui seguono due specchi mobili studiati per far si che la luce stellare giunga su un comune piano focale.
Piano focale che poi è suddiviso in tre zone per permettere misurazioni fotometriche, astrometriche e spettroscopiche. Ogni strumento utilizza una serie di rilevatori elettronici (CCD) fra i più sensibili mai costruiti.

Il lancio della sonda è previsto per il 2011 per mezzo di un vettore Soyuz/Fregat e la stessa si posizionerà in un’orbita di tipo Lissajous attorno al punto langrangiano L2 a circa 1,5 milioni di Km dal Sole, trenta giorni dopo il lift-off.

Come noto al punto L2 le forze d’attrazione e repulsione fra due corpi celesti si equivalgono e in tale punto un oggetto non incontra mai ombra, il che può garantire condizioni di alta stabilità termica e bassa radiazione.

La missione ha una durata prevista di cinque anni, dedicati allo studio delle stelle della galassia e come obbiettivo secondario l’individuazione di corpi celesti di luminosità molto debole, come la famiglia d’asteroidi Aten.

Terminata la missione sono previsti ulteriori tre anni di lavoro per la programmazione di un modello computerizzato tridimensionale di grandi dimensioni che non mostrerà soltanto la posizione aggiornata degli astri, ma anche la direzione del loro moto, il loro colore e la loro composizione chimica.

Le immagini sono tutte di fonte ESA:
nella prima il Logo della missione,
nella seconda il satellite con la protezione chiusa,
nella terza Gaia in configurazione operativa.


Gaia logo.jpg

Gaia.jpg

Gaia sunshield open.jpg

E’ veramente una missione molto interessante che mi fa nascere una domanda che è la seguente: mi sembra che l’esa abbia una vera e propria vocazione per le missioni astronomiche e mi pare che nessun altra agenzia spaziale (NASA compresa) realizzi così tante missioni astronomiche (almeno di pari livello a quelle dell’esa), o sbaglio?

Forse è il vantaggio di non avere il budget bloccato da sviluppo/mantenimento di mezzi manned ma andando a “prestito”!
Così si hanno più fondi per la ricerca pura e per missioni di questo genere

Pensavo anch’io a una motivazione simile, ma può darsi che ci siano anche altri motivi, legati ad esempio a un particolare interesse delle università e dei centri europei di ricerca per l’astronomia e per l’astrofisica!

penso che entrambe le condizioni si sommino nel far si che l’ESA abbia questa “vocazione” per la ricerca astronomica ed astrofisica.

Misurazioni astrometriche di parallasse di un miliardo di stelle!!
Con una vita operativa di cinque anni questo corrisponde a compiere più di mezzo milione di misurazioni al giorno!

Mica male come lavoro! :scream: