ATHLETE scalda i motori

Non avendo a disposizione strade sterrate di sufficiente larghezza all’interno del JPL, gli ingengneri ogni giorno portano il prototipo nel letto asciutto del torrente Arroyo Seco per eseguire dei test in vista della dimostrazione ufficiale, prevista il prossimo mese nel deserto dell’Arizona, dove ATHLETE dovrà percorrere autonomamente 40 km in 14 giorni, come richiesto dalla NASA.

L’All-Terrain-Hex-Limbed-Extra-Terrestrial-Explorer è un modello perfettamente funzionante, in scala 1/2, di un trasporto robotico per habitat e cargo che verrà eventualmente utilizzato sulla superficie della Luna e di Marte. Si compone di un pianale di carico mosso da sei lunghe gambe snodabili dotate di ruote, al massimo della sua estensione raggiunge i 4,5 mt di altezza e di larghezza, pesa 2300 kg e si muove a 2 Km/h.

In questo simpatico video se ne può apprezzare la mobilità…

http://www.nasa.gov/multimedia/videogallery/index.html?media_id=16843450

Fonte: http://athlete.jpl.nasa.gov/

A mio avviso si tratta di una delle più straordinarie macchine mai costruite per supportare missioni planetarie o lunari. Sarebbe veramente un sogno vederlo in azione sulla Luna. Ma per ora ci accontentiamo di un prototipo in scala ridotta, che è pur sempre un bel macchinone.

A chi lo dici…
Tra circa dieci-quindici anni ci sarà un’altra missione lunare e per gli anni 2030 o diciamo pure 2040 ci sarà lo sbarco umano su Marte.
Non so se avete letto su Coelum o su un’altra rivista ad argomento astronomico-astronautico, Obama nel suo discorso al KSC di metà aprile scorso ha pronunciato delle frasi che sono meno ottmistiche di quel che i mezzi d’informazione hanno voluto far credere.
Le parole esatte, che ricordo a memoria:
“By the mid-2030, i believe we can send human into Mars orbit and return them back safely. And a land on Mars will follow.”
Credo che potremo inviare umani in orbita marziana intorno alla metà degli anni '30 e farli ritornare in maniera sicura. E [glow=red,2,300]poi[/glow] farli sbarcare.

40 km in 14 giorni, AD 1 G, nel deserto dell’Arizona…
è previsto che usi unicamente le proprie pile a combustibile o che venga ricaricato periodicamente?
sicuramente lo stress sarà maggiore di quello che dovrà subire sul suolo lunare, anche prevedendo un simulacro di carico, ridotto di 1/6… :star_struck:

Non lo so, ma se vogliono fare un test realistico io opterei per la totale autonomia. Mi chiedo però se le pile a combustibile rappresentano la scelta migliore. Sulla Luna ci sono quasi 14 giorni ininterrotti di luce solare. Perché non sfruttarli? Certo poi si pone il problema dei quasi 14 giorni di buio.

Per i giorni di buio si potrebbero prevedere solo spostamenti “illuminati”, in 14 giorni si fanno grandi cose con athlete, se poi aggiungiamo un atterraggio stile apollo 12 siamo a cavallo…
Il problema si pone quando abbiamo una certa estensione di pannelli penzolanti dall’alto: l’ideale sarebbe ripiegarli prima di ogni spostamento, visto che risulterebbero (in scala) molto più ingombranti di quelli dei MER: per intenderci, si romperebbero le staffe alla prima sollecitazione, o peserebbero troppo.
Per il “camion lunare” vedo bene le pile a combustibile, ricaricabili mediante allacciamento a un modulo :beer:

Riguardo la prova, 50 km a terra penso equivalgano almeno a 200 sulla luna, anche senza riprodurre il carico, solo pensando allo stress strutturale di 1G… quindi una ricarica si potrebbe perdonare…

…a volte vien da pensare che alla Nasa usino un software specifico per trovare gli acronimi…e che nasca prima l’acronimo e poi il nome esteso… :stuck_out_tongue_winking_eye:

C’è anche quello in italiano. ATLETA, Autoveicolo da Trasporto Lunare Estremamente Tecnologico e Agile.