L'astronauta NASA Mark Kelly annuncia il ritiro

L’astronauta Mark Kelly, comandante dell’ultima missione dello shuttle Endeavour e marito della senatrice americana Gabrielle Gifford, ferita gravemente in un attentato lo scorso gennaio, si ritirerà dalla NASA e dalla US Navy il prossimo 1 ottobre.

Lo ha annunciato martedì scorso sulla propria pagina di Facebook, dove ripercorre brevemente i 25 anni della sua carriera nella Marina e, successivamente, nella NASA. Questa decisione permetterà a Mark Kelly di stare vicino alla moglie, in convalescenza dopo l’attentato, e alle due figlie. Nonostante l’annuncio di ritiro, comunque, l’astronauta non esclude in futuro, quando la situazione sarà più tranquilla, di tornare a cercare nuove opportunità professionali e, magari, tornare a servire il proprio paese.

Mark Kelly, 47enne del New Jersey, capitano della Marina Militare americana, ha accumulato 5000 ore di volo in più di 50 diversi velivoli, con all’attivo più di 375 atterraggi e 39 missioni di combattimento durante l’Operazione Desert Storm in Iraq.

Nello spazio ha accumulato ben quattro missioni sullo shuttle. I primi due voli lo hanno visto impiegato come pilota di Endeavour (STS-108 nel 2001) e Discovery (STS-121 nel 2006), entrambe in missioni di servizio alla ISS. La sua prima missione come comandante è avvenuta nel 2008 sempre su Discovery (STS-124), durante la quale è stato installato il modulo giapponese della ISS. Durante STS-134 è stato quindi al comando di Endeavour nell’ultima missione dell’orbiter, consegnando alla ISS l’Alpha Magnetic Spectrometer ed altre parti di ricambio.

Fonte: NASA

Tra l’altro l’unico del suo gruppo a raggiungere questo traguardo.

Sinceramente non conosco i veri motivi del suo prossimo ritiro, ma dire che è per seguire la convalescenza della moglie, dopo aver continuato negli addestramenti ed aver partecipato alla missione Shuttle STS-134, mi sembra una motivazione un poco “ridicola”.

Che la moglie abbia problemi e lui, come marito, la assista è più che un dovere ma almeno che dia una causa del ritiro diversa.

Non sono d’accordo, mark era comandante di una missione che preparava da anni, ha dato delle priorità: tanto se non supporto psicologico alla moglie non poteva fare, così ha dato priorità ad sts 134.

Ora con la chiusura del programma shuttle che probabilità ha di volare ancora dopo 4 missioni???

Creso che molti astronauti NASA di una certa età si stiano guardando intorno…

E infatti quando ho letto la notizia ho pensato a Mullane e mi son chiesto: dove ha trovato lavoro? Mi sembra che su Twitter non lo dica.
Per me la cosa più incredibile è che diversi astronauti hanno trovato lavoro come piloti di linea. Hai presente? Dieci anni di jet militari, 100 missioni di combattimento, dodici anni di NASA, tre voli Shuttle con incubi di APU e turbopompe e poi tranviere di lusso.

Che brutto sarebbe (ma onestamente non ne ho mai sentiti che abbiano fatto un tale percorso…)… dalle stelle alle “stalle” più o meno…

topopesto ha ragione, mi sembra un pò facile come abbandono… tante altre possibilità, ora per l’america, non ce ne sono.

i sedili sulle soyuz saranno relativamente pochi rispetto alla disponibilità dello shuttle…

poi è vero anche che la questione della moglie è un pò “ridicola”, chi di noi avrebbe preferito volare sullo shuttle anche dopo anni di preparazione invece di stare vicino alla propria moglie anche se questa aveva scarsissime possibilità di farcela?
non ci sono più gli equipaggi di riserva o forse sapeva che era l’ultima occasione di fare un volo?

io ho avuto purtroppo in prima persona l’esperienza di un caro costretto in coma per un gravissimo incidente, e sigillato dietro un vetro in un reparto di massimo isolamento, eppure eravamo tutti li, anche solo fuori dalle mura dell’ospedale, lasciando lavoro scuola ed altro, pur di stare il più possibile vicino…

non voglio metter in dubbio la morale dell’astronauta, ma dal mio punto di vista sta solo cavalcando gli eventi… questo diventerà un politico, anzi, alle prossime politiche sarà sicuramente candidato scommettiamo?

La disinvoltura con cui considerate ridicole le scelte personali di un professionista con 4 voli alle spalle (e zero prospettive di volo) e la dietrologia che ci vedete dentro per dare un tono “disilluso” ai vostri post, con argomentazioni contraddittorie, mi lascia davvero perplesso…

Io personalmente, e non mi vergogno ad ammetterlo, avrei volato con lo shuttle come ha fatto lui. Ed ora si dedica alla moglie un Po di più. E se entra in politica? Bravo, ho seguito l intervista post volo con tutto l equipaggio, mi è parso davvero un leader di polso, potrebbe essere un buon politico.
Quanti altri astronauti sono entrati in politica? Critichiamo anche loro per partito preso?
Mi spiegate cosa vuol dire facile abbandono? In NASA ha fatto ciò che doveva ora cambia e fa bene.
Solo in Italia se riusciamo ad entrare in un azienda a 20 anni e ci restiamo fino alla pensione, in usa tutto è più dinamico sopratutto per personaggi del calibro di kelly.

Ciao
Raffaele

PS
Dopo poco dal suo volo Jhon Glenn è andato a fare il vicepresidente della Royal Crown Cola

In tutta sincerità anch’io avrei volato… non per disinteresse nei confronti di mia moglie malata, forse nella consapevolezza di non poter far nulla di più stando a terra e, con un pizzico di egoismo, pensando che anche lei avrebbe voluto così se avesse potuto dirmelo.

Il ritiro? Mah, è difficile dare un giudizio. Solo lui sa come stanno le cose, le nostre sono solo speculazioni sul nulla…
Di certo c’è solo che si ritira e credo nessuno possa dire in assoluta sicurezza che non lo fa per stare vicino alla moglie ma per altri motivi. Come detto se anche fosse così, lo saprebbe solo lui.

Io non sarei così severo a giudicare il comandante Mark Kelly. Per quanto riguarda la partecipazione al volo STS134, non dimentichiamo che subito dopo l’attentato, nel momento più critico, la NASA ha accordato a Mark, fatto più unico che raro, una sospensione all’addestramento per assistere la moglie (e le figlie). E’ stato anche nominato un sostituto che ha subito iniziato l’addestramento al suo posto. Solo dopo più di un mese Mark ha potuto confermare il suo comando visto che le condizioni di Gabrielle erano migliorate più di quanto si poteva immaginare subito dopo l’attentato. Così ha potuto continuare l’addestramento, considerato anche che la signora era stata trasferita ad Houston per la lunga riabilitazione. In sostanza è mancato al suo fianco solo per i giorni del volo di STS134 o poco più. Chiaramente, oltre al desiderio di viaggiare ancora una volta nello spazio, ha anche considerato la responsabilità ed il rischio di cambiare il comando di una delicata missione dopo anni di comune addestramento specifico.
Le dimissioni dalla NASA le vedo più come un riconoscimento che, visto i pochi sedili a disposizione sulle Soyuz, le possibilità di tornare nello spazio sono veramente pochine, ed in fondo può ritenersi appagato dalla sua carriera aeronautica e dai 15 anni passati alla NASA :clap:. Mark ha 47 anni, è energico ed in buona salute, avrà sicuramente un avvenire sia in campo spaziale che, perchè no, anche in politica come suggerito da altri qui nel forum. :ok_hand:

Chissa’ se quello di Scott gli sta…

E’ un pò la stessa cosa che accadde alla fine del programma Apollo.
A parte pochissimi,come Young,Lousma,Mattingly,ecc, quasi tutti si ritirarono.
Non gli andava di aspettare anni ed anni per volare di nuovo,tanto più che c’era la possibilità di piazzarsi in allettanti posti nel settore privato.
C’è anche un altro fattore che viene sottovalutato: fare l’Astronauta comporta una routine piuttosto pesante; dopo un pò molti si stufano.
Famosa è la battuta che Frank Borman disse al suo vecchio compagno di avventure spaziali Jim Lovell quando,dopo essersi ritirato, andò a trovarlo durante gli allenamenti per Apollo 13:
“Mio Dio,Jim! dopo tutti questi anni come fai a sopportare ancora questa roba”!
Anche Sally Ride,la prima Americana nello spazio,durante un intervista alla domanda se gli mancasse il programma spaziale rispose: “Se penso solo alle missioni,si…ma quello che non mi manca è tutta quella routine fatta di allenamenti,simulazioni,attesa di essere selezionata per un volo…può essere frustrante”.
Poi per carità,c’è gente come John Young che per uscire dalla NASA deve essere stanato con le bombe,o altri come Bruce McCandless disposti ad aspettare 18 anni (!!!) per un volo nello spazio.
Sarà interessante sapere cosa farà il fratello di Mark.

disinvoltura? contradizione?

io l’ho passata sulla pelle quella situazione.

ma se lo dici tu…

Unknown se mi permetti, ho capito che tu hai avuto grossi problemi con un tuo familiare, ma credo che (come ti è stato fatto notare) tu non conosca la situazione americana come modus vivendi. La dinamicità del mondo lavorativo (cosa che da noi non esiste), la priorità al lavoro sulla vita familiare è la prassi comune negli USA, e te lo dice chi ha contatti continui con quel mondo sia per lavoro sia per famiglia. Inoltre il fatto (sempre come ti è stato fatto notare) che nel momento in cui la moglie era in pericolo lui fosse al suo capezzale significa che comunque la ha messa davanti al suo volo. Quando poi era sulla via di guarigione ha ripreso questa opportunità di volare, opportunità che credo (conoscendo appunto la mentalità USA) considerasse un “dover” nei confronti del suo equipaggio.

Quoto in toto (senza riportarlo) l’intervento di Carmelo Pugliatti: ha perfettamente espresso quello che è il mio pensiero, e quello che ho pensato anch’io leggendo all’inizio la notizia (senza aver prima letto altri commenti).

giusto, sono altre culture da noi è inproponibile.

in più non ero a conoscenza degli evetni riportati da jeff… ( un mese di assistenza e progressivo miglioramento).

fondamentali per farsi un giudizio più ponderato.

Oh,Oh cominciano i primi rumors sul futuro di Mark:

http://nasawatch.com/archives/2011/06/mark-kelly-depa.html

Caffè pagato. :ok:

Se diventerà un politico, sarà sicuramente un promotore dei programmi spaziali manned, non trovate?

“Kelly, a captain in both NASA and the Navy,”

Giornalai…

Da quando la NASA usa gradi militari al suo interno?

La cosa non mi stupirebbe affatto…gli Americani hanno una filosofia di vita molto semplice…fino ai 22 anni si spaccano la schiena per studiare, poi si spaccano la schiena per lavorare e quando arrivano al successo si sentono in dovere di servire la comunità…magari fosse così anche qui…