NASA annuncia la data del secondo volo dimostrativo Dragon

NASA ha stabilito il 7 febbraio 2012 come data di lancio indicativa per il secondo volo dimostrativo di Space Exploration Technologies (SpaceX) nell’ambito degli accordi Commercial Orbital Transportation Services (COTS).
NASA ha inoltre dato l’approvazione per il rendezvous di Dragon con la ISS.

SpaceX ha fatto grandi progressi negli ultimi mesi preparando la capsula Dragon per una missione verso la Stazione Spaziale Internazionale; c’è grande attesa per questa missione che aprirà le via ad una nuova era di navicelle cargo commerciali di rifornimento e di supporto alla ISS.
SpaceX sarà la prima compagnia privata ad agganciarsi alla ISS con un mezzo proprio.
Questa missione sarà una pietra miliare per il futuro del volo spaziale.

Prima del lancio ci sono ancora alcune faccende ultimare: test, verifiche, controlli di sicurezza.
Le squadre di lavoro comunque confidano di riuscire completare gli ultimi lavori per tempo; in ogni caso se si rendesse necessario sarà possibile posticipare la data di lancio per guadagnare maggior tempo, in base anche agli ultimi risultati delle analisi e dei test.

Durante il volo Dragon collauderà una serie di procedure di volo e verificherà il corretto funzionamento dei suoi sistemi di bordo in previsione dell’avvicinamento alla ISS.
Gli obbiettivi primari della missione includono un fly-by della ISS alla distanza di circa tre chilometri. Ciò permetterà di validare i vari sensori necessari per un effettivo e sicuro rendezvous.
La capsula potrebbe anche dimostrare la capacità di terminare l’avvicinamento in caso di emergenza.

Se tutto procederà positivamente, Dragon eseguirà l’avvicinamento finale alla Stazione Spaziale Internazionale mentre l’equipaggio della stazione sarà alle prese con il braccio robotico della stazione, che verrà utilizzato per catturare la capsula e agganciarla al portello di Harmony rivolto verso la Terra.
Conclusa la missione, l’equipaggio sgancerà la capsula che rientrerà in atmosfera per poi ammarare nel Pacifico, al largo della California.

Nel caso che la manovra di rendezvous o di berthing non andasse a buon fine, SpaceX dovrà eseguire un terzo volo dimostrativo per raggiungere questi obiettivi, come inizialmente previsto.

NASA, dalla nascita del programma COTS, nel 2006, sta investendo risorse finanziarie e tecniche per stimolare il settore privato nello sviluppare e dimostrare un sistema sicuro, affidabile e conveniente di trasporto spaziale.
L’obiettivo del programma è quello di produrre innovazione e aiutare i privati nello sviluppo di nuovi veicoli spaziali e vettori di lancio attraverso una strategia multifase, progettando un nuovo sistema di trasporto merci nell’orbita bassa e verso la Stazione Spaziale Internazionale.

Attraverso lo Space Act Aggreements, SpaceX riceverà fino a 396 milioni di dollari, mentre Orbital Sciences Corporation, anch’essa partner NASA nel programma COTS, riceverà 288 milioni di dollari per il completamento di tutti gli obiettivi programmati.
Ad oggi, SpaceX ha ricevuto 376 milioni dollari per il completamento di 36 obiettivi su 40; Orbital ha ricevuto 261,5 milioni di dollari per aver completato 23 obiettivi su 29.

Fonte: NASA.

Ottima notizia!!! Finalmente sono stati superati tutti i vari “problemi” che si erano tutti posti e Dragon potrà così, finalmente. effettuare il suo volo ed il successivo aggancio con la ISS; questo sarà un grande traguardo per il settore privato!

Si diceva nell’altro post che i problemi di sicurezza indotti da rilascio dei satelliti Orbcomm è stato scongiurato con il cambiamento di quella parte della missione: ci sarà il rilascio di un solo satellite in un’orbita più bassa rispetto alla ISS.

L’altra incognita grossa era il nulla osta da parte di Roscosmos. Riguardo questo si sa qualcosa?

non ho trovato specifiche informazioni in merito alla approvazione da parte di Roscosmos.

per quanto letto in giro, i dubbi erano inizialmente sui dati forniti da SpaceX relativamente al volo COTS Demo1, e (paradossalmente) mi è sembrato di capire che il problema fosse che avevano ricevuto troppi dati da valutare…per questo argomento avevano poi dato una approvazione di massima.

successivamente si era posto il problema del profilo di volo della Dragon in approccio verso la ISS, per il quale avevano richiesto che fosse simile a ATV/HTV, ma per questo mi sembra di aver letto della disponibilità di SpaceX per seguire questa richiesta.

non ho letto informazioni su cosa sia stato deciso in merito, né credo sia noto il profilo di volo che verrà adottato.

quello che dovrebbe verificarsi è che, prima di tentare il vero e proprio attracco alla ISS, la Dragon effettuerà tutti i test previsti nel COTS Demo 2 e, soltanto se verranno superati, di procederà con quanto previsto nel COTS Demo 3, compresa la simulazione di un abort di attracco.

A me non risulta che ATV ed HTV abbiano profili di volo nemmeno minimamente simili.

L’ATV si comporta in maniera, grosso modo simile, ad una Progress.
L’ATV effettua una serie di manovre il cui scopo è portarsi sullo stesso piano della ISS più avanti o pioù indietro mentre l’HTV effettua una serie di manovre fuori dal piano, ciò sull’asse della ISS che punta verso la Terra, in maniera tale da portarsi nel punto voluto per la manovra di “cattura” da parte del braccio.

In realtà credo che la richiesta sia di far avere al Dragon un profilo di volo quanto più convergente con quello di HTV (che ha dimostrato funzionare bene) piuttosto che con l’ATV.


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Come riportato in questo articolo del sito SpaceNews.com, non ci sarà alcuno sgancio di satelliti della Orbcomm, lanciati come payload secondari, nel corso del prossimo volo COTS Demo 2/3 della capsula Dragon.

Originariamente, secondo quanto dichiarato da SpaceX in preparazione della missione, era stato previsto il rilascio di due satelliti della Orbcomm, ma come è noto erano state sollevate molte perplessità da parte del controllo missione della Stazione Spaziale Internazionale sui possibili rischi di collisione dei suddetti satelliti con la ISS.

Per questa ragione SpaceX e Orbcomm avevano concordato di ridurre a soltanto uno il numero dei satelliti da rilasciare per favorire un responso positivo da parte della NASA per l’integrazione dei voli C2 e C3.

Secondo le ultime dichiarazioni da parte di Orbcomm, si è deciso di rinviare il lancio dei satelliti ai successivi voli della capsula Dragon per consentire a SpaceX di concentrarsi a raggiungere tutti gli obiettivi previsti nel prossimo volo previsto nel febbraio 2012.

Saggia decisione!

Gentili…

fresca fresca dalla pagina FB di Spacex: la capsula Dragon integrata con il trunk.

con l’approssimarsi del lancio SpaceX comincia a centellinare immagini di capsula e vettore.

appena pubblicata su twitter @SpaceXer e sulla pagina FB foto del vettore Falcon 9 nello hangar di Cape Canaveral

caricato ieri su YouTube, sul canale spacexchannel, un video del test di dispiegamento dei pannelli solari che verranno utilizzati nel prossimo COTS Demo 2/3 Flight.

http://www.youtube.com/watch?v=i90vaEsMiEQ#ws

inoltre una foto della fase di istallazione degli stessi pannelli solari sul trunk della capsula Dragon, pubblicato sul sito SpaceX.com

Ringrazio per l’articolo www.astronautica.us

Wow wow!! Non vedo l’ora!!!

By Regulus

Peccato poi che (credo) buttino via i pannelli solari per il rientro, e quelli devono essere pannelli molto costosi monocristallini, non come quelli sul tetto di casa. Ecco, un ottimo progetto da sottoporre a NIAC x vincere 100.000 dollari potrebbe essere quello di un sistema di recupero da parte della ISS di questi componenti in un’unica maxi struttura - occorrerebbe solo una progettazione modulare ed un’esoscheletro di supporto, il canad arm potrebbe fare quest’operazione di routine.

Credo che la stessa cosa capiti da 50 anni sulle Soyuz, e cmq i pannelli non sono l’unica cosa piuttosto costosa che viene buttata via…

Sicuramente questa soluzione è stata presa in considerazione nel design, e probabilmente scartata perchè a livello di sistema sarebbe costata di più che buttare via i pannelli solari insieme a tutto il service module.
Tieni presente che as esempio lasciare i pannelli sulla stazione significa che per quel breve periodo prima del rientro il sistema dovrebbe funzionare a batterie, e questo potrebbe significare costi, pesi e volumi aggiuntvi.

E’ vero… pensa a tutte le Nikon D3 che butta via Nespoli ogni volta… :point_up: :angry:

Boh Buzz tu dici che sicuramente si, ci hanno già pensato? Beh Dragon-SpaceX bada molto ai costi per ciascun volo, perciò é assolutamente probabile di si. Però… occorre davvero tanta energia per il rientro che non possa essere fornita da una/due pile a combustibile?

A parte questo… Sarebbe cmq bello avere sottomano le specifiche di consumo elettrico di una capsula Dragon. :nerd:

Chissà se adesso avranno in dotazione le nuove D4…che spreconi :point_up: :stuck_out_tongue_winking_eye:

Probabilmente è così. Ma poi devi pensare che siccome sarebbe un sistema vitale per l’equipaggio, il tutto va ridondato almeno due volte. E poi devi aggiungere uno switch nei circuiti elettrici per far sì che possano ricevere energia sia dai pannelli che dalle batterie o dalle pile a combustibile, e ridondare anche quelli. Senza contare che questo, oltre ad aggiungere peso al sistema (quindi “costo” in fase di lancio), aggiunge anche complessità, i.e. aggiunge probabilità che si rompa qualcosa.

Tutto questo guardando la cosa solo dal punto di vista della capsula. Se poi cominciamo a guardare dal punto di vista della ISS, la cosa diventa estremamente più complessa. Prima di tutto l’energia elettrica (se davvero ce ne fosse bisogno sulla stazione al momento), oltre a essere positiva ha il problema che la dannata legge di Joule vale anche lassù. Ogni microampere consumato genera calore, e questo va dissipato con il sistema termico (proprio in questi giorni ad esempio per tutta una serie di motivi siamo stati vicini a saturare il Loop A, il che ha significato fare delle riconfigurazioni a bordo). Quindi oltre ai pannelli dovresti anche recuperare i radiatori. E poi dovresti essere in grado di connettere pannelli e radiatori ai sistemi esistenti, il che molto probabilmente comporterebbe quanto meno un’EVA…

Insomma, gli aspetti da considerare sono davvero un bel po’, e sono molto fiducioso che qualche ingegnere li abbia analizzati per bene tutti in fase di progettazione. E il fatto che poi alla fine non si sia implementato niente del genere mi fa pensare che è perchè non fosse conveniente…

:fearful: aggiungerei…e qui non abbiamo neppure ancora lasciato l’orbita terrestre.
Io non avrei mai supposto che le installazioni spaziali avessero tutti questi problemi con il calore da smaltire, semmai il contrario. Immagino perché nello spazio la trasmissione del medesimo avviene solo per irraggiamento e non per conduzione, come nei thermos di vetro dove c’é un’intercapedine quasi sotto vuoto?

Già… e nella stragrande maggioranza dei casi il problema è mantenere il sistema freddo, piuttosto che scaldarlo. Diciamo che in genere è necessario scaldare a livello localizzato (per evitare che alcuni punti in ombra diventino troppo freddi) mentre è necessario raffreddare a livello di sistema.

Essere in orbita terrestre non è necessariamente un vantaggio, perchè oltre al calore solare e a quello prodotto internamente, bisogna pure smaltire quello che arriva dall’albedo e dall’infrarosso terrestre…