Pratt & Whitney completa i test sul motore ausiliario di CST-100

Pratt & Whitney Rocketdyne, società appartenente al gruppo industriale United Technologies Corp, ha completato con successo un ciclo completo sul Launch Abort Engine (LAE) progettato per l’utilizzo sulla capsula Boeing CST-100 (Crew Space Transportation).

CST-100 è uno dei veicoli, attualmente in fase di sviluppo nell’ambito del programma NASA CCDev, adibito al trasporto di cose e persone da e per la Stazione Spaziale Internazionale.

Il LAE è un motore progettato per spingere la capsula, ed il suo equipaggio, lontano dal vettore nel caso si verifichi un qualsiasi malfunzionamento durante le fasi di decollo del vettore.
Se inutilizzato, il carico di propellente potrà essere utilizzato in successivi momenti di una missione come ad esempio il reboost, cioè l’innalzamento dell’orbita della ISS. Il test di LAE è stato condotto nel deserto della California.

Il motore ha fornito i riscontri previsti in sede di progetto raggiungendo un valore di spinta totale di circa 18.200 kg.

Pratt & Whitney è leader mondiale nella progettazione, produzione e manutenzione di motori per aerei, sistemi di propulsione spaziale e turbine a gas industriali.

United Technologies, con sede a Hartford nel Connecticut, è una società multinazionale conglomerata che offre prodotti di alta tecnologia e servizi per l’industria aerospaziale mondiale e le industrie commerciali.

Fonte: Pratt & Whitney Rocketdyne

Il sistema di abort di CST-100 sarà la classica torre sopra la capsula o qualcosa di più di innovativo?

leggendo l’articolo direi che è un sistema di tipo “push” (a spinta) piuttosto che di tipo “pull” (a tirare), quindi niente torre che tira via la capsula ma piuttosto un propulsore che la spinge via da sotto.

tra l’altro viene anche detto che il propellente di questo propulsore potrà essere utilizzato (se non si è verificata un’anomalia che ne preveda l’uso per l’abort), una volta che la capsula abbia completato la fase di immissione in orbita e l’attracco con la ISS, per il re-boost della Stazione Spaziale.

quindi non ne viene prevista la eliminazione durante la fase di volo, come avveniva per le torri di escape Apollo e avverrà per Orion.

... It is designed to push the crew capsule to safety if an abort is necessary. If unused for an abort, the same propellant load can be used for other parts of the mission, including re-boosting the space station orbit. ...

Devo ringraziare Giuseppe per l’integrazione all’articolo che nella trasposizione copia-incolla da PC al portale di FA.it si è persa…

Ora è più chiaro il funzionamento di LAE.

de nada, señor :wink:

Ok, adesso è più chiaro! :ok_hand:
Quindi un sistema stile Dragon manned mi pare di capire…

ho messo su le chiavette spaziali ed ho questa immagine

si vedono bene i motori di cui al post


boeing 100.jpg

Capisco che l’idea di non espellere la “torre” di salvataggio convenga in termini di carburante portato su…
Ma intendono affidarsi a 4 razzi a liquido per l’escape system?!?!? :point_up: :point_up:
A pelle, mi fiderei di più di un razzo solido, con più detonatori indipendenti… :grin:

Se non sbaglio tutti gli escape system di tipo push in via di sviluppo (Dragon, CST-100, Blue Origin) sono a combustibile liquido.

Penso che la ragione sia che questi sistemi, quando non utilizzati per un’emergenza, devono funzionare anche per altri scopi (v. reboost per CST-100, o l’eventuale sistema di atterraggio per Dragon), e quindi devono essere maggiormente regolabili.

Credo che siano sì liquidi, ma a idrazina, che si autoaccende a contatto con un catalizzatore, quindi non richiede accenditori.
Dico la mia da incompetente: se la capsula ha già un sistema di controllo di assetto con thrusters a idrazina, allora parte con il pieno. Usare quel carburante per l’escape ha probabilmente un vantaggio di peso, posso immaginare di usare tutto il disponibile per i pochi secondi di spinta violenta necessaria a portare la capsula in zona di sicurezza. Che dicono gli esperti?

questa è esattamente la filosofia della Dragon manned: avere dei propulsori in grado di essere usati a tutta potenza in caso di abort o modulandola nel caso (per Dragon) di atterraggio.

per CST-100, visto che i motori sono nel modulo di servizio e non nella stessa capsula (vedi sempre Dragon) invece di buttarli via con tutto il combustibile prima del rientro in atmosfera è cosa buona e giusta utilizzarli per un altro scopo come il reboost della ISS.

Non pensavo che gli stessi motori ad idrazina potessero fornire sia una fortissima spinta (quasi “esplosiva”) con tempi di accensione praticamente nulli, sia un’accurata accensione prolungata (reboost, cambi d’orbita)…
Un sistema a solido (con tutti i suoi difetti) lo vedo come intrinsecamente più affidabile, senza complicazioni nell’accensione nè pompe che possono rompersi. Penso all’accensione violenta richiesta di colpo da un escape: al motore viene chiesto tutto e subito, senza tempo di scaldare (?) le pompe e quant’altro…

Comunque se si punta all’utilizzo di questo sistema vuol dire che ha già raggiunto la maturità necessaria, complimenti a P&W! :beer:

beh, anche SpaceX lo ha già fatto http://www.forumastronautico.it/index.php?topic=17077.0

Corgius mi ha anticipato, aggiungerei che in più SpaceX punta ad un utilizzo ancora più estremo come l’atterraggio :scream:

Non ci sono pompe: il sistema è pressurizzato (elio, di solito) e basta aprire una valvola. L’accensione è istantanea, non c’è nulla da preparare prima, il tutto è praticamente statico.

Dovrebbe essere la stessa tecnica del motore di risalita del LM o sbaglio?

Beh anche il motore di discesa (sempre se non sbaglio anch’io) era così, con capacità di parzializzazione della spinta (nelle registrazioni audio dello sbarco di Apollo 11 all’inizio della PDI si sente distintamente Aldrin dichiarare: “Engine 10 percent”)

un video dei test

influenze colla recente messa in vendita dell’azienda?