J-2X pronto per la seconda serie di test

La nuova generazione di propulsori J-2X è pronta per la seconda serie di test presso l’A-2 Test Stand dello Stennis Space Center, in Mississippi.

Il propulsore alimentato a idrogeno liquido (LH2) e ossigeno liquido (LOX) verrà utilizzato per lo stadio superiore dello Space Launch System, il vettore pesante NASA attualmente in fase di sviluppo.

Lo scorso anno si è tenuta la prima serie di test che simulava condizioni di utilizzo a livello del mare; durante questa seconda sessione, invece, verranno simulate condizioni operative di volo ad alta quota, dove è più bassa la pressione atmosferica. I J-2X dello SLS, infatti, entreranno in funzione dopo il distacco del primo stadio.

I primi test erano necessari per iniziare a studiare le caratteristiche del propulsore, per verificare le condizioni di funzionamento e le performance base.
Durante la prima sessione di collaudo sono stati eseguiti 10 test totali, si sono raggiunti i 1040 secondi di accensione complessivi e sono stati testati vari aspetti delle performance del propulsore. Il J-2X aveva raggiunto il 100% della potenza in quattro test, ottenendo una durata di accensione massima di 500 secondi all’ottava accensione.

Con la seconda serie si simulano condizioni operative di volo, misurando anche dati relativi all’ugello.
L’ugello del J-2X è diverso da quello utilizzato dai propulsori dello Space Shuttle.
Mentre gli SSME utilizzavano un sistema di raffreddamento ad idrogeno liquido (LH2) per risparmiare peso, il J-2X utilizzerà un ugello più piccolo collegato ad una parte più leggera raffreddata passivamente con l’idrogeno.

NASA ha lavorato in collaborazione con Pratt and Whitney Rocketdyne, prime contractor del J-2X, per la realizzazione del propulsore che verrà sottoposto ai test, soprannominato E10001.

Al momento sono programmati 16 test che potrebbero già iniziare il prossimo mercoledì (25 aprile) e concludersi entro fine anno.

Il J-2X è stato ridisegnato a partire dal J-2 del Programma Apollo, che fra gli anni '60 e '70 è stato fondamentale per inviare gli astronauti sulla Luna.
In aggiunta ai test del propulsore, NASA sta collaudando anche il powerpack che include il generatore di gas, le turbopompe, i circuiti e le valvole ad esse collegate; questi test sono condotti presso l’A-1 Test Stand allo Stennis.

Fonte: NASA

In merito: http://www.nasa.gov/multimedia/videogallery/index.html?collection_id=22941&media_id=141139621

Domanda: come fanno a simulare il funzionamento in quota? Hanno un’enorme camera a vuoto?

Mi sono fatto anche io la stessa domanda.

Più che la dimensione della camera di test mi impressiona come si riesca a mantenerla in vuoto, o almento a bassa pressione, visto che il motore in funzione produce una enorme quantità di gas.

E quella era la seconda parte della mia domanda che mi rimbalzava in testa, ma non avevo espresso…

Le condizioni di termo-vuoto necessarie per simulare il funzionamento dei propulsori in condizioni spaziali sono ottenute con un sistema di pressurizzazione della camera in cui viene eseguita l’accensione, permettendo comunque ai gas di essere espulsi.
Qui c’è una breve descrizione del test stand J-6 della Arnold AFB in cui furono testati i progenitori del J-2X:
http://www.dtic.mil/cgi-bin/GetTRDoc?Location=U2&doc=GetTRDoc.pdf&AD=AD0821541