Docking della Shenzhou 9 sulla stazione spaziale Tiangong 1

È stato completato con successo lo storico docking tra la capsula Shenzhou 9, con tre taikonauti a bordo, e la piccola stazione spaziale cinese Tiangong 1. L’aggancio è avvenuto alle 7:07 CEST di lunedì 18 giugno.

Shenzhou 9, con a bordo Jing Haipeng, Liu Wang e la prima donna cinese ad andare nello spazio, Liu Yang, è stata lanciata sabato scorso dalla base di Jiuquan su un vettore Changzheng (“Lunga Marcia”) 2F.

Il modulo Tiangong 1 era stato invece messo in orbita lo scorso settembre 2011, ed era stato già visitato dalla capsula senza equipaggio Shenzhou 8 a novembre.

Solo due membri dell’equipaggio entreranno nel modulo Tiangong 1 durante la missione prevista di circa due settimane. I due taikonauti scelti troveranno ad attenderli macchinari per l’esercizio fisico e per il monitoraggio biomedico. Tutti e tre i membri dell’equipaggio effettueranno vari esperimenti durante la permanenza in orbita.

La durata prevista di Tiangong 1 è di circa 2 anni. Secondo i piani cinesi dovrebbe venire visitata nuovamente dall’equipaggio della Shenzhou 10 nel 2013, prima di lasciare spazio a moduli spaziali più avanzati negli anni successivi. In particolare il lancio di Tiangong 2 è previsto per il 2013/2014, mentre Tiangong 3 dovrebbe essere lanciata nel 2015. Quest’ultima dovrebbe, nei piani cinesi, essere utilizzata come modulo base per una stazione spaziale multimodulare da completare negli anni '20.

Anch’io ero al corrente dell’ingresso di soli due taiconauti all’interno della Tiangong-1… ma i cinesi sono sempre da tenere sott’occhio!


Si diceva che i cinesi avevano applicato la politica dei piccoli passi.
Alla luce di quanto stanno facendo, direi che tanto piccoli non lo siano stati…

Qual è la motivazione tecnica?

A quanto pare più che una motivazione tecnica, è una motivazione legata alla sicurezza.

Nella schermata allegata mi sembra di vederli tutti e tre, o forse quello non è un modulo della stazione.

Mi sembra proprio che siano entrati tutti e tre!

Conoscendo (si fa per dire) i cinesi, non sono di sicuro andati contro il volere di Pechino: o quella era la foto di una simulazione (0-G fly), oppure va reinterpretata la distribuzione dei “posti a sedere”.

Penso che il “2 soli taiconauti nella stazione” sia da intendersi “solo 2 dormono nella stazione”, sulla falsa riga delle dormite e vestizioni alterne nelle Gemini. Avere un astronauta nella capsula e due nella stazione non è molto risolutivo a meno che l’hatc non rimanga chiuso durante la missione, e stare due settimane chiuso nella capsula con i colleghi a distanza di portello non penso sia molto sopportabile, senza contare che questi ultimi non avrebbero accesso diretto alla scialuppa.

Mi chiedo se la realtà dei fatti sia grosso modo questa: 2 lavorano attivamente col supporto del terzo, che all’arrivo della notte si sigilla nella capsula a dormire. Si chiude l’hatc fra capsula e modulo orbitale, rendendo questo accessibile dalla stazione in caso di evaquazione. Così la “riserva” è al sicuro e gli altri hanno modo di mettervisi in caso di emergenza, grazie all’hatc sempre aperto fra modulo abitabile e stazione (ecco un altro jolly giocabile grazie all’architettura Soyuz!). Certo dormire sul seggiolino non è molto comodo ma per una prima missione si può fare…

Ma siamo sicuri che questo sia un video preso durante la missione?
L’interno mi sembra davvero scarno e privo dei comuni sistemi di aggancio e di movimento per l’equipaggio. Ci sono davvero poche maniglie, se è davvero così non deve essere molto facile muoversi là dentro…

Gli interni in quella immagine sono effettivamente scarni ed anomali…forse era una simulazione.

Spaceflight now ha pubblicato un’altra foto simile. Altre foto anche in questo articolo di Space.com.
Quindi sembra che sia Tiangong proprio fatta così…

In Questo video si vede l’apertura del portello della Tiangong-1 e l’ingresso dei due Taiconauti…

Ineffetti la Tiangong è veramente spoglia, hanno però il soffitto, il pavimento e le parteti rivestite… non essendo abituati a “passeggiare” in assenza di gravità hanno preferito imbottire il tutto!

Wow, davvero interessante! E sopratttutto pulitissima! Date tempo a due o tre astronauti di passarci un po’ di tempo e vedrete che casino riescono a mettere :stuck_out_tongue_winking_eye:

brava,brava Cina complimenti davvero! è rintracciabile secondo voi su internet un disegno dell’interno della Tiangong 1!

:beer:


non ho visto nemmeno un oblò, ci sarà spero anche se sono due settimane credo che a vedere solo pareti bianche e luci al neon si impazzisce, ma la chiave per l hatch a che serve? per non far occupare la stazione quando è unmanned? o gli amaricani che la conquistano?

Non credo ci sia un oblò. Cmq, credo che neanche le Salyut l’avessero. Quanto all’impazzimento… beh quelli di Mars 500 ci sono stati quasi due anni senza vedere l’esterno e con le luci al neon…

Non è questione di impazzire. C’è ovviamente la questione psicologica, che al di là dell’impazzire è comunque importante per mantenere una performance alta nelle attività. E poi c’è la questione fisiologica: l’occhio umano ha bisogno ogni tanto di mettere a fuoco qualcosa di lontano. Stare prolungatamente in una scatola senza poter guardare a qualcosa di molto distante (mettere a fuoco all’infinito insomma) può provocare danni alla vista. Ovviamente tutto ciò non si verifica in due settimane, ma per permanenze più prolungate.

Vorrei acneh ricordare che la ISS ha vari oblò piuttosto piccoli sparsi nei vari moduli, che non si notano a prima vista. Giusto per dire che magari Tiangong un oblò ce l’ha anche se da quei pochi video non l’abbiamo notato.

In ogni caso, credo che la Shenzou abbia degli oblò, quindi un modo per guardare la terra ce l’hanno.

Questo è il motivo per cui nei grandi sottomarini nucleari che possono rimanere in missione diverse settimane si utilizzano alcuni escamotage per fornire agli equipaggi una buona percezione delle distanze, sia con verniciature e/o pattern luminosi che esaltano il senso di profondità (nei corridoi più lunghi) sia con l’impiego di luci blu / fredde che notoriamente migliorano la qualità dei dettagli a parità di intensità di illuminazione (i nostri recettori retinici non sembrano amare le zone rosse dello spettro in condizioni di luce scarsa)

D’altronde anche nella vita di tutti i giorni abbiamo decisamente perso l’abitudine a “guardare lontano” visto che viviamo perlopiù in ambienti ristretti concentrando la messa a fuoco soprattutto nei 3 metri.

Tornando ai nostri Taikonauti, sicuramente disturbi visivi gravi non insorgono passando 3 settimane in una stazione spaziale (alcune persone passano periodi ben più lunghi senza mettere a fuoco più lontano di 5 metri…) ma dobbiamo ricordarci come dice Buzz che non sono lì per “sopravvivere” o giocare, ma che durante la loro permanenza devono lavorare e garantire un certo livello di performance in compiti che sicuramente richiedono una certa dose di concentrazione: per questo motivo, penso, anche solo un paio di oblò (che sicuramente ci saranno anche se non ne ho visti nè in foto nè nelle varie ricostruzioni) possono fare la differenza…

oggi guardando la tv cinese CCTV mi pare di aver capito osservando le immagini che sembravano giungere in diretta che è stato effettuato un secondo docking, questa volta manuale cioè effettuato dal takionauta comandante Jing Haipeng con successo. grande e mitico!!! potete confermare questa notizia in questa assolata domenica di giugno???