Ritardi nelle forniture elettroniche rallentano lo sviluppo dei nuovi sistemi di lancio della NASA

Nell’articolo è messo in evidenza come le ditte partecipanti alla costruzione dello SLS stiano incontrando difficoltà nel reperire il materiale necessario sul territorio americano; perchè non rivolgersi a paesi stranieri? Qui in Italia c’è qualche azienda che produce qualcosa di simile?

Credo che le maggiori difficoltà riguardino il reperimento di alcune materie prime strategiche a livello tecnologico.

Il problema, come ben chiarito nell’articolo, sono i componenti elettronici “radhard”. A causa della poca richiesta (migliaia di pezzi contro i milioni o decine/centinaia di milioni di pezzi dell’elettronica commerciale) l’ammortamento delle linee di produzione è molto difficile, e l’industria è restìa a investire, anche se i prezzi unitari sono molto elevati. Per cui a fronte di una richiesta specifica si pianifica un lotto di produzione, e possono volerci molti mesi. Il costo di una linea di produzione per semiconduttori è nell’ordine dei miliardi di $. In Europa ci sono alcuni produttori, ma non credo proprio che l’industria americana vada ad affidarsi ad un fornitore estero per qualcosa di critico come un processore o una FPGA radhard.

Sul curiosity c’é un chip italiano
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=541131&IDCategoria=1

Nell’articolo si fa riferimento anche a “pezzi” meno pregiati e non legati all’elettronica come le componenti in compositi. Per queste credo che potrebbero proprio affidarsi all’Italia, Boeing lo fa già per il suo 787 perchè non per SLS? Immagino sia una questione strategica e di mantenimento della manodopera locale che tanto ha influito sulle decisioni del nuovo programma americano.

Non mi aspettavo che avessero bisogno di componenti rad-hard per un lanciatore. Probabilmente (ho letto l’articolo - anche aviationweek, ma forse me lo sono perso) è per lo stadio che lascerà l’orbita.

Odio buttarla sempre sull’economico/commerciale, ma quello che secondo me è critico non è il costo in sé di avviare una linea di produzione per componenti nuovi, ma sostenere quel costo per supportare un programma che potrebbe ancora essere cancellato. E’ un rischio.

EDIT: è simile a quello che aveva scritto Marco, sorry :wink:

Forse già fuori dalla troposfera cominciano a essere necessari componenti radhard.

Sì, il problema è già sentito per i processori avionici a bordo degli aerei di linea. Come evidenziato anche da Stratospera, il massimo di radiazione si ha fra i 15 e i 20 mila metri di quota. Evidentemente per un lanciatore non si può prescindere.

Io trovo incredibile una cosa del genere… la prima potenza del mondo sarà in ritardo nello sviluppo di un lanciatore di importanza strategica perché gli mancano dei pezzi. IMHO questo è quello che succede quando per 30-40 anni si sposta tutta la produzione in Cina o in qualche altro paese dell’asia per ridurre il costo della manodopera, si finisce con l’avere troppe poche industrie all’interno…

Straquoto. Quando in una azienda non c’è più chi sa tirare la lima…

Non vorrei che questa mancanza di componenti rad-hard, pregiudicasse alla fine la tempistica di lancio del volo test nel 2017. :point_up: