Le dimensioni reali dello Shuttle.

Molti,anche tra noi appassionati di astronautica,non si rendono conto di quanto grosso sia (fosse) lo Space Shuttle paragonato ad altri mezzi spaziali.Questa tavola mostra la scala esatta comparando l’Orbiter alle capsule Mercury,Gemini,Apollo,al modulo lunare ,alla Soyuz ed allo Skylab.C’è da mangiarsi le mani per quanto male è stato adoperato questo straordinario veicolo! Lo Shuttle avrebbe potuto facilmente assemblare una stazione fin da subito,e nella versione Shuttle-B poteva mettere in orbita un avamposto permanente più grande dello Skylab! L’Orbiter avrebbe potuto trasportare un astronave per la luna grande quanto l’intero complesso Apollo-Lem,assemblarla ad un lunar tug lanciato dalla sua versione “unmanned” e riportarla a terra per la revisione ed un nuovo lancio. Si sarebbero potuti costruire spacetugs per le orbite alte derivati dal Lem,dalla Gemini,o dal modulo di comando Apollo,facilmente stivabili nella immensa cargo-bay.Insomma si sarebbero potute mettere solide basi per costruire il futuro dell’uomo nello spazio;nvece cosa si è fatto? venticinque anni di su e giù,prima con la idea cretina dell’astronave commerciale,poi dopo il challenger senza una meta ben precisa! Che idioti! come hanno gettato i soldi dei contribuenti! Come hanno fatto a non capire che tra il costosissimo ed elefantiaco piano di Von Braun del 1969 e la politica dei tagli al bilancio degli anni 70 c’erano decine di possibilità intermedie! Ora tutto è bruciato.Come sempre si riparte da zero,come sempre si sprecano occasioni d’oro.A questo punto non so se siano più cretini i politici Americani o i dirigenti della NASA. :x :rage: :x

C’è anche una “terza via”: tramontata la motivazione politica per la corsa allo spazio, a Washington si programmano i ritorni alle lobby (dichiarate, non come qui da noi che sono occulte) presidenziali, a Houston si concretizzano tali lobby.
La difficoltà dei vertici NASA a mio parere è far coincidere l’appetito delle lobby con il perseguimento di programmi scientifici.
Ma son solo supposizioni…

E dei sistemi di emergenza ne vogliamo parlare? l’optimum sarebbe stato progettare una cabina-capsula eiettabile,ma anche quattro sedili (altra follia,un equipaggio di sette-otto membri) eiettabili al piano superiore e delle tute derivate dalle eccellenti “Litton MOL ejection hard suit” avrebbero potuto costituire un validissimo “escape system”.

Giusto per riepilogare quanto ha detto Carmelo, con un’indicazione di scala.

Un’unica osservazione, ritengo impossibile per dimensioni e pesi che qualsiasi versione dello Shuttle avrebbe potuto mettere in orbita qualcosa delle dimesioni dello Skylab, o addirittura maggiori…

Neanche un lanciatore Shuttle-B?

Neanche un lanciatore Shuttle-B?

Che a me risulti, no.

Ricordiamoci che lo Skylab è un derivato del III stadio del Saturno V (lo SIVB) appositamente modificato per fungere da laboratorio spaziale (secondo il concetto del “dry workshop”).

Pertanto pesi, e sopratutto dimensioni sono compatibili solo con quelle del Saturno. Altri tipi di stazioni spaziali modulari avrebbero potute essere assemblate usando i vari Shuttle, Shuttle B e C (come efficacemente illustrato nel sito di Markus Lindroos) ma sempre rimanendo nelle possibilità di carico della stiva dello Shuttle.

L’utilizzo dello shuttle non è stato dei migliori, ma va ricordato che non è stato concepito in toto come lanciatore riutilizzabile civile, ma ha avuto fin dall’inzio una connotazione militare che ha assorbito lanci di satelliti militari e caratteristiche dettate dall’USAF… Mutate le ambizioni spaziali dell’aeronautica, ora che si è potuto iniziare un vero programma spaziale internazionale con la ISS (dopo altre cooperazioni, certo, ma superando grandi scogli politici e burocratici) lo shuttle è vecchio di 30 anni (o più…)
Certo, si potevano creare avamposti lunari, nuove missioni e piattaforme orbitanti più piccole della ISS con facilità, ma il fatto è che lo stesso programma shuttle ha assorbito i fondi maggiori, e i tagli a favore della difesa hanno fatto il resto… Ad ogni modo io avrei fatto uno sforzo per un progetto sovranazionale di un lanciatore riutilizzabile (NASA, ESA, CSA, Giappone) post shuttle, più che ripiegare verso le capsule tipo Apollo, inadatte per programmi di colonizzazione spinta e grandi trasporti di materiali, necessari per le basi permanenti che tutti sognano …

Apprendo da “wilkipedia” che nel 1970-71 in alternativa allo shuttle (ed alla pura e semplice cancellazione dei voli umani) era stato proposto un programma Skylab,con più laboratori serviti dalla capsula Big Gemini.La proposta fu giudicata economicamente interessante,ma avrebbe richiesto la riapertura della produzione del Saturno-V per lanciare gli Skylab e così non se ne fece nulla.

A mio avviso la Big Gemini è probabilmente il miglior veicolo spaziale mai progettato. Culmine di un lavoro di sviluppo progettuale e tecnologico durato quasi un decennio, sarebbe stata in grado di coniugare la necessità del trasporto, a basso costo ed in massima sicurezza, di un gran numero di astronauti, con in più una buone flessibilità nelle capacità di trasporto payload in orbita.

L’unico neo (se così si può dire) consisteva nella sua non riutilizzabilità, ma alla fine sarebbe davvero stata più utile di com’era se fosse stata riutilizzabile??

Ritengo la mancata realizzazione della Big Gemini una delle più grandi “opportunità mancate” dell’astronautica. Ma la cosa non finisce qui: alla metà degli anni '80 i russi proposero, quale successore della Soyuz, la capsula Zarya (da non confondere con l’omonimo componente della ISS) che era concettualmente comparabile con la Big Gemini e per di più riutilizzabile.

Inutile dire che anche di questa non se ne è fatto niente…

Ho sentito parlare su un forum americano di una versione avanzata della Big Gemini , biconica e riutilizzabile,pensata per sostituire “il vecchio modello” dagli anni 80.Ovviamente quando l’intero programma venne rigettato (fu sopratutto perchè senza il Saturno ormai fuori produzione , Big Gemini non avrebbe avuto nessuna stazione cui attraccare) non se ne fece più nulla.Alla NASA ed al Congresso ci fu chi si morse le mani:il programma Big G/Skylab era conti alla mano molto più economico dello Shuttle,e avrebbe consentito una continuità nei voli spaziali senza rallentamenti ,o l’interruzione di sei anni tra ASTP e STS.Ma ormai il Saturno era andato dal 1968 (e probabilmente la lobby pro Shuttle…).Circa la Zarya ,fu certamente vittima del Buran (in nome del Buran e delle sue applicazioni militari,i sovietici avevano già sacrificato il programma lunare).Perchè costruire una nuova capsula quando stava finalmente per arrivare una navetta riutilizzabile? Shuttle,Buran,Hermes…ammettiamolo,questo mito dello spazioplano ha fregato un pò tutti.

Il mio pensiero è molto vicino al tuo e a quello di Archipeppe,penso che i tempi per uno spazioplano nn fossero maturi negli anni 70 (anche perchè fermarono lo sviluppo del Dyna Soar) e la big Gemini avrebbe costituito un ottimo sistema di traghettamento per lo Skylab.I russi (magari nn volontariamente ma spinti dagli eventi) hanno adottato una strada (forse) più significativa costruendo stazioni spaziali ed allenandosi alla permanenza prolungata nello spazio gli americani hanno continuato a fare voli di 2 settimane perciò adesso devono addestrarsi alla permanenza nello spazio.Confrontando le dimensioni dello Shuttle con altre navicelle una cosiderazione può essere anche che per trasportare 6 esseri umani nello spazio ne serviva meno della metà,e che per trasportare grossi carichi nn serviva l’ingombrante presenza umana,forse se lo shuttle fosse stato uno spazioplano senza cargo bay avrebbe avuto più successo.
Una considerazione rimane sempre:essendo i costi spaziali ingenti,il sistema di trasporto dovrebbe essere sempre il più economico e quindi la capsula è una scelta ottimale,così ti restano soldi per missioni in orbita, sulla Luna etc, come sempre in tutto questo c’è l’Aries che (secondo me,Archipeppe smentiscimi se nn è vero) a costi superiori a quelli di una capsula può però garantire le funzionalità e modularità di una capsula legandosi a tecnologie attuali come riutilizzabilità e rientro a lifting body invece che balistico e fornendo nuove capacità di missione, nuovi standard di manutenzione etc.Lo Shuttle ha e avrà sempre fascino,il fascio dei grandi sogni,il fascino dei grandi e avveniristici mezzi sperimentali,ma ci ricorderà anche come burocrazia, interessi,etc possono azzoppare un grande progetto.