Curiosity conferma: viaggi verso Marte a forte rischio cancro per gli astronauti.

grazie Marco per l’articolo e i link ad esso correlati

molto interessante…
dati scoraggianti però…il problema dei raggi cosmici…quali soluzioni si potranno sviluppare?

Brutte notizie per questi individui http://applicants.mars-one.com/

Per questi “fortunati” dovrebbe cambiare poco; se non sbaglio il loro ritorno sulla Terra non è previsto…

Il viaggio è di sola andata.

Articolo interessantissimo! Chissà quali precauzioni verranno studiate ed adottate per ovviare a questi problemi? Quali materiali potrebbero utilizzare per ridurre l’assorbimento di queste radiazioni?

piombo, cemento…tutta roba pesante

quindi la prospettiva per loro può essere quella di sviluppare tumori su Marte…chi li potrà curare?
ho seri dubbi, eticamente parlando, circa l’implementazione di questo progetto

i raggi cosmici sono da dividere in Particelle solari (SPE) e Raggi Cosmici Galattici (GRC)

Per la protezione verso le SPE basta una protezione spessa 10 cm di acqua come previsto per il Deep Space Habitat

Per i GRC l’unica protezione realmente sicura è data da un sistema attivo che utilizzi campi magnetici per deflettere le particelle.

sempre per i GRC dobbiamo ricordare sempre che le particelle più dannose sono quelle a bassa energia in quanto rilasciano molta energia nel materiale attraversato pur essendo poco penetranti.

uno schermo passivo pur riuscendo a bloccare le particellead alta energia rischia di non fermare o addirittura fare uscire particelle di bassa energia che sappiamo essere dannose.

esiste già? si può fare per lo spazio?

non ancora purtroppo

forse sarà un’idea folle…ma pensare a una barriera chimica, impiegando ozono?

Ho corretto l’articolo riformulando in modo più comprensibile la frase sull’esposizione alle radiazioni. Grazie a Michael per le puntualizzazioni offline.

Il problema non è il materiale che usi (quasi irrilevante), ma la massa per unità di superfice da proteggere. 10 cm di piombo, 40 cm di cemento, 1 metro d’acqua, 1km d’aria. Grosso modo, per rendere l’dea. Devi aumentare la probabilità che la particella incidente perda energia per urti successivi con i nuclei dello schermo, e poi finirà per scontrarsi con un nucleone e generare uno sciame. Lo sciame deve essere a sua volta assorbito dallo schermo. Noi siamo protetti dalla magnetosfera terrestre e poi dall’atmosfera, equivalente come spessore a 10 metri d’acqua. Devi pensare ad uno schermo del genere; magari non a 10 m, ma comunque tonnellate e tonnellate. L’alternativa (campo magnetico per respingere le particelle cariche) richiede grandi magneti superconduttori, grosse dimensioni spaziali, energia, e di nuovo tonnellate di massa. Per ora non c’è soluzione.

grazie IK1ODO, ora mi è chiaro

non era una novità che i primi viaggi umani su Marte fossero più lontani tecnologicamente
che di distanza per raggiungerlo.

Esatto.
In futuro disporremo sicuramente di nuovi materiali in grado di schermare le radiazioni,o di mezzi capaci di mettere in orbita a prezzi contenuti il materiale necessario ad assemblare un astronave per un viaggio su Marte.
Per ora sarebbe il caso di lasciare l’esplorazione del pianeta rosso a sonde automatiche sempre più sofisticate,in attesa che i nostri figli ( o più probabilmente i nostri nipoti) inviino la prima spedizione umana.
Nel frattempo il nostro compito è quello di rendere economico ed accessibile l’accesso allo spazio,di completare l’esplorazione della luna e di costruirci un avamposto,e di esplorare qualche asteroide prossimo alla terra.
C’è ne abbastanza per i futuri quarant’anni.

Visti tutti questi problemi bisogna desumere che il possibile viaggio verso Marte, ipotizzato negli anni '80 facendo uso di tecnologie e mezzi post Apollo , sarebbe stato un suicidio per gli astronauti che vi avrebbero partecipato. Era incoscenza o solo mancanza di informazioni più approfondite?

sicuramente all’ epoca si avevano un po’ meno conoscenze scientifiche di oggi, così come se ne avevano ancora meno nel 1850 e ancor molto meno nel 1500 e come logicamente se ne avranno di più di oggi nel 2100, nel 2200, nel 2300 e così via.

Mancanza di informazioni.
I casi di tumore tra gli Astronauti sarebbero stati elevati.
E’ però probabile che,dovendo programmare una spedizione Marziana,la NASA avrebbe condotto test estesi.
Cosa avrebbero fatto trovandosi di fronte a questo dato?
I costi per la schermatura (sempre se realizzabile con la tecnologia del tempo) avrebbero fatto lievitare esponenzialmente il budget per la missione,che al quel punto sarebbe stata probabilmente cancellata.
Il piano post-apollo del 1969 fu irrealistico,velleitario ed alla fine estremamente dannoso:
Una vera iattura!
Un piano concentrato su uno Shuttle più piccolo e riutilizzabile,una stazione orbitale,space tugs per la luna e un avamposto lunare,il tutto spalmato su una timeline 1970-2000,passo dopo passo,avrebbe avuto ben altre possibilità.
So che molti non saranno d’accordo,ma questa fissazione dell’uomo su marte a tutti i costi rischia di farci ritrovare tra dieci anni con un pugno di mosche in mano.
A parte che fino ad ora non c’è nulla di realmente concreto in proposito…nè dal punto di vista finanziario nè da quello tecnico.