La Russia interromperà la collaborazione spaziale con l’occidente

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Sospensione programma ISS nel 2020? Ed in cosa consisteranno le future operazioni spaziali russe senza la ISS? Più che fare da taxi verso la ISS che possono farci con soyuz … I russi sono un po’ fuori di senno ultimamente … Tanto peggio per loro !

Alcibiade se ne dicono di cose ,in particolare politici e tecnocrati
tra 6 mesi potrebbero di nuovo andare tutti d’amore e d’accordo come potrebbe scoppiare la III guerra mondiale ,il tutto a prescindere dalle dichiarazioni del vice primo ministro russo

La ISS? Robetta…

http://www.bloomberg.com/news/2014-05-13/russia-bans-rocket-engine-sales-to-u-s-military.html

In pratica i Russi hanno regalato a SpaceX i lanci militari.

Si,ma quì mi pare vi sia qualcosa di nuovo.
Naturalmente la crisi potrebbe rientrare,ma a questo punto mi sembra probabile che gli eventi di questi ultimi mesi non resteranno senza strascichi.
Temo che si sia chiusa un era;
Gli Americani d’ora in poi tenderanno a fare da soli.
Non dimentichiamo inoltre che negli USA la ISS ha parecchi nemici al Congresso.
Ora i Russi gli servono su un piatto d’argento la possibilità di chiudere il programma nel 2020; di certo gli Americani non supplicheranno di continuare,e gli oppositori della Stazione Spaziale ne approfitteranno per invocare la fine di questa importante esperienza e lo storno dei fondi su Orion e SLS (progetti che portano con se allettanti bacini elettorali).
Chi resterà col cerino in mano,temo,saremo noi Europei; l’unica e un accordo per partecipare ad SLS/Orion,magari con la costruzione di un lander o di moduli missione.
Cosa faranno i Russi è una bella domanda!
Forse proveranno ad iniziare una partnership coi Cinesi,oppure con gli Indiani ed altre potenze emergenti (il Brasile?).
L’alternativa è il ritorno ad un programma tipo MIR integrato con i fondi provenienti dal “turismo spaziale” e da industrie,fondazioni ed enti di ricerca internazionali disposti a pagare per lavorare in orbita.
Di certo se la Russia si inserisse in questo buisness,grazie alla sua solida esperienza e alle sue infrastrutture sarebbe in grado di divenire la più importante “holding Spaziale”.
A questo proposito non dimentichiamo una cosa; con la ISS chiusa dal 2020 i COTS perdono la loro principale ragion d’essere.
Questo potrebbe anche significare la fine per alcuni di questi veicoli ; il chè,nel breve periodo, eliminerebbe pericolosi concorrenti per la Russia nel mercato privato.

E ci stupiamo del fatto che non siamo ancora andati su Marte? La tecnologia non è un problema, è evidente che la società umana non è ancora pronta ad esplorare gli altri pianeti… :frowning:

Si sa se la cosa riguarda anche i vettori soyuz lanciati da arianespace?

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Se così fosse Ariane 6 riceverebbe una bella spinta a partire subito…

Questo riconferma che la mia simpatia per SpaceX era ben riposta.
Fare tutto in casa in questo caso si rivela una strategia vincente.

Ogni operatore dovrebbe essere autonomo per quanto riguarda i lanci, proprio guardando a casi come questo.
vedasi ULA, che senza i motori russi resta a piedi in pochi mesi, noi europei che lanciamo i Soyuz in base ad accordi che definirei almeno “precari” in caso di tensioni politiche, la ISS che senza i russi non sarebbe abitata.

Lunga vita ad Ariane 6, ATV, Dragon e controparti giapponesi (di cui non ricordo i nomi): progetti basati sull’“essere liberi di lanciare, in autonomia, quando voglio”.

Il payload o la stazione abitata si possono realizzare volta per volta, in due o venti operatori, ma il mezzo di trasporto va fatto in casa. Perchè se poi litighi col vicino, quello non ti da più passaggi.

In ogni caso il ticket staccato per ogni “passaggio” è, con un certo eufemismo, sostanzioso.
Senza i vari tickets non ho idea di cosa potrebbero mettere insieme i russi…

Quando la Nasa, circa un mese fa, si lasciò andare a quel comunicato stampa dove di fatto dichiarava di voler troncare ogni collaborazione con i russi (a parte la ISS) pensai immediatamente che un interlocutore molto “muscolare” come quello russo avrebbe potuto prendere la palla al balzo e rilanciare. Adesso bisogna vedere se questa dichiarazione resterà semplicemente una provocazioe politica, o se si passerà alle vie di fatto.
In ogni caso chiunque ha da perdere da questa possibile evoluzione: I russi sono ottimi fornitori di know how e materiali di supporto “sempreverdi” (di fatto usano capsule concettualmente invariate da quarant’anni), ma non hanno la forza per portare avanti un programma di esplorazione o costruzione di una nuova stazione (basta vedere la via crucis di quel modulo destinato alla ISS in ritardo di anni), la Nasa rischia di trovarsi in una situazione paradossale, con una ISS prossima alla fine della vita operativa e nessuna progettualità concreta per il dopo (il sistema SLS è tuttora privo di una vera missione), noi europei al momento non abbiamo nè i mezzi, nè i fondi per dotarci di una capsula nostra, figuriamoci creare un avamposto nostro in orbita bassa.
Davvero nazionalismo e mosse di PR infelici ed avventate andranno a colpire un fronte, quello della ricerca spaziale, che costituisce un canale di dialogo aperto da quasi cinquant’anni tra oriente ed occidente?

Beh,beh,mi pare la cosa si stia precisando per un certo verso,ridimensionando per un altro (per lo meno per gli inguaribili ottimisti come me).
Inanzitutto l’embargo nella vendita dei motori riguarderà solo i lanci di satelliti militari,non i lanci con motivazione scientifica (i vettori dei COTS sono salvi). E’ confermata l’intenzione Russa di trarsi fuori dalla ISS dopo il 31 dicembre 2020 (ed è un infelice,inutile infierire la battuta del vice primo ministro Russo secondo cui,“Oggi senza le Sojuz gli Americani potrebbero provare a raggiungee la stazione con un trampolino”), però il 2020 è ancora lontano,e la situazione da quì ad allora potrebbe tornare a volgere al bello.
Sulla rete GPS i Russi invece invocano reciprocità: spegneranno i ripetitori Americani se gli USA non acconsentiranno a piazzare analoghi ripetitori Russi in America,il chè mi sembra lasci spazio a trattative.

Se tutti facessero tutto in casa, noi italiani non avremmo mai mandato un uomo nello spazio nè tantomeno un satellite negli ultimi 30 anni. Ma probabilmente questo varrebbe anche gli americani, visto che sicuramente parte dei componenti di ogni loro sistema spaziale è stato prodotto in Cina o in India.

La prima lettera dell’acronimo ISS sta per “International”, che senso avrebbe averla abitata se non fosse più internazionale?
Purtroppo l’esplorazione spaziale ancora una volta risente dei problemi di questa società e si ritrova ad avere battute di arresto per motivi che trascendono completamente l’astronautica e la collaborazione tra popoli di diversa nazionalità, cosa che a mio parere e per quel poco di esperienza che ho porta grandi benefici

E poi quando arrivi a bordo che fai, stai al buio perchè il vicino ti stacca la connessione ai pannelli solari? Oppure cominci a scendere di orbita perchè il vicino si rifiuta di fare un reboost per te? O stai senza ossigeno perchè il vicino ti stacca i sistemi per il riciclo di ossigeno? O se hai una perdita di ammoniaca muori avvelenato perchè il vicino ti sbatte la porta in faccia quando cerchi di entrare nel suo modulo per salvarti?

E questo per una grande potenza come gli Stati Uniti a mio avviso è un errore micidiale.

Purtroppo alla fine i nodi sono venuti al pettine. Era inevitabile. Del resto era solo questione di tempo che le forti tensioni politiche tra Usa e Russia, avrebbero provocato delle ripercussioni anche sulla collaborazione spaziale tra i due paesi. Solo lo stolto di Bolden dichiarava il contrario, quando affermava d’avanti al Congresso che le sanzioni del governo Obama non avrebbero avuto ripercussioni sulla collaborazione spaziale Usa-Russia. Ma evidentemente Bolden non capisce molto ne di politica e ne di programmi spaziali.
Ora, però, alla luce di tutto questo, quali saranno le ripercussioni sulla programma ISS? Beh, credo che nel beve periodo (2015-2016) l’amministrazione Usa manterrà “forte” i finanziamenti del programma (anche come risposta alle dichiarazioni russe), ma sul lungo periodo, la Nasa dovrà ripensare seriamente a come ristrutturare il programma e a come adattarlo alle nuove future necessità. Secondo me la Nasa dovrebbe:

1- Mantenere il programma ISS fino al 2024 (o al 2028)
2- Aprire di più ai privati Usa e non, alle università e ai centri di ricerca
3- Coinvolgere maggiormente gli attuali partners, nel sostenere i costi ed aprire a nuovi (Australia, Brasile, India, Corea del Sud, Sud Africa ecc.)
4- Aprire al turismo spaziale (eventualmente si potrebbe inglobare nella ISS anche i due moduli BA-330 della Bigelow, che andrebbero a sostituire i moduli russi)
5- Unificare i costi dei programmi COST e CCtCap a 1 miliardo di dollari l’anno (contro gli attuali 1,6), scegliendo solo due società private in grado di portare in orbita cargo e crew
6- Abbassare i costi del programma ISS a 2,5 miliardi di dollari l’anno, contro gli attuali 3.

Infine, alla domanda che cosa faranno i Russi dopo che avranno abbandonato il programma ISS, beh… la risposta è questa…

Ma siamo sicuro che la ISS sia la scelta migliore? Non sarebbe il caso di pensare oltre, ad una ISS2, o meglio, qualche tipo di avamposto lunare? Cosi’ com’e’, con solo sei persone a bordo, e’ lungi dall’essere quello che sognavamo

No bucks, no Buck Rogers, si può pensare finchè si vuole, fare rendering bellissimi che sembrano veri, ma alla fine i capitali per qualsiasi attività spaziale anche “solo” in LEO sono enormi. Per avere “solo sei persone a bordo” ci sono voluti anni di diplomazia, e i fondi di USA, Russia, Europa, Canada e Giappone, e già così siamo a pelo… Prima di affrettarsi a gettare a mare l’ISS pensiamoci bene, cosa c’é nel futuro?
Fra un sogno ed una “vision” c’é molta differenza…

A mio vedere ci sono due strade percorribili:

La prima,se si decide di voler restare in LEO per i prossimi trent’anni,dovrebbe consistere in:
1-Cancellazione di SLS/Orion.
2-Aumento dei finanziamenti dei COTS cargo & crew,ed accelerazione del programma.
3-Finanziamento alla Bigelow per ottenere una nuova stazione formata da uno o più moduli inflatabili entro il 2021 o 22.

Se invece si decidesse di andare oltre il LEO,credo che l’unico obiettivo realistico sia il ritorno sulla luna.
In questo caso
1-abbandono del programma COTS e disimpegno dalla ISS nel più breve tempo possibile.
2-potenziamento del programma SLS/Orion,su cui andrebbero riversati tutti i finanziamenti per i voli manned.
3-accordo con Europa e Giappone per la partecipazione al programma SLS/Orion, e per la costruzione di un lander manned e di moduli di missione.

[size=6pt][font=times new roman][b]Stazione orbitale OPSEK.
Orbita alta,con un’inclinazione di 70 gradi verso l’equatore.

[/b][/font][/size]

Giulione, come dici tu, il problema sono i soldi. Lo spazio costa decisamente troppo. Come diceva una grande persona pero’, delle volte, continuare a buttare soldi al problema non e’ la scelta migliore. Occorre fermarsi un attimo e, consci dell’esperienza che abbiamo maturato, cercare altre vie, altre strade, altre aspettative.
Forse e’ ora di trovare una soluzione per ridurre i costi di accesso allo spazio? Di dieci, cento volte? Smetterla di usare lo spazio per “creare posti di lavoro” ed invece trovare soluzioni sostenibili, che diano risultati economici?

Allo stato attuale, quanto costa un nanorack sulla ISS, e cosa ne pensa l’industria? Purtroppo troppi soldi per avere veramente poco come ritorno. Se costasse dieci, cento, volte meno sarebbe molto diverso.

Credo che gli ultimi eventi siano la conferma che questo modo di pensare lo Spazio, come fonte di pura ricerca e di cooperazione internazionale fine a se stessa, sia intrinsecamente limitato e non porti proprio da nessuna parte.

I grandi esploratori dello scorso millennio non avevano in mente la ricerca culturale/scientifica e la cooperazione fra i popoli quando si imbarcavano in missioni che sfidavano i limiti del coraggio umano, bensi’ istinti molto piu’ basilari: il commercio, la scoperta ed il seguente sfruttamento di nuove risorse, insomma imprese si rischiose ma che consentivano potenziali enormi ritorni economici. Fortunatamente, vedo degli spiragli, individui (e non immense macchine governative) che hanno i capitali, la visione, e che non sono condizionati dalla politica. Musk, Masten, Bigelow, Bezos, anche quello inglese di cui mi sfugge il nome, sono li’ per farci i soldi, non per sprecarli.