Problemi per Kicksat

La differenza fra un lavoro serio e questo tipo di missioni: la mancanza di un buon “what-iffing” cioè di una progettazione robusta.

Che peccato…speriamo bene!

Beh, ma loro puntano sulla quantità… :stuck_out_tongue_winking_eye: :stuck_out_tongue_winking_eye: :stuck_out_tongue_winking_eye:

Carino però, non conoscevo il progetto e mi è simpatico, TT

che missione curiosa, non la conoscevo!
peccato per il mancato rilascio, ora se ho capito bene sarà una sfida all’ultimo secondo…caricare le batterie in tempo o sperare di restare in orbita fino all’ultimo secondo utile per il rilascio delle schede!

Queste piccole missioni sono a mio avviso sempre interessanti ed utili per rammentarci quanto, nello Spazio, non esista nulla di facile.

Su skyrocket.de hanno dato la notizia del rientro in atmosfera del satellite tra il 13 e il 14 Maggio senza rilascio di femtosatelliti. :point_up:

Ma che dovrebbero fare queste minischede una volta rilasciate? Voglio dire, anche se riuscissero a rilasciarle prima del 14 maggio, sarebbero talmente in basso che deorbiterebbero quasi subito…

Avrebbero dovuto rispondere ad una interrogazione via radio, e trasmettere i dati del proprio sensore. Giusto per dimostrare che esistono e sono vive. Mah… continuo ad essere scettico sull’utilità di questi progettini.

Bravissimo, grazie! Ieri ho cercato parecchio qualche aggiornamento dell’ultimo secondo prima di pubblicare, ma senza risultato.

L’utilità non è nel satellite stesso, ma nell’insegnare agli studenti delle università come si svolge il progetto di una missione spaziale (e anche cosa può andare storto) :wink:

Sì, vabbè, ma… boh.

Marco, la mia esperienza personale è stata che, quando sono uscito dalla mia laurea in ingegneria aerospaziale tutto convinto di sapere tutto del mondo spaziale, mi sono ritrovato in azienda senza avere la minima idea di come funzionasse un progetto spaziale. L’università, o per lo meno il Politecnico di Torino 10 anni fa, mi ha insegnato di tutto e di più sulla “teoria” dietro le cose, ma non mi ha mai neanche accennato, per dirne qualcuna, le fasi del progetto aerospaziale (A,B,C,D,E), le milestones progettuali, i rapporti tra i vari gruppi che partecipano alla progettazione, etc.

Se uno studente partecipa allo sviluppo di un satellite, anche se è un cubesat con zero valore scientifico che ha tempi e fasi di sviluppo molto accorciati rispetto ai “normali” progetti, per lo meno comincia a masticare queste cose, il che imho lo rende molto più preparato ad entrare nell’industria del settore. E il tutto con 74k€, che tradotto in ore-uomo equivale a 3-4 mesi di un singolo ingegnere.

Ok, certo. Sono perplesso quando vedo progetti che (per carità, visti dall’esterno) sembrano destinati a fallire dall’inizio. Certo il costo è ridicolo, e questo spiega tante cose. Insomma, l’importante è il viaggio, non la meta.

74k sono i costi accessori extra per l’università , non mi sembra ridicolo
i costi di sviluppo non sono contemplati
in questo caso poi credo che il parziale fallimento possa essere considerato in questo ambito universitario utile e se non formativo

Già solo il processore che guida il satellite da solo costerebbe più di un centinaio di migliaia di euro, se fosse prodotto e certificato secondo i criteri giusti per lo spazio. Quindi sì, 74 k€ è un costo ridicolo anche se parliamo solo dell’hardware.
Ma d’altronde si vede come questi costi abbiano un senso: aver usato un processore COTS è quello che ha “ucciso” la missione…

Sicuramente ha dimostrato l’importanza di Hardware certificato :slight_smile:

A voler fare l’avvocato dl diavolo, ci sarebbero fior di missioni ufficiali, ultra-certificate, incasinate o ammazzate dal raggio cosmico della domenica.
A kicksat poteva anche andar bene, e’ andata male. D’altro canto, con quei fondi non vi erano alternative, e questo mi stimola una riflessione: questi ragazzi per portare il loro hardware nello spazio non hanno speso un centesimo (il trasporto era courtesy of Nasa), eppure con 74mila dollari hanno messo insieme poco piu’ di un po’ di bassa macelleria elettronica (con tutto il dovuto rispetto): si fa un gran parlare di ridurre il costo per kg in LEO, ma anche l’attrezzatura “space-worthy” costa davvero un botto! :fearful:

Appunto, Paolo, bassa macelleria. Ed è vero che il processore era COTS, ma ci sono taaaaanti modi e trucchi per evitare che il raggio cosmico della domenica rovini tutto (o almeno limitare il danno). Fra l’altro, mi sa che il problema principlae non è stato il SEU che ha crashato il processore, ma il fatto che le batterie non si son ricaricate, rendendo impossibile far funzionare il ricevitore. E questo forse è ancora più grave.
Eliogabalo, 74.000 $, ovvero 50.000 euro, sono noccioline nel bilancio di una università, anche delle nostre. E anche nelle nostre i costi di sviluppo non sono contemplati, essendo tempo di persone comunque retribuite o che studiano. Se poi (se ho capito bene) il lancio è stato gratis, beh, torno a dire che con quei fondi e una progettazione accurata si poteva fare di meglio.

Mh non sono sicuro di aver capito la missione. Io non ho partecipato ma un mio amico lo ha fatto; si finanzia il progetto tramite kickstarter, ogni schedina costa 300$, il lancio e’ gratuito offerto dalla NASA con uno dei loro programmi a fini educativi. Che mi risulti, l’hardware e’ stato quindi finanziato interamente da privati volonterosi e non mi e’ chiaro in cosa abbia partecipato l’Universita’ (quale?)

L’Universita’ era la Cornell, direi un nome prestigioso. Non so quale parte attiva abbia avuto nel progetto, se non per il fatto che gli ideatori erano appunto studenti della Cornell. Magari qualche professore ha dato loro una dritta, ma i fondi venivano tutti da kickstarter. Probabilmente l’università è servita anche per procurarsi il passaggio sul Falcon “aggratis”.