Finanziato il Terrestrial Return Vehicle (TRV) per la ISS

“[…] le operazioni di lancio si svolgeranno dapprima con la preparazione del velivolo all’interno della ISS con il carico del payload.”: un veicolo con un sistema propulsivo e propellente sarà conservato all’interno della ISS?

Sembra di si, non è però specificato il tipo di propellente ne se il TRV verrà “rifornito” al momento del lancio oppure se partirà già “carico”, viste le dimensioni il propellente potrebbe essere qualche cosa di non pericoloso o di già presente sulla ISS, gas compressi magari…

Ma le dimensioni di questo veicolo di rientro?

Non sono state pubblicate, ma sono abbastanza intuibili dalle immagini e dalle dimensioni massime ospitabili sulla piattaforma Cyclopes, 81x116x53cm per massimo 100kg di massa.

Wow, molto interessante come concetto. Sicuramente molto utile per gli esperimenti di tipo biologico, che hanno un tempo di “mantenimento” molto basso una volta che l’esperimento e’ completato

Ottima notizia! Quello che comunque mi lascia dubbioso è il come verrà portato in orbita e sopratutto all’interno della ISS.

Pur se di dimensioni contenute in qualche modo dovrà pur essere portato in orbita. Ipotizzando il suo trasporto alla ISS facendo uso di uno dei cargo attuali, quante unità potranno essere trasportate; quanto spazio andrà ad occupare all’interno della stazione?

Ipotizzando che sia un solo velivolo, dopo ogni lancio dovrà essere riportato sulla stazione e questo richiederà sempre un velivolo che sia in grado di trasportarlo, quindi entrerà a far parte dei carichi utili trasportati verso la ISS, di conseguenza andrà a “rubare” spazio utile ai rifornimenti per gli astronauti.

Se invece il suo trasporto alla ISS avvenisse tramite un comune vettore e verrebbe agganciato facendo uso del Canadaram 2, si potrebbe stivarlo all’esterno della ISS e prelevarlo solo in caso di bisogno? Potrebbe rimanere agganciato sulla piattaforma esterna del modulo Kibo?

Grazie, non trovavo questi dati e stavo pensando ai cubesat rilasciati da Kibo proprio per capire le dimensioni.
Decisamente una cosa utile!
Mi piace la tecnica di veleggio, mi ricorda qualcosa…[emoji6]

Beh si, sarebbe comunque un “piggyback” di qualche cosa… probabilmente potrebbe anche essere ospitato all’esterno, ad esempio nelle sezioni non pressurizzate di HTV o della Dragon e poi portato all’interno solo una volta in orbita… vedremo…

A pagina 18 si accenna ad un possibile propellente, Tridyne.

http://images.spaceref.com/news/2011/JSC.ideas.pdf

Vedremo come procederanno per il suo trasporto in orbita però, sta di fatto che se venisse trasportato sulla ISS facendo uso dell’HTV o qualcosa di similare, il suo utilizzo risulterebbe limitato. Bisognerebbe sempre aspettare una missione che lo porti in orbita e, facendo uso dell’HTV, vorrebbe dire circa una volta all’anno.

Penso che opteranno per un sistema che sia in grado di trasportarlo più velocemente e sopratutto in tempi ristretti. Oltre questo ritengo che verranno realizzate più unità di volo in modo da avere più possibilità di spedire a terra esperimenti e relativi risultati.

Quello che mi lascia particolarmente sorpreso e la velocità presunta del suo realizzo. Circa 1 anno 1/2 per progettarlo, testarlo ed utilizzarlo. Come mai tempi così ristretti quando, solitamente, un progetto richiede anni e anni di preparazione?

Dubito fortemente che possa essere lanciato come carico a se stante, sia per le ridottissime dimensioni, sia perché questo porterebbe ad un aumento iperbolico dei costi dovendo progettare e costruire anche tutto il sistema di guida e navigazione oltre a un “modulo di servizio” ad hoc con propellente e sistemi di produzione elettrica indispensabili…

Quello che mi lascia particolarmente sorpreso e la velocità presunta del suo realizzo. Circa 1 anno 1/2 per progettarlo, testarlo ed utilizzarlo. Come mai tempi così ristretti quando, solitamente, un progetto richiede anni e anni di preparazione?

Perché è molto molto semplice e la fase di volo autonomo molto limitata e con poche variabili.

Sono anch’io fra i “dubbiosi”. Un conto è averne una decina sempre a disposizione sulla ISS per rientri immediati di qualsivoglia attrezzatura o esperimento (compatibilmente con le dimensioni di carico), il ché sarebbe un vero sballo.
Ma doverne mandare su uno alla volta per riportare a terra in maniera già pianificata un esperimento progettato appositamente lo vedo meno “rivoluzionario”. Senza contare che il costo di quell’esperimento andrebbe alle stelle dovendosi sobbarcare la spesa del mezzo dedicato di rientro.

non sarà un oggetto rivoluzionario
meglio averlo che no
mi sembra di capire che non verra indetta una specie di gara per sviluppo e aggiudicazione del servizio
in questo caso peccato

Sí ma il punto di questo veicolo è tutto qui: siccome non deve essere ing rado di decollare, avvicinarsi alla stazione ed effettuare un docking/berthing, può essere qualcosa di estremamente semplice, poco costoso e realizzabile in poco tempo…
Non vogliono fare un nuovo Dragon o Cygnus, vogliono fare qualcosa che deve “solo” rientrare nel minimo tempo possibile e con costi enormemente più bassi

100 kg non sono pochi, non sarebbe un solo esperimento. Se parliamo di campioni biologici potrebbe significare portare giù dieci o più esperimenti diversi.
Ovviamente questo significa pianificare gli esperimenti in modo che siano tutti “pronti” nello stesso momento, ma questo non è un grosso problema

Io immagino che sarà sostanzialmente un guscio con paracaduti controlli e con un vano interno di dimensioni simili al bagagliaio di un’auto; probabilmente verrà messo in stiva a sua volta pieno di rifornimenti in modo da rubare meno spazio possibile.

Si. Certamente sarà utile ma costringerà ad una pianificazione complessa dei vari esperimenti in modo che siano tutti pronti allo stesso tempo. In pratica, anziché aumentare la flessibilità andrà a diminuirla.

Un altro aspetto che mi lascia stupito sono le tempistiche di introduzione. È vero che si tratta “solo” di testare un rientro atmosferico non distruttivo con relativo atterraggio guidato, ma ESA sta lavorando da molti anni ad un sistema del genere ed è ancora a molti anni dalla sua effettiva introduzione. Qui abbiamo un’azienda semi sconosciuta che fra due anni realizzerà il prodotto finito. Tra l’altro non si parla di voli di certificazione. Mi sembra strano che si imbarchino costosissimi esperimenti su un veicolo al suo primo volo. Rientrare in atmosfera significa avere un sistema propulsivo di de-orbita estremamente affidabile e preciso ed altrettanto dicasi per il controllo di assetto. Realizzare uno scudo termico poi non è uno scherzo. Infine il paracadute (o vela) va testato, iniziando dal sistema di apertura che deve funzionare dopo essere stato nello spazio ed aver affrontato un rientro atmosferico con tutte le sollecitazioni del caso.

Per il momento sto alla finestra attendendo maggiori dettagli e sempre pronto a ricredermi.

Io invece lo trovo geniale, facile, utile e poco costoso. Oltretutto é una cosa che già si faceva 50 anni fa…
I primi satelliti facevano foto su pellicola e sputavano a terra il rullino quando era pieno nel posto previsto, addirittura a volte veniva preso al volo da aerei o elicotteri, non ricordo…

Sono d’accordo con Acris…i satelliti della serie Corona inviavano a terra le pellicole in capsule portandosene dietro mi pare 4 o 5 (in giro nel forum dovrebbero esserci ancora i disegni di Peppe…)
Tra l’altro i Russi lo fanno ancora. Se ne è parlato qualche settimana fa per un presunto problema ad un satellite di questo tipo che avrebbe “scaricato” le pellicole negli USA invece che in Russia, ma non c’è nulla di certo.

Il sistema per me è semplice e funzionale.
Semplicemente gli esperimenti verranno organizzati in modo opportuno per sfruttare il rientro comune senza dover aspettare i voli Soyuz o Dragon. Poi non c’è scritto da nessuna parte che ce ne sarà solo uno. E se fosse possibile stivarlo in una Progress? La frequenza dei voli sarebbe decisamente alta…

Anche i russi sulla Mir avevano le capsule Raduga per rientro degli esperimenti. Le portavano su con le Progress. Mi sembra però che venivano rilasciate solo al momento del rientro distruttivo della Progress in atmosfera. Ne hanno usate una decina.
Il TRV è molto più avanzato e sicuramente darà maggior flessibilità alle attività della ISS.