In funzione sull’ISS una stampante 3D

Negli ultimi 20 secondi del filmato (circa) si vede bene come lavora una stampante FFF (Fused Filament Fabrication, estrusione di filo).

Uff, ho visto la prima stampa in diretta. Hanno chiesto al Payload Developer più volte se potessero mettere il video su internet in diretta e non volevano… Per cui non volevo parlarne qui.
Felice di sapere che non è tabù

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(che scemata… in quel filmato, fatto a terra su una stampante ben vissuta, non c’è nulla di più di quello che fanno gli hobbisti in garage da anni)

Ma ancora il filmato non è accessbile o sbaglio?

isapinza se può servirti i video del sito NASA, linkato nel video YT dell’articolo, li ho visti con VLC.

Voi avete capito quale stampante stanno usando?

IK1ODO, piccoli passi… :wink:

Per “scemata” non intendevo che il progetto fosse una scemata, anzi. Per me la scemata era il non voler mettere il video online, come se contenesse chissà quali trade secrets.
Comunque il viceo lo vedo bene dentro il browser, nel dubbio è sul tubo in https://www.youtube.com/embed/6BAy2fiBElU

Intendevo questi http://www.nasa.gov/multimedia/nasatv/index.html#.VGy_7VOsVPQ

Da cellulare la pagina si presentava molto diversa con tre video sulla stampante 3D che ho aperto con VLC per la visualizzazione. Mh…

Scusate non sono stata chiara, non m riferivo al video nel post ma al video di quello che è stato fatto sull’ISS con la stampante 3D.

Nel video linkato si vede il setup nel MSG (la Glovebox) ma non si vede la vista della telecamerina posta di fianco al payload che guardava la testina in funzione.
Il video del funzionamento in quel link e’ fatto a terra.

Io non capisco (nel senso che vorrei capire) questo entusiasmo per le stampanti 3D attuali; le stampe sono molto imprecise e grossolane, ossia la superficie é sempre molto rugosa perché depositata a gocce, e questo preclude la fabbricazione di qualsiasi cosa di precisione; porto l’esempio di particolari stampati come i tappi che non sigillano, dei tubi che non si connettono tra di loro, dei pezzi trasparenti che risultano opachi, di ingranaggi che sono troppo poco rifiniti per essere utilizzabili, di componenti di un macchinario di precisione che non si incastrano o che non si combinano. In tutte le produzioni 3D i pezzi vanno finiti per carteggiatura, ma sulla ISS non credo sia possibile farla, la polvere prodotta sarebbe terribile. Inoltre il materiale impiegato nelle stampanti a filamento può essere solo la termoplastica, il che vuol dire avere oggetti che debbono lavorare a temperatura ambiente (quindi ad es: no forchette, ammesso che le usino, no manici di cose che scaldano, no articoli a contatto con l’elettricità). E infine la termoplastica quando brucia fa fumo tossico, pertanto non so se questa é omologabile ISS, a meno che in NASA non abbiano termoplastiche speciali. Si ma probabilmente non stiamo parlando delle comuni stampanti domestiche.

Astro_Livio, hai ragione, ovviamente. Questo è giusto un proof of concept, basato su una tecnologia semplice e che non richiede l’uso di polveri o liquidi, laser o cannoni ad elettroni, lampade UV, vuoto, scuotitori e recuperi polvere, e così via.
Alcuni pezzi che ho visto fatti con tecnologie diverse sono trasparenti, sono precisi a qualche manciata di micron, sono fatti con plastiche termoindurenti o addirittura metallo. Si stampano in 3D leghe metalliche e titanio, ma con processi impensabili a zero-g, almeno per ora.

Non a caso questa stampante 3D è stata messa dentro MSG e può funzionare solo lì dentro.
Evidentemente, se gli lasciano tirare fuori i pezzi per usarli nel resto della ISS, hanno considerato che una volta finita la stampa e raffreddato il pezzo il materiale non è più infiammabile e quindi non dà problemi di sicurezza o di tossicità

tg3 nazionale bel servizio su ditta italiana (chiedo venia, ma non ho scritto il nome) che fabbrica componenti di turbine di motori d’aereo con stampante 3d che usa al+zn fusi da cariche ioniche, due giorni di lavoro e il componente è più solido e meno pesante del 50% rispetto al tradizionale ottenuto per fusione.

ogni stampante occupa un quarto di un capannone. fosse possibile tecnicamente, questo tipo di oggetti non sono ancora per lo spazio.
Invece è utile testare la stampante a 0g, in oltre penso che per le componentistiche biomediche possa essere molto utile.

A proposito di leghe metalliche stampate in 3D utilizzando la fusione selettiva laser,
mi ha molto impressionato quello che ha fatto la NASA nell’agosto 2013 per “testare i limiti della stampa 3D” quando ha fatto realizzare un iniettore che alimenta un motore a razzo in sole due parti contro i 115 pezzi che componevano gli iniettori precedenti e ha condotto un test di comparazione prestazioni fra l’iniettore tradizionale e quello “stampato”, test che quest’ultimo ha brillantemente superato.

http://www.astronautica.us/astronauticaus_news_2013_4.html

Se è l’azienda che dico io non è più tanto italiana :stuck_out_tongue_winking_eye:
http://www.makeinitaly.foundation/inventori-in-azione-a-monaco-si-stampa-in-3d-in-live-streaming-by-general-electric/

E’ “semplice”; utilizzi un “letto” di polveri che si fondono (metalliche, plastiche, silicee tipo il vetro) e con un riscaldatore concentrato (un laser, una testina termica, una luce concentrata da una lente, un fascio di ultrasuoni o di microonde) sciogli punto per punto il materiale, aggregandolo. Il problema, come diceva Marco, é che sulla ISS non puoi avere un letto di polveri.

Riapro per segnalare che si stanno muovendo anche i cinesi, cercando di depositare brevetti per la stampa 3D di oggetti metallici nello spazio, con fusione selettiva laser (alla faccia di tutti i problemi di poveri vaganti, eccetera)
http://3dprint.com/29229/3d-print-space-metal-china/