Il modulo BEAM consegnato a NASA per il lancio

Con una massa di poco superiore a 1.300 kg, il gonfiaggio completo di BEAM richiderà 4 minuti e mezzo.

Giusto per chiarire una cosa: da quello che ho capito l’outfitting di BEAM richiederà circa una settimana di lavoro per l’equipaggio a bordo della ISS. È vero che si gonfia velocemente, ma poi ci sono delle attivitá da fare prima che il modulo sia pronto (non mi chidete il dettaglio di cosa esattamente devono fare, perché non lo so)

Ma queste attivita’ sono perche’ si deve adeguare ad un sistema come la ISS, o sono intrinseche alla tecnologia?

Io credo siano intrinseche alla tecnologia (dico “credo”, perché come ho scritto sopra non conosco i dettagli).

Ogni modulo rigido ha parecchi chilometri di cavi elettrici, tubature, condotti di ventilazione, e altro. BEAM è parecchio semplice, farà lavoro di magazzino. ma comunque ci sarà qualche connessione elettrica o idraulica da fare. E sono cose che probabilmente non si riescono a collegare a terra quando il modulo è impacchettato, quindi mi aspetterei che il modulo venga gonfiato, che si faccia qualche teast per vedere se la pressione tiene e che poi l’equipaggio ci vada dentro e finisca il lavoro.

Magari lo tengono sigillato qualche gg per controllare la tenuta.
Sergio, una curiosità che mi viene: in tutta la ISS ci sarà un valore complessivo di perdita di pressione per via delle tante microperdite fisiologiche nelle giunzioni. Tu sai a quanto ammonta il totale?

È difficile dare un numero preciso, perché le variazioni sono talmente piccole da subire parecchio disturbo con anche minimi cambi di temperatura. Poi è importante sottolineare che quello che bisogna tracciare non è la pressione totale, ma la pressione di azoto (perchè la pressione dell’ossigeno cambia parecchio per via del metabolismo degli astronauti). E poi bisogna conoscere i dati del sistema ACS, per sapere quando l’atmosfera viene ricaricata, e tenere in considerazione tutti i veicoli che arrivano e che partono. Insomma, è un calcolo che non posso fare basandomi solo sui numeri di Columbus :slight_smile:

Googolando un po’, ho trovato questo paper che parla di una perdita media di circa 0.23 kg d’aria al giorno nel 2011 (che corrisponde a circa 200 litri). Considerando che da allora il volume è rimasto quello, direi che quel numero dovrebbe essere valido ancora oggi.

Se googlo io non esce niente :smile: sono meno efficace nella ricerca, prob. perché non conosco i denominatori.
Quindi approssimativo 1/5 di m3 al giorno per 833m3 di volume complessivo, mi pare molto molto buono…

Google trova tutto, ma bisogna saper cosa cercare :stuck_out_tongue_winking_eye:
Cmq anche a me ci son volute 4-5 prove, alla fine ho cercato “space station cabin air loss”, e il paper è tipo il quinto o sesto link.

Il volume complessivo pressurizzato comunque è circa 900 m3, da dove hai preso 833?

Da una googlata in giro :grin: su una pagina vecchia, a questo punto.
Sul tuo link compare 899 in effetti

In questo specifico caso il lavoro, che dovranno fare gli astronauti sul modulo BEAM, dovrebbe essere facilitato poichè non opereranno in EVA ma in maniche di maglietta.

Sui moduli “normali” queste cablature vengono fatte a terra, credo. Solo eventuali riconfigurazioni, sono eseguite con EVA.
Questi lavori penso riguardino le connessioni con i circuiti della ISS. Potrebbe essere interessante capire la disposizione delle cablature in questo tipo di moduli.

A me 0,2 m3 sembrano tanti, non pochi. D’accordo che le guarnizioni sono tantissime, ma a sensazione mi sarei aspettato di meno.
Il volume totale è poco rilevante, sarebbe interessante la lunghezza complessiva delle guarnizioni.
Si sa quale sia la sezione che perde maggiormente?

Io mi sarei aspettato che NON ci fossero perdite misurabili… a parte quando aprono l’airlock per l’EVA

Giusto per chiacchierare, le “mattonelle” d’acqua andranno riempite e forse, per isolarle, non sono tutte tra loro collegate idraulicamente. Questa tecnologia mi piace moltissimo. Chi sa quando proveranno a realizzare un ambiente ruotante che crei un po’ di gravità.
Complimenti Marco per l’articolo.

Dico la solita mia.
Oltre alle guarnizioni dei portelli, come diceva Buzz, ci sono quelle degli oblò (e della cupola!), i passacavi e passatubi, e le perdite temporanee per dilatazione termica. Magari perdono tutte le guarnizioni, anche solo 1cm3 all’anno.
Perché se sulla ISS avessero una grossa fuga principale unica penso che la vedrebbero con una telecamera a infrarossi: l’aria esce a 20°C nel vuoto che é parecchio sottozero.
E poi, pure se (ipotesi) gli astronauti scoprissero una “grossa” perdita in una giunzione tra due moduli, metti il 50% dell’intera stazione, cosa farebbero? Tu riterresti opportuno fermare tutte le attività per smontare la stazione in 2 pezzi, megalavoro per sostituire una guarnizione che perde (ipotesi) 1 cm3 l’ora? Ammesso che la guarnizione di un modulo ISS sia fatto come quella di una comune giunzione idraulica, che si sostituisce staccando le due sezioni, ma soprattutto che si sostituisce…
Io non conosco i dettagli, chiediamo a Sergio, ma a logica mi dice che conviene lasciare perdere…

Marco, in fondo se prendi la stanza più piccola della tua casa, che immagino misuri circa 3mtx3x3h, hai già 27m3; alla velocità attuale di decompressione della ISS perderebbe la sua aria in ben 4 mesi e mezzo.

Ragazzi, stiamo parlando di almeno 25 interfacce (mal contate) fra i moduli, ciascuna lunga diversi metri, ogni modulo avrà, immagino, un buon numero fra sensori e tubazioni passanti, un deltaP di quasi 1 atm, un buon numero fra EVA e aperture di airlock vari… e vi sembrano tanti 200 grammi di aria al giorno?? A me sembrano pochissimi!! Per rendere l’idea a quel rateo e senza rifornimenti impiegherebbe ben 12 ANNI e mezzo per perdere tutta l’aria!!!
Ah… il “NESSUNA perdita” sta al pari della solita marmotta indaffarata…

Marco, stiamo parlando di 0,2 m3 su 900. Stiamo parlando dello 0,03% al giorno. Non mi sembra assolutamente tanto!
Per fare un paragone, il sistema ITCS perde qualche cl d’acqua al giorno su circa 100 litri, l’ordine di grandezza è lo stesso. Sono perdite fisiologiche inevitabili

Se leggi il paper che ho linkato sopra, si è notata una grossa differenza tra il 2004 e il 2011. Ma in quel periodo sono andati su 4-5 moduli diversi, quindi è impossibile capire se ce n’è qualcuno che ha fatto la differenza…

Ok, mi avete convinto. Thanks for info!

:stuck_out_tongue_winking_eye: :stuck_out_tongue_winking_eye: :beer:

Andando a trattare un’altro aspetto di questo nuovo modulo e l’eventualità che questi vengano utilizzati in futuro, come si farebbe in caso di EVA dato che non son o muniti di mancorrenti per EVA?

Per il modulo BEAM sappiamo che verrà presto agganciato alla ISS e che per i prossimi due anni verrà testato senza aver necessità di EVA però, nell’ipotetico caso che ce ne fosse la necessità, come si potrebbe accedere alla sua parte posteriore senza far uso del braccio robot SSRMS?