Intervista esclusiva all’astronauta Owen Garriott

Come già per le precedenti interviste, devo fare i miei complimenti per il bel lavoro ma sopratutto per le domende poste che hanno permesso di svelare alcuni “misteri” riguardanti la sua vita di astronauta.

Quello che un poco mi lascia amareggiato è che nell’intervista si è quasi sempre parlato della sua missione sullo Shuttle, tralasciando quella sullo Skylab che sarebbe stata anchessa interessante.

Da questa e altre interviste di Paolo è interessante notare quanto l’incidente del Challenger abbia influito nelle carriere degli astronauti e nelle decisioni di diversi di loro di lasciare la NASA.

Nell’incipit della prima intervista ne viene spiegato il motivo.

STS-9 è del novembre 1983,mentre la tragedia del Challenger risale al gennaio 1986, due anni e due mesi dopo.
In questo periodo altri Astronauti volarono più volte.
Nel caso di Garriott avvenne ciò che Thomas Jones ha sottolineato nella sua intervista

Perchè alcuni astronauti volano più di altri? Beh, a volte è questione di tempistiche. Per esempio si può essere assegnati ad una missione che richiede moltissimo addestramento, tanto che mentre tu voli una sola volta altri fanno due missioni.

Garriott era “specializzato” (per così dire) nelle missioni Spacelab,che richiedevano parecchio addestramento,quindi molto tempo tra una missione e l’altra.

Io non ho capito come fa Paolo a realizzare queste meravigliose interviste, gli astronauti non sono sotto ai cavoli, però ottimo.

Magari farebbe come vorrei fare io, che andrebbe in territorio kazako il giorno del ritorno di Samantha per tirarla fuori personalmente dalla Soyuz e rivolgerle una piccola intervista. :grin:

Mistero presto svelato, è scritto nella premessa del primo articolo della serie (forse potrebbe essere utile riportarla anche negli altri?). :wink:

Ah ecco!
Bah, non sarebbe male riportare la premessa, é un bel “cappello” :slight_smile: