La scopa spaziale di ESA

Interessante. Ma non si potrebbero concentrare tutti i rifiuti orbitali in uno stesso punto in orbita, una specie di discarica? E’ molto al di sopra delle attuali tecnologie? Chi sa se in prossimo futuro tutto quel metallo già in orbita non possa tornare utile.

M una massa di detriti simile non rischierebbe di essere ridispersa ad ogni minima perturbazione o impatto ulteriore? Se arriva un altro piccolo detrito nel mucchio rischia di fare come una spaccata di biliardo…

blitzed, investimento molto rischioso. Se il costo per raggiungere l’orbita dovesse scendere?

Ogni detrito ha una direzione diversa e una velocità orbitale diversa, quindi per raccattarli tutti e concentrarli occorrerebbe una grande quantità di energia, si tratta di tonnellate

Impossibile, le velocità relative sono troppo alte, le orbite troppo diverse. Lo spazio non è un “posto”, è… spazioso :slight_smile: e le variabili (quota, apogeo, inclinazione, argomento del perigeo, precessione ecc) sono diverse per ogni oggetto.
Detto in altri termini, con la stessa spesa energetica che ci vorrebbe per concentrare il junk in un’orbita unica lo puoi deorbitare. Non ha senso.

Questo articolo mi ha fatto tornare in mente questa cosa,
http://m.unipd.it/ilbo/content/spazzatura-spaziale-un-guinzaglio-eliminarla
che ho letto tempo fa.
Chissà se il gruppo che lavora a questo progetto ( Univ di Padova) ha potuto “collaborare” a questo progetto ESA.

Il nostro istinto non ci aiuta nel comprendere la vastità dello spazio e la velocità di questi oggetti.

Ma che significa, nell’articolo linkato da Maristella, “Al momento lo scudo anti-detriti più resistente è quello progettato a metà degli anni Novanta del Novecento per la stazione spaziale internazionale. Tuttavia risulta troppo costoso per essere installato nei satelliti ordinari come quelli per le telecomunicazioni o per l’osservazione della Terra e viene utilizzato unicamente per garantire la sicurezza all’interno dei moduli in cui abitano gli astronauti.”
Quale scudo??

Forse intende il sistema di rivestimenti che coprono i moduli della iss

Credo si riferiscano al sistema di monitoraggio costante dei detriti potenzialmente pericolosi per la ISS. Periodicamente sentiamo di manovre della stazione spaziale proprio per minimizzare il rischio seppur basso di un impatto.

Ho letto qui sul forum mi sembra che è allo studio un sistema che prevede un laser da montare sulla stazione in grado di centrare un detrito a grande distanza e vaporizzarne una piccola parte superficiale in modo che il distacco di particelle ne modifichi la traiettoria.

Credo ci si riferisca ai pannelli che ricoprono i moduli della ISS, tipo quelli installati su Leonardo

… che essendo multistrato provocano prima la frammentazione del prioettile, e poi fermano i detriti più piccoli. Ma è un riestimento pesante, e non si possono certo coprire così pannelli solari o grandi satelliti. E comunque ferma soltanto i frammenti più piccoli (che sono più numerosi)

si chiamano Whipple Shield (dal nome dell’ideatore). molto interessante l’articolo postato da maristella

Effetto dell’urto di una briciola di allumina (Al2O3), dimensione di un granello di sabbia, alle velocità tipiche di un incontro orbitale: http://www.esa.int/spaceinimages/Images/2015/06/Hypervelocity_impact_test_damage

Il buco nella piastra di alluminio è di 20x12 mm, e la piastra probabilmente è spessa 1 mm. Direi che nell’urto si è vaporizzata.

Da non dormirci, se fai l’astronauta.
Ho trovato queste immagini. In pratica sono parenti delle corazze attive di derivazione militare


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Si’ avete ragione. Leggendo bene l’articolo si capisce che si parla del rivestimento dei moduli.