Deke Slayton e lo Shuttle.

Sto leggendo (lentamente perchè in lingua originale) quella autentica miniera di informazione che è la biografia di Deke Slayton “Deke”.Tra le gustosissime “chicche” (di cui tornerò a parlare,perchè troppo interessanti) c’è un capitolo dedicato allo Space Shuttle.Deke ,dopo ASTP,si occupò dei test di approccio e atterraggio dell’Enterprise,e della pianificazione delle prime missioni Shuttle (si sarebbero dovute chiamare OTF,cioè “Orbiter Test Flight” anzichè STS,e sarebbero dovute essere sei e non quattro).Deke propose di arruolare un numero ragionevole e non sovradimensionato di nuovi astronauti e specialisti di missione,e di organizzare gli equipaggi delle missioni operative nel seguente modo:due piloti ed uno specialista di missione,tutti e tre dotati di tute SR71,e tutti e tre forniti di sedile eiettabile (potevano infatti essere montati fino ad un massimo di tre sedili SR71).Nel caso di missioni dello spacelab,per motivi etici,i tre sedili sarebbero stati disattivati,ma missioni con più di tre membri avrebbero dovuto essere eccezioni alla regola.I due piloti (comandante e pilota) avrebbero ruotato più volte in un anno (fino a tre voli),e sarebbero stati spostati su missioni dalle caratteristiche analoghe a quella precedentemente svolta (ad esempio,messa in orbita di satelliti).Deke dice che il suo piano fu rigettato,e si preferì far volare da sei a sette uomini nelle missioni operative (anche perchè la metà degli equipaggi era colpita da mal di spazio nei primi giorni di volo,e quì giù ironie di Deke su donne e scienziati senza esperienza di volo).Conseguentemente a ciò forse non tutti sanno che una delle voci più cospicue di spesa per la manutenzione degli Shuttle è la rapidissima usura dei sistemi di bordo in conseguenza del sovraffollamento dell’orbiter (solo la costosissima toilette è stata cambiata più e più volte).A proposito del Challenger,Deke dice che ciò che è accaduto è stato in conseguenza dell’assoluto spregio delle ben note caratteristiche del veicolo.Semplicemente era da tutti risaputo che non si doveva lanciare in condizioni metereologiche di grande gelo.Secondo Deke un veicolo che ha un solo incidente dopo cinquanta missioni è un veicolo che ha dato una buona prova di se (“se avessimo lanciato cinquanta missioni Apollo o Gemini,avremmo sicuramente avuto delle perdite,ed anche così abbiamo perduto un equipaggio sulla rampa,e siamo andati vicinissimi a perderne un altro”).Per Slayton in ogni caso lo Shuttle è un veicolo sperimentale,e non è fatto per far volare senatori,maestre o giornalisti.

Queste cose non le sapevo!
Finalmente conosco il tipo di sedile eiettabile, utilizzato sullo Shuttle, utile per realizzare un’idea modellistica che da anni mi frulla in testa.

Davvero interessante!

Ci sto facendo un pensierino:
http://www.amazon.co.uk/Deke-Autobiography-Donald-K-Slayton/dp/031285918X

Queste cose non le sapevo! Finalmente conosco il tipo di sedile eiettabile, utilizzato sullo Shuttle, utile per realizzare un'idea modellistica che da anni mi frulla in testa.

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Cosa che consiglio anche a tutti gli appassionati di aeronautica (da Kruaxi a LOrlandi…)

Ciao a tutti e scusate la latitanza. Beh, il libro di Donald Slayton l’ho letto anch’io più volte ma non ricordo di avere letto questi particolari sulla gestione dei voli shuttle… Anche se concordo sul fatto che senza dubbio lanciando cinquanta volte missioni Mercury, o Gemini o Apollo avremmo assistito a disastri, questo è fuori di dubbio.

Però ovviamente bisogna mettere da parte i “se” e bisogna vedere il programma shuttle esattamente come si dovrebbe vederlo sin dall’inizio, e cioè un programma di pura sperimentazione tecnologica volto allo sviluppo di un veicolo del tutto nuovo. Oggi questo programma viene abbandonato semplicemente perchè per “sviluppare” lo shuttle si sarebbe dovuto prendere atto di alcune piccole “deficienze” del sistema che hanno causato i due piccoli incidenti… e progettare e costruire uno shuttle del tutto nuovo con sistemi di salvataggio e di sicurezza di un ordine di grandezza più efficaci. Quindi, proseguendo testardamente con il programma di sviluppo potremmo pensare, tra soli dieci anni, di avere sulle rampe 39, un nuovo shuttle dotato di boosters a liquido facilmente gestibili per emergenze, dotato di cabina eiettabile con paracadute e scudo termico, procedure di sicurezza più efficaci e magari il parcheggio in orbita degli ET per riutilizzarli in qualunque altro modo.

Costerebbe suppergiù quello che costerà mettere in pista gli Ares, con il vantaggio di sviluppare sul serio una tecnologia che dà all’uomo una vera astronave e non già una capsuletta post-Apollo.

Con il prossimo programma spaziale gli americani rinunciano alle meravigliose astronavi che hanno avuto il coraggio di mettere in pista e usare per trent’anni per tornare alle capsule, per tecnologiche che possano essere. E rinunciano a mettersi in gioco con testardaggine per sistemare quello che non funziona bene, producendosi in un bel salto all’indietro cercando di spacciarlo per salto in avanti.

Certamente, non vedo l’ora di vedere partire l’Ares I, ma so già che mi sembrerà di vedere due booster allungati che azzerano la statistica di buon funzionamento dei booster dal Challenger a oggi, e un core che non è altro che un ET con appiccicati cinque motori per sollevare un secondo stadio derivato dal Centaur con motori derivati dal J2 del Saturn V… mi pare un incubo astronautico e non già un meraviglioso avqanzamento tecnologico…

OK, mi fewrmo qui, era solo per dire che ancora adesso lo shuttle non è poi un sistema così brutto. Penso sempre che con duemila tonnellate di peso al decollo ne arrivano in orbita potenzialmente centocinquanta e bastava semplicemente darsi da fare, dieci anni fa, per fare un nuovo orbiter sicuramente più sicuro. Visto sotto questa ottica, per forza che dobbiamo considerare poco sicuro lo shuttle attuale, ma pensandolo come un veicolo sperimentale, cosa caldamente suggerita anche dal CAIB, mi pare che non ci si possa lamentare e del resto gli astronauti non vedono l’ora di assumerne il comando anche solo per una missione. Chi non capisce ciò siamo noi quaggiù che strilliamo dopo un incidente (ma NON io…), ma la cosa vera è che lo shuttle è la macchina più bella mai costruita dall’uomo fino a oggi, e bisogna anche dire che non sarà superata per un bel po’ ancora. Per fortuna almeno due di queste macchine le potremo ammirare nei musei. Peccato per il “mio” Columbia, ma due su tre si salveranno senz’altro nei prossimi quattro anni e per fortuna rimarranno testimonianza concreta di qualcosa di eccezionale costruito dall’uomo, direi paragonabile al Flyer dei Wright.

ciao

Cristiano

Ciao a tutti e scusate la latitanza. Beh, il libro di Donald Slayton l'ho letto anch'io più volte ma non ricordo di avere letto questi particolari sulla gestione dei voli shuttle... Anche se concordo sul fatto che senza dubbio lanciando cinquanta volte missioni Mercury, o Gemini o Apollo avremmo assistito a disastri, questo è fuori di dubbio.
"Deke",di Donald K.Slayton e Michael Cassutt,capitolo 27-"Shuttle",pagina 306 e seguenti.
Però ovviamente bisogna mettere da parte i "se" e bisogna vedere il programma shuttle esattamente come si dovrebbe vederlo sin dall'inizio, e cioè un programma di pura sperimentazione tecnologica volto allo sviluppo di un veicolo del tutto nuovo.
Assolutamente daccordo.Lo Shuttle è principalmente un velivolo sperimentale,e non aver accettato questa semplice realtà ha causato la maggior parte dei problemi del programma.
Oggi questo programma viene abbandonato semplicemente perchè per "sviluppare" lo shuttle si sarebbe dovuto prendere atto di alcune piccole "deficienze" del sistema che hanno causato i due piccoli incidenti
beh,propio "piccole deficenze e "piccoli incidenti " non direi.C'erano dei grossi problemi che avrebbero potuto essere affrontati e risolti,ma che si è preferito ignorare a livello di management,con conseguenze disastrose per il futuro del programma.
e progettare e costruire uno shuttle del tutto nuovo con sistemi di salvataggio e di sicurezza di un ordine di grandezza più efficaci. Quindi, proseguendo testardamente con il programma di sviluppo potremmo pensare, tra soli dieci anni, di avere sulle rampe 39, un nuovo shuttle dotato di boosters a liquido facilmente gestibili per emergenze, dotato di cabina eiettabile con paracadute e scudo termico, procedure di sicurezza più efficaci e magari il parcheggio in orbita degli ET per riutilizzarli in qualunque altro modo.
Assolutamente d'accordo.Il passo più logico alla fine degli anni 80 avrebbe dovuto essere la progettazione e costruzione di uno Shuttle "next generation",magari interamente riutilizzabile ma comunque basato sull'orbiter già esistente,non su astronavi da fantascienza (per lo meno a livello della attuale tecnologia) come il "Venture star".Dell'ottima proposta per lo Shuttle-B si è già parlato tempo fa in un thread all'interno del forum.
Costerebbe suppergiù quello che costerà mettere in pista gli Ares, con il vantaggio di sviluppare sul serio una tecnologia che dà all'uomo una vera astronave e non già una capsuletta post-Apollo.
No,forse costerebbe un pò di più;ma se si pensa ai miliardi buttati in progetti poi non andati in porto (X-33,X-38,stazione freedom..)sarebbero stati tutti soldi buoni e benedetti.
Con il prossimo programma spaziale gli americani rinunciano alle meravigliose astronavi che hanno avuto il coraggio di mettere in pista e usare per trent'anni per tornare alle capsule, per tecnologiche che possano essere. E rinunciano a mettersi in gioco con testardaggine per sistemare quello che non funziona bene, producendosi in un bel salto all'indietro cercando di spacciarlo per salto in avanti.
Non sono d'accordo.Alla fine l'Orion,somigli o meno alla capsula Apollo sarà qualcosa di molto avanzato che ci permetterà di andare oltre l'orbita bassa.Il problema è un altro.Il problema è che se non vogliamo limitarci ad una decina di missioni lunari mordi e fuggi dobbiamo mettere solide basi,e questo significa realizzare il disegno prospettato da Von Braun fin dagli anni 50:Navetta riutilizzabile che fa da spola tra la terra ed il LEO,Stazione orbitale in LEO,spacetugs per collegare orbita alta e bassa,astronave lunare montata in orbita che fa la spola tra la stazione e la luna (magari utilizzando anche una piccola stazione intermedia).Lo Shuttle era il primo mattone della costruzione,ed è stato sprecato in modo clamoroso.
Certamente, non vedo l'ora di vedere partire l'Ares I, ma so già che mi sembrerà di vedere due booster allungati che azzerano la statistica di buon funzionamento dei booster dal Challenger a oggi, e un core che non è altro che un ET con appiccicati cinque motori per sollevare un secondo stadio derivato dal Centaur con motori derivati dal J2 del Saturn V... mi pare un incubo astronautico e non già un meraviglioso avqanzamento tecnologico...
Però impiegare la tecnologia già a disposizione migliorandola,invece che ripartire ogni volta da capo è a mio avviso un passo sulla strada giusta.Con lo Shuttle si sarebbe dovuto fare la stessa cosa,costruire una nuova versione avanzata della navetta,non partire da capo (vedi "Venture star").
OK, mi fewrmo qui, era solo per dire che ancora adesso lo shuttle non è poi un sistema così brutto. Penso sempre che con duemila tonnellate di peso al decollo ne arrivano in orbita potenzialmente centocinquanta e bastava semplicemente darsi da fare, dieci anni fa, per fare un nuovo orbiter sicuramente più sicuro. Visto sotto questa ottica, per forza che dobbiamo considerare poco sicuro lo shuttle attuale, ma pensandolo come un veicolo sperimentale, cosa caldamente suggerita anche dal CAIB, mi pare che non ci si possa lamentare e del resto gli astronauti non vedono l'ora di assumerne il comando anche solo per una missione.
Vero,lo Shuttle è stata una macchina straordinaria,per questa fa ancor più rabbia vedere come è andata impiegata male senza costruire il futuro.
Chi non capisce ciò siamo noi quaggiù che strilliamo dopo un incidente (ma NON io...)
Ragionando cinicamente due incidenti (per altro evitabilissimi se si fosse tenuto conto della natura del sistema e non si fosse forzata la tabella di marcia) non sono poi molti.Il problema è che lo Shuttle è ormai vecchio,e non ci sono successori all'orizzonte ,nè cè la possibilità di costruirne in tempi medi.Se si tratta di costruire un semplice velivolo che porti tre o quattro astronauti alla stazione,più un minimo di payload,ma non possa fare le cose straordinarie che faceva lo Shuttle,tanto vale costruire una capsula riutilizzabile.E' più sicuro,rapido,economico.
ma la cosa vera è che lo shuttle è la macchina più bella mai costruita dall'uomo fino a oggi, e bisogna anche dire che non sarà superata per un bel po' ancora. Per fortuna almeno due di queste macchine le potremo ammirare nei musei. Peccato per il "mio" Columbia, ma due su tre si salveranno senz'altro nei prossimi quattro anni e per fortuna rimarranno testimonianza concreta di qualcosa di eccezionale costruito dall'uomo, direi paragonabile al Flyer dei Wright.

ciao

Cristiano


Sono d’accordo.Lo Shuttle è una delle meraviglie tecnologiche del XX secolo,e fa venire i brividi pensare che sia stata realizzata soltanto ottant’anni dopo l’aereo dei fratelli Wright.Dove arriveremo tra cent’anni (se non saremo così stupidi da autodistruggerci)?

Però ovviamente bisogna mettere da parte i "se" e bisogna vedere il programma shuttle esattamente come si dovrebbe vederlo sin dall'inizio, e cioè un programma di pura sperimentazione tecnologica volto allo sviluppo di un veicolo del tutto nuovo.

Assolutamente daccordo.Lo Shuttle è principalmente un velivolo speriment
ale,e non aver accettato questa semplice realtà ha causato la maggior parte dei problemi del programma.

Oggi questo programma viene abbandonato semplicemente perchè per "sviluppare" lo shuttle si sarebbe dovuto prendere atto di alcune piccole "deficienze" del sistema che hanno causato i due piccoli incidenti
beh,propio "piccole deficenze e "piccoli incidenti " non direi.C'erano dei grossi problemi che avrebbero potuto essere affrontati e risolti,ma che si è preferito ignorare a livello di management,con conseguenze disastrose per il futuro del programma.

Il mio tono era ironico… i due “piccoli incidenti” sono stati due notevoli shocks per me, ma quello del Columbia è stato molto peggio di quello del Challenger, che pure vissi più giovane ed entusiasta. E come te sono molto molto critico verso il management NASA degli ultimi venticinque anni.

Assolutamente d'accordo.Il passo più logico alla fine degli anni 80 avrebbe dovuto essere la progettazione e costruzione di uno Shuttle "next generation",magari interamente riutilizzabile ma comunque basato sull'orbiter già esistente,non su astronavi da fantascienza (per lo meno a livello della attuale tecnologia) come il "Venture star". Dell'ottima proposta per lo Shuttle-B si è già parlato tempo fa in un thread all'interno del forum.

Eh… dovrei frequentare più spesso il forum, questo mi ripropogo di farlo senz’altro perchè so che è già immenso per contenuti e per livello.

Costerebbe suppergiù quello che costerà mettere in pista gli Ares, con il vantaggio di sviluppare sul serio una tecnologia che dà all'uomo una vera astronave e non già una capsuletta post-Apollo.
No,forse costerebbe un pò di più;ma se si pensa ai miliardi buttati in progetti poi non andati in porto (X-33,X-38,stazione freedom..)sarebbero stati tutti soldi buoni e benedetti.

Esatto, penso più o meno così. In ogni caso, per mettere in gioco enormi investimenti ci vorrebbero enormi motivazioni… chessò, una guerra fredda o calda.

Non sono d'accordo.Alla fine l'Orion,somigli o meno alla capsula Apollo sarà qualcosa di molto avanzato che ci permetterà di andare oltre l'orbita bassa.Il problema è un altro.Il problema è che se non vogliamo limitarci ad una decina di missioni lunari mordi e fuggi dobbiamo mettere solide basi,e questo significa realizzare il disegno prospettato da Von Braun fin dagli anni 50:Navetta riutilizzabile che fa da spola tra la terra ed il LEO,Stazione orbitale in LEO,spacetugs per collegare orbita alta e bassa,astronave lunare montata in orbita che fa la spola tra la stazione e la luna (magari utilizzando anche una piccola stazione intermedia).Lo Shuttle era il primo mattone della costruzione,ed è stato sprecato in modo clamoroso.

Eppure non lo considero del tutto sprecato perchè in fin dei conti ha dimostrato esattamente tutto quello che von Braun aveva intravisto cinquanta anni fa. E comunque von Braun aveva visto giusto.

Però impiegare la tecnologia già a disposizione migliorandola,invece che ripartire ogni volta da capo è a mio avviso un passo sulla strada giusta.Con lo Shuttle si sarebbe dovuto fare la stessa cosa,costruire una nuova versione avanzata della navetta,non partire da capo (vedi "Venture star").

Che tra l’altro non mi è mai piaciuto, a parte i motori lineari che mi piacerebbe proprio vedere sviluppare.

Vero,lo Shuttle è stata una macchina straordinaria,per questa fa ancor più rabbia vedere come è andata impiegata male senza costruire il futuro.

Va beh, va beh… però rimane nei musei per intero, mica solo la capsula Apollo. E c’è una storia di trent’anni dietro. Insomma, la lezione rimane e sarà capita nel futuro, almeno spero.

Chi non capisce ciò siamo noi quaggiù che strilliamo dopo un incidente (ma NON io...)
Ragionando cinicamente due incidenti (per altro evitabilissimi se si fosse tenuto conto della natura del sistema e non si fosse forzata la tabella di marcia) non sono poi molti.Il problema è che lo Shuttle è ormai vecchio,e non ci sono successori all'orizzonte ,nè cè la possibilità di costruirne in tempi medi.Se si tratta di costruire un semplice velivolo che porti tre o quattro astronauti alla stazione,più un minimo di payload,ma non possa fare le cose straordinarie che faceva lo Shuttle,tanto vale costruire una capsula riutilizzabile.E' più sicuro,rapido,economico.

Va bene, sono d’accordo. Tanto per rimanere in orbita e per andare sulla luna. Ma rimane una soluzione NON risolta pienamente. Una capsula è meno faticosa e costosa da gestire, ma non è la soluzione a un sacco di problemi. Lo shuttle è al tempo stesso veicolo, camion, stazione, officina.

Sono d'accordo.Lo Shuttle è una delle meraviglie tecnologiche del XX secolo,e fa venire i brividi pensare che sia stata realizzata soltanto ottant'anni dopo l'aereo dei fratelli Wright.Dove arriveremo tra cent'anni (se non saremo così stupidi da autodistruggerci)?

Giusto… ma adesso, ci sorbiamo Ares e capsule per altri trent’anni, perchè DOVRANNO farli durare così tanto. E scopriremo che non sono poi così economici nemmeno loro, suppongo. Anche se spero di sbagliarmi. E, comunque, sarò entusiasta spettatore anche di questi affari “nuovi”.

La parola ai nostri NIPOTI; non figli.

ciao

Cristiano

(Quoting riformattato da admin :smiley: )