L’UNOOSA ha pubblicato una richiesta di interesse per una missione del Dream Chaser

Io avrei una piccola idea per l’obbiettivo “Zero fame”. Si classifica come miglioramento delle aree agricole. Mandiamo in orbita un satellite in grado di fare foto ad altissima risoluzione (attualmente i satelliti più spinti riescono ad arrivare a 30 cm/pixel, qui se scendiamo anche a 20 o a 10 cm/pixel è meglio) e gli facciamo riprendere le aree di terreno. Questo permetterà di identificare facilmente le aree incolte, che potranno così essere successivamente bonificate per poi essere utilizzate per agricoltura, allevamento, eccetera.
Che ne pensate?

La Rivoluzione Verde venuta dopo la Seconda Guerra Mondiale ha permesso di moltiplicare la resa dei terreni agricoli.
Una grossa fetta dei quali oggi è venuta meno trasformata in aree urbane o industriali.
I terreni incolti sono ancora in aree naturali, polmoni verdi che sarebbe meglio non toccare.
Ciò che non si vede è la trasformazione di ex aree industriali in polmoni verdi o aree agricole, previa bonifica.

Credo esistano già dei servizi di controllo satellitare delle colture e/o situazioni terreni.

http://www.copernicus.eu/main/agriculture-forestry-and-fisheries

Parlo da agro-incompetente, ma per quel che ne so tutta l’agricoltura è legata allo strato di terra fertile, di circa 50 cm, che sta in superfice. Eliminata quella, il terreno industriale pure bonificato resta nudo e improduttivo, l’humus per riformarsi ci mette decine (se non centinaia) di anni.
Per tornare IT, non ricordavo che Simonetta Di Pippo fosse all’UNOOSA. Vedremo che proposte escono per questa missione.