Il Lunar Leaper (Propulsion and Locomotion Pack)

Sto rivedendo la parte relativa allo sviluppo delle tute Apollo (rifacendo direi che sia la parola che calzi meglio … :roll_eyes: ) e affrontando il discorso relativo ai dispositivi di trasporto proposti agli albori del progetto, vi era anche questo One Man Locomotion System, conosciuto come Lunar Leaper. Ideato nel 1964 dalla Hamilton Standard incorporava una tecnologia proprietaria relativa all’impiego e alla confguazione dei giroscopi, riconosciuta come una delle pionieristiche invenzioni di quegli anni. Agli inizi del 1965 era già in fase di test avanzato per la certificazione al volo. Il programma venne cancellato a favore del Lunar Rover Vehicle in quanto si scopri che il suolo lunare poteva essere esplorato anche con un mezzo di superficie. Sembra sia piuttosto difficile reperire ulteriori informazioni su questo progetto… :roll_eyes:
Alcune domande sorgono spontanee:

  • Secondo voi avrebbe permesso una migliore esplorazione della superficie lunare?
  • Potenzialmente, avrebbe potuto essere sviluppato per ulteriori impieghi?
  • Lati positivi? Lati negativi?
  • Cercando sul sito Di Mark Wade si trova ben poco ( e non ci azzecca molto) http://www.astronautix.com/craft/luneaper.htm
    Dove è possibile reperire altre info??? :roll_eyes:

In linea di principio avrebbe permesso più rapidi spostamenti,ed avrebbe avuto il vantaggio di concedere all’Astronauta una vista dall’alto su tutta la zona,consentendogli a colpo d’occho (è il caso di dirlo) la scelta dei siti più interessanti su cui atterrare.Si sarebbe potuto scendere in un cratere,o in una scarpata.Questo in teoria.In pratica lo ritengo un mezzo troppo pericoloso.Se il rover si guasta,gli astronauti tirano un bestemmione e ritornano al LEM a piedi.Se si guasta questo affare…addio.Non voglio neanche pensarci.Inoltre sul rover è possibile caricare molto materiale,equipaggiamento,telecamera,campioni,su questo non credo ci vada più di un sacchetto di sassi,e forse nemmeno.Quanto ad ulteriori impieghi ,non credo.Per gli EVA nello spazio c’era già (almeno sulla carta) l’MMU.

Nel caso si fossero sviluppati entrambi i progetti (ipotesi molto improbabile per via dei costi e per il contenimento dei pesi, ma non improbabile) era pensabile poter sfruttare il Lunar Leaper per effettuare veloci escursioni in avanscoperta dando indicazioni precise all’altro astronauta che avrebbe raggiunto il sito tramite il LRV. In questo modo si sarebbe scongiurato il pericolo, in caso di malfunzionamento del Luna Leaper, di avere un astronauta disperso sulla superficie lunare… Io credo che l’abbinamento dei due mezzi potesse dare risultati positivi. Magari il Lunar Leaper poteva essere stivato nel “portapacchi” del LRV o vincolato sulal sua struttura per poi essere utilizzato una volta raggiunto un sito prestabilito. Da quì si poteva partire in avanscoperta mentre l’altro astronauta cominciava l’esplorazione della superficie.
Resta il fatto che non ho ulteriori notizie … Contattiamo la Hamilton? :roll_eyes:

Più che un Astronauta disperso il vero pericolo in caso di malfunzionamento era quello di avere un Astronauta… spatasciato sulla superficie.Comunque di progetti per questi “flyer” c’enerano diversi.Ricordo di avere da qualche parte in archivio le immagini di una sorta di pedana volante e una specie di sedile con quattro zampe chiamato “libellula” o qualcosa del genere.Sicuramentepiù ingombranti del loro antenato “lunar leaper”,credo che fossero destinati alle missioni AAP lunari (da Apollo 20 in poi). Probabilmente sarebbero stati trasportati sulla luna da un Lem-truck.Mi chiedo se per l’Orion rivedremo qualcosa del genere,o se questi affari continueranno ad essere giudicati troppo rischiosi. P.S. quoto la richiesta di informazioni alla Hamilton,anche se rimanendo in quella casa considererei molto più interessanti dati e foto sulla versione per l’Apollo della tuta MOL.

Questo dispositivo potrebbe risultare molto utile nel caso di esplorazione di crateri di una certa profondità, ma ancor di più per trarre in salvo un astronauta caduto in un punto dal quale non riesce a risalire.
Per il resto, mi sembra che un dispositivo di questo genere possa essere utile nello spazio vero e proprio, come già lo è la sua incarnazione SAFER o MMU.

Credo che un dispositivo del genere sia un po troppo pericoloso… sicuramente meglio muoversi sulla superfice anche se utilizzare dei piccoli droni per avere una visione dall’alto delle zone da esplorare potrebbe essere utile. Comunque mai con un astronauta sopra :wink:

Per il resto, mi sembra che un dispositivo di questo genere possa essere utile nello spazio vero e proprio, come già lo è la sua incarnazione SAFER o MMU.

Aprendo questo post pensavo proprio a questo … :roll_eyes:

Più che un Astronauta disperso il vero pericolo in caso di malfunzionamento era quello di avere un Astronauta.... spatasciato sulla superficie.Comunque di progetti per questi "flyer" c'enerano diversi.Ricordo di avere da qualche parte in archivio le immagini di una sorta di pedana volante e una specie di sedile con quattro zampe chiamato "libellula" o qualcosa del genere.Sicuramentepiù ingombranti del loro antenato "lunar leaper",credo che fossero destinati alle missioni AAP lunari (da Apollo 20 in poi).

Eccoli quì, a parte alcuni, poche cose si sanno riguardo lo stato d’avanzamento raggiunto da questi progetti.
Il primo è il Lunar Flying Vehicle (LFV) o “poltrona volante” che poteva trasportare 2 astronauti o un astronauta +150 Kg di equipaggiamento. Si muoveva a “balzi” spinto da 5 motori regolabili di 45 Kg di spinta.
Il secondo è il MOBEV F1B chiamato anche “sgabello volante” o “piattaforma volante” con raggio d’azione di 20 Km.
Al questo link troviamo il MFS - Manned Flying System realizzato dalla Bendix
http://www.astronautix.com/craft/mfs.htm
E quì ci sono i principali progetti proposti:
http://www.astronautix.com/craftfam/lunlyers.htm

Riguardo a questi sistemi di mobilità , sulla Luna, tempo fa c’era qualche accenno sul sito ROMANCE TO REALITY, ora non più attivo.
In pratica c’erano dei riassunti corredati di disegni, riguardanti vari sistemi di studio.
A riguardo posso segnalare il seguente:
Sistemi di superficie lunari di mobilità" Richard E. Wong , acta di astronautica, vol.12 n° 5-6 september-december 1966; pagg. 394-404.

Per quel che invece riguarda il LUNAR FLYING VEHICLE, con i dcisegni che avevo a disposizione, sono riuscito a realizzare un modello in scala 1/24.
Il modello non è però ancora completo, x la mancanza degli astronauti , che finalmente ora ho disponibili.
Appena possibile vi posterò alcune foto del modello.

Il modello non è però ancora completo, x la mancanza degli astronauti , che finalmente ora ho disponibili. Appena possibile vi posterò alcune foto del modello.

Dai topopesto … posta, posta!!! :smiley:

Per quel che invece riguarda il LUNAR FLYING VEHICLE, con i dcisegni che avevo a disposizione, sono riuscito a realizzare un modello in scala 1/24. Il modello non è però ancora completo, x la mancanza degli astronauti , che finalmente ora ho disponibili. Appena possibile vi posterò alcune foto del modello.

Guarda che la “mitica” scatola degli astronauti Apollo della Airfix, in scala 1:72, conteneva GIA’ i modelli in scala (un pò approssimativi è vero, ma senz’altro migliorabili) dei due dispositivi di mobilità lunare oltre al LRV realmente costruito…

Come si può agevolmente evincere dalle seguenti immagini:

Il modellino airfix è un pò di fantasia,il LFV avrebbe dovuto essere monoposto.Questa dovrebbe essere tutta la storia dell’LFV:

One-Man Lunar Flying Vehicle Study Contract: Summary Briefing, Space Division, North American Rockwell, presentation materials, July 1969.
One of the great challenges Apollo traverse planners faced was to reach as many scientifically interesting sites around the Lunar Module (LM) touchdown point as possible within a period dictated by the amount of resources (cooling water, batteries, and breathing oxygen) the LM could carry. In addition, rugged mountain ranges, rilles (canyons), and craters often contained the most interesting scientific exploration sites, yet the Apollo LM needed a flat landing place with a clear approach path. The Lunar Flying Vehicle (LFV) was proposed to mitigate this conflict between operational limitations and scientific ambitions. Planners hoped that the LFV would be able to whisk astronauts in minutes to rugged, scientifically interesting sites kilometers from the LM. The company bases its LFV’s capabilities in part on requirements developed by scientists at the 1967 Santa Cruz conference. Some early (c. 1965) conceptual LFV designs had the astronaut standing on a small platform, restrained mainly by his grip on a pair of handlebars. In this study, North American Rockwell (NAR) rejects this design approach as prone to tipping, and opts instead for a low-slung, splay-legged flyer on which the astronaut would ride seated and strapped in. NAR’s flyer could alight on 10° slopes without tipping over. To cut costs, it would employ existing spacecraft hardware where possible. It would thus include two modified 20-inch-diameter Gemini spacecraft propellant tanks, a modified Apollo rotational hand controller, two Surveyor-type attenuators (shock absorbers) on each of its four landing legs, and Apollo Reaction Control System (RCS) system components. The RCS components would include a spherical tank, replaced after each sortie, containing helium gas for pushing propellants into the LFV’s engines. NAR’s LFV would function as follows.

Deployment: The LFV would arrive on the moon stowed in LM quadrant IV, a triangular volume in the LM descent stage. The astronaut would remove a protective cover by pulling twin lanyards, then would lower the 303-pound flyer to the surface by pulling a single bar attached to twin cables and pulleys. NAR considers folding landing gear, but finds that “integral leg-frame landing gear” would be sturdier, lighter, and easier to deploy. The astronaut would then unroll a fabric “landing & take-off pad” on the surface no less than 40 feet from the LM and drag the LFV onto it. The pad would help to protect the flyer from damage by dust and small rocks kicked up by its own engines. The astronaut would unfold the LFV seat, foot rest, and control panel, then would pump 300 pounds of hypergolic (ignite-on-contact) propellants scavenged from the LM descent stage into the LFV’s twin spherical tanks using two hoses (one for oxidizer, one for fuel). NAR estimates that the LM would on average retain 805 pounds of leftover propellants for LFV use after landing on the moon. The LFV could carry 370 pounds of payload plus a 380-pound suited astronaut, giving it a maximum total mass of about 1360 pounds.

Flight: NAR’s planned operational LFV range would be 10 miles (round trip) at a cruise altitude of 2000 feet. For his first flight on the moon, however, the astronaut would check out the LFV’s systems by performing a half-mile test sortie at a cruise altitude of 200 feet. The LFV would rise to cruise altitude and fly to its destination supported by its rocket engines. The astronaut would land and deploy scientific instruments from the flyer’s twin payload racks, then would unroll a second landing & takeoff pad, drag the LFV onto it, and fly back to the pad near the LM. NAR finds that a “modified ballistic” trajectory, in which the LFV would fire its engines briefly, travel in a high unpowered arc, and fire its engines again to slow down, maneuver, and land, would offer some propellant savings. It would, however, also increase the risk of “high velocity impact” if the pilot misjudged the braking burn. The high ballistic arc could cause disorientation, the company finds, while constant altitude flight would allow the pilot to navigate using known landmarks. Maximum acceleration during ascent would reach eight Earth gravities. The LFV’s four throttleable engines would swivel (“gimbal”) for steering. NAR finds that a single large LFV engine would offer reduced weight (thus better performance), but considers it unlikely that adequate single-engine reliability could be achieved during the flyer’s planned two-year development program.
NAR estimates that the first operational LFV could reach the moon in April 1972 if LFV development began on October 1, 1969 (the start of NASA’s 1970 Fiscal Year). The company places total LFV program cost at $37.5 million between 1969 and 1974.

Dispongo della scatola Airfix indicata da Archipeppe, ma non sò se rendo con questa foto!
Quello della Airfix è in 1/72, mentre il mio è in 1/24.
Si differenziano un poco, forse questo è dovuto da due concetti differenti di LFV.

Ancora sul LFV.Come si vede quel particolare modello era monoposto. http://www.astronautix.com/craft/lfvrican.htm Questo è il modello proposto dalla Bell http://www.astronautix.com/craft/lfvbell.htm E questa è una galleria di progetti alternativi http://www.astronautix.com/craftfam/lunlyers.htm

Altro link sull’argomento: http://www.hq.nasa.gov/alsj/a15/a15.flyer.html

Grande Topopesto!!!

Davvero uno splendido modello, niente a che fare con quello un pò rozzo dell’Airfix.

L’hai realizzato in “scratchbuilt” oppure ti sei basato su qualche scatola??

Ancora sul LFV.Come si vede quel particolare modello era monoposto. http://www.astronautix.com/craft/lfvrican.htm Questo è il modello proposto dalla Bell http://www.astronautix.com/craft/lfvbell.htm E questa è una galleria di progetti alternativi http://www.astronautix.com/craftfam/lunlyers.htm

Come si può vedere, di carne al fuoco ce ne era parecchia… i progetti vennero portati avanti inquanto in quegli anni non era ancora possibile sapere se la superficie lunare avrebbe permesso ad un mezzo dotato di ruote di potersi muovere; dal mio punto di vista però uno di questi mezzi poteva essere sviluppato fino a renderlo certificato per il volo … Magari in occasione di un Apollo 18 … :roll_eyes:

Ecco il LFV adoperato dall’Astronauta Canadese Dan Cooper durante la storica missione congiunta Russo-Americana dell’ALTP (Apollo-LEK Test Project) nell’ambito delle missioni lunari AAP degli anni 70.Come tutti ricordiamo ALTP fu una delle missioni lunari più travagliate dopo Apollo 13.Una pioggia di meteoriti provocò la caduta in fase di atterraggio del LEK (l’equipaggio,uno dei primi Interkosmos, era composto dalla Cosmonauta Nadia Kalinskaya,e dalla polacca Sonia Gombinsky).Cooper ed il comandante Kid Dereika (al loro secondo volo insieme dopo Gemini 13) riuscirono a rintracciare le Cosmonaute disperse e a portarle in salvo sul Lem-Shelter, che aveva preceduto il loro LEM sulla luna.Un secondo LEK riportò le eroiche Cosmonaute sulla terra.

AAHHH GRANDISSIMO CARMELO!!!

Io ho tutte e due le avventure a fumetti di Dan Cooper:

“SOS nello Spazio” (quella in cui vola con Kid Dereika sulla Gemini 13) edita dagli Albi Ardimento (un supplemento del Corriere dei Piccoli) nel 1969.

e la stramitica “Salvataggio sulla Luna” edita sempre negli Albi Ardimento nel 1970.

Proprio quest’ultima avventura in cui mi imbattei quando avevo 13 anni presso una rivendita (polverosissima) di fumetti usati, mi fece sognare non poco…

Tra l’altro proprio all’epoca lessi “il Robinson dello Spazio” un’avventura quasi simile scritta dall’ottimo Gianni Padoan e pubblicata dalla AMZ editrice (la stessa che pubblicava le riduzioni letterarie della serie Spazio 1999).

Durante il volo con LFV il Comandante Kid Dereika rischiò di rimanere ucciso nell’impatto con una collinetta.Caduto in un crepaccio Dereika fu salvato dalla prontezza di spirito del suo pilota Dan Cooper.Effettivamente bisogna riconoscere che per quanto utili gli LFV sono molto più pericolosi del rover.In basso un immagine del Pilota del modulo di comando di ALTP,Frank Lorman.Più in basso,il Lem-Shelter.