Blue Origin

Finalmente le prime foto del razzo privato della Blue Origin di Bezos
http://public.blueorigin.com/index.html
mi piace. mi ricorda il caro (ma non ancora troppo vecchio) DC-X

Finalmente le prime foto del razzo privato della Blue Origin di Bezos http://public.blueorigin.com/index.html mi piace. mi ricorda il caro (ma non ancora troppo vecchio) DC-X

ne avevo già dato notizia in questo Thread http://www.forumastronautico.it/index.php?topic=2919

pero’ forse l’ho inserito in sottoforum non adatto… :flushed:

Finalmente le prime foto del razzo privato della Blue Origin di Bezos http://public.blueorigin.com/index.html mi piace. mi ricorda il caro (ma non ancora troppo vecchio) DC-X

ne avevo già dato notizia in questo Thread http://www.forumastronautico.it/index.php?topic=2919

pero’ forse l’ho inserito in sottoforum non adatto… :flushed:

Mi era sfuggito. errore mio

Ne parla anche Puntoinformatico :
http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1834130&r=PI

La “nuova corsa” allo spazio, sembra si cominci a popolare piuttosto in fretta. Facciamo una lista di chi c’è ora in lizza nel futuro mercato dei viaggi spaziali a pagamento?

Virgin Galactic - SpaceShipTwo - http://www.virgingalactic.com/
Blue Origin - (nomedelmezzo? ) - http://public.blueorigin.com/index.html
Benson Space Company - SpaceDev Dream Chaser

Altri?

... Blue Origin - (nomedelmezzo? ) - http://public.blueorigin.com/index.html ...

Dovrebbe chiamarsi New Shepard

... Blue Origin - (nomedelmezzo? ) - http://public.blueorigin.com/index.html ...

Dovrebbe chiamarsi New Shepard

In realtà New Shepard è il nome del veivolo reale/finale, il nome di questo veivolo-X è Goddard.

Scusate la domanda franca: ma secondo voi che speranze ha di vedere la luce (lo spazio) seriamente un veicolo di questo tipo?
E soprattutto, che convenienza ingegneristico/economica può avere un veicolo che deve portarsi appresso il carburante per rallentare? Non sarebbe meglio un semplice paracadute? :roll_eyes:
Questo tipo di SSTO non mi ispira proprio…

Se devo essere onesto me lo sono chiesto anche io quale sia la necessità di sprecare energia per qualche cosa che può essere fatto a costo zero… Mi sono anche chiesto cosa usino per la spinta, visto che non c’è traccia di combustione, anzi al momento del lancio la piattaforma rimane ghiacciata… (forse c’è scritto da qualche parte nel link ma in questi giorni sono a tempo zero per mettermi a leggere cose che non siano libri universitari o appunti… :? )

Scusate la domanda franca: ma secondo voi che speranze ha di vedere la luce (lo spazio) seriamente un veicolo di questo tipo? E soprattutto, che convenienza ingegneristico/economica può avere un veicolo che deve portarsi appresso il carburante per rallentare? Non sarebbe meglio un semplice paracadute? :roll_eyes: Questo tipo di SSTO non mi ispira proprio....

Beh per ora siamo nell’ambito dei dimostratori tecnologici. Il Goddard sarà capace solo di voli a bassa quota e sarà privo di equipaggio. Ha comunque dimostrato la sua capacità di decollare e atterrare verticalmente, il sistema di guida in gettosostentazione, che permette un maggior controllo nella discesa rispetto al paracadute. Deve dimostrare ancora la capacità di effettuare un nuovo volo con un turn-around di 24 ore dopo il volo precedente, così come dimostrato dal DC-X che ha effettuato otto voli, sia nella configurazione originale che in quella modificata come DC-XA.

Effettivamente la possibilità di un veicolo con questa configurazione (di effettuare un volo orbitale rimane tutta da dimostrare (il carburante dovrebbe costituireil 95% del peso al decollo). Comunque, macchine
utilizzanti questa filosofia potrebbero assolvere solo alla funzione di cargo orbitale in voli automatici: l’incapacità di manovre atmosferiche e la mancanza di margini di peso per consentire un equipaggio umano le renderebbero incapaci di effettuare le missioni di maggior interesse.

In ogni caso il piano della Blue Origin è quello di avere un veivolo suborbitale (il New Shepard) per scopi “turistici” quindi con finalità ben circostanziate…

Mi sono anche chiesto cosa usino per la spinta, visto che non c'è traccia di combustione, anzi al momento del lancio la piattaforma rimane ghiacciata...

Su alcuni NG americani si rumoreggia di Perossido (H2O2) o della combinazione H2O2/RP-1.
Sul messaggio originale non ho visto spiegare questo dettaglio.

Confermo: per il momento è monopropellente H2O2. La versione full scale invece impiegherà H2O2/RP-1.
I dettagli qui:
http://www.faa.gov/about/office_org/headquarters_offices/ast/media/20060829_Blue_Origin_EA_Signed.pdf

Quindi non c’è reazione chimica per ora? La spinta viene data solo dall’espansione del gas, giusto?
Esistono altri mezzi che utilizzano questo genere di propulsione? intendo utilizzando questi due componenti.

Ok per la seconda domanda mi rispondo da solo:
http://www.astronautix.com/props/h2oosene.htm

Non sapevo Astronautix avesse persino una sezione dedicata ai propellenti…
http://www.astronautix.com/props/index.htm

Mi sono anche chiesto cosa usino per la spinta, visto che non c'è traccia di combustione, anzi al momento del lancio la piattaforma rimane ghiacciata...

Su alcuni NG americani si rumoreggia di Perossido (H2O2) o della combinazione H2O2/RP-1.
Sul messaggio originale non ho visto spiegare questo dettaglio.

In realtà anche nei motori monopropellenti ci sono reazioni chimiche. Il funzionamento di un motore monopropellente è abbastanza semplice: il perossido di idrogeno, giungendo dalla linea di alimentazione, entra nel propulsore allo stato liquido, attraversa un catalizzatore che innesca la reazione, e si decompone in vapore ed ossigeno; questi ultimi, energizzati grazie al calore liberato dalla reazione, possono essere accelerati attraverso un ugello e per reazione generare la spinta.

Il perossido di idrogeno, come propellente, non spicca per le sue prestazioni ma presenta alcune caratteristiche che lo rendono particolarmente attrattivo come l’elevata densità, la stoccabilità e la bassa tossicità.
L’impulso specifico del perossido di idrogeno utilizzato come monopropellente è marcatamente inferiore con quello dell’idrazina, sostanza che può essere presa come utile termine di paragone date le sue elevate prestazioni come monopropellente stoccabile. Questo svantaggio, però, può essere ampiamente compensato dalla riduzione dei costi nella sua gestione qualora lo scopo della missione sia maggiormente legato alla riduzione dei costi piuttosto che alla massimizzazione delle prestazioni.

Come ossidante ha caratteristiche paragonabili agli altri comburenti liquidi (ad esempio tetrossido di azoto, acido nitrico e ossigeno liquido). Quindi credo che lo scopo finale della Blue Origin è aumentare le conoscenze acquisite sulla manipolazione del perossido di idrogeno e sulle sue applicazioni propulsive, ed in particolare sui catalizzatori, e sviluppare poi un endoreattore bipropellente a perossido di idrogeno ed idrocarburi (RP1?), particolarmente interessanti per le loro prestazioni.

Grazie mille per la delucidazione! :wink:

Comunque il Giappone (dopo aver visto i risultati ottenuti
con il DC-XA dagli USA negli anni '90) aveva già studiato
un veicolo simile, l’RVT nel 2001…ma dopo
alcuni voli di prova perfettamente riusciti
aveva abbandonato il progetto. Ma almeno, a
differenza del Goddard, questo veicolo funzionava
già con motori a idrogeno liquido…

fonte:http://www.isas.jaxa.jp/e/snews/2001/06_01.shtml

qui c’è un bel video del lancio.

http://www.isas.jaxa.jp/dtc/saisiyo/0625rvt6-42.mov

Però forse potrebbe rivelarsi utile (se funzionasse) come capsula per Marte. In questo modo gli astronauti atterrerebbero e poi riuscirebbero a risalire in orbita… Tanto più che la gravità di Marte è inferiore a quella terrestre…

Si, per Marte magari potrebbe essere anche utilizzato quello con motori meno potenti tipo quelli utlizzati dal Goddard… ma qui ci vorrebbe qualcuno che sappia fare due conti sulla propulsione… :flushed:

Però forse potrebbe rivelarsi utile (se funzionasse) come capsula per Marte. In questo modo gli astronauti atterrerebbero e poi riuscirebbero a risalire in orbita... Tanto più che la gravità di Marte è inferiore a quella terrestre...

Forse si, ma io continuo a pensare che l’atterraggio ottenuto attraverso propulsione a razzo sia più un’eredità delle nostre passate visioni fantascientifiche che una reale esigenza.
Un buon sistema a paracadute è più semplice, più affidabile, meno pesante e soprattutto non ha controindicazioni particolari nemmeno per un successivo ritorno in orbita.
Che succederebbe se uno dei razzi posti sul fondo del veicolo si dovesse guastare? Avremmo una spinta asimmetrica, con relativo sbandamento e…
Inoltre si dovrebbero praticare dei fori sullo scudo termico, oppure montere uno scudo termico distaccabile al di sotto del quale posizionere i razzi…
Insomma, un mare di problemi che no mi sembrano portare evidenti guadagni…