Articolo di Oriana Fallaci del 1965

Da “l’Europeo” del 29 Agosto 1965. HOUSTON (Texas), agosto.James Mc Divitt è il primo astronauta che incontro: al drugstore dove sta comprando un melone. Le sue gambe spuntano pelose, da un paio di calzoncini a quadretti, il suo viso sorge assonnato, beato, da una camicia hawaiana: ed il tutto, messo insieme al melone che tiene inbraccio come se fosse un bambino, lo rende molto diverso dall’uomo ìn tuta spaziale che lo scorso maggio salì nel cosmo a rischiare la. pelle conEdward White. La sua bicicletta, anzi il suo tandem, è appoggiato al muro del drugstore: di domenica, a Houston, si va in bicicletta. < Toh, chi si vede! », fa Me Divitt cullando il melone. Che ci fai qui nel Texas? ». Son venuta, gli spiego, per sfuggire alle botte del signor Rothemberg il quale vuole picchiarmi perché ho raccontato che a New York ci sono le cimici, i topi, le blatte, è colpa mia se ci sono?, poi per salutare Gordon Cooper e Pete Conrad che hanno avuto una breve licenza prima del volo e arrivano domani, infine a dare un’occhiata a questo pezzo d’America in quanto scrivo sopra l’America e: « Jim, è vero che quel venerdì nello spazio non volevi mangiare la carne? ». Verissimo », risponde Me Divitt, poi la mangiasti sì o no? ». « Sì, ebbi. via radio la dispensa del Vescovo». «E l’oggetto misterioso che stava dinanzi al Sole, quello con due grandi braccia o due ali: hai capito che fosse? ». No non l’ho capito ». « Sai, Jìm: quando tu eri nel cosmo io ero a Madrid, in casa di Miguel Dominguin».« Il torero?!? ». Si, il torero ». Conosci il torero Miguel Dominguin» ? «che c’è di straordinario? Perbacco! », fa Jim stringendo impressionato il melone. « Be’, dunque ero ìn casa di Miguel Dominguin, si parlava del tuo oggetto misterioso, e Miguel disse… », « Che disse? Che disse? ». Disse: claro, es Dios! ». « Oh! No! Oh! », fa Mc Divitt con volto di brace. Non bisogna dir queste cose, si va all’Inferno è peccato mortale ». Poi mette il melone dentro il cestino attaccato al manubrio, salta sul tandem: « Sei a piedi? ». Sì, il mio motel è qui vicino ». « Posso offrirti un passaggio? ». Se non ti disturba ». Ed eccomi a Houston, anticamera del viaggio alla luna, anticipazione del nostro futuro, che 'pedalo insieme a Mc Divitt professione
astronauta, su un tandem, lungo i viali di Nassau Bay, sobborgo di Houston. In fondo vale la pena pagare le tasse anche in questo
paese: t’offre tante sorprese. Il modo in cui vivono pensano pregano gli abitanti di Nassau Bay, per esempio. 0 il modo in cui guardano a noi europei, alle nostre tragedie, i nostri rancori. E lascia perdere se parlo degli Astronauti,creature di fantascienza:son tali quando vanno nel cosmo e affrontan la morte,quaggiù sono come gli altri. Gli altri di Nassau Bay, di Seabrook, di Friendswood, sobborghi di Houston, provincia: osservate, mentre pedalo dietro al melone e a Me Divitt, le case in cui stanno. Non più grattacieli: villette, ad un piano due piani, con le tendine di organza alle finestre, le porte sempre spalancate tanto qui non ci sono assassini né ladri, e dinanzi a ogni villetta un bel prato, di fianco il garage con l’automobile a sei posti e anche nove. L’automobile ci vuol così ampia per via dei bambini che qui si partoriscono una volta all’anno ’ al massimo due,e chi non fa così offende il Signore. In onore del quale non si mangia carne di venerdì, nemmeno se voli nel nulla dove non c’è venerdì, in rispetto al quale non si ride a battute blasfeme:claro, es Dios

STASERA sono a cena da Gordon, Dick Gordon: un astronauta dell’ultimo gruppo, cioè il gruppo che andrà sulla Luna. L’ho intravisto dal tandem, giocava coi bambini sul prato, son scesa per salutarlo e sono rimasta. Sua moglie, una brunetta rotonda e di noffie Barbara, è in cucina a preparar gli spaghetti, cos’altro mangia una italiana se non gli spaghetti, e lui sta apparecchiando. Ti aiuto, Dick? ». < No, no. Questo è un lavoro che faccio sempre io. Questo e lavare i piatti, pulire per terra ». Apparecchia infatti con gesti disinvolti, veloci, dovreste vedere come mette i cucchiai a destra, le forchette a sinistra, posate d’argento s’intende, sono un’ospite importante perbacco: bene in vista in salotto è una copia del mio fibro dove parlo di lui. « Sai, sono un po’ preoccupato ppr quello. Siamo tutti un po’ preoccupati. Nessuno di noi legge l’italiano e vedendo i nostri nomì ci chiediamo che ha scritto, quella dannata, che ha scritto? ». Va in salotto, prende il libro, ritorna, lo apre alla pagina ov’è scritto Dick Gordon: , Che dice? Traduci ». Compressi sopra un divano come un grappolo d’uva stanno i bambini e mi ascoltano. Imbarazzata, traduco: Il secondo vecchio aveva trentacinque anni e sei figlioli. Era basso e tarchiato, nero d’occhi e di rapelli, la fronte corrugata in mille bestemmie represse. Mi pìaceva e mi sembrava d’averlo già visto perché apparteneva a un tipo familiare alla mia fanciullezza, il tipo del partigiano tuttofare… ». Bestemmie? Io non bestemmio! » mi interrompe offeso Dick Gordon e il grappolo d’uva si scioglie in tanti chicchi che corrono verso la cucina per dare l’orrenda notizia, « Mamma, quella dice che papà bestemmia! », dalla cucina si affaccia con un mestolo in mano Barbara Gordon: Prego Dick non bestemmia. Siamo sposati da dodici aAni e posso giurarle che Dick non bestemmia », Be’, facevo così per dire… ». Però l’hai detto: cosa penseranno gli italiani di me? ». Papà, cosa son gli italiani? ». « Quelli che stanno in Italia ». « Papà, è un posto l’Italia? ». « Sì, un posto lontano, lontano ». « Su questo pianeta? ». Bambini, ora basta, via a letto! ». Gli spaghetti son pronti, i bambini vanno a letto, noi a tavola, ed ecco: sto inghiottendo la prima forchettata che uno sguardo doloroso, smarrito, mi manda. tutto a traverso. Lo sguardo di Barbara. c Cosa? », le chiedo. « Come? ». Lei gìra appena la testa e in silenzio accenna a Dick che se ne sta fermo, solenne, con le mani unite, le palpebre chiuse, ed aspetta che anch’io unisca le mani, abbassi le palpebre. Così unisco le mani, abbasso le palpebre, ed egli declama: « Benedici, o Signore, questi tuoi doni che, stiamo per ricevere dalla tua bontà. Benedici, o Signore, il nostro pane quotidiano. In Cristo, amen ». « Amen », dice Barbara. Presa alla sprovvista, io non dico nulla. Allora Barbara ,si raschia la gola, arrossisce un poco ed esclama: C’è una cosa che vorrei chiederle, posso? ». Sì, Barbara, certo ». Lei ha litigato col Papa? ».

Sì, vai davvero la pena pagare le tasse anche in questo paese: t’offre tante sorprese. La loro ingenuità, la loro semplicità per esempio. Siamo al dolce di limone allorché il campanello incomìncia a suonare, Barbara ad alzarsi ed accompagnare gente che non vedo in salotto, e son tutti arrivati, c’è un gran silenzio in salotto, quando Dick mi spiega che è giunto il momento di entrare in scena: l’attrazione sono io… lo? « Certo, sei tu la straniera ». « E loro chi sono? ». Gente che conosci, astronauti, Frank Borman, Eugene Cernam, Roger Chaffee, Walter Cunningham, Russell Schweickard, Edwin Aldrin, Edward White, Jim Me Divitt. Però con le mogli ». « Gesù! ». Avanti, coraggio ». Mi faccio coraggio, per andare in salotto bisogna scender le scale come Wanda Osiris, scendo le scale, ed eccoli li che mi guar¬dano flssi, in silenzio, i mariti da una parte e le mogli dall’altra, i mariti in piedi e le mogli sedute: siamo a Nassau Bay, sobborgo di Houston, provincia, e tale serata è un avvenimento di cui si parlerà nei week end,nei cocktail parties, al telefono, nelle lettere alla cugina e alla zia, la straniera viene da New York. Il mio esotismo non consiste nell’essere italiana, l’Italia è troppo lontana, su un altro pianeta come crede il bambino di Dick: consiste nell’abitare a New York. Alcune tra le mogli degli uomini che andranno sulla Luna, su Marte, non sono mai state a New York e compunti essi me le presentano, intimidite esse chìedono: « Lei trova bella New York? . « Lei non ha paura di stare a New York? ». New York è la metropoli, New York è il mistero, New York è il vizio il denaro il peccato la celebrità vera: capiscì a guardarle perché la signora Me Divitt che ora mi osserva ostile, forse ha saputo che suo marito m’ha offerto un passaggio sul tandem, non trovò altro da dirgli quando volava su fra le stelle « fai presto ad arrivare sul Texas ». E, quando la conversazione esplode coi loro mariti, non dicono nulla. Esplode, non so come, forse per quello che ho scritto sopra von Braun, su von Braun la Germania i nazisti Mussolini i fascisti. Ed è proprio Edward White, il pedone spazìale, che dice: Noi non vi comprendiamo su questo, lo so: tutto ciò che sappiamo lo abbiamo appreso dai libri, dai film, e così non comprendiamo il vostro odio, il vostro rancore. Ma perché tanto odio, rancore? lo i tedeschi li ho conosciuti in Germania ed erano così democratici: non è vero Dick? ». Dick annuisce poi scuote la testa. Non possiamo dare giudizi », dice,« né condannare i loro rancori. Noi viviamo in una specie di limbo, non sappiamo cosa significhi fame, arresti, bombardamenti. Nessuno ci ha mai bombar, dato, arrestato, e la parola fame per noi è solo una parola. Chi ha fame in America? Neanche i poveri hanno fame da noi. poveri da noi sono quelli che vivono in case brutte, senza il frigorifero e la TV. Per capire l’odio che li divide, in Europa, bisogna tornar col pensiero alla nostra guerra di secessione ». « Vuoi scherzare? », interviene Chaffee, l’astronauta più giovane, ventisett’anni e un visino alla, James Dean. « Vuoi scherzare? La guerra di secessione fu la guerra civile più atroce, crudele che sia mai stata combattuta tra gente della medesima lingua . « Chaffee », rispondo, « hai mai sentito. parlare della guerra civile in Spagna? » .« Guerra civile in Spagna’? », fa Chaffee. « Ah, si. C’è un libro di Hemingway. Ma non vorrai paragonarla alla guerra di secessione in America! ». Chaffee, non hai mai sentito parlare neanche di quelche accadde in Polonia, in Jugoslavia, in Francia, in Italia, a Dachau, a Mauthausen, durante l’uffima guerra? ». Oh! Non vorrai paragonare certe cose alla guerra di secessione in America! >, La serata passa dolcemente così. Son tal bravi ragazzi questi ragazzi che andranno sulla Luna, su Marte, e non sanno cosa accadde in Polonia, in Jugoslavia, in Francia, in Italia, a Dachau, a Mauthausen, non sanno cosa fu la guerra cìvìle in Spagna, non sanno cosa sia la fame, l’odio, il rancore. Sì, è giusto che vadano loro sulla Luna, su Marte.

Continua.

Aspetto il seguito con ansia… :slight_smile: la Fallaci non ha mai visto riconosciuto appieno i propri meriti: vuoi per le posizioni radicali nelle quali si è posta negli ultimi anni della sua vita (anche se è stata la sintesi di molte opinioni diverse e sfaccettate della gente riguardo gli ultimi eventi mondiali), vuoi per la sua sempre eterna ribellione verso la classe politica italiana. Però è affascinante, ha un modo di scrivere unico a mio modo!

Anch’io aspetto impaziente

Grazie mille della chicca, e… aspetto la fine! :wink:

Grazie Carmelo … :wink:

Grazie!

Seconda parte L’INDOMANI, dal convento ritiro di Merritt Islands, Florida, arrivano Cooper e Pete ma i giornalísti l’hanno saputo ed esigono una conferenza stampa TV. Pete mi telefona tutto spaventato: «Ehi, tu che sei una di loro, sai dirmi che diavolo mi domanderanno? ». Che ne so, io, Pete! ». « Non potremmo metterci d’accordo su qualche domanda speciale in modo che faccia una bella figura? ». « Se vuoi ti domando com’è che fate a fare pipì nello spazio». « Bene, benissimo, grazie! Farò un figurone! ».Alla conferenza stampa TV arriva vestito di grigio,con la cravatta, e ingrassato che sembra una palla: neanche le nuotate in piscina, gli allenamenti durissimi, la tortura della centrifuga, del simulatore, son serviti, a qualcosa. Del vecchio Pete non gli resta che il visetto dorato dal sole con un gran naso nel mezzo, due begli occhi azzurri, e una bocca larghissima che contiene i denti più buffi del mondo: corti corti, separati l’uno dall’altro e fatti apposta per ridere. Gordon Cooper invece è dimagrito, invecchiato,stempiato, il suo volto è inciso di rughe. Procedono insieme, uno piccino e uno lungo, Don Chisciotte e Sancho Panza, e Don Chisciotte è tranquillo come si conviene a chi è già passato attraverso la gloria, parate in Broadway,discorsi a Washington, Sancho Panza è invece emozionatissimo. Se ne sta tutto rigido, grave, e quando gli pongo la domanda promessa si lancia in un complicato discorso di chiusure lampo, tubi Inseriti nella tuta spaziale, che in sostanza rivelano una deprimente realtà: lassù nello spazio la pipì si fa come la fanno i neonati, cioè addosso. E il resto? chiede un giornalista. Il resto, risponde sveltissimo Pete, è raccolto in sacchetti che riportiamo giù sulla Terra affinché vengano analizzati. La conferenza stampa si conclude fra le risate: un trionfo. Io invece ho un filo d’angoscia: ce l’ho sempre quando viene il momento,per due che conosco, di andare lassù. Più la gente si abitua, più i voli spaziali diventan difficili: e quello di Gordon e Pete sarà il più difficile avvenuto fin oggi, il più lungo. Sette giorni son tanti e i due hanno avuto così poco tempo per prepararsi.Ma ormai le ’ scadenze son fisse come l’orario di una compagnia aerea, in ottobre vanno su Wally Schirra e Toni Stafford, In dicembre vanno su Jim Lovell e Frank Borman.Jane », chiedo più tardi a Jane Conrad, la moglie di Pete, « sei contenta che Pete vada su? ». c A me non importa che vada , risponde Jane con mestizia. A me Importa che torni ». Jane è una bella spilungona del Texas, con un volto che ricorda ilu poco quel lo di Claudette Colbert,due occhioni gonfi di inconfessata paura. Viene a prender me e Pete per portarci da Lovell, stasera siamo tutti a cena da Lovell, e mi chiede se voglio prima passare da casa sua per vedere i bambini. SI, certo, ed eccoli là: sono quattro, bellissimi, biondi, giocano sulla piscina con le cannucce da bibita e i sassi. Papà gli ha comprato un mucchio di balocchi spaziali, astronavi a batteria solare, scafandri, razzi ad acqua, e loro giocano con le cannucce da bibita, i sassi. « Bambini », dice Jane Conrad col suo viso mesto. « Salutate papà, papà va nello spazio . Ciao », rispondono senza voltarsi i bambini « Portaci un meteorite, papà ». Sono la nuova generazione, sono i figli del nostro futuro.Ti piacerebbe far l’astronauta? », chiedo al più grande. E lui: « Nooo! lo voglio fare qualcosa di più straordinario, voglio fare il fantino ».

LA COSTANTE sorpresa è quanto siano terrene queste creature dì fantascienza che dalla provincia volano direttamente nel cosmo e dal cosmo direttamente in provincia. Quanto siano terrene le loro curiosità, i loro problemi, le loro abitudini. La casa di Jim Lovell è accanto a quella di Pete: nel quartiere di Seabrook to a quella di Pete: nel quartiere di Seabrook,altro sobborgo di Houston. t fatta come quella di Pete che è fatta come quella di Dick: una villetta con le tendine di organza, un prato, un garage. L’atmosfera ricorda certi film dì Frank Capra: la famigliola felice e coinvolta in avventure sproporzionate per lei. La storia dell’America, in fondo. Jim, che a dicembre resterà ben due settimane nel cosmo e uscirà dall’astronave come Edward White, camminerà nello spazio (Nota:la EVA di Lovell fu cancellata a causa dell’adozione delle tute G5C e su pressioni del Comandante Borman),viene ad aprire con un mestolo in mano.Scusatemi », dice, il pollo si brucia ». Sua moglie,che è la brunetta seduta sopra il divano e rìsponde al nome di Marilyn, è incinta di cinque mesi: perciò tocca a lui preparare la cena. Insalotto vi sono altri due ospiti, un uomo e una donna. La donna è un tipo come se ne incontra no andando a fare la spesa, l’uomo è un giovane pallido, insignificante, che stringe fra I denti una pipa e tiene in braccio una bimba di pochi mesi, sua figlia. Dottor Joseph Kerwin », di ce con voce altrettanto insignificante ed è uno dei sei scienziati astronauti che la NASA ha assunto per mandar sulla Luna: forse il primo medico spaziale che andrà sulla Luna. Piacere, dottor Kerwin»! Italiana?! Conosce Sofia Loren? », mi interrompe con Improvvisa vivacità il dottor Kerwin, e la conversazione si accende su Sofia Loren che piace moltissimo anche a Pete e a Jim. a Marilyn e Jane piacciono invece Alain Delon, e Peter 0’ Toole. Conosci Alain Delon? »,che tipo è Alain Delon? E perché lasciò Romy Schneider? E Peter 0’ Toole? Conosci Peter 0’ Toole? ». Porto loro, è Incredibile, un mondo eccitante,Il mondo di Sofia Loren, Alain Delon, Peter 0’ Toole. Il cosmo è a due passi da Sea brook, sobborgo di Houston, ma 0’ Toole e Delon e la Loren sono distanti da Sea brook quanto Alfa Centauri. Domattina la licenza finisce,Pete e Gordon son nel golfo di Galvestone a provar per l’ultima volta il recupero della capsula in acqua.Chiusi in quella noce di ferro,con le tute spaziali,resteranno mezz’ora a rollar tra le onde,vomitare,soffrire nause feroci.Perchè non accontentarli? C’era una volta una bella ragazza che si chiamava Sofia Scicolone…Pete stappa due bottiglie di chianti,ed ascolta rapito la fiaba di Sofia Scicolone.Si beve.Delle bottiglie che gli mandai l’anno scorso ne ha serbate quattro:due per oggi e due per festeggiare il ritorno.Si ride,manco andassero a Parigi,Acapulco.“Sai quale è il mio problema? cosa ti dirò quando mi faranno parlare col radiotelefono”,dice Jane Conrad.“Guarda,cose del genere” ,risponde Pete,“Per esempio:porca miseria,dove hai messo le chiavi dell’automobile? E io ti rispondero:Neel teerzoo caseeettooo a sinistraaaa”! Manco andasse a Parigi o Acapulco.Gordon Cooper sta zitto,lui stà sempre zitto:nel cosmo è già andato una volta,e sa bene che non è come andare a Parigi o ad Acapulco.“Gordo,come la chiamerete la vostra astronave”?,chiede Jim.“Boh”! fa Gordon.“Io invece lo so”,dice Jim.“il mio sarà il settimo volo del Gemini.La chiamerò 007 Dalla terra con amore”.Il dottor Kerwin suggerisce un messaggio scherzoso da inviare a Scott Carpenter che sta in fondo al mare,e la frase cade in un silenzio imbarazzato.Ricordate Scott Carpenter? Sì quello che volò dopo Glenn e fece un mucchio di sbagli e se la cavò per miracolo. E’ da molto tempo che non se ne sente parlare, quasi tre anni. Ogni volta che si pronuncia il suo nome segue un imbarazzato silenzio. L’hanno messo da parte. Lo misero Immediatamente da parte e… Il fatto è che ogni poco ha un incidente… Ora si rompe un polso guidando una lambretta alle Bermude… (Ma sì, era in servizio, ma sì!). Ora va a sbattere con l’automobile contro un’altra automobile e ferisce ben tre persone, alle sei del mattino, in Florida. (Ma sì, era in servizio, ma sì!). Ora gli fanno per questo un processo e lo condannano a una ciclopica multa… Gli psicanalisti direbbero: complesso di colpa. Io dico: disperazione. SI, è ancora astronauta, Scott Carpenter. No, non l’hanno licenziato, no. Non l’hanno neanche punito », no. Però l’hanno prestato alla Marina e lo tengono giù, in fondo al mare, a far non so quali esperimenti di sopravvivenza sott’acqua. Giù, in fondo al mare. Lui che aveva scelto un mestiere per stare su fra le stelle.Che sconcertante paese è mai questo,di che sconcertante autodisciplina è dotato.Stamani mi sveglia il telefono e una voce gaia,squillante, mi dice: «Buongiorno, sono Faith Freeman, la moglie di Teodoro. Ho saputo che è a Houston. Posso venire a trovarla? ». Un’ora dopo è al mio motel con la figlia dodicerine, Faíth junior. Tutte e due alte, bellissime, vestite di rosa. La vedova le l’orfana di Teodoro Freeman, astronauta, che l’ottobre scorso morì volando coi suo aereo a reazione: un’oca gli andò dentro il motore. Le ho’ portato una copia del quotidiano di Houston », dice la voce squillante, vi si parla della lettera che mi spedì insieme alla copia del libro. Grazie d’aver dedicato a mio marito il suo libro. Oh, peccato che parta: altrimenti darei una festa per lei. La darò quando torna ». Dunque è rimasta a Houston, signora ». Oh, sì, Houston è un posto simpatico, il clima è gradevole, gli amici son cari, la mia Faith ci va a scuola, ed io ci ho perfino un lavoro: l’infermiera per gli ammalati di cancro. Perché dovrei lasciar Houston: vero Faith? Faith, cara, dì qualcosa’, sorridi! ». Faith junior non dice nulla e sorride a fatica. una bambina triste e son passati appena dieci mesi. Dieci mesi. La mia Faith farà l’indossatrice da grande: ha il corpo adatto, non trova? ». Dieci mesi. Neanche dieci mesi. E non una lacrima, mi si dice, in questi dieci mesi. Non s’è mai vestita a lutto, in questi
dieci mesi, Faith Freeman, non ha mai afflìtto gli amici col suo chiuso cupo dolore. Signora Freeman », le chiedo. Ma lei non piange mai? ». Io non credo alle lacrime », risponde. Poi si alza, mi abbraccia, commenta che bel vestito, un Courrèges? A lei piace Courrèges. Così sobrio, così lineare. Il sole la illumina, ora, e rende più acuto il profumo francese che ha indosso. « Io credo alla vita », conclude. , La vita è così bella. La vita è un dono sublime, un miracolo. Ogni mattina io sorrido e,dico a me stessa sono felice d’essere viva ». Oriana Fallaci.

:grinning: :grinning:

Grande Carmelo!!! :grinning:

Grazie di cuore per questa perla Carmelo…

Ho letto il “Se il Sole muore” e l’ho trovato uno dei più straordinari, ed incisivi, racconti sull’esplorazione dello Spazio.

Straordianario ed incisivo come Oriana, io sono fuori dal coro, l’ho da sempre apprezzata anche, e sopratutto, quando era in vita.
Sono infastidito dalle “lacrime di coccodrillo” e dalle “riabilitazioni” tutte nostrane, come avrebbero infastidito senz’altro anche lei…

Straordianario ed incisivo come Oriana, io sono fuori dal coro, l'ho da sempre apprezzata anche, e sopratutto, quando era in vita. Sono infastidito dalle "lacrime di coccodrillo" e dalle "riabilitazioni" tutte nostrane, come avrebbero infastidito senz'altro anche lei....

QUOTO! :slight_smile:

Il giusto seguito di “Se il Sole muore”… Grazie Carmelo!

Finalmente sono riuscito a stampare e leggere.
Eccezionale, adoro il suo modo schietto di scrivere e di rendere l’aspetto “umano” degli Astronauti (Dick Gordon che apparecchia la tavola, Jim Lovell che cucina il pollo, ma ve lo immaginate?).
A questo punto tirerò fuori “Se il Sole Muore” dalla libreria (è da un pò che l’ho acquistato ma non ancora letto) come prossimo libro da leggere.
Un enorme grazie a Carmelo per questa perla.

NOn l’hai ancora letto!!! ahaihahiahiahaihaihi! Siediti all’Alfieri e rimedia immediatamente!!! :smiley::smiley::smiley::stuck_out_tongue:

Per chi non lo sapesse Alfieri si era fatto legare alla sedia, nell’eroica impresa di studiare… ma le corde di “se il sole muore” sono le stupende righe che traccia nelle pagine Oriana… :wink:

A proposito: ho avuto fra le mani, per poco, “Quel giorno sulla Luna”: era presente alla biblioteca di Verbania (poi è sparito, anche dai cataloghi, e questo, … mi fa pensare!!). Ogni tanto lo vedo su Ebay, a delle cifre impressionanti!
Qualcuno l’ha letto interamente e/o lo possiede?! Giudizi?!

NOn l'hai ancora letto?!?!?!?! ahaihahiahiahaihaihi! Siediti all'Alfieri e rimedia immediatamente!!!!! :smiley::smiley::smiley::P

Per chi non lo sapesse Alfieri si era fatto legare alla sedia, nell’eroica impresa di studiare… ma le corde di “se il sole muore” sono le stupende righe che traccia nelle pagine Oriana… :wink:

A proposito: ho avuto fra le mani, per poco, “Quel giorno sulla Luna”: era presente alla biblioteca di Verbania (poi è sparito, anche dai cataloghi, e questo, … mi fa pensare!!). Ogni tanto lo vedo su Ebay, a delle cifre impressionanti!
Qualcuno l’ha letto interamente e/o lo possiede?! Giudizi?!

Ebbene si, colpevole, lo ammetto.
Ma rimedierò al più presto!
Ed ammetto anche che finora non conoscevo il libro di cui parli.
L’ho trovato in vendita qui su eBay ma non sono riuscito a trovarne una recensione, di cosa parla?