von Braun Ferry Rocket del 1952

Salve a tutti,

finalmente, anche se un pò in ritardo, ho ultimato la mia “strenna” natalizia (lo so è in ritardo!!) per il Forum.
Si tratta di una presentazione (che il nostro buon Admin renderà disponibile anche il pdf nell’area “downloands”) riguardante il “Ferry Rocket” di von Braun del 1952 (quelle “famoso” della rivista di Collier’s) una vera e propria icona dell’Astronautica.

Questa presentazione fa parte di un ciclo di tre, dedicato ai “sogni di von Braun”, ovvero a quell’incredibile massa (e messe) di progetti elaborati dal grande genio tedesco a cavallo degli anni '50 (con la prestigiosa collaborazione di persone del calibro di Willy Ley e Chesley Bonestell) i quali, pur non essendo stati mai realizzati, hanno lasciato una traccia profonda nell’immaginario collettivo sia popolare che scientifico.

Non resta che godervi la presentazione e spero che vi divertiate a leggerla almeno quanto il sottoscritto a realizzarla… :wink:

Saluti.
(Archi) Peppe

Altre slides…

Altre slides…

Infine le ultime slides…

(Capt. Archer, per favore, potresti ordinarmi i post in maniera sequenziale? Così da mettere le risposte, a cominciare da quella dell’ottimo Sivodave, dopo le ultime slides? Grazie).

Metto un altro mex di servizio, visto che la sezione è in smantellamento sposto nella nuova “X Series & concepts storici” :wink:

Capt. Archer ha scritto:

Non sono riuscito a spostare (anche dividendo e riunendo il topic restano ordinate per data e ora) e sono *molto* di fretta. Riposta pure sivodave, stasera cancellero' questo mio messaggio "di servizio" (o lo puo' fare marco)

Ok no problem!! Archie complimentoni per questo ennessimo eccellente lavoro…davvero lodevole la costanza e precisione che ci metti nei tuoi lavori. Si l’ho sempre un po’ fare il lecchino, ma per Archipeppe penso che i complimenti siano davvero ben meritati!!! Mi domando solo come trovi il tempo di fare tutti sti lavori…dormi la notte? :wink: :wink:

Grazie per le lodi (non fanno mai male!!!) per quanto riguarda il tempo per fare queste cose…me lo chiedo anche io.
Se la notte dormo?? Non tutte le notti…

Veramente un lavoro stupendo! :smiley:
Non è per carpire i tuoi “segreti” ma potresti spiegarci come fai?
Parlo proprio della tecnica del disegno, programmi, ricerca…

In realtà non c’è nessun segreto, nel senso che gli ingredienti dei miei disegni sono una grande passione per la grafica ed un amore sconfinato per l’Astronautica.

Per quanto riguarda i tool che utilizzo il mio “pennello” è il Deneba Canvas Release 8, si tratta di un programma nato inizialmente per ambiente Mac ed “importato” su PC già da almeno una decina d’anni. Si tratta di un prodotto paragonabile a “freehand” con in aggiunta una serie di tool tipici di Photoshop, il che mi consente di elaborare le immagini ed effettuare fotoritocchi direttamente nel programma.

Riguardo il lavoro di ricerca questo si basa sulla consultazione delle fonti più svariate, sopratutto libri (della mia nutrita biblioteca personale) ed Internet, nonché il mio (quasi sconfinato) database di immagini in cui raccolgo tutte le fotografie che mi servono per realizzare dei disegni “al vero” (una delle “note dolens” di quando si guardano dei disegni di veicoli spaziali, contrariamente a quanto accade per auto ed aerei, è che sono in genere dolorosamente lontani dalla realtà fotografica…).

Tutto qui. :wink:

Sei sempre un mito Peppe!!! :smiley:

I sogni di von Braun e delle generazioni che lo hanno seguito. Grazie per questo viaggio nel passato e nel futuro che non c’è stato.

Paolo Amoroso

Complimenti Peppe! lavoro magnifico. In particolare ho adorato il ferry con la livrea simil X-15 :smiley:.Ma è sbagliato dire che un simile veicolo era ben al di là della tecnologia degli anni 50-60,e che in ogni caso sarebbe probabilmente costato molto di più del programma Apollo?

Grazie Carmelo, per quanto riguarda la tua domanda…beh…senz’altro il Ferry Rocket era una sfida troppo grossa per gli USA di quel tempo, sia da un punto di vista tecnologico che economico. Il massimo che si sarebbe potuto, e aggiungo dovuto, avere a metà degli anni '60 era il Dyna Soar, che comunque non è poi stato portato a termine.

Il Ferry Rocket era bellissimo e…impraticabile, ancora troppo aereo (con quella sua ala a freccia da 47 m di apertura e i due generosi canard nel muso) e poco astronave. Troppe aperture, troppe finestre, praticamente dappertutto. Eppure presenta un embrione di piastrelle nel muso, chiaramente leggibili nel disegno di copertina di uno dei numeri di Collier’s (ad opera di Fred Freeman).
Il merito più grande di questo progetto è stato quello di far comprendere all’opinione pubblica che un traghetto spaziale era possibile e non troppo lontano nel tempo, non solo ma che poteva essere anche utilizzato per scopi pacifici.

La colorazione scura del ferry aveva funzioni di controllo termico?

Paolo Amoroso

E’ azzardato dire che un mezzo in quella configurazione oltre a essere decisamente un gran grattacapo per i progettisti strutturali aveva praticamente possibilità vicine allo zero di poter volare ed essere lanciato?
Così a prima vista direi che è praticamente impossibile superare il muro del suono (senza disintegrarsi ovviamente) con delle ali tanto allungate al momento del lancio e in fase di rientro e le sollecitazioni in fase di rientro sia termiche che di pressione credo avrebbero precluso (e probabilmente ancora oggi precluderebbero) qualsiasi sorta di utilizzo…
Pare più un disegno “ante-Mach 1” quando le conoscenze su onde d’urto e regimi trans e supersonici erano ancora abbastanza empiriche…

si per non parlare poi del fatto che il primo stadio sarebbe stato recuperato in mare, e con quelle ali all’impatto non so se avrebbero resistito poi così tanto. Tra l’altro come mai così tanti motori, in stile N1? nuovamente per scarsa conoscenza sulla tecnologia propulsiva, che non lasciava intravedere la possibilità di realizzare propulsori potenti come poi fu l’F-1?

Grazie Peppe per questa particolare serie di slide che ci ha fatto (lo dico senza ironia) sognare!
E’ bello avvertire in questo progetto tutta la freschezza, quasi l’ingenuità di quei primi anni fantastici in cui si cominciava a guardare allo spazio.
In effetti. ad occhio e croce, tutto l’impianto sembra pesare un pò troppo, a guardare i diagrammi non c’era poi molto spazio per il combustibile.
Senza pensare poi che (credo) tutte le complesse manovre di rientro avrebbero dovuto essere compiute con il supporto della tecnologia degli anni 50-60, davvero forse un pò troppo presto per impostare tutte quelle “s” per perdere velocità!
Resta in ogni caso il fascino di un progetto in grado di svegliare l’interesse e l’immaginario della gente, che prestò sempre più attenzione a ciò che l’uomo stava per compiere fuori dall’atmosfera.
Grazie ancora!

Giulio

Von Braun credeva in questo progetto o era un qualcosa che più che altro ha fatto come esercizio tecnico? ovvero un qualcosa che ha progettato che voleva essere un primo approccio alla soluzione del problema dell’esplorazione dello spazio? un po’ come fanno le case automobilistiche che puntualmente ad ogni salone presentano delle autovetture a dir poco fantascientifiche che sanno già che non verranno messe sul mercato, ma che però servono ai loro uffici tecnici come esercizio, come modo per mantere in allenamento il cervello e quindi essere sempre alla ricerca di nuove soluzioni e idee.

nello stesso anno von Braun presentò anche il primo progetto per l’esplorazione di Marte e un progetto per una stazione spaziale orbitante, entrambi pubblicati sulla rivista Collier’s. Nell’articolo dedicato alla stazione spaziale si leggeva che aveva un diametro di 75 m, la sua orbita era ad una altezza di 1700 Km e girava su se stessa per creare una gravità artificiale.

GODO! :stuck_out_tongue_winking_eye:
Splendide slides … sei degno di entrare nell’olimpo dei disegnatori … :smiley:
La mia copia personale del Ferry è in un bunker sotterarneo protetto da sistemi di sicurezza degni di 007 … :grin: