I misteri dell'apollo 13

Rileggi bene il mio post, è esattamente quello che ho scritto io :wink:

Il principale cambiamento fu ai serbatoi (nella struttura e nei materiali) e alla loro posizione nel CSM.
Poi cambiarono anche la logica dei C&W per evitare che un allarme di out-of-limit potesse mascherarne degli altri e aggiunsero un secondo livello al monitoring in sala di controllo (in sostanza credo che aggiunsero oltre agli on-board limits che fanno scattare gli allarmi a bordo, dei ground limits che scattano un po’ prima e vengono visti solo da terra. Stessa filosofia in uso al giorno d’oggi).
E infine cambiarono la sistemazione dei consumables e degli equipaggiamenti di emergenza a bordo, in modo che sia il LM che il CSM potessero essere usati come modulo di emergenza in caso di incidenti all’altro modulo.

Tu ancora leggi quel link? Qui ormai stiamo parlando di altre cose molto più interessanti :smiley:
Anzi, dovremmo cambiare il titolo del topic, visto che ormai al suo interno non si parla solo più di spazzatura :wink:

Forse qualcosa di interessante si può dire anche in questo caso. I contenitori del combustibile degli RTG dei LEM erano progettati per resistere al rientro nell’atmosfera. Se i complottisti hanno qualche milione di $ da spendere per una spedizione oceanica possono divertirsi a recuperare quello di Apollo 13.

Azz, mi è sfuggita la seconda parte (e cioè mi sono fermato al “era in una Free Return Trajectory.” senza vedere il “In sostanza Apollo 13 usò i propulsori del LM prima di avvicinarsi alla Luna per inserirsi in Free Return”). Chiedo umilmente scusa … :flushed: :flushed:

Salvo poi doverli ritornare alla NASA, come si parlava in qualche post fa sul rientro (futuro, speriamo molto futuro) della ISS.

A questo proposito la pagina di Wikipedia sulla missione Apollo 13 (naturalmente la versione in Inglese più completa) fornisce tutte, ma proprio tutte, le risposte ai “misteri” misteriosi dei complottisti… :bookmark_tabs: .
Naturalmente però sia Wikipedia che questo forum fanno parte di un organizzazione segreta atta a insabbiare tutta la verità… :stuck_out_tongue_winking_eye: :stuck_out_tongue_winking_eye: :stuck_out_tongue_winking_eye:

In questi casi per me il mistero più grande sia come certa gente:
NON CREDE ai dati ufficiali NASA
NON CREDE ai documenti della commissione d’inchiesta
NON CREDE ai filmati
NON CREDE alle foto
ma sia disposto a CREDERE CIECAMENTE ad un post su un forum di un utente che NON CONOSCE e che gli riferisce fatti detti a voce ad un suo conoscente del quale PER OVVI MOTIVI NON PUO’ FARE IL NOME che a sua volta ha saputo da un non meglio precisato lavoratore del settore del quale OVVIAMENTE NON SI PUO’ FARE IL NOME… bah!!

Sfogliando il link postato da Lovell in altro topic ho trovato questo .
In pratica, per fare le correzioni di rotta il LM di Apollo 13 usò circa metà del propellente rispetto alla missione nominale.

Evidentemente la missione era progettata in modo che tornare in una traiettoria free-return fosse poco dispendioso… d’altronde Llewelyn e la sua Trench non è che fossero proprio degli sprovveduti :wink:

A me affascina di più il meccanismo mentale per il quale, chi non crede che l’uomo sia stato sulla Luna, da’ per scontato che ci sia stato Aldrin che ha visto ufo (sulla Luna) e che l’Apollo 20 comandato da Leonov abbia visitato una città lunare aliena…

Bè, gli stessi che credono ad apollo20 sostengono che gli americani controllano il clima usando antenne e scie d’aeroplano, salvo impappinarsi quando gli si chiede perchè continuano ad avere uragani in casa… :bookmark_tabs:

colgo l’occasione per chiedere: qualora (così non è stato, ma tant’è…) fosse finito il carburante del LEM, sarebbe stato possibile staccare lo stadio di discesa e sfruttare il motore di risalita per accelerare il rientro a casa? :nerd:

Il motore di risalita sicuramente offriva una spinta minore, credo anche una minore autonomia e soprattutto…non mi risulta che fosse in alcun modo “throttable”, per cui non sarebbe stata un’accesione semplice :skull:

Sicuramente aveva anche meno propellente oltre a meno spinta, però se il problema fosse stato che il descent stage era a secco, poca spinta e poco propellente sarebbe comunque stato meglio di niente :wink:

Tuttavia credo che nel LM mancassero tutti i meccanismi di separazione che si usano normalmente per far sì che le due parti si allontanino una dall’altra (bulloni esplosivi, molle, etc), visto che la separazione era progettata per avvenire sulla Luna e non in assenza di gravità…

Non sono neanche sicuro di come le due parti venissero staccate, forse era addirittura qualcosa fatto a mano dall’equipaggio, il che nel caso dell’Apollo 13 avrebbe richiesto un’EVA… Qualcuno sa come fosse fatto il meccanismo di aggancio/separazione tra il descent e l’ascent stage?

Nel caso di Apollo 10 la separazione è avvenuta a zero-g. I thruster dello stadio superiore erano disponibili per l’allontanamento.

Anche nelle missioni successive se non sbaglio era possibile abortire l’allunaggio proprio separando i due stadi “in volo” per tornare in orbita lunare con l’ascent stage, per cui presumo che la separazione fosse relativamente semplice

ok, grazie per le risposte :slight_smile:

Penso che come soluzione estrema, se non avessero avuto il lem o se avesse terminato il carburante, avrebbero tentato con il motore del CSM se non avevano altre possibilità.

Sicuramente prima di arrendersi le avrebbero provate tutte…in fondo a bordo del complesso CSM-LM c’erano 3 motori, tutti almeno teoricamente utilizzabili.
Stavo ripensando, però, a quello che avevamo detto prima sulla possibilità di usare l’ascent stage per l’accensione…separando il descent stage del LM. Oltre alle caratteristiche del motore (autonomia, spinta, non-scalabilità) ci sarebbe anche stato il problema dell’autonomia elettrica…sappiamo che l’equipaggio stava impiegando l’energia del LM proprio perchè le batterie di riserva del CM avrebbero consentito solo l’autonomia necessaria per il rientro (e poco più).
Bene, sul LM c’erano 6 batterie Ag-Zn…ma le 4 più grandi erano nel descent stage (400 e rotti Ah l’una) mentre nell’ascent stage se ne trovavano 2 da 300 Ah che avrebbero dovuto garantire l’autonomia dello stadio dal decollo lunare fino al docking con il CSM e poco più…

…insomma, mi chiedo se separare il descent stage per usare l’ascent engine sarebbe veramente stato possibile, viste le condizioni. Forse l’unica alternativa al descent engine sarebbe stato il motore del CSM, con tutti i rischi collegati…sarebbe stato veramente incredibile poter recuperare il modulo di servizio danneggiato e ispezionarlo in orbita

Notevole questa discussione, iniziata per commentare le noiose stupidaggini che purtroppo si trovano troppo spesso in giro, un po’ per sfatare le stupidate e un po’ per voler approfondire l’argomento si è trasformata in una interessante e valida discussione scientifica, complimenti a tutti i partecipanti dunque.

Volevo aggiungere all’argomento Apollo 13 una questione che mi pare passata decisamente inosservata e che invece credo sia stata grave almeno quanto l’avaria principale.

Molti di voi sicuramente sanno che durante la fase di lancio pochi minuti prima del termine previsto della propulsione del secondo stadio, il motore centrale del cluster dei 5 J-2 ha subito un prematuro shutdown comandato da un sensore di pressione di una linea dei propellenti che ha rilevato una bassa pressione.

Bene, in realtà non si era trattato di una “normale” bassa pressione, tipo quella che avviene all’esaurimento del propellente e per rilevare la quale il sensore era stato progettato, bensì dell’effetto di una violenta vibrazione di tutto il motore centrale del cluster causata da quel fenomeno chiamato “Pogo” in cui si innesca una sorta di risonanza tra l’oscillazione della pressione dei propellenti all’ingresso delle turbopompe e il conseguente leggero aumento o diminuzione di prestazione del motore e dunque della spinta, che a sua volta porta una piccola variazione di pressione dei propellenti sempre all’ingresso delle turbopompe. Quando tali oscillazioni entrano in risonanza tra loro l’effetto può essere talmente grande da superare i limiti strutturali dei supporti del motore o altre parti strutturali e dunque portare ad una “catastrofic failure”.

La struttura a croce di supporto dei cinque motori del secondo stadio era progettata per resistere a vibrazioni fino a 15g e gli accelerometri del secondo stadio, appena prima del miracoloso spegnimento del motore centrale, hanno misurato una vibrazione che ha superato il fondoscala di 30g ed è stata stimata aver raggiunto circa 34g.

Dunque pochi sanno dove veramente Lowell e compagnia hanno rischiato di brutto la pellaccia…

Non voglio finire OT ma è affascinante leggere come un incidente che sarebbe potuto finire in catastrofe abbia portato poi ha una maggior sicurezza dell’intero programma.

Per tutte le catastrofi é così; ma la vera “chicca” di tutta questa storia é che si sono salvati tutti. E come diceva Aleph, davvero per un pelo…