STS-27, la missione che se l'è vista veramente brutta

Mi sembra di non aver trovato discussioni specifiche su questa missione, quindi ne creo una nuova.

Già in passato si è discusso in generale della criticità dello scudo termico, e di come questa criticità fosse in qualche modo nota già prima del disastro del Columbia. In particolare è già passata sul forum questa immagine che documenta i danni del TPS. Il poco invidiabile primato in questa classifica, come è evidente, spetta a STS-27.

È appena uscito un articolo su Spaceflightnow che raccoglie i racconti di Robert Gibson (comandante) e di Mike Mullane (specialista di missione) di quella vicenda, e personalmente mi sembra che è roba che fa accapponare la pelle.

In sintesi, gli astronauti riuscirono a inquadrare la zona danneggiata e a capire immediatamente la gravità del danno. Purtroppo, dato che la missione era per il dipartimento della difesa, tutte le immagini dovevano essere inviate a terra con una pesante cifratura, che in questo caso ne degradava la qualità al punto che gli ufficiali a terra non capirono la reale estensione del danno e dissero all’equipaggio che non c’era niente di cui preoccuparsi, e che la misssione sarebbe proseguita normalmente.

Gli astronauti raccontano la vicenda in modo posato, ma è chiaro che il clima fra l’equipaggio fosse tutt’altro che sereno allora.

Stavo leggendo proprio in questo momento anche io quell’articolo… piuttosto inquietante.

Un’altra cosa che mi ha fatto riflettere, è che Atlantis è stato fatto atterrare a Edwards, e se si fosse disintegrato, tutti i rottami sarebbero affondati nel Pacifico, e probabilmente sarebbe stato impossibile ricostruire le cause effettive dell’incidente.

Considerando poi che era il secondo volo dopo il disastro del Challenger, chissà come ne sarebbe uscito il programma Shuttle.

Su wikipedia c’è questa foto dell’atterraggio; guardate la porzione visibile di TPS.

Sul libro di Mullane c’é una foto (purtroppo in bianco e nero), dell’equipaggio mentre visiona il danno allo scudo subito dopo l’atterraggio, non so se si può scansionarla e postarla…
Ad ogni modo è impressionante contare quante volte una missione STS se l’è cavata per il rotto della cuffia. Scioccante anche scoprire come i problemi che hanno portato alla perdita dei sue orbiter (la perdita della guarnizione sull’SRB e il distacco di schiuma dall’ET) fossero ampiamente conoscosciuti tanto alla NASA quanto alle fabbriche produttrici dei vari elementi, e come in entrambi i casi fossero stati calcolati come “rischi accettabili”… :fearful:

Il resoconto fa, letteralmente, accapponare la pelle… :fearful:
Quello che non capisco però è che cosa avrebbero potuto fare anche se i tecnici a Terra avessero dichiarato il TPS non sicuro? All’epoca non c’era una ISS da utilizzare come safe heaven… e nemmeno la possibilità di riparare le mattonelle in orbita… Insomma che cosa avrebbero fatto? :confused:

Esattamente quello che poi infine è stato fatto? :thinking:

Ovvero pregare :angel: e scendere nell’atmosfera… :star_struck:

Ma da cosa è stato causato un danneggiamento così marcato allo scudo termico? Qualche problema con gli SRB?

Cito da Riding Rockets :

Per chi possiede il libro: Capitolo 34 “No reason to die all tensed up”.

Capito grazie :slight_smile:

Mi sono sempre chiesto perche’ lo “scudo” protettivo degli shuttle fosse fatto da tante “mattonelle” che in ogni occasione hanno dato da pensare parecchio, staccandosi, rompendosi, e non da uno strato uniforme come quello delle astronavi Apollo che mai una volta dimostro’ tentennamenti. E’ solo dovuto alla conformazione particolare della pancia dello shuttle, per cui non si riesce a costruirne un pezzo unico? e se fosse per questo, sarebbe stato comunque inpensabile anche produrlo in sole 2-3 parti piuttosto che in centinaia di piccole mattonelle?

Il motivo per cui non è stato possibile utilizzare lo schermo delle Apollo è che avevano uno schermo di tipo ablativo che si consumava durante il rientro, sottraendo così il calore e proteggendo la capsula. Uno schermo di questo tipo si distrugge ad ogni rientro e quindi va bene per delle capsule non riutilizzabili (come le Apollo), con gli shuttle, essendo invece riutilizzabili, bisognava, giocoforza, inventare qualcosa di diverso (le mattonelle per l’appunto)!

In effetti però a posteriori magari potevano essere fatte in maniera più modulare, invece sono una diversa dalle altre!
Senza essere un esperto (per cui magari sto dicendo una cavolata), si potevano fare almeno un certo numero standard e rendere uniche solo quelle in alcuni punti critici?
Dico questo pensando alla maniacale manutenzione post lancio, avendo un certo numero almeno identiche poteva essere un vantaggio…

Lo scudo termico dello shuttle non è un piano bello squadrato, ma una fusoliera costruita non solo per assorbire l’urto dell’atmosfera ma anche per veleggiare una volta al suo interno. Fa parte della complessità generale della macchina, e non si può pensare di risparmiare qualche dollaro complicando ancora più le cose. Prova a guardare qualche foto scattata durante l’avvicinamento alla ISS, quando l’orbiter “mostra la pancia” prima dell’attracco, ti renderai conto della particolare conformazione del veicolo, metà “lifting body” metà aereo.

Vadoo a prendere il mio nuovo manuale di storia dello spazio, e cito pari pari :slight_smile:

When he heard the proposed solution—to glue onto the leading edges of this Shuttle small, individual tiles of a new material which would withstand the heat of reentry and could be used again—he was aghast: “How many different tiles will you require?”

The answer was 31,689, and no two would match. As scientist he was satisfied that such tiles could be manufactured and that a glue could be fabricated which would hold them in place, but as an engineer he could not believe that anyone in his right mind would come up with such a complicated procedure; however, those who made the decision defended it: “Mott, we can’t use an ablating material. You pointed that out. We’ve got to have something that stays put and can be reused. So what can we use? A special copper alloy would be great, but if you covered the Shuttle with three inches of copper, there isn’t a rocket in the world that would lift it off the pad or brakes strong enough to stop it rolling when it landed. So what are you left with? We invent some new material, a new adhesive …”

“But why 31,000-odd tiles?”
“Because the Shuttle will be a living, breathing, moving thing. Its various parts will interact, and if you simply plaster our new material over its face, hundreds of feet wide, inches thick, the first creaking motion in the structure would crack the protection and make it break off in huge chunks. By using the tiles, we build in 4 x 31,000 joints … well, somewhat less because the edge of one tile makes its joint with the edge of another. You figure it out. But one hell of a lot of joints. And they give, not the whole fabric.”

Uno degli insegnamenti del programma shuttle è che lo scudo termico di un veicolo deve rimanere protetto da qualsivoglia forma di danneggiamento fino a poco prima del rientro.

Grazie Giulione e Buzz…come preannunciato stavo dicendo una cavolata! :stuck_out_tongue_winking_eye:

P.S.
Buzz ho prenotato il tuo manuale :ok_hand: …non vedo l’ora di leggerlo d’un fiato!

Da me trovato in modo casuale, ecco il filmato in lingua italiana che racconta l’esperienza dell’STS-27. Salvo errori non mi pare che sia stato citato in precedenza, nemmeno in altre discussioni o argomenti.

Lo hai citato proprio tu nel thread di STS-27, pertanto unisco i due thread.
Grazie della segnalazione.

Io ricordo distacchi di "mattonelle"termiche anche durante STS-1
C’era una bella immagine ripresa in orbita da Young e Crippen che mostrava parecchi “buchi” sulla coda dello Shuttle.
La verità è che,purtroppo,gli Astronaut del Columbia furono sfortunati.

Bel documentario.
Col senno di poi il programma Shuttle,per i costi di progettazione,per quelli di gestione,per il costo di ogni singola missione e sopratutto per la sicurezza dell’equipaggio,non si rivelò felicissimo.
Grande programma,per carità,durato poi ben trent’anni.
Ma una bella capsula,spaziosa e comoda come quelle che si è tornati a costruire,sarebbe forse stata una scelta migliore (specie se accoppiata ad un laboratorio orbitale).