"Penetratori" marziani

Qualche immagine dei primi test di “penetratori” planetari, condotti nel 1976 presso i Sandia Laboratories

E due immagini di un progetto marizano del JPL datato 1977

Sono mai stati utilizzati in una missione reale?
Se non mi sbaglio erano imbarcati 2 penetratori sul Mars Polar Lander… :roll_eyes:

Sono mai stati utilizzati in una missione reale? Se non mi sbaglio erano imbarcati 2 penetratori sul Mars Polar Lander... :roll_eyes:

Oltre ai 2 imbarcati sull’MPL (Amundsen e Scott) ce n’erano altri due sul Mars 96 russo (precipitato in Cile)

Pensi possa essere un tipo di tecnologia valida per l’esplorazione planetaria?
Se si, secondo te perchè non sono stati previsti sulle utlime sonde?
E’ possibile rilasciarli dall’orbita o è necessairo farli trasportare in atmosfera da un lander?
Perdona le numerose domande, ma l’argomento mi interessa molto.

La cosa interessante è che gli americani hanno fatto largo uso di penetratori durante la guerra del Vietnam, nell’ambito della cosidetta operazione “Igloo White”, in quel caso i penetratori erano equipaggiati con un sismografo ed una trasmittente.

Lo scopo era quello di rilevare i movimenti dei veicoli da trasporto nord-vietnamiti lungo il cosidetto “Sentiero di Ho Chi Min”, che era utilizzato da nord-vietnamiti e vietcong per portare armi e rifornimenti dal nord al sud, e si snodava per centinaia di chilometri di giungla pressocché impenetrabile.

Durante “Igloo White” i bombardieri americani Martin RB-57 sganciavano decine di penetratori lungo il presunto percorso del sentiero, successivamente i segnali venivano raccolti e processati da aerei Lockheed EC-121 “Warning Star”.

Del resto non è un caso che i testi di questi penetratori marziani siano stati condotti dal Sandia Laboratories di Los Alamos (responsabile, tra l’altro, della produzione di tutte le testate atomiche americane) da sempre vicini ad ambienti militari.

La mia opinione e’ che i penetratori potrebbero essere un valido strumento per l’esplorazione planetaria, in particolare per i corpi celesti senza atmosfera e quindi dove e’ piu’ difficile atterrare morbidamente. Anche sui pianeti con atmosfera i penetratori potrebbero accedere a zone altrimenti difficili da accedere (sto pensando ad esempio alle pendici del monte Olympus). Infine i penetratori per la loro stessa natura permettono di compiere analisi a qualche metro di profondita’, cosa che altrimenti e’ assai costosa e complessa.
Detto questo, non e’ chiaro quanto la loro tecnologia sia matura, soprattutto perche’ non hanno ancora avuto modo di mostrare tutte le loro potenzialita’.

Sarebbe tecnicamente possibile realizzare un “penetratore” (nome in codice “Rocco siffredi”) con in cima un piccolo modulo di risalita? Mi spiego:la parte inferiore della sonda penetra nel terreno ed effettua un carotaggio.I campioni vengono fatti risalire fino ad una capsula sulla sommità.Poi la capsula viene lanciata ed immessa in una rotta di ritorno verso la terra,quindi rientra e viene recuperata coi suoi campioni.Che ve ne sembra come idea? varrebbe la pena,o è meglio analizzare le rocce direttamente sul posto?

Il problema e’ che la sonda dovrebbe essere progettata per resistere a decelerazioni di centinaia di g, tipiche dei penetratori

Estrattino dal mio nuovo libro:
“Penetrators were a spin-off from military research conducted at the US
Atomic Energy Commission Sandia Laboratories, designed to bury nuclear
warheads at high speed under meters of soil, where their effects would
be boosted, in particular against objectives like bunkers and their
“side effects” like fallout and contamination would be somewhat
reduced.
Since 1974 Sandia experimented with thousands of “terradynamic”
vehicles of various sizes and weights and at speeds reaching almost 1
km/s. Sandia engineers were quick to note that military penetrators
could be quickly adapted to the exigences of planetary exploration. In
cooperation with JPL, they designed a post-Viking mission consisting
of a small orbiter carrying up to six penetrator-launching canisters
for emplacement in the intriguing polar layered terrain. In the
intentions of engineers, the penetrators would split in two at impact,
an aft body containing the antenna and transmission system remaining
on the surface, while the instrumented and tethered forebody would
bury itself meters deep in the Martian dirt.”

Sono finalmente venuto in possesso del fondamentale articolo “Surface Penetrators - A new type of planetary lander” pubblicato sul JBIS nel 1977
Ancora qualche immagine, quindi.

Bene!
Nuovo materiale per il tuo nuovo libro? :wink:

Bene! Nuovo materiale per il tuo nuovo libro? :wink:

yess!

Bene! Nuovo materiale per il tuo nuovo libro? :wink:

yess!

Ottimo! Allora possiamo dire di avere avuto un’anteprima assoluta! :grinning:

Estrattino dal mio nuovo libro: "Penetrators were a spin-off from military research ..."

Scusa Paolo, capisco che tu pubblichi libri in inglese ma almeno sul Forum potresti sforzarti di inserire la versione italiana? Vedi, per me e tanti altri non ci sono grossi problemi nel leggere l’inglese ma mi metto nei panni di quei pochi che magari si avvicinano al Forum per la prima volta e leggono questi testi in inglese… sopratutto scritti da un esperto italiano quale tu sei…
Insomma non credo che puoi apparire “meno professionale” se scrivi in italiano? No?!

Estrattino dal mio nuovo libro: "Penetrators were a spin-off from military research ..."

Scusa Paolo, capisco che tu pubblichi libri in inglese ma almeno sul Forum potresti sforzarti di inserire la versione italiana? Vedi, per me e tanti altri non ci sono grossi problemi nel leggere l’inglese ma mi metto nei panni di quei pochi che magari si avvicinano al Forum per la prima volta e leggono questi testi in inglese… sopratutto scritti da un esperto italiano quale tu sei…
Insomma non credo che puoi apparire “meno professionale” se scrivi in italiano? No?!

Hai ragione, ma non e’ questione di apparire professionali, il fatto e’che il materiale lo scrivo direttamente in inglese, e fare copia incolla e’ parecchio piu’ veloce che mettermi a tradurlo.
Solo per questa volta perche’e’ una faticaccia.
Questa e’ l’ultimissima revisione di quel passaggio:

I penetratori erano progettati per conficcarsi in profondita’ nel suolo dopo un atterraggio piu’ o meno duro ed erano in effetti uno sviluppo militare inizialmente pensato per osservare di nascosto spostamenti di truppe e per rilevare esplosioni nucleari utilizzando dei sismometri ad alta sensibilita’. I penetratori ad alta velocita’ erano una ricaduta di ricerche militare condotte ai laboratori Sandia della commessione per l’energia atomica, progettati per seppellire delle testate nucleari a diversi metri di profondita’, dove i loro effetti sarebbero stati amplificati, in particolare contro obiettivi fortificati e dove i loro “effetti collaterali” come il fallout e la contaminazione sarebbero stati in qualche modo mitigati.
Fin dagli anni 60 al Sandia furono condotti esperiemnti con migliaia di veicoli “terradinamici” di varie dimensioni e pesi ed a velocita’ fino a 1 km/s. Alla meta’ degli anni 70 gli ingegneri del Sandia ritenevano la teconologia sufficientemente matura e notarono che i penetratori militari potevano essere facilmente adattati alle esigenze dell’esplorazione planetaria, al punto che un piccolo penetratore venne persino proposto che sarebbe stato sganicato dai Viking durante la discesa nell’atmosfera per conficcarsi ad una profondita’ di diversi metri per cercare tracce di acqua. In cooperazion col JPL, essi progettarono una missione che avrebbe seguito i Viking e che richiedeva fino a sei penetratori da conficcare nel terreno stratificato polare. Un altro vantaggio importante dei penetratori era il fatto che essi potevano accedere a zone di Marte ad alta quota, per le quali la frenatura aerodinamica di un lander convenzionale non sarebbe bastata, come ad esempio i fianchi dei vulcani della Tharsis.
Nelle intenzioni degli ingegneri, i penetratori si sarebbero divisi in due all’impatto, con una parte posteriore contenente òe antenne e il sistema radio che sarebbe rimasto sulla superficie, mentre la parte anteriore, che conteneva gli strumenti ed era connessa con un cavo, si sarebbe conficcata a vari metri di profondita’ nel terreno marziano.Ogni penetratore poteva trasportare un sismometro, un experimento sul backscatter di raggi alfa e protoni per analizzare la composizione del terreno ed un accelerometro per registrare la dinamica dell’impatto. Tutti i componenti del penetratore, inclusa l’elettronica, gli RTG e gli strumenti, sarebbero stati progettati per sopravvivere ad una decelerazione di 1800 g all’impatto. Nel 1975 la commissione per le scienze spaziali dell’accademia americana delle scienze raccomando’ il “Mars Penetrator” come la missione planetaria post-Viking di piu’ alta priorita’.

Grazie. Credo anche a nome anche dei neofiti!! :wink: