Lunghezza scaletta LEM

Ragazzi questo è il mio primo topic, ho già fatto qualche ricerca senza trovare quel che cerco, spero di non creare doppioni :agree:
A voi grandi esperti pongo una domanda molto semplice, mi sono sempre chiesto per quale motivo la scaletta di discesa / salita dal lem sia così corta rispetto alla “zampa” del modulo lunare…
Sembrerà banale ma non ho mai capito perchè i progettisti del lem abbiano obbligato gli astronauti, già bardati nella non certo comoda tuta pressurizzata, ad effettuare durante la discesa un salto di circa un metro per raggiungere la base di appoggio della zampa con tutti i rischi connessi ad una eventuale caduta.
Durante la prima discesa c’erano già molte incognite, Armstrong si teneva aggrappato ad una fune dato che non si conosceva con esattezza la consistenza della superficie.
Se non sbaglio si rinunciò addiritura alla sonda di contatto su quella zampa per evitare interferenze una volta piegata sotto la base.
Stessa cosa vale per la risalita, dovevano fare un salto notevole, anche se in gravità ridotta, per raggiungere almeno il primo scalino, Armstrong riferì che riusciva a saltare fino all’altezza del terzo scalino che si trovava a circa 150-180 cm. dal suolo.
Saranno anche stati ben addestrati ad eseguire queste semplici procedure ma, almeno ad un profano, non sembra rimanga il rischio di commettere errori che potrebbero aver danneggiato la tuta e messo in pericolo l’astronauta?
Non sarebbe stata più pratica e sicura una scaletta con il primo gradino raggiungibile semplicemente sollevando di qualche cm. un piede?
E’ stata progettata così a causa di interferenze con il sistema di dispiegamento delle “zampe” o con la base di appoggio?
Sicuramente gli ingegneri avranno avuto delle validissime motivazioni durante la progettazione e sicuramente gli astronauti avranno avvalato la scala definitiva ma a me rimane questa banale curiosità…
Grazie anticipatamente a tutti. :wink:

Se non ricordo male, ma se ne era già parlato, una scaletta più estesa avrebbe comportato delle difficoltà all’astronauta. Sapendo che la gravità lunare era molto più bassa, fare un balzo comportava meno problemi.
Poi che fosse posta “in alto” lo dirà il comandante di Apollo 12 quando scendeno fece una battuta che se per Arstrong era stato un piccolo balzo, per lui era stato un bel salto (era di bassa statura).
Sono sicuro che altri di illumineranno meglio sulla faccenda.

[The interior of each of the primary struts contains a piston and a compressible honeycomb structure, as shown in the accompanying [url=http://www.hq.nasa.gov/alsj/a11/a11lm5strut.jpg]diagram[/url]. As indicated in the diagram and drawing of the [url=http://www.hq.nasa.gov/alsj/a11/a11landinggear.jpg]landing gear[/url], full compression of the honeycomb structure in a hard landing would have shortened the primary strut by 32 inches ( 81 cm). Journal Contributor Harald Kucharek notes that, as can be seen on pages 81, 119, and others in Scott Sullivan's Virtual LM, the bottom of the ladder was attached to the primary strut just above the point where the lower part of the strut could slide into the upper part. Consequently, full compression of the primary strut would have left the bottom rung of the ladder just above the footpad. However, there was never any significant compression ( "stroking" ) of any of the struts in any of the landings, so the astronauts had to contend with a jump of slightly more than 32 inches. Fortunately, one-sixth gravity made it relatively easy. All you needed to do was give a little push with the legs and, with your hands on the outside rail, guide yourself up.]
[url=http://www.hq.nasa.gov/alsj/a11/a11.step.html]http://www.hq.nasa.gov/alsj/a11/a11.step.html[/url]

Traduzione: All’interno di ciascun puntone primario c’era un pistone e una struttura spugnosa comprimibile, come mostrato nel primo disegno. Secondo quanto indicato anche dalla seconda rappresentazione, la compressione completa della struttura in caso di atterraggio brusco avrebbe accorciato il puntone principale di 81 cm circa. […] La parte terminale della scaletta era attaccata al puntone principale proprio sopra al meccanismo di compressione, di conseguenza una compressione completa avrebbe avvicinato l’ultimo gradino della scaletta sopra la zampa. Tuttavia in nessun atterraggio è stata rilevata una significativa compressione del puntone, gli astronauti dovettero quindi affrontare sempre un salto di circa 80 centimetri, manovra abbastanza semplice effettuata ad un sesto della gravità terrestre. Per risalire bastava darsi una piccola spinta con i piedi e guidarsi con le braccia lungo la la struttura della scaletta.

Grazie mille, mi hai preceduto sulla risposta ma io non avrei saputo riportare una fonte altrettanto chiara e significativa!

Tempo fa mi ero fatto la stessa domanda e dopo un po’ di ricerche mi fu chiaro che il problema era molto banalmente legato proprio all’escursione dell’ammortizzatore interno alla “zampa”. Trovo peraltro che sia molto interessante notare che l’ammortizzatore venne sempre sollecitato solo in minima parte: allunaggi molto morbidi, o ammortizzatori molto duri? D’altronde il sistema non era sicuramente pensato per il comfort dei due astronauti quanto piuttosto per prevenire stress eccessivi a carico delle altre strutture del LM.

Molte grazie, mi avete tolto il dubbio! :ok:

Filippo, quello “spugnosa” non si può guardare :stuck_out_tongue_winking_eye:
“honeycomb” si traduce in genere “a nido d’ape”, è più corretto.

Cmq grazie per il link :slight_smile: