Propulsione Nucleare Spaziale

Ho già letto o sentito da qualche parte riguardo ad un propulsore sperimentale nucleare per andare su marte. Mi ricordo solo che NON prevedeva lo scoppio di ordigni nucleari (per fortuna) e che un paio d’ore di funzionamento sarebbero state in grado di far arrivare il vascello fino a marte. Potete trovarmi
altre informazioni al riguardo?

Grazie Luca.

Ciao, premetto che non sono molto informato sul progetto in questione e non sono un esperto in generale come molti qua dentro.

Detto questo l’energia nucleare può essere utilizzata in vari modi.

Quella che mi sembra più realizzabile con un altro livello di fattibilità è quella di usare il decadimento radioattivo per generare energia elettrica attraverso gli RTG. L’energia elettrica può essere utilizzata per far funzionare un propulsore ad ioni oppure un propulsore al Plasma, purtroppo come è noto i propulsori elettrici possono fornire solo spinte molto basse e quindi sono adatte per trasferimenti a lungo termine e sicuramente non per abbandonare il campo gravitazionale terrestre. Il più grande svantaggio di questa tecnologia oltre il tempo di traferimento molto alto è il dover adottare come “propellente” un isotopo che decade principalmente in alpha, utilizzare isotopi che decadono in beta e gamma è un problema perchè più difficili da schermare (servirebbe del piombo e poi si potrebbe incorrere in radiazione da frenamento )
Inoltre deve avere un emivita abbastanza lunga, con queste restrizioni i candidati non sono molti., molti sono prodotti “sintetici” dovuti al bombardamento neutronico del nuclei di Uranio.

Un altro modo è quello di usare una vera e propria fissione nucleare per produrre calore e scaldare un fluido di lavoro al fine di ottenere una spinta.
In questo caso l’innegabile vantaggio rispetto ai razzi chimici è quello di poter ottenere temperature più elevate (compatibilmente con la fusione del “recipiente”) e di poter scaldare un fluido a piacimento per ottenere spinte più alte (nei razzi chimici sei vincolato ad utilizzare i gas di combustione).

Il problema principale è però l’ ingegnerizzazione del reattore, infatti se lo si vuole utilizzare per lasciare il campo gravitazionale terrestre il reattore deve essere completamente schermato ed il fluido di lavoro deve essere non contaminato, la cosa richiede una schermatura niente male e come puoi ben immaginare il peso è il nemico numero uno di ogni ingegnere aerospaziale :slight_smile:
Il problema è che per schermare i neutroni, raggi x e gamma della fissione nucleare serve un bello strato di piombo in più strati per evitare tra le altre cose le radiazioni di frenamento.
Inoltre c’è anche il problema di un giusto controllo della reazione, che io sappia un reattore nucleare non è mai stato usato nella modalità in cui è necessario utilizzarlo per la propulsione ovvero molta energia in poco rateo di tempo, potrebbe essere anche che i reattori utilizzati per le centrali elettriche potrebbero risultare intrinsecamente instabili in un utilizzo del genere, è un esempio forse esagerato ma in realtà non è che sappiamo controllare l’energia nucleare al 100%, voglio dire i RBMK per i Russi dovevano essere intrinsicamente stabili…)
Insomma la questione sarebbe vantaggiosa sicuramente per la propulsione ma richiederebbe un notevole sforzo per l’ingegnerizzazione e da un lato vi è la pericolosità ( cosa accadrebbe in caso di failure?) e dall’altro ci sono i militari che non sono così propensi a cedere il loro Uranio arricchito al 90% per l’esplorazione di altri mondi.

Se ho preso qualche granchio per favore correggetemi.

Tutto corretto Ritberger, come già discusso molte volte anche qui in passato, benché la fantascienza abbia più volte prospettato i più svariati impieghi del nucleare come fonte propulsiva, all’atto pratico (soprattutto per quello che riguarda sistemi abitati) rimane appunto fantascienza… L’unico impiego che si prospetta realistico e promettente è la generazione di potenza elettrica per l’utilizzo con propulsori, appunto elettrici, a bassa spinta per sonde automatiche… tutto il resto (di studi in passato ce ne sono stati davvero tanti) per quanto riguarda la propulsione nucleare, non ha alcuna possibilità di essere sviluppato… purtroppo i “pro” non bilanciano i “contro”…
Comunque consiglio di leggere quanto già discusso qui in passato:
http://www.forumastronautico.it/index.php?topic=11946.0
http://www.forumastronautico.it/index.php?topic=16604.0

No voglio riaccendere questioni già discusse, ma i propulsori nucleari sono stati testati con succcesso prima delle moratorie internazionali.
Il Saturn V aveva un’opazione nucleare ed il NERVA si basava proprpio su queste tecnologie nucleari appena nate, poi per fortuna tutto è stato chiuso.
Le prove avevano dimostrato la grande potenza dei razzi nucleari, ma essi dovevano essere usati per la parte di volo atmosferico.

forse però all’inizio si faceva un richiamo a quel propulsore ideato da un italiano non molto tempo fa. Vado a memoria e non ricordo il nome. Una camera di combustione “pitturata” con del materiale radioativo che scaldava un fluido. Teoricamente avrebbe dato una tale spinta da permettere di raggiungere Marte in un paio di mesi.
Questo è quello che ricordo. Era forse questo ciò a cui si faceva riferimento all’inizio del post? A voi aggiungere dettagli.

Ares cosmos, “per fortuna”? Nerva sarebbe stato il mezzo per continuare Apollo verso i pianeti, invece della storia presente che vede gli umani relegati a missioni LEO per i 50-60 anni successivi. Che tristezza.

Comunque sarebbe molto promettente un reattore a core fluido, per esempio l’exafluoride di uranio. In una camera di quarzo (trasparente agli UV) tale composto riscalderebbe per irraggiamento dell’elio (o altro gas) che sarebbe espluso a temperature elevatissime, consentendo ISP di un altro ordine di magnitudine rispetto ai propellenti chimici. Vuoi sapere pero’ la morale della storia? La gente ha paura del nucleare, vedi la risposta irrazionale di Fukushima, quindi questi progetti non saranno mai portati avanti. E’ un peccato perche’ la NASA si dovrebbe preoccupare di sviluppare queste tecnologie invece di pensare ad SLS.

L’unico barlume di speranza a cui mi appiglio per vedere uno spazio colonizzato da vettori nucleari e’ la promessa di E. Musk che, entro la fine della sua vita, vorra’ fare in modo che un biglietto per Marte costi come una casa media californiana, ovvero poco meno di un milione di dollari - a quel punto secondo me sara’ necessario sviluppare valenti tecnologie nucleari per rendere il tutto possibile!

Tornando ad Astroluca, non capisco il discorso delle due ore: credo che per arrivare su Marte in due ore il problema scientifico piu’ grande sia sviluppare ammortizzatori inerziali per far sopravvivere all’accelerazione a cui i membri dell’equipaggio sarebbero sottoposti :slight_smile: calcola infatti l’accelerazione minima a cui sarebbe sottoposta questa navicella spaziale!

E’ il Progetto 242 di Carlo Rubbia, del 1998! :nerd: Al momento trovo solo l’articolo di Caprara http://archiviostorico.corriere.it/2001/aprile/01/Razzo_Rubbia_espresso_per_Marte_co_0_0104013017.shtml

Il problema è che con la cultura odierna non è più accettabile (giustamente dal mio punto di vista) il rilascio di materiale radioattivo in atmosfera, bisognerebbe creare un reattore in stile PWR, che però non permette di raggiungere le alte temperature necessarie per la propulsione spaziale.
Negli anni '50 c’era una diversa cultura sul nucleare basti pensare allo scellerato uso del Radio per dipingere le lancette delle sveglie o degli strumenti militari. Tutto’oggi è possibile che qualche fortunato si porti a casa sveglie dai mercatini con attività pazzesche se si pensa che debbono stare sul comodino.
Questo garantismo è più che giustificato se si pensa che stiamo ancora mangiando cibo contaminato dal disastro di Pripyat. (senza contare il pesce contaminato dai sottomarini russi).

Infine i viaggi verso gli altri pianeti sono principalmente limitati dall’effetto che le radiazioni ionizzanti hanno sulle nostre cellule, la cosa rende il lasciare la nostra magnetosfera una cosa molto pericolosa; la dose massima assorbita di un intera vita potrebbe essere raggiunta in pochi giorni. La certezza di un linfoma renderebbe il viaggio verso Marte meno attrattivo.

Ritberger, a parte (forse) un sistema tipo Orion, sia Nerva che reattori a core fluido NON prevedono il rilascio di materale radioattivo in atmosfera. Anzi un core fluido puo’ anche essere dotato di sistemi di sicurezza passiva piuttosto efficaci. Date le prestazioni elevatissime date da questi motori, si puo’ progettare un veicolo con schermatura pesante ma non solo, anche una struttura molto piu’ “resistente”. Immagina se fosse possibile lanciare un carico utile di 1000 tonnellate in orbita.

Se qualcuno pensa si tratti solo di fantascienza, non lo e’, dato che Nerva ha funzionato benissimo, i progressi erano molto rapidi (poteva rimanere acceso per ore, molto affidabile) ma il tutto fu tagliato per motivi puramente politici.

L’ultima nota per Ritberger: “attrattivo”? :slight_smile:

Ha ha! Hai ragione, ho avuto una nottataccia causa Terremoto.

Comunque sul fatto che funzioni benissimo bisognerebbe vedere i dati, come si comporta a regime di spinta e sopratutto valutare la stabilità intrinseca del reattore in caso d’incidente, si possono fare tutte le simulazioni del mondo, ma la realtà sopratutto quando si ha a che fare con la fisica nucleare è tutt’altro che scontata.

Dove posso reperire maggiori informazioni tecniche sul NERVA?

Se vogliamo discutere (ancora) di numeri e chiudere entrambi gli occhi sull’intrinseca maggiore pericolosità di questa tecnologia (abbandonata da decenni proprio per questo), almeno parliamo di numeri reali e non da storiella fantascientifica…
L’ISP di un motore simil-NERVA è a malapena il doppio di un motore tradizionale, sicuramente NON di ordini di grandezza superiore e non in grado di far fare un salto così radicale nella propulsione.

Se qualcuno pensa si tratti solo di fantascienza, non lo e', dato che Nerva ha funzionato benissimo

Una cosa che ha funzionato (efficace) non è automaticamente conveniente e utile (efficiente)… auto ad idrogeno esistono ma ne io ne voi (credo) ne possediamo una… nessuno mette in dubbio che il NERVA funzionasse…

Beh non ha mai volato ripeto per questioni politiche, ma NERVA lo possiamo considerare un esperimento paragonabile al razzo di Goddard del nucleare, se lo sviluppo non fosse stato interrotto, dopo 40 anni chissa’ cosa avremmo avuto… quindi ti consiglio di spendere tempo a cercare info sui core fluidi!!!

Jeff, hai centrato in pieno!
Manoweb, la filosofia di fondo era usare propulsione nucleare per il volo atmosferico, perchè così si ottenevano maggiori prestazioni. con o senza rilascio di scorie radioattive in volo. Il primo stadio (nucleare) doveva poi ricadere da qualche parte sulla Terra.
Qualcuno in altri post ha fato spallucce, tanto cosa vuoi che sia…
In altri post troverai lal mia filosofia al riguardo, ovvero che non serve spremersi le meningi per trovare un “motore” potentissimo per volare da un astro all’altro se poi per portare il tuo veicolo in orbita ce lo devi mettere su a mano…
Quando avremo una tecnologia sicura ed affidabile per andare in orbita, poi potrai sdire su motori dalle presatazioni fantasmagoriche, ma adesso a che serve? In fin dei conti che differenza c’è tra portare su due tonnellate di protezioni anti radiazioni al posto di due tonnellate di propellenti per qualche km/h in più? Vado con il classico che mi dà meno problemi.
Quale stato oggi ti finanzia un propulsore atomico se poi al momento non serve, vista la crisi in corso e con i costi di lancio attuali?
Sempre di soldi… il materiale fissile per la propulsione costa in ogni sua fase, dall’estrazione alla lavorazione, ed il suo prezzo è in balia del mercato. Oggi ti costa poco, domani rinunci perché ti costa più il “combustibile” del veicolo stesso… si dice infatti che i combustibili atomici siano in via d’esaurimento.

Vado a cercarmi materiale sui reattori in questione.

A mio avviso anche se fluido nel reattore e fluido di lavoro non vengono a contatto garantire una corretta schermatura ed un corretto scambio termico mi sembra, a sentimento, un impresa non molto facile. Una fissione per garantire una corretta spinta dovrebbe avere una certa velocità con molti neutroni in giro. I neutroni sono estremamente penetranti e possono rendere radioattivi anche isotopi stabili.

Dagli schemi che ho trovato in rete il fluido di lavoro sembrerebbe essere dentro il reattore.

Esatto, e aggiungo anche che nessuno mai si sognerebbe di utilizzare un sistema del genere in primi/secondo stadi destinati a ricadere a terra appena dopo il lancio… e per utilizzi extra-atmosferici, beh rimarrebbe il collo di bottiglia del lancio e non se ne ricaverebbe nulla… men che meno 1000ton (!!!) in orbita per lancio… già solo quanto elencato qui da noi è un elenco infinito di showstopper… e non è politica, questa è fisica…

Un altro dubbio profondo rispetto ai propulsori nucleari termici è meno scientifico e più pragmatico . I Russi non lo ahanno mai sviluppato più di tanto, se fosse davvero stato vantaggioso loro non si sarebbero fatti problemi a contaminare intere zone con i rifiuti nucleari. Come è successo a Maiak o per i sottomarini nucleari abbandonati nel mare del Nord.

Nelle sue memorie Rockets and People, il braccio destro di Korolev Boris Chertok racconta gli studi e l’interesse iniziale per la propulsione nucleare, svaniti con il passare del tempo.

Mah, prima di Chernobil in Occidente si pensava che nucleare ed URSS fossero quasi tutt’uno, poi si è vista la realtà ed allora… per non parlare degli incidenti nucleari sui sottomarini.
L’URSS sapeva tutto ai tempi di quello che facevano negli USA, quindi copiare i propulsori atomici americani doveva essere uno scherzo, ma oggi “sappiamo che loro sapevano” di non avere la tecnica giusta.

non c’e’ nessuna moratoria che vieti l’uso della propulsione nucleare nello spazio. I trattati vietano lo stazionamento di armi nucleari nello spazio e quindi precludono solo l’uso di propulsori “alla Orion”

Paolo, Orion non e’ un’arma quindi non si applica nemmeno a quello. Non sono affatto d’accordo con la tua interpretazione.
Semplicemente non c’e’ il motivo politico per portare il nucleare nello spazio, dato che i governi non hanno un piano per usarlo, ovvero una missione “manned” su Marte. Una amministrazione che dovesse dare fondi per una cosa simile potrebbe soffrire pesanti critiche dall’opinione pubblica.

Se invece ci fosse un “business case” per una compagnia privata, che ritiene di poter usare tali propulsori con successo per creare ricchezza e profitti… beh speriamo abbiano buoni lobbysti :slight_smile:

Io sinceramente tutti i vantaggi di un nucleare termico per una missione Manned non li vedo. Da una parte abbiamo il sicuro vantaggio di livelli alti di spina con un impulso specifico circa doppio. Dall’altra abbiamo radiazioni difficili da schermare poiché la reazione nucleare deve essere molto sostenuta e quindi i neutroni liberi sono abbastanza, c’è il grande problema della non dispersione in atmosfera ( dagli schemi che ho trovato io non mi sembra un problema completamente risolto), resta inoltre il grande rischio in caso di failure.
Oltre che per il momento un viaggio al di fuori della magnetosfera per più di un mese resta tecnicamente impossibile. Almeno che non si voglia aggiungere ai vari esperimenti anche quello di vedere come si comporta il corpo umano in caso di fallout nucleare… (tra raggi cosmici e propulsore nucleare gli astronauti diventerebbero glowing in the dark :slight_smile: )