Come è/come sarebbe potuto essere

Da appassionato, ho sempre seguito con molta attenzione qualunque missione lancio o ritorno che ho avuto modo di vedere negli ultimi 30 anni circa. Solo da tempi relativamente brevi però, ho iniziato ad approfondire anche il discorso economico/politico che sta dietro ad ogni agenzia spaziale e su quelli che sono i paletti che ne limitano l’azione.

Al che mi viene un dubbio, sul quale vorrei avere la vostra esperta opinione: se le varie agenzie fossero state libere di sperimentare e testare, senza dover fare conti con budget sempre minori e forze politiche voluttuarie, oggi dove saremmo a livello tecnologico?

Molto, molto difficile da dire. Perché è pressoché impossibile immaginare verso quale strada sarebbe stata indirizzata la ricerca anche alla luce di quello che questa avrebbe man mano scoperto, risolto o messo come paletto insormontabile.

Ovviamente non si può dire con certezza ma solo in linea teorica, e sono proprio le varie teorie al riguardo che mi interessano.

Grandi stazioni in orbita bassa con hangar annesso? Colonie scientifiche sulla Luna, Marte e Venere? La mente umana è capace di grandi creazioni e grandi realizzazioni.

Semplice: piu’ avanti ma non poi di molto. A livello tecnologico, le conoscenze che abbiamo ora non mancano. Magari saremmo andati con una missone umana su Marte ed avremmo un avamposto sulla Luna, delle sonde avanzate in un po’ tutto il sistema solare. Probabilmente avremmo una idea piu’ precisa di che tipo di vita si trovi o meno su Europa, grazie ad una sonda in orbita, o magari forse un lander che ne esplori la superficie.

Per fare il grande salto di qualia’ occorrerebbe aggiungere un’altra condizione alle tue ipotesi, ovvero che il pubblico abbandonasse la paura dell’energia nucleare e dirottasse fondi in quella direzione.

Su questo ti quoto in pienissimo. Da quello che ho avuto modo di vedere in giro per la rete e da gente più informata di me, l’uso del nucleare farebbe fare un passo avanti non da poco nel volo spaziale, rendendo quelli che ora sono viaggi lunghi in poco più che passeggiate.

Secondo me, la NASA non produce nuova tecnologia da sola, ma stimola, catalizza ed orienta le molte grandi e piccole scoperte a livello mondiale che diversamente non troverebbero applicazione. Perché ogni idea ha bisogno del terreno fertile = della richiesta industriale per emergere. pER AVANZARE A livello scientifico occorre la ricerca di tutto il pianeta in tutti i settori, ricerca che é sempre collegata come un gioco ad incastro.
Così come sono settori catalizzanti ai fini della ricerca i settori dei telefoni cellulari e dei computers, delle automobili, della farmacologia, dell’agricoltura, del tessile… insomma ovunque girano molti soldi per arrivare a degli obbiettivi pratici.
Quindi secondo me… no, se si fossero eliminati tutti i paletti alle agenzie spaziali mondiali, a quest’ora saremmo più avanti, ma non tanto più avanti. IMHO!

Forse non hai letto fa.it però :wink:
Non è il caso di iniziare qui l’n-esima discussione sull’argomento… ma dire che il nucleare farebbe fare un qualsiasi “salto epocale” è come dire che il motore a scoppio è la soluzione per far decollare l’evoluzione dell’auto… bisognerebbe poi capire se si sta parlando di nucleare propulsivo o a scopo di generazione e nessuno dei due farebbe fare viaggi come “passeggiate” nello spazio… la fisica non è magia.

“Senza fare i conti con il budget” è piuttosto generico,ed anche del tutto irrealistico; è chiaro che un tetto,sia pure alto,il budget deve pur averlo.
Se per assurdo il budget della NASA fosse rimasto quello del 1966 (l’anno in cui fraggiunse il livello massimo) o magari un pò più alto, avremmo avuto le missioni Apollo fino ad Apollo 12 circa,poi missioni AAP (Apollo Application Program) sia lunari che in orbita terrestre (con laboratori derivati da Saturno IB e Saturno V).
Nella seconda metà degli anni 70 (o più realisticamente alla fine del decennio) Apollo sarebbe stato sostituito da uno Space Shuttle interamente riutilizzabile e dagli spacetugs (chimici e nucleari) per l’orbita alta e la luna.
Era prevista anche una grande stazione orbitale per 12 persone il cui nucleo sarebbe stato lanciato da un Saturno V (rimasto in produzione come Heavy Lift),ed assemblato con altri moduli lanciati dai Saturn IB e dallo Space Shuttle.
Negli anni 80 ci sarebbe stato un avamposto permanente in orbita lunare (stazione tipo Skylab) e sulla superfice.
Per quel decennio erano previste due missioni di sbarco sul pianeta Marte (1982 e 1986),o quantomeno una nell’86.
Poi,a parte progetti per una grande stazione da 36 persone,non ci si spingeva con le previsioni più di tanto.
Probabilmente ci sarebbero state una nuova versione dello Space Shuttle (avrebbero certo provato a farlo Single Stage To Orbit,ma non so se ci sarebbero riusciti),l’esplorazione della luna,qualche missione verso gli asteroidi…
Oggi saremmo forse dalle parti di 2001 Odissea nello spazio,meno il monolite,l’ibernazione e con computer più affidabili di Hal 9000.
Tutto questo ben di Dio raffigurato nello “scenario massimo” avrebbe avuto senza dubbio ricadute enormi dal punto di vista tecnologico nella vita di ogni giorno,in un modo che è molto difficile da prevedere,

Secondo me uno scenario del genere è impossibile da prevedere, perché non si può sapere cosa sarebbe potuto saltar fuori…

Cerco di spiegarmi: in almeno due occasioni, l’umanità ha dimostrato che organizzando un programma scientifico con uno scopo ben preciso e con fondi sostanzialmente illimitati è riuscita a raggiungere il suo scopo in pochi anni. Le due occasioni sono state il progetto Manhattan e il progetto Apollo.
In entrambi i casi le scoperte (e le ricadute) tecnologiche sono state enormi ed inimmaginabili ragionando con le conoscenze che si avevano prima di iniziare. Basta pensare che prima del progetto Manhattan le quantità di uranio arricchito e di plutonio disponibili in tutto il mondo erano dell’ordine del grammo o anche meno, e in 3 anni sono stati in grado di produrne vari chili…
Analogamente, in uno scenario “What if” in cui lo scopo era una base permanente su Marte, io credo che saremmo riusciti a risolvere tutti i problemi tecnologici che si sarebbero posti.

Però (ed è un grande però), entrambi i progetti sono stati basati su teorie della fisica già esistenti. Hanno realizzato nella pratica qualcosa che era già pensabile nella teoria.
Allo stesso modo, senza una scoperta fisica/scientifica che al momento per noi non è possibile neanche immaginare, ci sono ad oggi dei limiti fisici a quello che possiamo fare nei viaggi spaziali. Possiamo ottenere miglioramenti tecnologici, ma questi al massimo possono rosicchiare un po’ i limiti. Ad esempio, io sono un grande sostenitore del nucleare, sia per la propulsione che per la produzione di energia elettrica. Ma resta il fatto che, come ha scritto Alberto, questo non è quello che farà fare un salto “quantico” all’esplorazione, non è qualcosa che ridurrà i costi dell’accesso allo spazio di due ordini di grandezza (da 10mila a 100 dollari al chilo), non è qualcosa che ci farà arrivare su marte in pochi giorni, etc.

Se avessimo continuato per 50 anni a investire il budget di Apollo su altre missioni spaziali, avremmo fatto questa scoperta scientifica che avrebbe permesso il salto di qualità? Avremmo scoperto qualcosa che avrebbe permesso l’accesso allo spazio con costi paragonabili alla vita di tutti i giorni? A questo non è possibile rispondere…

Grazie a tutti, alla fine era questo che mi interessava capire. Pensare che i soliti giochi politico/economici abbiano fatto danni gravi anche nel settore spazio mi da estremamente fastidio. Ovviamente non è detto che sia così, come anche il contrario, ma sono contento di avere la vostra opinione al riguardo.

Mah, basterebbe seguire le filosofie di von Braun e Korolev per capire verso quali target avrebbe puntato l’astronautica.
Dipende poi da chi verrebbe messo a capo di un ente con poteri illimitati. Qualcuno ad esempio non ci andrebbe proprio nello spazio. Uno scienziato avrebbe saturato lo spazio di robot esplorativi/scientifici. Uno preso dall’economia lo avrebbe saturato di satelliti commerciali. Uno romantico di astronauti verso ogni dove.
Grandi rivoluzioni tecnologiche? Non credo. Senza idee, anche i soldi non bastano.

Pienamente d’accordo, questo e’ un punto importante di quello che ho scritto sopra: oltre ai finanziamenti ci vuole anche uno scopo ben preciso da dare agli scienziati.
Nel caso del progetto Manhattan, lo scopo era costruire una bomba atomica in pochi anni. Nel caso del progetto Apollo era mandare un uomo sulla Luna entro la fine del decennio. Cosa ci sarebbe stato dopo? Magari mandare un uomo su Marte…

sembra una tautologia
ci vuole uno scopo ben preciso da far sviluppare agli scienziati
ma ci vuole un’ancor più grande ipotesi o motivazione per far si che si decida ad investire in quella direzione
la luna lo era , la concorrenza tra USA e URSS lo era
marte (come altri grossi e ventilati progetti) non è allo stesso livello

tutte le esplorazioni avvengono e sono avvenute per diretta e più o meno consapevole volontà politica
quelli che chiami giochi politico/economici sono ciò che ha permesso ad oggi questo sviluppo
e non mi sembra abbiano fatto solo danni

solo oggi il privato sembra che si stia timidamenente staccando da queste logiche , salvo poi riattaccarsi velocemente alla mammella NASA quando servono soldi veri

Certo,per quanto triste possa essere le motivazioni verso una robusta (“Bold” dicono gli Americani) esplorazione dello spazio erano e restano politico-militari,non ideali.
Per esempio: se i Sovietici invece di puntare alla costruzione del Buran avessero scelto l’altra alernativa:il "Lunar Expeditionary Complex
"http://en.wikipedia.org/wiki/Lunar_Expeditionary_Complex,
cioè proseguire l’esplorazione lunare ed impiantare una base sulla luna negli anni 80,l’America di Reagan avrebbe potuto tollerare di “andare a dormire sotto una luna rossa”,o avrebbe rilanciato anch’essa il programma lunare con un architettura basata sullo Space Shuttle e derivati?
http://www.astronautix.com/craft/jsce1984.htm
http://www.astronautix.com/craft/luntpost.htm

Allora sono un idealista… :ok_hand:

Rimango dell’idea, un po’ vintage sicuramente, che la scienza dovrebbe essere libera da qualsivoglia interesse politico ed economico, ma preciso di essere perfettamente a conoscienza che non è affatto così.

Non era così neanche quando il vintage era nuovo…purtroppo.

Non e’ mai stato cosi’, e non credo neanche che lo sara’ mai. Lo scienziato e’ sempre stato finanziato da chi governava, o mettendola diversamente, e’ sempre stato finanziato dalle tasse pagate dalle persone nella sua comunita’ (o dal loro lavoro, se vogliamo pensare ai magnati privati, che i soldi li hanno fatti sul lavoro dei propri dipendenti).

E direi che non potrebbe essere altrimenti, perche’ lo scienziato nel momento in cui fa scienza non puo’ anche prodursi da mangiare. Storicamente la scienza e’ cominciata quando la produttivita’ agricola e’ aumentata sufficientemente da potersi permettere di dare da mangiare a una persona aggiuntiva che non coltivava la terra ma che studiava come aumentare ulteriormente la produttivita’. Tutta la comunita’ gode quindi dei benefici della scienza, ed e’ per questo che mantiene lo scienziato anche se lui non “produce” niente direttamente. E quindi e’ anche giusto che sia la comunita’ a guidare la ricerca dello scienziato.

IMHO quindi il problema non e’ che la scienza dovrebbe essere slegata dall’interesse politico, ma piuttosto che l’interesse politico dovrebbe puntare al benessere dell’umanita’, e non al profitto o alla competizione tra nazioni. E per arrivare a questo direi che la societa’ umana deve ancora fare qualche passo avanti :wink:

Vorrei precisare che non solo senza idee i soldi non bastano, ma che non basta dare un obiettivo agli scienziati. L’esempio più clamoroso si è avuto con SDI. L’America fingeva di avere tecnologie che non aveva. La Russia affogò i suoi scienziati di soldi per raggiungere lo stesso livello. Risultato? Gli scienziati dicevano di non sapere come facevano gli americani ad essere così avanti. E la Russia finì in bancarotta.
Il Progetto Manhattam non ci sarebbe mai stato se gli scienziati non avessero suggerito al governo USA che c’era la possibilità di realizzare una super bomba.
Apollo non ci sarebbe mai stato senza von Braun e, dall’altra parte, Korolev, che hanno convinto i politici.
Diciamo che tocca agli scienziati trovarsi un finanziatore. Anche i grandi nomi della scienza bussano alle porte dei politici, che altrimenti per loro tutti noi si potrebbe tornare a zappare la terra, senza offesa per gli agricoltori.

Quoto in toto Buzz, il problema è l’invidia umana che non abbiamo ancora superato.

Buzz hai centrato il punto in pieno, esprimendo chiaramente quello che sentivo ma non sapevo scrivere.

Di passi da fare ce ne sono ancora troppi…