info espulsione paracadute

Ciao a tutti, mi chiamo Luca e mi servirebbe un consiglio:
Sto costruendo un missile modulare di 50mm di diametro e carcassa in alluminio, dove ho previsto la possibilità di utilizzare come sistema propulsivo o un serbatoio ad aria compressa/H2O oppure un reattore a combustibile solido.
Sicuramente i primi lanci li farò ad H2O, per poi decidere se passare all’altro sistema.
Ho gia lanciato 3 missili autocostruiti di piccole dimensioni, con endoreattore homemade e sistema di rientro con attivazione meccanica tipo flap.
In questo nuovo missile vorrei sperimentare il sistema di espulsione comandato da circuito elettronico con accelerometro e barometro.
La parte elettronica l’ho gia “testata” al banco, ma non sono sicuro sulla giusta sequenza da utilizzare per la lettura dei sensori.
Per il momento utilizzo un accelerometro per dare il via (accelerzione > xg) alla memorizzazione dell’ altitudine, per andare a ricercare l’apogeo e espellere l’ ogiva al momento giusto, ho dotato il sistema di un sensore di tilt che bypassa il sistema di lettura in caso di “razzo orrizzontale”.
L’espulsione del paracadute la vorrei fare con una molla che si espande quando u servo sgancia il meccanismo di ritenuta., il sistema l’ho gia testato e lancia l’ogiva ad almeno 1m di distanza.
Il mio dubbio è se è corretto usare i sensori in questo modo o c’è un altra sequenza logica da utilizzare.
Vi posto il 3d del sistema cosi rende meglio l’idea.

Ciao

Luca


Ciao Luca. Vedo che non ti hanno ancora risposto ma suppongo che presto qualche esperto modellista spaziale in attività ti darà preziose informazioni. Intanto volevo farti i miei complimenti per il tuo progetto e volevo chiederti alcune cosettine sul tuo veicolo.

Innanzitutto parli di un veicolo che può utilizzare un motore ad acqua… oppure un motore più convenzionale a propellente solido. Ti intendi anche di motori, e ne hai sperimentati già diversi?
Secondo, parli di airframe in alluminio da 50 mm. Interessante, ma si può sapere dove trovi i tubi e che spessore hanno? Li realizzi tu oppure sono commercializzati da qualche parte? Sono molto curioso di strutture ma ho l’impressione che l’alluminio non sia la scelta più adatta a meno che non sia davvero sottilissimo, diciamo lo spessore della classica lattina di birra.

Illustri un sistema elettronico barometrico e con accelerometro, che è una classica configurazione per gli altimetri commerciali: hai calcolato bene tutto quanto? Hai fatto i conti con il rumore prodotto dai sensori?
Parli di sensore di apogeo mediante un sensore di rotazione, come è fatto? Se usi un accelerometro metti in conto che un veicolo come il tuo potrebbe raggiungere l’apogeo in velocità (durante una parabola e non durante un volo perfettamente verticale) e quindi essere disturbato da forze aerodinamiche che falserebbero il suo funzionamento (vale a dire che sbaglierebbe il momento dell’apogeo o potrebbe non avvertirlo affatto). Queste cose mi affascinano per averle sperimentate una dozzina di anni fa con il mio Casimiro, che era dotato, appunto, di un sensore inerziale per la rilevazione dell’'apogeo, ma era pensato per un veicolo estremamente lento ed era frutto di sperimentazione a terra in svariate decine di prove in svariate condizioni di accelerazione e siccome l’avevo pensato per essere elettromeccanico ho dovuto lavorare moltissimo di precisione… piuttosto che di programmazione come nel tuo caso. In caso di volo “nominale”, vale a dire un lancio perfettamente verticale, il veicolo sale e a un bel momento, esaurito il moto guadagnato dall’impulso fornito dal motore, si ferma e cade, e in questo momento hai la condizione di microgravità. Ovviamente non cade verticalmente, nel giro di pochi secondi comincia a ruotare caoticamente fintantochè, acquistando velocità, forze aerodinamiche cominciano a “stabilizzarlo” secondo le sue forme e secondo il rapporto CG-CP. A mano a mano che il veicolo cadendo acquista velocità, i sensori al suo interno avvertono l’aumento di accelerazione che arriverà a 1g quando sarà raggiunta la velocità terminale. Un sensore di deploy accelerometrico dovrebbe funzionare entro il range zero-1g, e ciò è piuttosto difficile poichè si tratta di un range molto breve e soprattutto probabilmente sotto la soglia minima di molti sensori commerciali: presumo comunque che negli ultimi anni siano arrivati sensori in grado di fornire queste prestazioni. Te lo sto dicendo semplicemente perchè a suo tempo, con questi problemi, ho dovuto tenerne conto.

La cosa che sempre mi sconfinfera, leggendo di sensori per modelli di missili sia commerciali che autocostruiti, si parli sempre di accelerometro per avvertire il momento del decollo: nessuno ancora che si sia mai sognato di fare come si faceva nella reale astronautica e parlo anche di missili spaziali molto famosi… Un semplice contatto attivato mediante un cordino fissato alla rampa, che attiva il circuito atto a far partire l’elaborazione del microcontrollore. Gli accelerometri richiedono sempre accelerazioni elevate oppure risentono delle vibrazioni, anche quelle prodotte dall’accensione del motore (ogni tanto capita che un motore si accenda in ritardo dopo un colpo di tosse, l’accelerometro pensa “si è acceso”, e poi passa il tempo e il motore prende vita dopo parecchi secondi e il razzo si schianta per via del ritardo che si ripercuote nel deploy… anche i sensori barometrici soffrono di errori.

Per il deploy con la molla, sono piuttosto perplesso: molta gente ha fatto, in passato, sistemi di deploy meccanici ma tieni presente che un sistema pirotecnico è sempre quello che pesa di meno a parità di condizioni. La polvere pirica contiene molta energia in spazi ridottissimi e un sistema così basato è quello che contiene, attualmente, la maggior densità di energia in rapporto al peso totale del suo sistema completo. Un sistema pirotecnico ti peserebbe certamente cinque-dieci volte meno del tuo sistema a molla e per veicoli che rimangono a bassa quota (1000 metri) è certamente affidabile e sperimentato in tutto il mondo.

Insomma, fai attenzione e pensa che il lancio è soprattutto una verifica sul campo di quanto hai pensato: se qualcosa va storto, pensa, è MEGLIO! Perchè hai ricavato informazioni che non ricaveresti da un lancio andato bene. Non sapresti MAI se i tuoi calcoli sono giusti oppure larghi oppure stretti… ma questo è un discorso che si faceva negli anni Cinquanta con i veri missili, e oggi pare superato.

Ancora complimenti e a presto

Cristiano
www.criscaso.com

Ciao Cristiano, ti ringrazio per la risposta, i tubi di alluminio li recupero da un mio fornitore di materiale pneumatico, ma l’ho trovato anche da un rivenditore di materiali non ferrosi, che però mi obbliga a prenderne una verga intera. Lo spessore originale del tubo è di 2mm di spessore, poi ridotto al tornio a 1mm. il razzo finito peserà circa 1500gr, che per non è poco, ma non intendo raggiungere quote stratosferiche, ma utilizzarlo come banco di prova per sperimentare tutti i miei sistemi, il prossimo lo costruirò in fibra di vetro ricavandomi gli stampi a cnc. Ho studiato molto bene il sito di Richard Nakkas e grazie ai suoi programmi di calcolo ho costruito diversi reattori a KNSU, mi sono anche costruito un banco di prova per testarli. Per l’espulsione dell paracadute ho fatto diversi esperimenti con la polvere da sparo, ma volevo provare ad utilizzare un sistema differente, posso comunque passare al sistema ad espulsione a polvere in un secondo momento.
Per il sistema di propulsione a H2O utilizzerò lo stesso tubo della fusoliera, che a differenza della versione a combustibile, dove il reattore sarà fissato internamente alla fusoliera, sarà parte integrante di essa.
Per la lettura dell’apogeo intendo usare solo ed esclusivamente il barometro, l’accelerometro lo uso solo come “interruttore di start” ed è questo il motivo perchè ho chiesto aiuto al forum, speravo che qualcuno piu esperto potesse darmi qualche consiglio e risparmiarmi qualche rottura.
Il sensore di tilting altro non è che una sferettina all’interno di un cilindro, quando supera un inclinazione di 90° la sfera si sposta e va a chiudere un contatto al lato opposto. a vorrei usare come emergenza nel caso il sistema barometro/accelerometro facesse cilecca.
Se vuoi ti tengo aggiornato sugli sviluppi.

Ciao Lukino,
Di dove sei? Il prossimo week end a medicina vicino a Bologna faremo un incontro con parecchi razzi modellisti di tutta Europa, se venissi li potresti sicuramente chiedere a decine di persone consigli e presentare le tue idee. Sulla pagina eventi trovi tutti i riferimenti.

Ciao, sono di Piacenza, se riesco ci vengo molto volentieri.

Qui trovi tutte le info http://www.acmeitalia.org vieni sabato o domenica mattina, domenica pomeriggio di solito molti se ne vanno che hanno viaggi di ritorno lunghi da fare…
Cercami, sono Raffaele…

Ok… uhm, secondo me uno spessore di un millimetro per un tubo di alluminio è eccessivo: pensa se dimezzassi questo spessore alleggeriresti il veicolo di forse centinaia di grammi… molto meglio un tubo in materiali compositi; peraltro il tubo di alluminio sarebbe una scelta che a me piace moltissimo. In molti magazzini di fai da te sono disponibili fogli di alluminio da 0,5 mm. Basta unirli mediante una fettuccia, sempre in alluminio, incollata con resine e ottieni un tubo perfetto e già dotato, nella zona di unione, un segmento robusto dove porre i correntini per la rotaia.

Per la lettura della quota, affidandoti solo al sensore barometrico, devi affidarti MOLTO alla bontà del tuo software… quindi auguri, dita incrociate e occhi al cielo per un aiuto anche dall’alto. Sto scherzando ma molta gente in passato ha fatto cose che sono state prima o dopo risolte da soluzioni commerciali; di contro, chi sperimenta da solo deve mettere in conto qualche sofferenza… e se lavora con perseveranza ottiene risultati eccezionali che i prodotti commerciali non possono offrire.

Il sistema che mi dici, circa il sensore di apogeo basato sul tubicino e sulla sferetta, non è una pensata molto geniale. Devi pensare ce il tuo veicolo, una volta lanciato, è soggetto a svariate forze sulle quali non hai il controllo ma che devi conoscere e quindi… prevedere. Una sferetta dentro a un tubicino è un corpo libero e durante il volo del veicolo farà parecchie cose, tranne che stare ferma al suo posto. Avrai falsi contatti molto probabilmente al momento del burnout, piuttosto che all’apogeo. Oppure, cosa ancora più probabile, all’apogeo NON si attiverà e non ti farà il deploy. Attenzione, perchè la meccanica in questo caso ti darebbe qualche vantaggio rispetto all’elettronica. Se ti intendi di programmazione dovresti puntare all’unione dei sensori, cioè sviluppando un programma che tenga conto sia della lettura barometrica che di quella accelerometrica. Così avresti più probabilità di ottenere il deploy. Il sensore barometrico produce moltissimo rumore digitale, e lo stesso anche il sensore accelerometrico. occorrono filtri digitali e anche una certa perizia (leggasi esperienza) nel costruire il vano elettronica del veicolo poichè anche le feritoie e le aperture danno effetti sui sensori.
Come ti dicevo nella mia precedente risposta, semplicemente supponendolo, mi dici che userai il sensore accelerometrico come segnale di decollo, quindi a questo punto suppongo che si tratti di un semplice g-switch. Se è un vero accelerometro, è un peccato non usarlo per ricavarne tutti i dati che potrebbe leggere. Dopo il volo, qualunque dato che puoi spremere, è oro. E ciò è soprattutto vero se il lancio non va a buon fine.

Leggerò volentieri tutto quello che scriverai in proposito.

Ciao

Cristiano
www.criscaso.com

Non sono intervenuto prima sugli aspetti tecnici perché trovo ottimo il concetto di sperimentazione, ma se verrai a medicina avrai occasione di vedere come normalmente non si fanno razzi di alluminio… Come base si usano tubi di cartone fatti apposta ( la precisione e il piccolo spessore sono fondamentali, quindi scordatevi di usare quelli del domopack o simili) per poi passare a fibre varie per quelli più grossi e per i sistemi di calcolo dell apogeo anche in questo caso esistono soluzioni ormai definite a costo irrisorio, ma ripeto, mi piace molto l idea di sperimentare nuove idee senza preconcetti, vai quindi pure avanti così! Oltretutto tu ti fai anche i motori in casa, cosa tutt altro che da sottovalutare, in Spagna ho visto due razzi da tre metri del peso di 25kg volare a quasi 2000 metri con propellente solido fatto in casa…

Ciao Lukino è un piacere conoscerti e complimenti per il tuo lavoro.
Mi fa molto piacere vedere che qualcuno ami ancora sperimentare e fare qualcosa di nuovo.
A mio avviso un vettore lo puoi costruire con qualsiasi cosa, sempre che quello che ottieni sia compatibile con i calcoli strutturali.
Si tende a fare il mezzo più leggero possibile che resista alle sollecitazioni a cui è sottoposto.
Trovo intelligente quello che tu dici, che il motore diventa parte strutturale del mezzo, su una cosa del genere sto lavorando da qualche anno.
Auguri per i tuoi progetti

Paolo
Tra 12261 L3 TAP

Ho letto sul sito acme che per la carcassa del reattori artigianali è vietato sia la plastica che l’acciaio, quindi mi resta solo l’alluminio per il corpo e un composito alluminio-refrattario per l’ugello. Ma perché hanno vietato l’acciaio?
Altra domanda: sto pensando al sistema di guida del missile sulla rotaia della rampa e ho visto che si usano delle boccole scanalate da 6mm o 8mm. Si trovano informazioni in rete sulle rampe “standard”? Lavorando per il settore alluminio ho gia recuperato diversi profili in alluminio con scanalatura per costruire una rampa come si deve e vorrei fare una struttura seria e funzionale

Ribadisco, vieni sabato o domenica…

Sisi, sto gia contrattando con la morosa… :face_with_head_bandage:…penso di venire domenica mattina

Ehm, cerchiamo di usare un minimo di terminologia comune e unificata… non c’è bisogno di essere ingegneri aerospaziali ma i concetti di base devono essere conosciuti con le medesime parole. I regolamenti di modellismo spaziale sono gli unici che danno norme per costruire razzi, veicoli volanti incontrollati propulsi da motori a getto (razzo). Naturalmente nel mondo c’è moltissima gente che nemmeno è a conoscenza di queste norme poichè opera magari in altri settori professionali (esempio prodotti pirici, fuochi artificiali, dentisti, cacciatori di farfalle, e chissà ancora) che però costruiscono razzi per hobby e lo fanno utilizzando materiali e procedure che nemmeno possiamo immaginare ma che fanno funzionare il manufatto… Sto dicendo questo solo per dire che esiste NAR ed esiste Tripoli ma non è che dobbiamo dare a queste associazioni di gentili non professionisti tutta l’importanza che vorrebbero possedere… per esempio c’è gente che molte cose le ha imparate studiando la reale missilistica storica e accumulando dati sui veri missili spaziali. NAR e Tripoli sono solo associazioni di appassionati, non sono la legge in nessuno stato del mondo e non hanno alcun potere di influenzare studenti o legislatori. NAR e Tripoli esistono semplicemente perchè altri appassionati possano unirsi felicemente e seguire le loro normative, per imparare tante cose (e ignorarne tantissime altre molto importanti) e fare i raduni con tanti lanci e tanti razzi e divertirsi sparandoli il più in alto possibile. Negli USA è più facile poichè ci sono i deserti del Nevada e i raduni NAR e Tripoli vengono sempre molto bene e qualcuno appare sulle riviste del settore con in mano il suo bel razzo e in faccia un sorriso smagliante ancorchè leggermente sudato per la canicola.

Se qualcuno dice che non puoi fare un razzo o un motore con certi materiali, è perchè ha un interesse a dirti queste cose. In realtà tu puoi usare tutto, dagli stuzzicadenti all’uranio impoverito per fare il tuo razzo o il tuo motore. Sta a te studiare e capire perchè certi materiali vanno bene ed altri meno. Per esempio, una norma non scritta della missilistica e da tutti condivisa e seguita, è che un veicolo a razzo deve essere fatto nella maniera più leggera possibile. Perché? NON perchè in caso di incidente faccia meno danni possibile ma semplicemente perchè questo è il modo per sfruttare i materiali, che nella reale missilistica vengono impiegati per strutture e motori ai limiti estremi della loro caratteristica di robustezza. Un veicolo a razzo deve volare al limite della sua rottura spontanea, deve reggere solamente un decimo di pù delle sollecitazioni a cui sarà sottoposto durante il volo. Se tu usi un tubo di fenolico che pesa mezzo chilo, aggiungi un’ogiva che pesa due etti, e ci metti un motore che contiene cento grammi di propellente, Tsiolkovsky, Goddard, Malina, von Braun e tanti altri si rigirano nella tomba o ridono a crepapelle… ma per NAR e Tripoli va bene. Perchè NAR e Tripoli vogliono che tu fai un modello di missile che sia praticamente autostabile e basta che segui due regoline e ti andrà sempre tutto bene. Nella reale missilistica i motori sono fatti in svariatissimi tipi di metalli pregiati uniti a sorprendenti materiali isolanti, refrattari, adesivi, tossici, eccetera. La fusoliera è sempre fatta in leghe di alluminio ma ci sono moltissime parti di molti vettori che vengono fatti in materiali compositi. L’acciaio va benissimo, solo che è pesante! E l’acciaio, in effetti, è anche impiegato nei veri missili, ed è impiegato strutturalmente. Esistono missili che impiegano strutturalmente i serbatoi dei propellenti, arrivando a spessori incredibilmente minimi. E funzionano bene solamente se li tieni in pressione, altrimenti il veicolo collassa sulla rampa.

Solo nel modellismo spaziale di massa si usano strutture che superano di dieci o venti volte il peso del propellente dei veicoli lanciati, eppure si tratta di veicoli bellissimi, grandi e potenti. Sono assolutamente al di fuori della filosofia missilistica ma agli appassionati piace moltissimo così. E li lanciano con grandissima soddisfazione, e poi si fanno fotografare. Li vedi nelle riviste… me nessuno di questi modellisti fa un sito per illustrare i suoi missili… perchè in effetti non c’è nulla di innovativo di cui andar fieri. Si fa così perchè così fan tutti. Pace. Giusto così. Anche così facendo impari moltissime cose su missili e sul loro funzionamento, sulle strutture, sui motori, sui sistemi, eccetera. Solo, tutto ciò NON è tutto quel che c’è da imparare, è solo modellismo.

La filosofia di NAR e Tripoli è che se tu costruisci un veicolo a razzo, che ovviamente non puoi controllare durante il volo, che non vola diritto ma va a zonzo per il cielo appena esce dalla rotaia, devi far sì che il tuo modello non uccida qualcuno o non danneggi la villa di Putin appena al di fuori del campo dove lanci. Perchè in tal caso l’assicurazione farà finta che tu nemmeno esisti. Allora NAR e Tripoli, per insegnare il modellismo di razzi e diffonderlo nel mondo e propagandarlo come un hobby sicurissimo ed istruttivo, DEVONO fartelo fare secondo procedure standardizzate e che assicurano, se sai leggere e scrivere e sai incollare, di partire per ua lunghissima scaletta con infiniti scalini che ti porterà alle vette dell’L3 senza ammazzare nessuno. Queste procedure impongono che non si usi acciaio nelle strutture… e qui ci sarebbe da domandarsi chi è quel pazzo di sperimentatore che voglia farsi un missile con l’acciaio… però sappiamo che c’è gente che riesce a trasformare in razzi le bombole dell’acetilene e ammazza la vecchietta che guarda la TV. Quindi niente materiali pesanti e robusti, ma più sicurezza con l’alluminio, con il cartoncino, con i materiali compositi.

Quindi vai ai raduni e vedi gente con razzi di quindici chilogrammi, per fare la certificazione… e questi, fatti senza impiegare i “materiali pericolosi”, possono benissimo trasformarsi in bombe deficienti e uccidere se non volano come si dovrebbe. Quindi raduni nei deserti, dove tutti sanno tutto e nessuno deve sgarrare. Questo, in parole povere, è il modellismo di razzi ortodosso ed inquadrato.

Poi ci sono gli sperimentatori, che hanno un sogno in testa… e se vogliono perseguirlo come dicono loro, devono studiare e venire a contatto con taaanta gente. Parlando con tanta gente ci si fa un’idea, e poi a un bel momento si decide de entrare nell’associazione e quindi abbracciare le norme, oppure continuare a fare gli sperimentatori. Notare che chi ha veramente raggiunto notevoli risultati si fa e coltiva un sito e solitamente NON fa parte di associazioni. Curioso, ma è così.

Comunque, tu fai tutto seguendo le norme, ci mancherebbe.

Per la rampa: se parli di rampa, si intende che tu voglia fare lanci da solo, per sperimentare le tue realizzazioni. Quindi hai delle intenzioni di sperimentazione libera e indipendente (!) e questo è sempre positivo. Sappi che dovrai studiare, provare e sperimentare. Devi studiare a cosa serve una rampa di lancio, conoscendo anche le interazioni con il missile che dovrà sostenere e guidare e dovrai fare da ingegnere anche solo per costruire la rampa di lancio. Quindi andrai in un deserto vicino a te e sarà talmente grande che se un tuo razzo esce dalla rampa in orizzontale non andrà a far danni a nessuno, perchè SE succede…

Poi continuiamo a parlare di sensori di apogeo artigianali (ma efficaci e funzionanti). Cose di cui nessuno in Italia parla mai da nessuna parte.

Ciao

Cristiano

Penso di aver capito il concetto, adesso devo trovare un deserto di almeno una decina di km di raggio in pianura padana per poter sperimentare i miei modelli… :flushed:

Questo è l’unico video che ho dei miei tubi volanti, me lo ha passato un mio collega a cui ho costruito un razzetto senza sistema di recupero (quello del video non sono io) la rampa e il sistema di accensione pero erano i miei. Il reattore era in alluminio con combustibile KNSU con accenditori fatti n casa. Di video miei non ne ho mai fatti un po perchè è illegale lanciare missili in mezzo ad un campo e un po perchè non è il video del lancio che mi fa godere, ma il percorso che mi ha permesso di farlo.
Appena mi arrivano le frese per pcb faccio la scheda e vado avanti con il razzo. Per le bussole ho visto quelle che vendono su sierrafoxhobbies e penso che le copierò, per la rampa ho visto che Paolo sul suo sito ha postato le foto della sua e prenderò spunto da quella.
Appena trovo il tempo di fresare i pezzi del sistema di sgancio posto le foto

Bello bello, vedrai la soddisfazione aggiuntiva quando ti si aprirà prima il drogue e poi il main…

se qualcuno ti dice di non usare certi materiali per costruire i razzi e’ perche’ ha un interesse a dirtelo e questo interesse e’ la tua sicurezza, l’acciaio in caso di esplosione frammenta e spara schegge mentre alluminio fibra di carbonio cartone plastica NO e non mi sembra cosa da poco…razzi in palstica esistono e anche motori in plastica ma nel caso di motori sono plastiche apposite…come diceva acris fai uns alto domani…e vedrai molti lanci oggi ad esempio abbiamo la girnata experimental dove appunto viene lanciato tutto il possibile soprattutto motori AUTO costruiti.

a presto

A quanto pare, sei già parecchio avanti in molti campi. Quasi tutti gli “sperimentatori” pensano di doversi fare tutto da soli, compresi, anzi soprattutto i motori senza sapere che esistono tantissimi motori molti dei quali accessibili senza alcuna certificazione. Non c’è alcun bisogno di trovare un deserto di chilometri quadrati, l’importante è conoscere bene a livello teorico quale distanza il tuo veicolo possa raggiungere nella peggiore delle ipotesi. Il semplice calcolo eseguito con la legge di Tartaglia ti dà almeno un ordine di idea dell’estensione del terreno che ti occorre. Se trovi un campo libero da colture e con il permesso del proprietario (che non è per nulla difficile da ottenre se gli spieghi bene tutto quello che vuoi fare e in che maniera lo vuoi fare e poi lo ringrazi con una bottiglia di vino) e possibilmente lontano da linee elettriche e abitazioni, sei già abbastanza a posto con la coscienza. Se il veicolo cade su un albero nessuno si lamenterà e tu dovrai solo trovare il modo di arrampicarti o noleggiare una scala… attenzione alle colture di mais ma già dal mese prossimo il mais sarà raccolto. Non è “illegale” lanciare dai campi, è semplicemente invasione di proprietà altrui… con tutte le conseguenze del caso SE non fai come ti ho detto. Ma il bello è che se hai il permesso del proprietario e se magari viene anche a vedere tu sei a posto con chiunque e nessuno può dirti nulla fintantochè non fai danni a terzi. Quindi calcoli prudenti sulla potenza del tuo motore, attenzione al vento e a possibili intrusi nel campo di volo, orecchio al volo di ultraleggeri, rampa efficace e non correrai rischi inutili.

Il problema in Italia è che non abbiamo deserti… ogni pezzetto di terra appartiene a qualcuno e quindi è difficile lanciare veicoli grandi e potenti senza invadere spazi altrui. Ma se devi sperimentare tante cose anche un lancio basso ti dà un sacco di informazioni.

Ciao

Cristiano

Cristiano sai vero che se superi gli 80 metri di altitudine in Italia devi chiedere un notam vero?

Ciao Raffaele se mi indichi deve è scritta questa nuova regola te ne sono grato, per quanto ne so non è così.
Enac : Regolamento Mezzi a pilotaggio remoto del 16 luglio 2015
Sezione : VII - AEROMODELLI
Punto: 8
Per le operazioni di aeromodelli spaziali (razzo modelli) non dotati di sistemi che ne
permettano il controllo da parte dell’aeromodellista deve essere richiesto riserva di spazio aereo all’ENAC

Quindi, purtroppo, si deve chiedere un notam sempre

Paolo

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Certamente, oggigiorno è così. Chiunque può richiederlo, ma ho il dubbio che in Italia siano più di due o tre a farlo. E parlo di sperimentatori privati, poichè chi va ai raduni italiani non lo fa di certo, dato che ci pensa l’associazione per tutti… Ma mi permetto di dubitare moltissimo sulle modalità di richiesta dei Notam da parte delle associazioni che organizzano raduni di modellismo spaziale in Italia in virtù del fatto che se è vero, come sostengono le nostre associazioni italiane, che i motori sono stati “liberalizzati” dalla celebre sentenza del tribunale di Mantova del 1993 (e potrei spiegare alcune cosette in proposito perchè nel 1993-1995 io ero in contatto con la società Mantua Model di Mantova che importava e vendeva i motori Estes e pubblicava la rivista Unoaotto su cui ho scritto anch’io), è anche vero che con quei tali motori non sarebbe possibile lanciare modelli con motori a propellente composito poichè si intendevano solamente i motori Estes, o almeno così mi era stato spiegato all’epoca. Non capisco quindi come si possano lanciare veicoli pesanti svariati chilogrammi con svariate centinaia di grammi di propellente composito, per i quali è ovvio richiedere il Notam. Continuo a presumere che per essere in regola con la legge lo si debba essere da ambo i lati, non solamente con il Notam… Io ho sempre lanciato, fino al 2005, in campetti privati entro cui i miei piccoli missili non potevano sconfinare. Ma anche quando ho lanciato modelli con motore Aerotech e ho raggiunto probabilmente i 400 metri, il mio veicolo è stato nello spazio aereo per pochissimi secondi ed era il 2002 o giù di lì. Oggigiorno bisogna cercare di essere a posto anche con la legge e quindi il Notam è da richiedere se si vuole fare sperimentazione con criteri di serietà; in tal caso dobbiamo sentirci grati con chi sta facendo informazione in questo settore e mi pare che siano proprio le associazioni italiane a essere assolutamente carenti, mentre è proprio uno dei nostri sperimentatori che si sta facendo carico di questa utile divulgazione. Mi chiedo quindi a cosa servano le associazioni se non parlano di queste incombenze.

Personalmente credo che se una persona conosce bene il proprio territorio conosce anche il traffico aereo che gli passa sulla testa, compresi gli ultraleggeri che ogni tanto ronzano per aria e dei quali ho sempre il dubbio che possano cascarmi in testa in qualunque momento procurandomi un rischio maggiore di quello che provocherei io lanciando un razzetto con motore D Estes… E se decide di lanciare un veicolo si prende la sua brava responsabilità.

Dato però che siamo in Italia e che siamo la nazione dei furbi e io ho avuto le mie brave cattive esperienze, ho smesso di lanciare serenamente una decina di anni fa, anche se lo facevo con veicoli potenti quanto uno starnuto, con i quali peraltro ho avuto modo di incontrare gente dello spazio (della NASA sul serio) e di pubblicare qualche articolo in Italia e negli USA. Non mi risulta, ancora oggi, che nessun lanciatore dilettante italiano abia avuto nè modo nè inventiva per divulgare quanto me sui propri lavori. Io ho avuto riscontri e complimenti da tutto il mondo, e con un veicolo che qui da noi era considerato inutile e ridicolo… Ma qui da noi nessuno si sognerebbe di divulgare precisamente cosa combinano i raduni italiani, probabilmente perchè soregerbbero parecchi dubbi. Mai sollevare polvere, vero? Gli sperimentatori invece lo fanno, e devono sopportare le conseguenze (ostracismo, denigrazione, sbeffeggio, insulti, auguri di morte e simili simpatiche manifestazioni di affetto). Ma si tratta pur sempre di omaggio!

Dov’è che sbagliamo?