Atterraggio Soyuz: possibili colpi di frusta?

Ulf Merbold, il tedesco che ha volato sullo Shuttle e la Soyuz, ha dichiarato che, quando le cose vanno bene, un atterraggio con una Soyuz è come un incidente d’auto a cui si sopravvive per miracolo.

Mi chiedo se un trauma simile al colpo di frusta degli incidenti d’auto sia possibile anche in seguito all’urto col suolo di una Soyuz al momento dell’atterraggio, o in situazioni simili come l’ammaraggio di una capsula Apollo.

Se non ho capito male, durante le ultime fasi del rientro il corpo e gli arti inferiori dei cosmonauti sono strettamente legati alle cuccette, mentre le braccia e la testa sono liberi. Al momento dell’urto le mani possono stringere maniglie o altri appigli ma, credo, la testa può rimbalzare violentemente.

Esiste il rischio di questo tipo di trauma? Quali precauzioni vengono prese? E` mai accaduto?

Paolo Amoroso

Dubito fortemente sul fatto ch3e , nella fase di atterraggio, i cosmonauti rischino problemi gravi.
Come atterraggio è senza alcun dubbio molto duro, ma vista la posizione dei cosmonauti , nei loro seggiolini, non penso proprio che possano spostarsi da tale posizione.
A parer mio è quindi da escludere un eventuale colpo di frusta!

tra l’altro nelle soyuz poco prima dell’atterraggio i sedili non vengono leggermente inclinati di modo che la posizione dell’astronauta sia tale da sopportare meglio l’impatto? e poi, come per l’Apollo, non c’è un sistema di shock adsorber posto sui montanti dei sedili e che quindi diminusce ulteriormente l’impatto?

traumi causati dall’atterraggio della soyuz sono stati: rottura di alcuni denti di Volynov all’atterraggio della Soyuz 5 (i retrorazzi non funzionarono - ma sappiamo non fu l’unico problema :smiley: ) e un ginocchio “ferito” di Krykalev all’atterraggio della Soyuz-TM 7 (l’atterraggio fu particolarmente duro a causa dei forti venti) (fonte: www.astronautix.com)

Beh sicuramente l’atterraggio è duro, per chi fosse interessato, quest’ultima fase della missione viene descritta in modo abbastanza particolareggiato da Anousheh Ansari nel suo blog:

...As we started getting close to the de-orbit phase, Jeff told me to get ready for our roller coaster ride. He reminded me to tighten my straps when the G forces start building up and to make sure I’m glued to my seat with all my abdominal and thigh muscles tightened up to slow the blood from draining down from my head. He reassured me that he would announce every stage to prepare me for what was coming up… and he did. Pavel would announce each stage in Russian and Jeff would re-announce it in English and gave me a quick reminder of what to do.

The first significant thing that happens during de-orbit is the Habitation module jettison. Jeff reminded me to make sure I keep an eye out the window to see the orange glow as we entered the atmosphere and before everything goes dark again. The Habitation module jettison was pretty smooth and uneventful.

The next vivid memory I have is when we entered the atmosphere. There was an orange glow and as we continued entering the atmosphere the heat shields started to burn up and we could see these sparks outside the window going by. I felt like I was riding a shooting star. Later on I heard the same thing from people who were watching us from Earth. They described us entering the atmosphere as a shooting star. Then the G’s started building up. Jeff reminded me to tighten my belts, which I did, and he continued announcing the G loads building… “1.5 G… Anousheh are you tightened up?.. 2 G’s…. I think we are going to go to 4 G’s…”

I was feeling the G’s now. It felt similar to what I felt in the centrifuge but 2 G’s in centrifuge felt much less than 2 G’s descending… I was strapped down so tight that I felt my shoulder bones could break.

Every time Pavel would announce the G loads, Jeff would announce it as well “2.2 G’s… 2.5…. 2.7… 2.8… 3 G’s…” Wow! my face was being stretched in all directions. I must have looked really funny… I tightened my stomach muscles and tensed up my whole body, as though I was in the Centrifuge simulations. I had done 8 G simulations without a problem, but 3 G’s was feeling like 8 G’s already and I was wondering how my body would react to another increase.

I felt like an elephant was sitting on my chest… The pressure was building and I asked God to give me strength so I would not pass out. “3.2… 3.5… 3.7… 3.8… 4… Okay, now we are going down… 3.5… 3.2… 3… 2.8…” Oh what a relief!… I started thanking God for helping me get through this… 2… 1.5… We are back to normal… Well at least for a while…

We have a few minutes of peaceful descent… Jeff and Pavel checked to make sure I was feeling okay. I told them “Vsiyo Kharashow,” meaning everything is okay. Jeff gave me a five-minute warning for the parachute opening. Then as we got closer he said, “One minute here we go… get ready.”

This is probably the most violent part of the descent, next to the ground touchdown. The parachute has three stages. The first and last parachutes have the biggest impact.

The first one deployed and yanked us up and put us in a crazy spin all over the place. I closed my eyes so I wouldn’t get sick watching the panel in front of me move around… As the swinging motion started to stabilize the big parachute deployed and started swinging us once more, and then it stabilized. It felt like being on one of those spinning saucers or spinning cabin rides in the amusement parks. You are basically thrown all over the place…

Our seat was then raised to prepare for the final stage which was landing. This reduced the small space we had in front of us to an even a smaller one. Jeff and Pavel announced our descent from 3,000 m down to 200 m and then the BIG impact.

We hit the ground so hard I though we were buried in the dirt but then we had a little bounce and rolled to one side. When we hit the ground, I felt like a million needles were pushed in my back and felt an intense pain. The feeling stayed for little while until we rolled and my back separated from the seat, then the pain started going down.

Pavel checked to make sure we were all okay… I said everything is great… and thanked him for a great landing. Jeff did the same thing and as we were hanging upside down in our seats we stretched our arms out and put our hands together to celebrate a safe landing…

http://spaceblog.xprize.org/

Come è descritto bene nello stralcio del blog della Ansari, postato da Albyz, il sedile preconformato è posizionato in modo da assorbire la maggior parte dell’impatto, il corpo e saldamente bloccato al sedile e la conformazione stessa del sedile evita movimenti anomali del corpo. Le mani impugnano saldamente le maniglie in modo che non possano muoversi. Così facendo, l’impatto viene assorbito con la minor possibilità che si verifichino traumi a livello scheletrico.
A suo tempo il Colonnello Stapp dimostrò che se il corpo viene saldamente “imbrigliato” al sedile, un uomo con buon allenamento, può sopportare carichi di “G” istantanei piuttosto elevati senza subire danni.
Cmq è’ possibile che capiti un inconveniente durante la discesa e che possa saltare qualche dente … :wink:

Scusate… ma avevo fatto un post… ed è scomparso. Qualcuno ne sa il motivo ?

Salute e Latinum per tutti !

Boh… in ogni caso volevo solo dire che la bontà delle capacità d’atterraggio della Soyuz è provata anche dall’incolumità dell’equipaggio del volo abortito Soyuz T-10A, nonostante la particolarissima condizione seguita all’uso dell’escape rocket.

Salute e Latinum per tutti !

Innanzitutto vorrei chiarire, come già scritto da altri, che gli atterraggi particolarmente “duri” della Soyuz nella sua lunga carriera sono dovuti essenzialmente a condizioni particolari o inconvenienti.

Di norma la Soyuz effettua un atterraggio piuttosto robusto, specie se paragonato all’atterraggio su pista dello Shuttle, ma niente che non sia stato sperimentato dagli americani con le loro capsule.

Anzi il sistema di retrorazzi che si attiva poco prima di toccare terra, riduce la velocità di contatto al suolo a livelli davvero minimi (mentre invece le capsule americane, eccettuata la Mercury con il suo airbag, impattavano duramente la superfice del mare).

Inoltre la Soyuz dispone di un sedile di lancio ed atterraggio, il Kazbek, particolarmente avanzato e studiato appositamente per ridurre gli sforzi assorbiti dai cosmonauti proprio durante la fase critica del contatto con il suolo.

A tal scopo il Kazbek è stato progettato per tenere il cosmonauta “ripiegato su se stesso” in maniera tale da assorbire il meglio possibile gli sforzi (in termini di g) sia positivi (al lancio) sia negativi (al rientro e all’atterraggio). Tutto il corpo del cosmonauta è bloccato eccezzion fatta per le braccia che stringono una specie di cloche progettata apposta per scaricare lo sforzo applicato alle braccia.

Poco prima dell’atterraggio il sedile Kazbek si estende verso l’alto, fin quasi a far sfiorare la fronte dei cosmonauti contro il pannello di comando, sfruttando il grosso ammortizzatore oleopneumatico (come i carrelli d’atterraggio degli aerei) posto nella parte superiore, il cui scopo primario è quello di assorbire almeno l’80 % dello sforzo d’impatto derivante dal contatto con il suolo.

Come si può desumere da questa breve descrizione per la Soyuz, lungi dall’essere l’equivalente incidente automobilistico, l’atterraggio ed il contatto con il suolo è una fase molto ben studiata dai progettisti proprio per ridurre al minimo il rischio di danneggiamenti all’equipaggio.

grazie Archipeppe…spiegazione chiara come sempre e come sempre corredata di eccellenti disegni…

Inoltre la Soyuz dispone di un sedile di lancio ed atterraggio, il Kazbek, particolarmente avanzato e studiato appositamente per ridurre gli sforzi assorbiti dai cosmonauti proprio durante la fase critica del contatto con il suolo.

E che si può trasferire facilmente da una Soyuz all’altra.

Grazie per le interessanti informazioni.

Paolo Amoroso

E che si può trasferire facilmente da una Soyuz all'altra.

Esatto.

Inoltre ti segnalo l’interessante post, proprio su quest’argomento, di Mac risalente a qualche tempo fa:

http://www.forumastronautico.it/index.php?msg=12121#12121