N1-L3: ovvero come i russi pensavano di andare sulla Luna

Spero di farvi cosa gradita.


Avevo dimenticato il limite dei 5 allegati…


fantastico, ottimo lavoro come al solito!

ps. ho fatto benissimo a prenotare anch’io il tuo libro!

Grazi

Grazie Giuseppe!!

mi perdonerai allora se mi permetto di chiederti un chiarimento sul razzo N1 :wink:

come si intuisce dalla tua prima tavola di questa serie, il primo stadio del colossale razzo N1 è dotato di gridfins, come si vede bene, peraltro, nel filmato presentato dall’ottimo Astro_livio in questo thread

ma a che servivano le gridfins al primo stadio dello N1?

La stessa funzione che rivestono per il Falcon 9, ovvero sono degli stabilizzatori.
Nel caso dell’N1 avevno solo una funzione passiva, mentre nel F9 sono attivi nel senso che possono essere utilizzati in maniera dinamica per il controllo dell’assetto del primo stadio durante il rientro e l’atterraggio.

Per quanto riguarda queste tavole, sono “fuori testo” rispetto al libro nel senso che N1, Soyuz LOK e LK compaiono tutti ma non c’era spazio per rappresentare il profilo di volo completo, pertanto prendile come una sorta di integrazione.

Hai fatto cosa graditissima… grazie

Guardandole si vede subito una cosa interessantissima che non sapevo: i russi prevedevano un primo allunaggio automatico per portar su modulo di rientro di backup. Cosa non prevista dagli americani.

Poi posso fare una domanda?
Il razzo N1 aveva i primi stadi agganciati al resto del razzo con delle “grate”. Immagino che la osa fosse fatta per risparmiare peso.
Ma possibile che il risparmio di peso sia valso la maggior resistenza aerodinamica, considerando anche che comunque una copertura per i serbatori va comunque messa?

Grazie
Joe

La penalizzazione in termini aerodinamici è minima, inoltre i russi hanno una vera e propria tradizione nell’utilizzo di questi elementi strutturali (per esempio confronta gli interstadi dei vettori Soyuz e Proton). Considera poi che l’N1 era un vettore davvero “pesante” ed i russi cercavano (disperatamente ad un certo punto) di “iimare” via più peso il possibile.

Non gradita, graditissima! :ok: :star_struck: :beer:

Grazie Vittorio.

I tralicci tra i vari stadi più che per alleggerire dovrebbero servire per sfogare gli scarichi motore dello stadio superiore, acceso prima del distacco per stabilizzare i propellenti nei serbatoi…

E no non mi puoi postare sta roba quando ho solo il cell. … :point_up:
PS bentornato

davvero molto, molto gradita!!

Bellissimo riaverti nel forum,Peppe.

Mi sono sempre chiesto quali sarebbero state le conseguenze se i Russi avessero puntato alla luna anche dopo che gli Americani erano arrivati prima.
Oltre a questo programma,che avrebbe ancora potuto portare un Russo sulla luna nel 1970 o 71 se i problemi con l’N1 fossero stati risolti,c’era anche il progetto LEK http://www.astronautix.com/l/lek.html e quello della base lunare Zveda.
Questi programmi furono cancellati in favore del Buran,ma se invece i Russi avessero puntato sull’esplorazione lunare, è poco probabile che gli Americani
avrebbero lasciato il nostro satellite esclusivo appannaggio dell’Unione Sovietica.
ChissĂ ,magari avrebbero messo in piedi un programma basato sullo Shuttle per riportare la bandiera a stelle e striscie sulla luna.

After the US Moon landing in 1969, the justification for the Soviet lunar landing program largely evaporated, although development and testing continued into the early 1970s. In 1970–1971 the LK was ready after three uncrewed test flights in LEO (Kosmos 379, Kosmos 398, Kosmos 434). The LOK launched once (Kosmos 382 7K-L1E, a dummy of 7K-LOK). The Krechet lunar spacesuit and support systems were tested.

Four N1 test launches in 1969 (twice), 1971, and 1972 were failures, despite improvements after each crash. The second launch, on 3 July 1969 (an attempt to upstage Apollo 11 by 13 days), resulted in the destruction of the rocket and the entire launch complex, which delayed the N1-L3 program for two years.

In an automatic Moon flyby, these first two launches of the N1 carried the 7K-L1S spacecraft (modified 7K-L1). The dummy 7K-LOK (7K-L1E) and regular 7K-LOK with dummy LKs were used in the third and fourth launches.

The complete L3 lunar expedition complex with the 7K-LOK and LK for the Moon flyby and landing was prepared for a fifth launch, using a modified N1 rocket in August 1974. If this mission and the next had been successful, it would have led to the decision to launch up to five Soviet crewed N1-L3 expeditions in 1976–1980. To gain technical and scientific interest in the program, the modified multi-launched N1F-L3M missions were planned to have significantly more time on the Moon’s surface than Apollo.

However, N1-L3 (as well as N1F-L3M) program was canceled in May 1974, and Soviet crewed space efforts subsequently concentrated on the development of space stations and on several designs and ground preparatory processes for a Mars mission, which continues to the present day, but has unclear objectives.[6]

A Moon base, Zvezda, that was proposed later, developed mockups of expedition vehicles[7] and surface modules,[8] and “Vulkan-LEK” project were not adopted for economic reasons. As some recompense and as a replacement for the crewed landing program, the Soviets fulfilled a program of automated delivery of lunar soil and Lunokhod automated Moon rovers.

The launch pad and MIK of N1 were redesigned for the Energia-Buran shuttle program. Five LKs and three LOKs remain, at least, with some kept in the designer’s and producer’s company museums. Nearly 150 engines produced for first stages of N1F were kept by the manufacturer (Kuznetsov Design Bureau), then sold for use on other launchers beginning around 2000.

Complimenti per le bellissime tavole!

Perché ben 17 orbite prime della TLI?

Grazie Peppe. Nella fase 1 della quarta tavola del primo post cos’è l’oggetto espulso indicato da una freccia gialla?

Quindi era previsto che solo 1 astronauta scendesse sulla Luna! E doveva raggiungere il modulo di discesa con una passeggiata spaziale.
Un eroe solitario.

Approccio molto spartano,ma poteva funzionare.
Alla luce di ciò si spiega l’esercizio effettuato durante le missioni Soyuz 4 e 5.

Sojuz 4 era una parte della missione congiunta svoltasi quale volo di coppia con la Sojuz 5. Entrambe le navicelle spaziali sovietiche si trovavano contemporaneamente nell'orbita terrestre ed erano equipaggiate da quattro cosmonauti in totale.

Le due navicelle spaziali si agganciarono il 16 gennaio 1969. Fu la prima volta nella storia dell’esplorazione spaziale umana che una manovra di aggancio di due navicelle spaziali equipaggiate riuscì. Entrambe le capsule erano collegate sia per la strumentazione elettronica come pure per quella meccanica, ma non erano dotate di un tunnel di collegamento per consentire il passaggio diretto dei cosmonauti da una navicella verso l’altra. Mentre Aleksej Stanislavovič Eliseev ed Evgenij Vasil’evič Chrunov stavano per indossare le loro tute spaziali per eseguire il passaggio di capsula lasciando la loro navicella attraverso un’attività extraveicolare, venne azzerata la pressione dal modulo orbitale della Sojuz 4 per consentire l’entrata dei due cosmonauti ed ovviare alla mancanza dell’airlock, del quale le capsule Sojuz non erano dotate. Dopo circa un’ora, Šatalov poté dare il benvenuto ai due cosmonauti che ora si trovavano a bordo della Sojuz 4. In questo periodo, la pressione interna nel modulo orbitale era stata riportata al livello abituale.

Le due capsule rimasero agganciate per 4 ore e 35 minuti, dopodiché si staccarono per effettuare separatamente il rientro in atmosfera e l’atterraggio.

L’obbiettivo della missione era stato centrato. Infatti fu la dimostrazione che le singoli fasi necessarie per effettuare il programma lunare sovietico potevano essere realizzate. La programmazione sovietica infatti prevedeva che un singolo cosmonauta passasse dal modulo orbitale verso il modulo di allunaggio e viceversa, esclusivamente tramite attività extraveicolare. La navicella sovietica infatti, al contrario delle capsule dell’Apollo americane, non erano dotate di un tunnel di collegamento tra modulo di comando e modulo lunare.

Interessante la presenza di un secondo LK in caso quello principale non avesse funzionato.
Non lo aveva mai saputo.
Se non avessero subito tutti quegli incidenti tecnici con conseguenti ritardi i Russi avrebbero certamente tentato il colpaccio da un qualche mese a qualche settimana prima di Apollo 11, e certamente non potevano rischiare di avere un Cosmonauta bloccato sulla luna.