La Swarm Technologies è nei guai con la FCC

L’avvenuto lancio dei quattro microsatelliti SpaceBEE, in spregio al diniego dell’autorizzazione da parte della FCC, potrebbe comportare per gli Stati Uniti non solo un problema interno (il contrasto tra gli uffici federali preposti al rilascio delle licenze di lancio/trasmissione, e la pervicace iniziativa dell’azienda statunitense Swarm di procedere in ogni caso, da un sito di lancio e con un vettore indiano), ma addirittura al rischio di un’accusa di infrazione all’Outer Space Treaty del 1967.
L’art. VI del trattato, infatti, prevede esplicitamente che le attività condotte dai soggetti giuridici appartenenti ad uno Stato firmatario "are carried out in conformity with the provisions set forth in the present Treaty.”
Gli Stati Uniti adempiono a questo incombente proprio attraverso il sistema federale di licenze e autorizzazioni governative.
Licenza che, nel caso di specie, è stata negata per le dimensioni oltremodo ridotte dei microsatelliti, tali da non poter essere utilmente tracciati e monitorati.
Ora, l’apparente incapacità di garantire il rispetto del sistema di licenze potrebbe esporre il governo degli Stati Uniti alla possibile apertura di un procedimento di infringement del trattato.
La reazione iniziale della FCC, come citato nell’articolo, è stata l’immediata revoca delle licenze in precedenze accordate all’azienda per il lancio di cubesat di dimensioni tradizionali.
L’episodio ha innescato un dibattito - all’interno dei cultori del diritto statunitense e della FCC stessa - in merito alla sostenibilità delle attuali normative, varate ormai decenni fa, e che cominciano a sentire il peso del tempo.
Sono stati infatti sollevati dubbi in merito ai costi delle domande di rilascio delle licenze (ben 500.000 dollari cadauna nel caso della FCC, ammontare giustificato nel caso del lancio di satelliti del valore di centinaia di milioni di dollari, molto meno appropriato laddove il lancio concerna cubesats di valore proporzionalmente molto più ridotto).
Analogo discorso può farsi con riferimento alla linea guida inerente la “regola dei 25 anni”, in base alla quale i satelliti dovrebbero rientrare naturalmente ed in sicurezza nell’atmosfera terrestre entro 25 anni dal completamento della loro missione. Questa regola aveva una sua indubbia ragione d’essere quando i lanci annuali si contavano sulle dita di una mano; oggigiorno, con centinaia di satelliti portati in orbita annualmente, ci si chiede se ci si può permettere l’accumulo in orbita - anno dopo anno - di migliaia e poi decine di migliaia di satelliti non operativi, attendendone il rientro a distanza dei “canonici” 25 anni.
Da ultimo, il progresso tecnologico farà sì che sempre più satelliti saranno in grado di operare con dimensioni pari a quelle degli SpaceBEE, inferiori ai cubesats: da qui l’esigenza di escogitare dei rimedi che ne aumentino la visibilità in banda radar o ottica, al fine di permetterne il lancio. Sotto questo aspetto, sono state avanzate proposte di dotare questi microsatelliti di speciali beacon, o di dipingerli con vernici e colori estremamente brillanti.

Il 26 marzo, il Chairman della FCC Ajit Pai ha rilasciato sul blog ufficiale dell’ente una esplicita ammissione in merito alla inadeguatezza delle attuali normative alla gestione dei “small satellites”.

"…we also want to advance next-generation satellite technologies. Smaller, less expensive satellites with short-duration missions—often known as “small satellites”—are being developed and launched into space in increasing numbers. More satellites mean more regulatory reviews. Hence the problem: our current regulations weren’t designed with these smaller satellites in mind.

Da qui la proposta di Ajit Pai di snellire le procedure di autorizzazione per determinate classi di microsatelliti: laddove questi rispettino infatti determinate caratteristiche (per esempio una breve vita orbitale) potranno accedere ad una nuova più snella procedura - in corso di definitiva approvazione - dai requisiti meno stringenti, pur nel rispetto dei principi fondamentali dell’utilizzo efficiente dello spettro elettromagnetico, e della riduzione dei detriti orbitali.

Attendendo di conoscere quali modifiche verranno apportate alla normativa statunitense, indico le fonti per gli interessati:

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