Falcon 1 (Flight 1) - FalconSat-2

La domanda che Maxi ha postato sul thread relativo allo spazioporto di Omelek mi spinge a crearne un altro sul primo volo del Falcon 1, in cui raccogliere immagini e info storiche.

Posso chiedere ad un admin di spostare qui i post con i video? Grazie!

Ovviamente su questo forum se n’è parlato, praticamente fin dalle origini, se è vero che questo “luogo” è nato il 24 novembre del 2005. Ebbene, due giorni dopo si era già nell’imminenza del lancio:

[26/11/2005] Falcon 1 - In partenza sabato sera (21 GMT)

e di un rinvio:

[27/11/2005] Falcon 1 - Lancio rinviato

A rigore, non era il primo. Elon Musk aveva fondato Space Exploration Technologies (SpaceX) a El Segundo (California) nel giugno 2002 e aveva iniziato a costruire il Falcon nel 2003, con la speranza di lanciarlo all’inizio del 2004. Un mockup era stato rivelato al pubblico nel dicembre del 2003, e parcheggiato a Washington davanti alla sede della FAA e del the National Air and Space Museum.

In quell’occasione Musk aveva presentato la sua rivoluzione dei prezzi nel campo dei lanciatori (un Falcon 1 costava 6 milioni di dollari) e annunciato il Falcon 5 (con 5 motori Merlin), destinato a sostituire la prima idea di Falcon Heavy (3 core di Falcon 1 connessi). Il Falcon 5 sarebbe costato 12 milioni.


Galleria completa: http://www.thespacereview.com/gallery/3

L’evento fu raccontato da Jeff Foust: http://www.thespacereview.com/article/70/1 (copia archiviata)

Il primo Falcon 1 fu comunque completato nel 2004 e nell’ottobre di quell’anno eretto sul pad 3W di Vandenberg, anche se il Merlin non era ancora ultimato.


Credit SpaceX


Credit SpaceX

Il motore fu integrato in aprile e il 27 maggio 2005 si svolse a Vandenberg il primo test di accensione di 5 secondi. Musk avrebbe lanciato subito, ma l’indisponibilità del pad lo costrinse a emigrare a Omelek (di cui si parla in altro thread).

Il trasferimento e l’allestimento della nuova base di lancio richiese qualche mese e pertanto si arrivò a programmare il volo per il 25 novembre, come ci informava il nostro Fondatore nel topic n° 17, sopra linkato.

In quella occasione, però, i tecnici di SpaceX furono costretti a uno scrub, a causa di una valvola che, mal regolata, provocò lo svuotamento delle riserve di ossigeno liquido presenti nell’isoletta. Un nuovo tentativo fu fissato per il 19 dicembre, ma ancora una volta l’attesa dei nostri forumisti fu frustrata:

[19/12/2005] Falcon 1 - nuovo rinvio…


Credit SpaceX

Il lancio fu sospeso per i venti ad alta quota, e poi, durante lo svuotamento del razzo dai propellenti, un serbatoio fu danneggiato, come spiega l’articolo di SpaceFlightNow dell’epoca: https://spaceflightnow.com/falcon/f1/051219damage.html (copia archiviata)

Le cause dell’incidente sono spiegate in un comunicato di SpaceX del 10 gennaio 2006, postato da Marco:

11/01/2006 - Nuova data di lancio per Falcon 1

Merita la lettura :stuck_out_tongue: (specialmente nella parte finale dove giustificano, con vari esempi “storici”, la frequenza degli scrub). Nello stesso comunicato si fissa una nuova data di lancio all’8 febbraio. Ma poi fu scoperta una perdita del secondo stadio che dovette essere sostituito. Visto che con l’incidente precedente si era già sostituito il primo, di fatto, il primo (breve) volo del Falcon 1 fu compiuto il 24 marzo 2006 dal secondo veicolo costruito.

Ed ecco i post di FAit sull’evento:

[24/03/2006] Lancio di Falcon 1 fallito!


Credit SpaceX

Qui è già visibile l’incendio a T+25, che porterà dopo pochi secondi allo spegnimento automatico del motore e al precipitare del veicolo nell’oceano.


Credit SpaceX

I dettagli sono forniti dall’articolo di SpaceFlightNow che pubblica estratti di un post di Musk.
https://spaceflightnow.com/falcon/f1/060325leak.html (copia archiviata)

Altro intervento sull’incidente.

[27/03/2006] Falcon-1 Fallisce il lancio

Allego il presskit originale diffuso da SpaceX


Flight 001 - Falcon 1 Flight 1 (F1-001).pdf (1.38 MB)

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Il giorno dopo il lancio (25 marzo 2006), un comunicato di Elon Musk fu pubblicato sul blog sul quale suo fratello Kimbal ha raccontato le vicende di SpaceX tra 2005 e 2009 (e che è ancora online). Il post, a cui fecero riferimento tutti gli articoli dell’epoca, è questo: http://kwajrockets.blogspot.it/2006/03/post-launch-analysis.html (copia archiviata). Non ho idea se il comunicato fosse pubblicato anche sul sito di SpaceX (che esisteva dal 2002).

Ovviamente dopo poche ore dall’incidente, le informazioni disponibili erano relativamente poche. Comunque, siccome si tratta di un “documento” e può essere interessante vedere come Elon gestiva queste difficili circostanze, eccone una traduzione rapida.

Analisi preliminare dell’incidente

La buona notizia è che tutti i sistemi del veicolo, tra cui il motore principale, il controllo della spinta, le strutture, l’avionica, il software, gli algoritmi di guida, ecc., hanno funzionato perfettamente. La traiettoria del Falcon, durante il volo a propulso, era entro i 0,2 gradi nominali.

Tuttavia, a T+25 secondi, una perdita di carburante di origine attualmente sconosciuta ha causato un incendio intorno alla parte superiore del motore principale che ha interrotto il sistema pressurizzato dell’elio del primo stadio. Nelle immagini ad alta risoluzione, il fuoco è chiaramente visibile pochi secondi dopo il decollo. Appena la pressione è scesa al di sotto del valore critico, il meccanismo di sicurezza delle pre-valvole le ha chiuse, arrestando il motore principale a T+29 secondi.

Non sembra che l’isolamento del primo stadio abbia avuto un ruolo negativo, né che vi siano altre anomalie del veicolo riscontrabili a partire dalla telemetria o dalle immagini. Il Falcon si è comportato perfettamente su tutti i fronti fino a quando l’incendio ha compromesso il sistema pneumatico del primo stadio.

Il nostro piano a questo punto è quello di analizzare dati e detriti per essere certi che la nostra analisi preliminare sia corretta e quindi isolare e risolvere tutte le possibili cause della perdita di carburante. Inoltre, faremo una revisione completa dei sistemi del veicolo per eliminare qualsiasi altro potenziale problema.

Non sono in grado di prevedere esattamente quando si svolgerà il prossimo volo, poiché ciò dipenderà dai risultati dell’indagine e dal fatto che il nostro prossimo cliente sia certo che saranno state prese tutte le misure ragionevoli per garantire l’affidabilità della missione. Tuttavia, mi auguro che il prossimo lancio avvenga in meno di sei mesi [In realtà il secondo tentativo fu effettuato dopo quasi un anno, il 21 marzo 2007].

Vale forse la pena di notare che anche quelle che oggi sono le compagnie di lancio di successo hanno incontrato i loro inciampi lungo la strada. Un amico mi ha scritto per ricordarmi che solo 5 dei primi 9 lanci del Pegasus hanno avuto successo; per Ariane i fallimenti sono stati 3 su 5; 9 su 20 per Atlas; 9 su 21 per Soyuz; e 9 su 18 per il Proton [non trovo un riscontro esatto per tutte queste cifre, anche perché non è chiaro a quali versioni dei lanciatori si faccia riferimento]. Avendo provato in prima persona quanto sia difficile raggiungere l’orbita, ho un grande rispetto per coloro che hanno perseverato nel produrre i veicoli che oggi sono i pilastri dell’accesso dello spazio.

Mi incoraggia e mi rende grato il fatto che i clienti del nostro lancio abbiano avuto il tempo per chiamarci ed esprimere il loro sostegno a SpaceX, quando la loro reazione avrebbe potuto facilmente essere di ben altra natura. Saremo al loro fianco come loro sono stati al nostro. SpaceX è ben determinata e, qualunque cosa succeda, porteremo a termine in nostro lavoro.

Dato che SpaceX è una società che crede nella massima divulgazione (entro i confini dei dati proprietari e delle restrizioni ITAR [la sigla sta per “International Traffic in Arms Regulations”: negli USA i razzi sono considerati materia di interesse militare]), cercherò di postare quante più informazioni mi sarà possibile su questo tentativo di lancio nelle prossime settimane.

Elon

Grazie per il reminder, Rob. Il titolo della tua cronistoria potrebbe essere: “chi la dura, la vince”

Come tradurreste B-nut?

Qualche giorno dopo l’incidente del 24 marzo, ancora prima che fossero recuperati tutti i rottami del razzo, cominciarono ad emergere ipotesi sulle cause dell’incidente. L’analisi si concentrò attorno ad un B-nut, un connettore che fissava un condotto del propellente.

Era stata avviata un’indagine ufficiale, condotta da DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency), l’ente governativo proprietario del satellite FalconSat-2 (di cui dobbiamo ancora parlare), ma Elon Musk, secondo uno stile che avrebbe adottato anche in seguito (ricordiamoci di quanto ha “straparlato” dopo l’esplosione di AMOS-6) non ebbe nessun riserbo a diffondere le sue teorie sulla dinamica.

Intervenendo il 5 aprile 2006 al National Space Symposium di Colorado Springs, Elon dichiarò che la causa del problema stava in “un errore nelle operazioni compiute sul pad il giorno prima del lancio”. I tecnici avrebbero dimenticato di stringere un giunto (b-nut) che era stato allentato per permettere altri lavori sull’avionica. Di conseguenza, il connettore stava perdendo propellente già quattro minuti prima del liftoff e se i flight controller avessero avuto sui loro monitor i dati giusti, avrebbero potuto rendersene conto. La perdita avrebbe poi causato l’incendio che avrebbe danneggiato il sistema dell’elio (citato nel precedente comunicato), inducendo lo spegnimento di sicurezza del motore.

Con molta disinvoltura Musk disse che non voleva anticipare i risultati dell’indagine, ma arrivò persino ad indicare il responsabile “in uno dei nostri pad technicians più esperti”, ossia il capo della squadra che aveva operato sul Falcon il giorno prima del lancio.

Musk non lo nominò, ma costui, Jeremy Hollman, uno dei primi progettisti di SpaceX, assunto sin dal 2002, si riconobbe in quelle parole e andò su tutte le furie, finendo con il licenziarsi (l’episodio è raccontato in Ashlee Vance, Elon Musk, trad. italiana Hoepli, Milano 2017).

Musk ebbe anche il coraggio di dichiarare che considerava il lancio del Falcon 1 come un “parziale successo” :astonished: perché l’obiettivo principale della missione non era quello di mettere in orbita il satellite da 700.000 dollari :point_up: ma di ottenere dati di volo sul razzo e mostrare che avrebbe potuto essere preparato per il lancio in un un paio d’ore o meno. “Ovviamente - concluse - non possiamo dire che sia stato un successo completo, sarebbe ridicolo, ma non possiamo nemmeno dire che sia stato un completo fallimento, sarebbe altrettanto impreciso”.

Altre info in quest’articolo: https://www.space.com/2257-pad-processing-error-doomed-falcon-1.html (copia archiviata)

La commissione di inchiesta DARPA pubblicò i suoi risultati qualche mese dopo, il 18 luglio 2006. Non sono riuscito a trovare il testo del rapporto, ma un nuovo articolo di space.com ne riporta il passo chiave.

La commissione ha stabilito che l’unica causa plausibile dell’incendio è stato il cedimento di un B-nut in alluminio posto all’ingresso del trasduttore di pressione della pompa del carburante, dovuto a corrosione intergranulare. […] Ciò ha causato una perdita di propellente sul motore e all’esterno della camera di combustione. Una volta acceso il motore, il carburante fuoriuscito ha preso fuoco. Il fuoco, nel tempo, ha provocato una perdita di pressione, causando la chiusura delle pre-valvole dell’RP-1 e dell’ossigeno liquido e interrompendo la spinta del motore 34 secondi dopo l’accensione.”

Cfr: https://www.space.com/2643-falcon-1-failure-traced-busted-nut.html (copia archivata)

Musk accettò i risultati dell’inchiesta (anche perché, nel frattempo si erano recuperati i rottami). Era troppo tardi, ma il povero Hollman veniva completamente scagionato. Era stata probabilmente la forte umidità salmastra di Omelek a corrodere il b-nut di alluminio. La contromisura presa per evitare il ripetersi di simili incidenti fu la sostituzione dei b-nut in alluminio con pezzi in acciao inox che, tra l’altro, risultarono più economici.

Bocchettone raccordo autocartellante (secondo SAE, Society of Automotive Engineers).

In alternativa bocchettone autocartellante.

http://www.enalt.it/pdf/cdz/componenti/Raccordi_Autocartellanti_per_R-410a_R-32.pdf

PS: grazie robmastri per l’aggiornamento

nel senso di autolesionista? :stuck_out_tongue_winking_eye:

:stuck_out_tongue_winking_eye:

P.S. una cartella è una flangia, per intenderci quella specie di “cono” che viene fatto sui tubi di rame degli split.

E’ incredibile come le foto sul web, anche solo 12 anni fa, fossero dei francobolli. Queste sono le migliori immagini di questo volo che sono riuscito a trovare. Credit SpaceX / Thom Rogers


Non è esattamente lo stesso lancio, ma rimane una tappa storica legata al racconto di @robmastri. 10 anni fa come oggi, SpaceX coglieva il suo primissimo success.

E in occasione dell’evento SpaceX ha deciso di rimettere in sesto l’ultimo booster di Falcon1 più un motore Merlin 1C (non è rimasto altro) e posizionarlo di fronte al Falcon9 in esposizione alla sede di Hawthorne.
Le foto sono sotto copyright, perciò non le inserisco qui, ma si vedono nell’articolo di Teslarati, che fa anche notare l’incredibile differenza di dimensioni. Mi ha fatto sorridere la frase “I fairing dell’attuale famiglia di Falcon non sono alti a sufficienza per ospitarlo, ma un Falcon Heavy potrebbe facilmente portare in LEO un Falcon1 e poi recuperare i suoi tre booster”. :grinning_face_with_smiling_eyes: