STS-123 FD12

E’ stata eseguita oggi l’ultima, fondamentale, ispezione allo scudo termico dello Shuttle prima di approvarlo definitivamente per il rientro.
La procedura è un po’ anomala perchè solitamente si esegue il giorno prima del rientro e una volta partiti dalla ISS ma in questa occasione, dovendo lasciare l’OBSS agganciato alla ISS per la successiva missione, che non potrà portarlo a bordo per gli ingombri di Kibo, è stato necessario anticipare l’operazione per eseguire domani la quinta EVA e procedere con il fissaggio e la messa in sicurezza del braccio ausiliario sulla ISS.
La procedura era piuttosto complicata per gli ingombri del Canadarm+OBSS e della vicinanza con molte parti della ISS.
Al termine dell’ispezione i team a terra come di consueto hanno iniziato l’analisi dei dati, che durerà circa 34h. Il braccio sarà però spostato a circa 24h dall’inizio dell’ispezione, quando l’analisi delle immagini sarà a circa l’80% del totale e il 95% delle zone critiche.
Fino ad ora comunque, ad una prima veloce analisi non sembra esserci nessun sintomo di anomalia.

All’interno della ISS invece si è ripreso con i lavori schedulati in precedenza per il post-missione e oggi è stata la volta degli spostamenti di due rack da Destiny al Columbus, in particolare Express Rack #3, un rack per piccoli esperimenti isolato attivamente dalle vibrazioni e il Microgravity Science Glovebox che ha raggiunto la sua postazione definitiva.

Continuano anche i test sul braccio 2 di Dextre che non sembra funzionare a dovere, dopo l’ispezione nell’ultima EVA, avvenuta senza grossi risultati si sono eseguiti altri test. Innanzitutto si è provato ad utilizzare la seconda linea di alimentazione del punto cui è ancorato sul Destiny anzichè la prima.
In questo modo il braccio sembra funzionare fisicamente ma non sembra riconoscere la posizione in cui è. Ci sono ulteriori test per cercare di capire dove, all’interno del giunto, risieda il problema ma questi non possono essere eseguiti fino a quando non si risolve il problema software che porta al messaggio di errore “unknown position”.
Si attende quindi una patch per il programma di gestione che risolva almeno questo problema e poi si inizieranno i test sul giunto che non risponde esattamente ai comandi.
La procedura non intaccherà la missione in quanto Dextre per ora non serve più e si eseguirà nel corso delle prossime settimane.

In serata sono iniziate le procedure per la preparazione della EVA di domani che oltre al posizionamento dell’OBSS sulla ISS prevede anche un’ispezione al SARJ danneggiato ma non l’installazione del cuscinetto sostitutivo a quello rimosso, per ispezioni tempo fà, ritentando l’aggancio delle due piattaforme di MISSE-6 sul Columbus con una procedura rivista e approfondita nel caso si rilevasse nuovamente il problema incontrato in precedenza.

La EVA sarà eseguita da Robert Behnken e Michael Foreman e per quanto riguarda l’OBSS prevede l’aggancio del braccio all’Orbital Support Equipment (OSE) sull’S1 e il collegamento del keep-alive umbilical (KAU) per l’alimentazione, durante la permanenza, sulla ISS.
L’OSE necessario era stato installato la scorsa estate durante STS-118.
Durante l’attività bisognerà fare particolare attenzione al cronometro per non lasciare scollegato dall’alimentazione l’OBSS per lunghi periodi.
Attualmente il tempo previsto fra lo sgancio dal SRMS e l’attivazione del KAU e di 1 ora e 45min, il che lascerebbe un piccolo margine di sicurezza per eventuali contrattempi. Per aumentare i margini prima della disconnessione il braccio verrà preriscaldato dal SRMS e gli astronauti applicheranno una coperta termica nei punti sensibili se necessario.
L’OBSS sarà poi agganciato manualmente al S1 per la permanenza in orbita.
La coperta termica se non venisse installata all’inizio dell’attività sarà comunque utilizzata dopo l’aggancio per venir lasciata sul braccio come protezione da MMOD (micro-meteoroid orbital debris).

Una questione tecnica sul rientro dello Shuttle: qual’è il motivo tecnico per cui è stato scelto un derorbiting “aggressivo” con rientro nell’alta atmosfera a Mach 25, piuttosto che un rientro più “morbido” diluito in 2-3 orbite di aerobracking?

Un saluto
Quaoar

Uhmm non credo sia possibile una manovra di questo genere con lo shuttle, serve molta superficie esposta (o buona portanza) e relativamente poca massa… lo shuttle da questo punto di vista è un mattone…
L’aerobracking credo tu lo possa fare se hai un’alta velocità iniziale oppure una grande portanza in regime ipersonico… lo shuttle non ha nessuna delle due caratteristiche, per cui una volta incontrati i primi strati di atmosfera comincia a venire giù molto rapidamente (ma molto meno rapidamente di una capsula) a causa della infima portanza che possiede, il resto è fisica orbitale, o forse sarebbe meglio dire fisica “deorbitale”.
Per compiere diverse orbite rientrando devi avere un’ottimo profilo aerodinamico, facendo in modo di perdere meno velocità possibile nel tragitto (meno resistenza), ma per rientrare da un’orbita in qualche modo la velocità bisogna perderla, inoltre mano a mano che si scende la velocità diminuisce perchè aumenta la densità atmosferica, ed è un processo a catena che ti porta al rientro obbligatorio se non hai profili molto ma molto più esasperati e ottimizzati dello shuttle.