Failure is not an option, Gene Kranz

Salve,
qualcuno ha letto questo libro? Mi potete dire se ne vale la pena? Su internet non sono riuscito a trovare una versione in italiano, se mi confermate che non esiste non penso che lo prenderò. Il mio inglese è ancora troppo scarso per rendermi piacevole un libro interamente in inglese… :frowning:

ps.: nel film Apollo13 l’attore che fa Kranz ad un certo punto esclama: il fallimento non è contemplato! Una citazione certamente :smiley:

E’ stato il primo libro in assoluto che ho letto in lingua inglese, e devo dire che non me ne sono affatto pentito.
Una storia epica vissuta dal didentro, e raccontata con l’orgoglio di Gene Krantz.
E no, non esiste una versione in italiano. :frowning:

Ne vale veramente la pena! Io l’ho letto ed è semplicemente fantastico! La versione italiana non esiste!

Non è una semplice citazione! Quella è una frase storica, da cui deriva il libro in questione! Il suo autore infatti fu proprio Gene Kranz, il mitico direttore di volo (che controllava la squadra “bianca” o “white team”) del centro di controllo di Houston all’epoca dell’Apollo!
Quella storica frase, fu pronunciata proprio da Kranz, in occasione dello sfortunato volo di Apollo 13, quando, a causa dell’esplosione del serbatoio criogenico n°2 dell’ossigeno liquido nel modulo di servizio, si reputava possibile la perdita dell’equipaggio:

Non abbiamo mai perso un americano nello spazio e non cominceremo ora che sono qua io! Il fallimento non è contemplato!

A differenza di quanto in tanti credono, Gene Kranz non fu il solo direttore di volo del programma Apollo! Egli fu solo uno dei più importanti! Il controllo missione di un volo Apollo, era alternato da 4 squadre con turni di 8 ore ciascuna. C’era la squadra bianca di Gene Kranz (di cui facevano parte: Sy Liebergot, George Bliss e tanti altri), la squadra nera di Glynn Lunney, la squadra oro di Gerald Griffin e quella marrone di Milt Winder (di cui faceva parte il leggendario EECOM John Aaron).

Nel film Apollo 13, viene mostrato erroneamente che la situazione di tutto il volo era controllata dal team di Gene Kranz. Nella realtà, la sua squadra si alternò poco ai quadri di controllo durante quella missione. Infatti, essi furono i progettisti del piano di contingenza, che salvò poi l’equipaggio! Poco dopo il disastro (avvenuto proprio durante il turno di Kranz), essi si ritirarono in un’apposita sala per eleaborare le manovre di salvataggio, il risparmio energetico necessario e le procedure alternative per la riattivazione di Odissea (il modulo di comando di Apollo 13).

Vale certamente la pena. Il libro descrive i voli spaziali dell’epoca d’oro dell’astronautica americana (Mercury, Gemini, Apollo) dal punto di vista dei controllori di volo. E` complementare ad altri in cui i protagonisti sono invece gli astronauti o gli scienziati.

Confermo che non esiste un’edizione italiana.

Paolo Amoroso

Varrebbe la pena di controllare. Dal libro ho avuto l’impressione che la frase “failure is not an option”, inserita per la prima volta nella sceneggiatura del film Apollo 13, non sia mai stata pronunciata da Kranz, che l’ha però adottata a posteriori come motto personale.

La scelta delle vicende narrate dal film Apollo 13 a proposito dei team di controllori di volo è più complessa e viene raccontata dal direttore di volo Gerry Griffin, consulente del film, nel libro Apollo Moon Missions - The Unsung Heroes.

Gli sceneggiatori erano consapevoli dell’alternanza di diversi team durante la missione. Spiegarono però a Griffin che non avrebbero avuto la possibilità di sviluppare adeguatamente i numerosi personaggi nella durata limitata del film, decidendo dunque di “comprimerli” nell’unico team di Kranz. Chiesero anche a Griffin se questa decisione lo contrariasse, ricevendo la sua piena comprensione e approvazione per questa scelta narrativa.

Paolo Amoroso

Tutte le fonti disponibili sono un po’ vaghe sull’argomento, perchè si tratta di una di quelle frasi pronunciate lontano dalla sala conferenza della NASA e riportata come avvenuta dalle voci di corridoio! Io credo che sia stata pronunciata veramente! Kranz non mi pare il tipo che si avvale di frasi pronunciate da altri!

La mia è una critica sulla distorsione teorica della realtà, non alla sceneggiatura di per se stessa! La scelta degli autori è secondo il mio punto di vista comprensibilissima! D’altronde se si vuole rendere fluida una storia già lunga e complessa nel suo insieme, l’aggiunta di 1000 comparse non è consigliata, o meglio contemplata! :stuck_out_tongue_winking_eye:

Grazie delle risposte, ci penserò su :wink:

Ho fatto una ricerca sul forum, e questo è l’unico post che ho trovato su questo libro. Sinceramente, per me il libro andrebbe spostato tra gli indispensabili.

Ho approfittato delle vacanze natalizie per finirlo, e devo dire che l’ho trovato il miglior libro che ho letto finora sul periodo Mercury-Apollo.

Probabilmente il mio giudizio è influenzato dal mio lavoro, in quanto Kranz in questo libro descrive esattamente come è nato il mio lavoro, e come hanno inventato quasi dal nulla quello che oggi chiamiamo “ops engineering”, ovvero la preparazione di tutti i prodotti e la documentazione che poi vengono usati dai flight controllers durante il loro turno in console.

Io credo che il valore di questo libro sia unico perchè mostra davvero come sono andate queste missioni storiche. Quasi tutti gli altri libri sono scritti da ex-astronauti, i quali non avevano visione di tutto quello che succedeva a terra e al loro veicolo. In questo libro invece si vede davvero come si svolgono le missioni spaziali. In ogni missione, seppur completata con successo, avvenivano molte anomalie, alcune anche piuttosto gravi. E le missioni stesse si potevano concludere con successo grazie alla straordinaria risposta dei controllori di volo e degli ingegneri che li supportavano dalle back room.

E questo è esattamente quello che succede al giorno d’oggi con la ISS anche se, non avendo fasi di missione così rapide (come un lancio o un allunaggio), noi possiamo permetterci tempi di risposta un poco più rilassati :slight_smile:

In definitiva, lo metterei tra i primi libri che non possono mancare nella libreria di un appassionato.

E lo aggiungerei anche come lettura obbligatoria nei corsi di certificazione di chi deve lavorare in missioni spaziali. Purtroppo infatti molti dei problemi che ho letto in questo libro si ripetono pari pari al gionro d’oggi, nonostante 50 e più anni di esperienza. Forse se tutti quelli che lavorano nel campo lo avessero letto, si potrebbero aggiungere queste cose tra le “lessons learned” e correggere i problemi…

Prova ad appendere alle pareti del tuo ufficio un grande poster con le copertine di questo e altri libri che ritieni indispensabili per questo lavoro, con la scritta “Puoi parlare con me solo dopo avere letto questi”.

non sapevo dell’esistenza di questo libro, ma sono appena andato su amazon.it e mi sono fatto il regalo completo per Natale aggiungendoci “Apollo 13” di Jim Lovell.

mo’ aspettiamo… :smile:

Nel programma “mythbusters” in onda sui canali Discovery, ogni tanto inquadrano i due protagonisti principali nella loro officina e sullo sfondo si vede un cartello che cita la famosa frase, che da loro e’ pero’ stata modificata con l’aggiunta della parola “always”.
In questo modo risulta “failure is -always- an option” :stuck_out_tongue_winking_eye: simpatici :ok_hand:

Dimenticavo: quali sono gli altri libri fondamentali da leggere per chi si occupa di operations engineering?

La cosa simpatica è che uno dei trainers di COL-CC durante il corso che ho seguito io ha detto nella sua prima lezione che questo libro era un must… e io l’ho subito ordnato su Amazon, ma è finito in coda nella lista ed è passato qualche anno prima che toccasse a lui. :slight_smile:

Lasciami indovinare quale libro hai letto prima di quello consigliato dal tuo istruttore…

Non c’erano solo libri “spaziali” in lista :wink:

Ad ogni modo, giusto per la statistica, per quel che mi riguarda in cima a tutto c’è RR, poi viene “Failure is not an option”. :sunglasses:

Finalmente, da quando Amazon Kindle è presente in Italia, la versione ebook costa meno della versione cartacea.
Non so se è più o meno del corrispettivo in dollari, non ho voglia di controllare.

Semplicemente mi ero rifiutato di acquistarlo fino a che la versione elettronica fosse stata prezzata PIU’ di quella cartacea, un’aberrazione che nessun algoritmo di prezzo può giustificare (tant’è vero che Amazon scaricava la colpa sull’editore).

Ora è finalmente in lista :slight_smile:

(Anticipo che sto parlando di operations engineering di missioni manned, di cui mi occupo io)

In assoluto direi che questo è il top. Kranz racconta di come hanno inventato le procedure, le mission rules (che su ISS si chiamano Flight Rules). Poi parla dei rapporti problematici tra gli operatori e gli ingegneri (intesi come i progettatori), dei problemi con i sub-contractors che non volevano passare tutte le informazioni alle mission operations, e molto altro: tutte cose che putroppo non sono state assimilate come lessons learned (per lo meno non da ESA) e quindi si ripetono pari pari al giorno d’oggi…

Al secondo posto io metterei Dragonfly, visto che parla delle prime esperienze in missioni di lunga durata e del rapporto tra russi e americani. Potremmo dire che dalle ceneri di quello che viene descritto in Dragonfly è nata la ISS.

Poi vengono tutti gli altri, che io leggo (al di là che “per passione”) anche per capire il modo di pensare degli astronauti. Direi di più: i un certo modo ho scelto di posticipare la lettura di “Failure is not an Option” perchè volevo prima apprendere la storia dei primi anni spaziali attraverso gli occhi degli astronauti, per poi leggere come andò “davvero” attraverso il racconto di chi non era al centro dei riflettori ma probabilmente aveva più influenza sugli eventi.

PS: non ho messo nella lista RR di proposito, che considero un bellissimo libro (anzi, sicuramente tra i migliori) ma che ha meno interesse per me dal punto di vista “lavorativo”.

Certamente “Lost moon” di Jim Lovell, disponibile anche in edizione italiana è una citazione banale - l’avrete già tutti quanti - ma è sempre una bella lettura. A memoria so di un libro di Guenther Wendt, il famoso “pad fuhrer”, dove mi sembra parli addirittura di tentate interferenze di navi picchetto radar russe con il lancio di Apollo 11, ma non so di più.

:flushed: … e qua ti sbagli, non ho nemmeno la versione inglese, figuriamoci quella italiana che è introvabile …