"Off nominal landing" per Soyuz TMA-11, equipaggio in buone condizioni

Il viaggio di rientro per la Exp.16 di ritorno dalla ISS dopo un soggiorno di 6 mesi, insieme alla prima astronauta Sud Coreana Yi So Yeon, è iniziato questa mattina presto, due ore circa prima dell’atterraggio previsto nella steppa Kazaka.
Prima della chiusura dei portelli ci sono stati i rituali ringraziamenti dall’equipaggio al MCC e viceversa per il lavoro svolto durante la permanenza, questa volta veramente incredibile che ha visto negli ultimi 6 mesi aumentare sensibilmente il volume pressurizzato della ISS, con l’aggiunta di Harmony, Columbus, il JLP di Kibo e infine ATV.
Peggy Whitson durante la missione è diventata l’astronauta Americana con maggiore esperienza nello spazio, 377 giorni frutto di ben due missioni di lunga durata sulla ISS battendo il precedente record di Mike Foale, fermo a 374 giorni.
L’undocking è quindi avvenuto alle 7:06:30, ora italiana, lasciando sulla ISS Sergei Volkov, Oleg Kononenko e Garrett Reisman.
Con Malenchenko ai comandi della Soyuz e la Whitson sul sedile sinistro, la prima accensione per il deorbiting è avvenuta alle 9:41 per circa 4 minuti e mezzo. Alle 10:06, 4 minuti prima di rientrare in atmosfera è avvenuta la separazione fra il modulo di rientro, il modulo orbitale e il modulo di servizio.
Durante questo periodo deve essere accaduta qualche anomalia a bordo che ha portato i computer che governano l’assetto e il controllo della capsula a passare ad un rientro balistico, il quale ha provocato accelerazioni probabilmente sopra gli 8G all’equipaggio e un atterraggio fuori dalla zona prevista di circa 470km verso ovest.
Durante queste fasi si sono persi tutti i contatti con l’equipaggio e per diversi minuti c’è stata apprensione per la loro sorte non avendo conferme ne della zona di arrivo ne del possibile rientro balistico.
La capsula è stata rilevata con il beacon di bordo circa 40min dopo l’atterraggio e subito dopo è stata avvistata dagli elicotteri di ricerca.
Il controllo di missione è nel frattempo riuscito a mettersi in contatto con l’equipaggio attraverso il telefono satellitare in dotazione confermando che a discapito delle forti accelerazioni tutti e tre stavano in ottimo stato.
Il recupero comporterà diverse ore di attesa per gli astronauti, i quali se vorranno potranno provare ad uscire dall’angusta capsulam ma dovranno fare molta fatica, sia per la posizione certamente scomoda ma soprattutto perchè dopo 6 mesi di gravità zero e un rientro così spinto le forze saranno certamente poche.
Questo è il secondo rientro consecutivo balistico dopo i precedenti accaduti alla Soyuz TMA-1 e alla Soyuz TMA-10.

Non potranno certo lamentarsi della loro missione; dopo aver trascorso in orbita 6 mesi e aver visto arrivare nuovi moduli, l’ATV e varie EVA, si sono trovati a “fare” un bel rientro con molti più G del previsto.
Pur se non deve essere stata una bella esperienza, tutti quei G, avranno comunque molto da raccontare.
Parlando di “G”, mi viene in mente la spiegazione data dal nostro CAPO sabato scorso alla riunione ; immagino una persona con addosso ben 8 persone della stazza del “CAPO”, un’esperienza davvero pesante!

Un secondo rientro consecutivo balistico…
Ma come mai?? Non si era risolto il problema se non erro con l’analisi del ultimo rientro ?
E anche se il computer ha dei problemi,non ne hanno uno di backup…?

Se anche fosse confermato il problema dell’ultima missione, è ancora decisamente presto per dirlo… “quelli” sono ancora là fuori (o là dentro) ad aspettare i soccorsi in mezzo alla steppa… questa capsula era già in orbita quando è avvenuto il problema con l’altra per cui non si sarebbe comunque potuto modificare nulla… :wink:

Quindi se ho capito bene non sono ancora arrivati a prenderli? Certo che se anche la Soyuz adesso crea problemi… Credo che fra un pò ci troveremo tutti a tifare COTS! :star_struck:

comunque ragazzi vi assicuro che stamattina mi è venuto freddo alla schiena…meno male che tutto si è risolto per il meglio…certo che dovranno lavorarci a questo problema, non ci si può permettere ogni volta di far subire agli astronauti dei rientri di questo tipo, sopratutto dopo 6 mesi in orbita.

Auguro ai veicoli COTS di raggiungere un’affidabilità vicina a quella della Soyuz che, anche se scomoda, non fa perdere un solo cosmonauta dal 30 giugno 1971, quasi 37 anni.

Paolo Amoroso

Occhio che il rientro balistico è un “safety mode” per la Soyuz, ossia la possibilità di effettuare comunque il rientro anche in condizioni molto off-nominal.

Sono pochi i veicoli spaziali che possono vantare un modo di rientro alternativo a quello nominale, pensate a quello che succederebbe ad uno shuttle (o ad un qualsiasi aerospazioplano) se effettuasse un rientro su una traiettoria puramente balistica…

Le capsule, che ci piaccia o no, offrono quest’alternativa (anche l’Orion dovrebbe) e bisogna esserne grati dato che abbiamo salvato (si, è il caso di dirlo) parecchi astronauti/cosmonauti.

Domandine trappoline: :flushed:

In pratica è successo che non potendo gestire autonomamente l’assetto, il computer della capsula ha comandato il riantro balistico?

Il rientro balistico, oltre che per l’incremento dei G, da cosa si differenzia dal rientro nominale?

Sul cosa sia successo, si possono fare solo delle ipotesi. La più probabile è un guasto al sistema di controllo dell’assetto della capsula, probabilmente originato dallo stesso computer.

In cosa differisce il rientro balistico da uno semiportante?? Semplice. il rientro balistico è quello che avviene lungo una traiettoria parabolica (balistica appunto) lunga il meno possibile, il che comporta un attraversamento “veloce” degli strati alti dell’atmosfera (con un alto carico in termini di g), laddove in un rientro semiportante la traiettoria è più “allungata” con un tempo di attraversamento dell’alta atmosfera più lungo.

In termini matematici un rientri balistico avviene con l/d (lift/drag ratio, rapporto portanza/resistenza) uguale a zero, mentre in un rientro semiportante si ha un coefficiente di portanza residua (dovuta ad un “braccio”, ossia una certa distanza, tra il centro di pressione e quella delle masse) pari a circa 0,25/0,3.

Una traiettoria balistica implica anche un punto di atterraggio “anticipato” (anche di parecchie centinaia di km) rispetto a quello semiportante.

Grazie dottò!! :colonial:

Di certo si son presi proprio un bel spavento…8G sono veramente tanti…
Normalmente nella fase di rientro semiportante a quanti G sono sottoposti i passeggeri?

Rovistando nel forum, ripesco questo post di Archipeppe in un topic sulle capsule e i corpi portanti:
http://www.forumastronautico.it/index.php?topic=4183.msg32299#msg32299
Archi indica per la Soyuz un valore fra i 4 e 6 g, non pochissimi ma del tutto tollerabili; sicuramente molto meglio del rientro balistico.

nel video del bentornati a casa non vedo peggy, qualcuno sa che fine ha fatto?

:kissing_heart: L’equipaggio non avrebbe comunicato a terra il rientro balistico:
http://www.russianspaceweb.com/index.html

Infatti… così dice anche La Repubblica… :kissing_heart:

Un altra domanda da inesperto di Soyuz: come mai si è dovuto aspettare così tanto prima di mettersi in contatto con la capsula? A bordo non hanno un telefono satellitare? non potevano chiamarli subito? a bordo non hanno un sistema GPS (o GLONASS che dir si voglia)? come è possibile che non siano in grado di rintracciare la capsula anche se è atterrata a centinaia di chilometri dal punto previsto per l’impatto?

Altre fonti parlano invece di una diversa versione, ovvero che l’equipaggio avrebbe annunciato al MCC il passaggio in modalità balistica prima del blackout ma questi non avrebbero fatto in tempo a comunicarlo a tutte le squadre di recupero prima dell’arrivo a terra della capsula.

Beh le comunicazioni sotto una certa quota credo siano impossibili (non c’è nessuna stazione in vista), per cui l’unico modo per mettersi in contatto è stato proprio il telefono satellitare. La capsula è stata individuata quasi subito dal beacon, anche questo una volta “in vista” è stato possibile rintracciare precisamente la posizione, il tempo lungo è stato provocato dal trasferimento di tutti i mezzi di supporto per i 475km di distanza (è come dover spostare tutto da Roma a Milano…), a proposito dovrebbe essere il record per il rientro “off nominal” più “off nominal” per quanto riguarda la serie TMA.
Indiscrezioni parlano di un picco massimo di accelerazione subita dall’equipaggio di ben 10.5G, e anche questo potrebbe essere un bel record (non viene però specificato il tempo di applicazione).

Nota a margine, ma neanche tanto (purtroppo) c’è un certo fermento in ambienti Russi per alcune dichiarazioni trapelate appena dopo il recupero dell’equipaggio al MCC con accenni neanche troppo velati all’idea che il problema possa in qualche modo essere stato provocato dalla presenza di due donne a bordo, facendo intendere che il problema sarebbe stato provocato da qualche misteriosa (credo senza dubbio misogina e maschilista) idea sull’incapacità di entrambe di mantenere il ruolo assegnatole.
Oggi le polemiche invece di smorzarsi sembra stiano prendendo ancora più spessore e probabilmente ci saranno prossimamente ulteriori sviluppi di reazione, dopo queste dichiarazioni di Perminov (volutamente non tradotte per non rischiare di alterarne il significato):
“You know in Russia, there are certain bad omens about this sort of thing, but thank God that everything worked out successfully,” “Of course in the future, we will work somehow to ensure that the number of women will not surpass” (il numero di uomini).
Incalzato da un reporter Perminov ha risposto: “This isn’t discrimination. I’m just saying that when a majority (of the crew) is female, sometimes certain kinds of unsanctioned behaviour or something else occurs, that’s what I’m talking about.”

:kissing_heart: