Giunta al termine la missione dell'Ulysses

Dopo 17 anni di onorato servizio, 4 volte più della vita operativa prevista, la sonda ESA/NASA Ulysses, il 1 luglio 2008 verrà definitivamente spenta, in una sorta di eutanasia. Ormai dopo anni e anni di esposizione all’ostile ambiente spaziale avevano ridotto le probabilità di sopravvivenza della sonda ai minimi termini. Il problema principale, il colpo di grazia, è stato dovuto alla difficoltà di mantenere il controllo termico della navicella, il quale provocherà ben presto il congelamento delle dell’idrazina rimasta a bordo, eliminando qualsiasi possibilità di controllarne l’assetto.

Non si tratta certo di una morte ignominiosa, anzi è la fine gloriosa per una missione che ha radicalmente cambiato la conoscenza e comprensione del funzionamento della nostra stella, il Sole. Ad esempio, grazie ad essa, si è compreso che il campo magnetico è molto più complesso di quanto ci si aspettasse, sia nella forma che nel comportamento, portando le particelle del vento solare ad essere emesse sia alle basse che alte latitudine. Sempre in riferimento al vento solare si è visto come questo vari di intensità durante gli 11 anni che caratterizzano un cosiddetto ciclo di attività solare. Così come si è visto che le particelle del vento solare hanno un velocità ben maggiore dei 400 Km/s che si pensavano precedentemente. L’evoluzione del campo magnetico e del vento solare è stata studiata addirittura nel 4 dimensioni, ovvero sia nello spazio che nel tempo, grazie a ripetuti passaggi sui poli della stella.

Oltre a permettere di studiare e capire meglio la stella che ci da la vita, con Ulisse è stato possibile comprendere molti aspetti concernenti la natura della nostra galassia in particolare e dell’universo in generale. Ad esempio si è potuta stimare l’età dei raggi cosmici provenienti dallo spazio profondo in 10-20 milioni di anni. I suoi strumenti hanno poi rilevato e misurato la presenza di isotopi dell’elio interstellare, fornendo prove per le quali sembrerebbe che l’universo debba espandersi all’infinito.

La missione di Ulysses non è stata solo un successo dal punto di vista scientifico ma è stato anche un trionfo dell’ingegneria. La sua realizzazione ha visto la collaborazione di diversi centri e tecnici sparsi in Europa e America. Iniziati i lavori di progettazione della missione del 1977, solo 13 anni, il 6 ottobre 1990, è avvenuto il lancio da bordo dello space shuttle. Da avere affrontato un grave problema che poteva far annullare l’intera missione, dopo due fly-by di Giove, finalmente tra il 1994 e 1995 si è avuto il primo passaggio solare dopo il quale la missione è stata prolungata più volte. Con il passare degli anni però si è sempre più dovuto fronteggiare il problema della carenza di energia a bordo, necessaria per mantenere la sonda alla giusta temperatura. Gli ingegneri di volta in volta hanno ideato le più strane procedure, per mezzo delle quali si istruiva la sonda ad utilizzare certi strumenti o sottosistemi per un determinato periodo di tempo e con una certa sequenza, il tutto al fine di preservare quanta più energia possibile. Ora però è definitivamente giunto il termine della missione. Tutto quanto era possibile fare è stato fatto.

A detta di coloro che hanno avuto il privilegio di partecipare a questa missione, Ulisse è stata e sarà per sempre una sonda fuori dal comune, più unica che rara. In riconoscimento del lavoro svolto dal team di Ulysses e per i risultati ottenuti, l’Ulysses Mission Operation Team è stato insignito del 2008 International SpaceOps Award.

fonte SpeceDaily

per maggiori info si veda il sito NASA e quello ESA della missione.

Soldi spesi bene! Bisognerebbe fare sempre così con ogni sonda o satellite.

E’ stata una sonda notevole, da tutti i punti di vista, sia ingegneristico/costruttivi che di svolgimento della missione!