Mars 2020 Rover Perseverance - Mission Log

Nuovo articolo di Marco Carrara pubblicato su AstronautiNEWS.it.

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Durante un briefing informativo sulla scienza autunnale dell’American Geophysical Union, a New Orleans, sono stati presentati alcuni risultati raggiunti dal team di Perseverance.

Gli scienziati della missione hanno scoperto che il substrato roccioso su cui viaggia il loro rover, probabilmente si è formato da magma incandescente. La cosa non era affatto scontata, c’erano altre possibilità, e questa scoperta ha implicazioni importanti per la comprensione e la datazione accurata di eventi critici nella storia del cratere Jezero, così come nel resto del pianeta.

“Cominciavo a disperare che non avremmo mai trovato la risposta”, ha affermato lo scienziato del progetto Perseverance Ken Farley del Caltech di Pasadena, ma quando è stata esaminata una zona abrasa della roccia denominata “Brac”, lo strumento PIXL ha rilevato un’insolita abbondanza di grandi cristalli di olivina avvolti da cristalli di pirosseno, segno inequivocabile che questa roccia si è formata in un denso lago di lava o magma.

“La roccia è stata poi modificata più volte dall’acqua, rendendola un tesoro che consentirà ai futuri scienziati di datare gli eventi di Jezero, comprendere meglio il periodo in cui l’acqua era più comune sulla sua superficie e rivelare la storia antica del pianeta."

Il team ha anche concluso che le rocce nel cratere hanno interagito con l’acqua più volte nel corso di svariate ere geologiche e che alcune contengono molecole organiche.

E’ da tener presente che esistono comunque meccanismi biologici, e non biologici, che creano sostanze organiche. Quindi questa non è una prova di esistenza di vita. Ma la conservazione di sostanze organiche all’interno di rocce antiche, significa che anche le potenziali biofirme (segni di vita, passate o presenti) potrebbero essersi preservate.

“Questa è una domanda che potrebbe non essere risolta fino a quando i campioni non saranno restituiti alla Terra, ma la consapevolezza della conservazione delle sostanze organiche è molto eccitante. Quando questi campioni verranno restituiti alla Terra, saranno una fonte di indagine scientifica e scoperte per molti anni", ha detto Beegle.

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Con il suo recente 17° volo, Ingenuity ha raggiunto una pietra miliare che il team stesso non ha mai considerato realizzabile: superati i 30 minuti di volo!

Per la precisione 30 minuti e 48 secondi, percorrendo una distanza complessiva di 3592 metri.

Ingenuity intanto è già pronto a spiccare un altro volo già a partire da oggi.

Questo perché i dati trasmessi venerdì 10 dicembre, hanno indicato che il volo 17 è stato un successo e che Ingenuity è in condizioni eccellenti, eliminando quindi qualsiasi dubbio residuo dopo la mancata ricezione di alcuni pacchetti di dati verificatasi durante la fase di atterraggio.

Siccome si prevedono ancora altre difficoltà di comunicazione radio, il team ha modificato la sequenza di volo per comunicare in una modalità a bassa velocità di trasmissione dei dati, che fornirà un ulteriore aumento della potenza del segnale al collegamento radio.

Nonostante queste accortezze, potrebbe comunque verificarsi ancora una perdita di collegamento radio, persistente anche per alcuni giorni, finché Perseverance non si avvicinerà abbastanza.

“Sebbene ritardare la nostra analisi dei dati post-volo sia un inconveniente, non è inaspettato e sta diventando la nuova normalità poiché continueremo a operare su terreni difficili nelle prossime settimane” ha affermato Tzanetos.

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Effettuato con successo il 18° volo di Ingenuity.

Percorsi 230 metri in direzione nord, spingendosi al confine settentrionale di Séítah, impiegando un tempo di 124,3s.

Ci sono già immagini dell’atterraggio e (di conseguenza) qualche stima piuttosto accurata e affidabile sulla zona in sui si è posato.

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Breve video che riassume i prossimi obiettivi, le zone di interesse, le tempistiche, gli ostacoli, i limiti, ecc. , il tutto raccontato osservando un’unica foto panoramica “mosaico”.

(Per chi non ha dimestichezza con l’inglese, andando direttamente su YouTube, ovvero cliccando il riquadro guarda su YouTube, si possono attivare i sottotitoli in inglese e fare la traduzione automatica in italiano, senza perdere nulla di significativo del discorso)

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Nuovo articolo di Marco Carrara pubblicato su AstronautiNEWS.it.

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Il 19° volo di Ingenuity avrà luogo non prima di venerdì 7 gennaio.

Questo volo porterà il veicolo fuori da South Séítah.

Per garantire un atterraggio senza rishi, nel volo precedente era stata scelta una zona sabbiosa e senza rocce. In realtà questo sarà un nuovo ostacolo da superare per Ingenuity, rendendo impegnativo il primo tratto del volo, proprio perché la zona è così priva di rocce, da far mancare i riferimenti normalmente usati dalla navcam.

Di conseguenza, alcuni parametri di protezione dai guasti verranno aggiornati per mitigare il rischio di un atterraggio prematuro a metà salita, per “falso guasto”, evitando quindi di riscontrare anomalie nel funzionamento della navcam e nel sistema di navigazione.

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Mercoledì 29 dicembre (sol 306) Perseverance ha estratto con successo il sesto nucleo di roccia. I dati scaricati dopo il campionamento hanno indicano che il carotaggio della roccia (che il team scientifico ha soprannominato Issole) è andato bene. Tuttavia, durante il trasferimento all’interno del rover i sensori hanno indicato un’anomalia. Il rover ha fatto quindi ciò per cui era stato progettato, interrompendo la procedura in attesa di ulteriori istruzioni.

Con il set di dati aggiuntivi (ci è voluta circa una settimana per riceverli) è stato inviato un comando per estrarre la punta del trapano. Durante queste attività sono state acquisite una serie di immagini, che indicavano una nuova sfida. Sembra che alcuni detriti delle dimensioni di un sassolino stiano ostacolando il braccio robotico nel consegnare il tubo per la sigillatura/stoccaggio.

Le immagini confermano che all’interno ci sono alcuni frammenti di detriti delle dimensioni di un ciottolo. Il team è fiducioso che si tratti di frammenti della roccia che sono caduti dalla provetta del campione al momento del prelievo.

I progettisti hanno preso in considerazione la possibilità di continuare a operare con successo con i detriti. Tuttavia, questa è la prima volta che sarà affrontata una situazione simile, e verrà quindi preso tutto il tempo necessario per garantire che questi ciottoli escano in modo controllato e ordinato.

Si continuerà a valutare i dati durante il fine settimana.

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Il team della missione sta lavorando su due fronti: da una parte fermarsi, guardare indietro, esplorando ogni aspetto riguardante il problema dei detriti rocciosi, per sbarazzarsene, capire le cause e fare in modo che non si verifichino più situazioni di questo tipo.

A tal proposito, nei giorni scorsi sono state effettuate molte simulazioni con il rover gemello “terrestre”. L’intenzione è quella di far ruotare la giostra delle punte in modo opportuno per far cadere i detriti, oltre che… svuotare il tubo! Quest’ultima operazione non era mai stata neppure simulata o considerata durante la progettazione del rover, ma il gemello ci ha provato, ed è risultata una manovra anche semplice, quantomeno sulla Terra. Ripulito il tutto, eventualmente, si potrà rifare un carotaggio della stessa roccia.

Ma come dicevo si lavora su due fronti, guardando anche avanti. Pur inchiodato nella sua postazione, Perseverance ha comunque avuto la possibilità di fare analisi accurate, tramite i suoi potenti teleobiettivi, di tutte le rocce nelle varie aree circostanti, e ha individuato i prossimi obiettivi.

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Dai, che ce la fanno!

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Pardon, ciò significa che il campionamento è andato a buon fine?

dovevano liberare il trapano da dei sassi incastrati

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Al momento non si sta effettuando un campionamento, ma si sta cercando di liberare Perseverance dai sassi incastrati, come ha risposto @arkanoid sopra.

L’operazione sembra procedere dando buoni risultati.
Giocando al “trova le differenze”, si vedono molti ciottoli caduti sopra la roccia.

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Volo ripianificato per domenica 23 gennaio, causa tempesta di sabbia.

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Dalle foto più recenti che Persevenrance ha inviato, sembra che non ci siano più frammenti di roccia e che il tubo sia completamente vuoto.

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Perseverance è pronto per riprendere la sua attività.

E’ riuscito a scrollarsi di dosso (letteralmente) i frammenti di roccia che si erano staccati durante l’ultimo carotaggio.

Per far questo, oltre a quanto già visto sopra, ha addirittura cercato delle rocce dalle pendenze giuste, per scuotere l’intero rover e far cadere gli ultimi ciottoli.

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Per non smentire il nome che porta, Perseverance ha effettuato con successo il terzo carotaggio della roccia denominata Issole.

Il campione di roccia è al sicuro, sigillato nella provetta (quindi ora Perseverance ha due campioni di Issole).

Ma perché Perseverance era così desideroso di raccogliere campioni su quella roccia?

La risposta ce la da Erin Gibbons, che fa parte del team scientifico di Perseverance. Nei suoi tweet spiega che questa roccia si trova nel margine che delinea due diversi gruppi rocciosi. (In geologia queste zone vengono chiamate contatti.)

L’identificazione e la comprensione della relazione tra rocce adiacenti è importante per determinare l’età relativa di quelle rocce e il modo in cui si sono formate.

Inoltre il team ritiene che Issole possa rappresentare alcune delle rocce più antiche del cratere, e quindi essere un punto di partenza fondamentale per comprendere come si è formato tutto il resto.

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Purtroppo si ripete due volte la stessa foto, ma i
messaggi non sono gli stessi.

Perseverance ci fa sapere che si è diretto verso il prossimo obiettivo, e nel far questo ha segnato due record consecutivi di percorrenza giornaliera: 243.3 metri, subito migliorato in 245.76 metri.

Vandi Verma, Chief Engineer of Robotic Operations per Mars 2020, ci riferisce che questa “corsa” di Perseverance verso il prossimo obiettivo ha prodotto risultati che hanno entusiasmato i conducenti del rover su Marte a scambiarsi statistiche e analisi di ogni piccolo dettaglio nella telemetria del rover.

Ciò significa che il sistema di navigazione di Perseverance, dotato fra le varie cose anche di intelligenza artificiale, sta funzionando molto bene e ha margini di miglioramento per consentire un più efficiente sfruttamento delle risorse.

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Ingenuity è ancora bloccato per condizioni meteo sfavorevoli, in particolare del vento, ma non solo.

Un’altra sfida oltre al problema della pressione sempre più bassa lo attende: quella della polvere nell’atmosfera.

Con la transizione di Marte verso l’autunno, è previsto un aumento della quantità di polvere nell’atmosfera a livello globale; questo periodo dell’anno è chiamato infatti la “stagione polverosa”. La polvere, oltre a creare nuove problematiche per il volo, riduce anche la potenza dei pannelli solari di cui è dotato.

Ma mentre Ingenuity si prepara a sempre nuove sfide, arriva nel frattempo dal pianeta Terra un premio importante.

Il team del Mars Ingenuity Helicopter, capitanato da MiMi Aung, ha vinto il Michael Collins Trophy nella categoria “risultati attuali” (l’altra categoria è “alla carriera” ed è stato aggiudicato a Wally Funk.)

"Siamo entusiasti di poter premiare entrambi per i loro incredibili risultati”, ha affermato il direttore Chris Browne.

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JPL aggiunge un dato statistico:

Perseverance, percorrendo 245.76 metri in un solo sol, oltre a migliorare il proprio record, ha superato anche quello di qualsiasi rover maziano.

Fin’ora infatti questo record era ancora detenuto da Opportunity e ha resistito per 17 anni.

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