Expedition 67 Mission Log

  • What do you hear?
  • Nothing but the rain…
  • Grab your gun and bring in the cat!

Riferimento per i non appassionati di fantascienza

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So say we all!

Simpatica fotografia degli astronauti nella zona notte e multiuso del segmento statunitense. Vediamo ci capirci qualcosa sugli alloggi:

  • Samantha Cristoforetti dorme “all’impiedi” nella parete lato modulo Kibo o Tranquility
  • Di fronte a lei ha la cabina Kjell Lindgren nel muro al quale è connetto il laboratorio europeo Columbus
  • Jessica Watkins è la più “terrestre” e tradizionalista dei quattro, sdraiata sul pavimento con la Terra sotto di lei
  • Robert Hines sorveglia tutti dall’alto, a lui lo spazio privato sul soffitto così da stare più vicino alla Crew Dragon Freedom.

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Ecco la camera di equilibrio Bishop di Nanoracks nella presa del Canadarm2
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Il contenitore per lo smaltimento di rifiuti lanciato con successo dalla Stazione. Che bel cubotto che è!
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Aggiornamento da @RikyUnreal via Twitter

Ok amici: VDK (RS EVA) n° 54 pronta per voi!

Samantha (EV2) uscirà per prima dall’airlock POISK!

Oleg prima di procedere alla sua uscita dalla stazione, le passerà una “cartucciera” di CUBESATs. da rilasciare in seguito

Prima però, Samantha installerà una piccola telecamera su un handrail di Zvezda (probabilmente per riprendere il rilascio dei satelliti)

Vai di jettison! Oleg rilascia i satelliti (@LuckyFive dalla regia mi dice 10 :blush::pray:t3:) in direzione di coda della stazione

Samantha rimuove la telecamerina precedentemente installata

Si estrae da POISK l’adattatore per il braccio ERA. Servirà poi a muovere l’airlock di Nauka, prendendolo dalla sua posizione attuale su Rassvet (il trasferimento dell’A/L non avverrà durante questa EVA).

Dovrà essere infatti parcheggiato all’esterno di POISK, dove attualmente si trova una base passiva per payload esterni. Si rimuove la base dalla sua posizione e si installa li l’adattatore per il manipolatore di ERA

La base passiva per payload appena rimossa, verrà strasferita su Nauka. Oleg e Samantha si “caleranno” in posizione passando sullo STRELA 1 (un ponte ormai consolidato per muoversi verso il nuovo modulo Russo)

Rimozione di una copertura sulla telecamera presente sull’ End Effector 2 di ERA (faranno qualche prova di acquisizione immagini da terra immagino. La copertura verrà riposizionata più tardi)

Qualche lavoretto sul pannello di controllo esterno di ERA. Verrà settato in “stowage mode”

Mentre Oleg magheggia con il pannello di ERA, Samantha dispiega e fissa due lembi di MLI nei paraggi

Riposizionamento della copertura telecamera sull’ End Effector di ERA 2

Mentre risalgono allo zenit della stazione, Oleg e Samantha installano un fermo alla estremità dello STRELA 1 (serve a tenere meglio in posizione il braccio, per le furure EVA)

Trasferimento fino ai pressi del PMA-1 e inizio operazioni con lo STRELA-2 (posizionato lato starboard)

Samantha si fa un bel giro sullo STRELA! Le immagini statiche non rendono, ma la sequenza di movimento che verrà effettuara, sarà davvero spettacolare.

Oleg la raggiunge e si fissa l’estremità dello STRELA-1 ad un handrail. Presumo che questo sarà il percorso da utilizzare in futuro, per l’installazione dell’adattatore di ERA sull’airlock di NAUKA e per la preparazione alla movimentazione del radiatore.

Rientro alla stazione e festa finita.

Task list e breve Get Ahead task (che non ho ancora visionato ma sembra essere l’installazione di una seconda base per payload si Nauka)


GetAhead

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Nuovo articolo di Luca Frigerio pubblicato su AstronautiNEWS.it.

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Lo scorso 12 luglio c’è stata una ricorrenza importante di quella che stava prendendo le forme della Stazione Spaziale Internazionale che conosciamo oggi. Il modulo Zvezda ha compiuto 22 anni dalla sua messa in orbita dal Cosmodromo di Bajkonur, che 14 giorni dopo attraccò ai moduli Zarja e Unity lanciati 20 mesi prima. Con Zvezda la nascente Stazione si poteva definire una casa nello spazio, in quanto fornì una cucina, un bagno, due camere da letto, zone di lavoro e di controllo e finestre per l’osservazione terrestre per gli equipaggi che da lì a poco l’avrebbero abitata in modo permanente.

Talvolta non si ci pensa che l’avamposto è “sopra” le nostre teste da quasi 24 anni (facciamo un quarto di secolo, va!) e che nonostante tutto e lì al suo posto. Una grandissima fonte di sapere e d’ispirazione per l’umanità…


Zvezda visto dalla finestra di Poisk

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In cattedra i professori di Astrofotografia Sergej Korsakov e Samantha Cristoforetti. Il primo in un commento su Telegram riassume sinteticamente un po’ quella che è la dotazione di macchine e obiettivi fotografici, ricordando che si tratta di materiali che possono essere tranquillamente acquistati in un negozio specializzato. A disposizione degli equipaggi ci sono obiettivi che vanno dal più piccolo (ultra grandangolare) da 15 mmal più grande (super teleobiettivo) da 800 mm. utile per “catturare” un soggetto particolarmente lontano o non molto esteso. Inoltre nella loro feretra hanno anche tre moltiplicatori di focale (da 1.4x, 1.7x e 2.0x) che uniti agli obiettivi offrono molta flessibilità.

L’astronauta italiana, invece, va diritta al punto, con una lezione pratica sul campo. La Cupola è sicuramente più famosa della Stazione, tuttavia l’avamposto possiede nel segmento statunitense un oblò meno illustre, ma non per questo meno prezioso. Si tratta di WORF (Window Observational Research Facility), una finestra circolare di 510 millimetri situata nel pavimento di Destiny. Grazie ad un vetro di altissima qualità e ad una piccola camera scura, gli astronauti posso scattare fotografie della Terra oppure lasciare la reflex in posizione per l’osservazione terrestre senza che la macchina sia d’ostacolo per le attività di ricerca nel laboratorio statunitense.

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Nuovo tweet di @RikyUnreal

Attracco della capsula Dragon CRS-2 SpX-25 avvenuto alle 17:21 CEST.

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Bellissime immagini dell’attracco riprese dal piccolo oblò del portello su Nauka, destinato all’airlock

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@Buzz, puoi girarmi per favore qualche link pubblico su MATISS-3?

Grassie! :sweat_smile:

Purtroppo non ho niente di più di quello che puoi trovare anche tu cercando su Google.

Non c’è niente di specifico su MatISS 3, ti direi di basarti su quello che trovi per MatISS 1 e 2, o sulla famiglia di esperimenti di MatISS.

Credo che la differenza tra le varie missioni siano semplicemente diverse superfici da studiare…