La cosa che mi colpisce è che i danni riscontrati sul pad siano da addebitare ad un incremento di spinta del 25% (ok un quarto in più) rispetto allo Shuttle. In teoria non avrebbe dovuto provocare effetti fisici così evidenti.
Cosa succederà all’altro pad, quello da cui verrà lanciata Starship?
Se qualcuno si sia chiesto dove siano le antenne su Orion (dal momento che, contrariamente ad Apollo CSM, non sono visibili), Scott Tilley su Twitter risponde a questa domanda:
Vorrei una conferma che potrebbe essere utile anche ad altre persone che stanno seguendo Artemis I.
Quando Orion domani sera correggerà la sua orbita che diventerà “lunare retrograda” sarà comunque un’ orbita generata dalla gravità terrestre (e molto in piccola parte dalla presenza della Luna nelle vicinanze).
Lo sottolineo perchè secondo me il fatto che sia definita “lunare” potrebbe portare a pensare che il centro gravitazionale sia la Luna.
Diciamo che geometricamente è così ma se non ci fosse la terra Orion scapperebbe via da quest’orbita “lunare retrograda”.
Ditemi se ho detto qualcosa di sbagliato.
È sempre impressionante vedere i thrusters in azione nello Spazio.
Nelle rappresentazioni classiche sono sempre delle spettacolari fiammate, mentre nella realtà appaiono poco più che spray luminosi.
A me colpisce molto la complessità dell’azione dei thrusters, soprattutto nelle manovvre di docking, con decine e decine di accensioni al minuto secondo una danza apparentemente caotica e invece decisa con grande precisione dalle letture di decine di sensori e dai complessi algoritmi che girano sui computer di bordo (e che mi piacerebbe tanto tanto conoscere nel dettaglio…).