Blue Origin è il secondo contractor per i Lander Artemis

Il punto è: ma riescono davvero a realizzare un lander da zero con “soli” (si fa per dire) 3,5 miliardi di dollari?

Il costo intrinseco di una compagine di aziende (parlo per esperienza diretta) è più elevato di quello di una singola azienda monomandataria. Qui ne sono parecchie, o sono solo dichiarazioni anche queste?

Se ci riescono chapeau, ma sono davvero (ma DAVVERO) scettico.

Io all’inizio ho citato il National Team, perché era il concorrente della volta scorsa, ma mi sbagliavo. Questa volta pare che Blue Origin sia andata a gara da sola. Poi avrà bisogno di partner, quasi sicuramente, per realizzare tutta l’architettura.

Non per puntualizzare, ma il bando a cui faccio riferimento è proprio l’ultimo, caricato da @marcozambi qualche messaggio più su.

Lo ricondivido per eccesso di chiarezza. La pagina a cui si fa riferimento al pagamento a Blue Origin è l’ottava del PDF, poco prima dell’inizio della presentazione del lander di Dynetics.

Appendix+P_HLS+SLD+Selection+Statement.pdf (567,9 KB)

Non c’è gran differenza, anche Musk nel '21 disse che Space X c’avrebbe messo di suo tanto quanto NASA senza metterlo bianco su nero; e io pensai: “ca va sans dire, c’è anche il lanciatore ad hoc da sviluppare in parallelo”… ed ora lo è per entrambe le imprese.

Se i contratti del '21 e del '23 sono a costo fisso c’è scritto tutto quel che serve.

A che pro? Non è un contratto cost-plus: finiti i soldi di NASA deve comunque consegnare il prodotto finito.
Al peggio BO farà come ha fatto Boeing con Starliner.

NASA ha assegnato a SpaceX un’altra opzione contrattuale a novembre,

E con questo mi pare che oneri e denari dati a ciascuna azienda siano pari:

2,9 (di NASA nel '21) +2,9 (di S.X) +1,15 (ccontratto di novembre) = 6,95 milardi di $

Fa 6,90 miliardi di $

(Certo il razzo di S.X è più grande come la storia dell’azienda: raccopglie i frutti di come è stata sul mercato spaziale per tanti anni prima di BO. Buon per NASA.)


Per S.X ci sono anche 50 milioni per la dimostrazione di fattibilità del rifonimento criogenico in assenza di peso…
Il lander di BO è (per ora) idrolox, non deve sperimentar qualcosa di simile? O NASA semplicemente gli dirà come ha fatto S.X?
Accanto al resto sono comunque spiccioli…


Se non teme di correre il rischio di finire come Boeing con Starliner li chiamerà semplicemente subappaltatori
Se imparerà dai cinesi a copiare Space X e non le imprse SLSsoidi (una volta si diceva “legacy”) integrerà verticalmente la produzione: assumerà e cercherà di far da se il più possibile.

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Ok vedo, si hai ragione.

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Nuovo articolo di Marco Zambianchi pubblicato su AstronautiNEWS.it.

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Facevo fatica nel 2021 a mettere a confronto SpaceX con BO e continuo a far fatica ora a confrontare una azienda che porta in orbita più dell’80% della massa totale; che ha portato in orbita sino ad ora 38 astronauti ed altri ne porterà nel corso di questo anno con una azienda che sino ad ora non ha portata in orbita alcunché.
Ricordo le analisi tecniche di BO contro la proposta di SpaceX di fare rifornimenti in orbita oltre al notevole, eufemisticamente scrivendo, aggiornamento del lander rispetto a quello proposto nel 2021.
BO così come prima di lei Boeing con Starliner ha una notevole potenza lobbystica che non è propriamente una garanzia di successo.

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Penso sia fattibile confrontare i progetti, dato che sono due modi diversi di erogare lo stesso servizio, anche se di informazioni pubbliche sono molto molto poche.

Per il resto, non si puo’ fare a BO una colpa del fatto che sia un nuovo attore sul mercato. Ovvio che BO parte da zero insomma. Quando SpaceX iniziava a lanciare, si faticava a confrontarla coi giganti del settore…

Sulla potenza lobbistica, tutte le aziende del settore ne hanno, non e’ che ci siano particolari complotti.

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Quello che veramente non capisco io, invece, è perché non fanno un classico lander a idrazina, o UDMH e tetrossido, qualcosa di ben facile da maneggiare e sperimentato abbondantemente senza problemi di boiloff. Era per caso un requisito del bando? Perché anche Dynetics andava di metano e ossigeno liquido.

Ci sono mai stati lander o veicoli a idrazina per human spaceflight?
Presumo ci siano enormi problemi di tossicità in vicinanza del landing per chissà quanto tempo, immagina andare fuori in EVA in mezzo a una nuvola di idrazina…

Se vai fuori hai la tuta, con i suoi diecimila strati ti protegge anche da quello. Secondo gli unici lander per human spaceflight sono stati quelli dell’Apollo, proprio a UDMH o suoi derivati simili che non ricordo.

Leggendo l’articolo di Marco mi pare di capire che la sostenibilità fosse un requisito.

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Non è così facile: la tuta poi te la porti dentro l’airlock, e tutto il contaminante che si è presa offgassa all’interno dell’abitacolo e nell’ECLSS.

I problemi per le EVA sono una delle prime cose che NASA discute sempre per la ISS; dopo che ci sono degli “inadvertent thruster firing” tipo quello di MLM o della Progress degli anni passati :wink:

Probabilmente imporresti un notevole ritardo alla possibilità di andare in EVA dopo l’atterraggio, per aspettare che i gas esausti si disperdano e che tutto quello che si è depositato a terra e sulle pareti del veicolo offgassi.

Idrazina era uno dei tanti esempi, e comunque ricorda che non sei sulla ISS che fai l’EVA in un ambiente pulito, la regolite pure è una cosa di cui non ti liberi facilmente e non è salutare (guardare l’ultima puntata di Astronauticast).
Apollo usava pure idrazina, UDMH è pure una specie di idrazina, tossicità e volatilità simili. Non sono usciti subito effettivamente, ma con i preparativi dell’EVA l’idrazina fa in tempo a offgassare.

Proprio perché è roba già sperimentata non capisco perché si sia scartata così.

Sostenibile in che senso? Credevo nel senso della riusabilità. Altri combustibili non la pregiudicano.

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Well, il LEM aveva il motore di discesa alimentato N2O4 / Aerozine 50.
Immagino che a un certo punto qualsiasi residuo di propellente finisca col decomporsi/sublimare comunque.

Credo che la chiave sia ISRU e possibilita’ di riutilizzare la tecnologia in future missioni deep space.

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ok, non lo sapevo, per questo chiedevo :slight_smile:

Può anche essere che il profilo di missione diverso imponga requisiti diversi…

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Si’, ho interpretato anche io in chiave riusabilita’. Per ora circolano solo scarni comunicati stampa, mentre servirebbe un minimo di documento tecnico per entrare nel significato completo attribuito a quel concetto da NASA (o forse non ho cercato abbastanza :stuck_out_tongue: ).

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No, proprio non avevo cercato abbastanza :joy:

Da cui addirittura un rapporto tecnico vero e proprio.

a_sustained_lunar_presence_nspc_report4220final.pdf (1,0 MB)

In realta’ si potrebbe un attimo pensare anche all’interpretazione del termine sustainability, che io per primo ho usato in uno dei suoi due possibili significati, quello riferito al consumo di risorse ambientali, ma che come secondo significato ha quello di qualcosa che continua per un certo periodo di tempo…

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Anche il modulo lunare russo LK ricorreva ai propellenti ipergolici, per la precisione UDMH/Tetrossido d’azoto.

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Il punto secondo me è questo: stiamo parlando di andare e tornare sulla Luna più volte ogni anno, e sempre nello stesso posto, probabilmente vicino ad una stazione di superficie.

È un caso molto diverso da Apolloo dai progetti Russi dell’espoca, in cui atterravano ogni volta in un posto completamente diverso. Io a occhio non vedo possibile l’uso di un propellente estremamente tossico e cancerogeno per un caso come questo, senza pensare all’inquinamento della Luna dal punto di vista “filosofico”, ma proprio pensando alla praticità delle operazioni di una stazione lunare.

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