per comodita’, ecco l’elenco tradotto delle missioni mai viste:
1979: La NASA aveva realizzato un piccolo booster per innalzare l’orbita dello Skylab, ormai ad una quota critica. Il razzo avrebbe dovuto essere applicato manualmente da Fred Haise e Jack Lousma, ma il progetto STS fu afflitto da ripetuti ritardi, ed il laboratorio orbitante precipito’ sull’Australia.
1980: Uno dei requisiti imposti dal Pentagono per il programma shuttle fu la possibilita’ di una missione-sprint di una sola orbita, destinata al rilascio o al recupero di un satellite militare (non necessariamente americano). L’idea fu presto abbandonata.
1981: Uno dei peggiori scenari di abort, ovvero il rientro al sito di lancio dopo una pericolosissima virata ipersonica, fu sperimentato solo al simulatore (per fortuna)
1983: In seguito a ripetuti problemi alla stazione sovietica Salyut 7, la NASA ipotizzo’ di usare lo Shuttle per evacuarne l’equipaggio tramite EVA. Una richiesta in tal senso non pervenne mai.
1986: Per lanciare sonde veloci verso i pianeti vicini si ipotizzo’ di impiegare uno stadio del razzo Centaur, facendolo partire dall’orbita dopo essere stato caricato nella stiva dello Shuttle. Ben due lanci di questo genere furono previsti per il maggio 86, ma la perdita del Challenger a gennaio fece annullare il progetto, giudicato troppo rischioso.
anni 80: la NASA scopri’ che il 747 che veniva impiegato per spostare lo shuttle non sarebbe stato in grado di attraversare l’atlantico per riportare a casa la navetta dopo un abort con atterraggio transoceanico. Per questo si ipotizzo’ di caricare l’orbiter su una portaerei, ed i siti di atterraggio transoceanico vennero limitati a quelli costieri.
1986: I militari avevano previsto di impiegare la base californiana di Vandenberg per lanciare tramite lo shuttle dei satelliti in orbita polare (molto ambita, perche’ consente di “spazzare” tutto il globo in 24 ore). Per l’abort transoceanico era prevista l’isola di Pasqua (!). La rampa di lancio shuttle di Vandenberg fu abbandonata, senza mai essere stato usata, dopo il disastro del Challenger.
fine anni 80: Nell’ambito del programma reaganiano denominato “Guerre Stellari”, gli astronauti shuttle avrebbero dovuto testare la propria capacita’ di tracciare e puntare un bersaglio nello spazio. Mosca accuso’ la NASA di aver eseguito il test, che pero’ venne cancellato prima delle prove.
anni 90: lo shuttle dispone di un sistema quasi completamente automatico di atterraggio (bisogna solo far uscire il carrello tramite un pulsante). Fu programmata una missione per testare il sistema sino al fatidico “wheels stop”, ma non se ne fece mai nulla.
1998: una combinazione di selezione del corpo astronauti, addestramento e assegnazione delle missioni avrebbe consentito di lanciare un equipaggio di 7 membri, tutte donne. Il piano fu abbandonato, pare, per timore di sfruttamento dell’iniziativa a fini politico-elettorali.
2003: Lo studio del disastro del Columbia si soffermo’ anche sulla possibilita’ di lanciare una seconda navetta per recuperare l’equipaggio di quella danneggiata (qualora, evidentemente, il problema fosse stato riconosciuto e valutato correttamente prima del rientro). La risposta non fu conclusiva.
anni 2000: In caso di danno allo scudo termico, l’equipaggio di uno shuttle avrebbe potuto riparare sull’ISS in attesa del recupero. La NASA sviluppo’ un sistema per teleguidare lo shuttle danneggiato in un tuffo autodistruttivo verso il pacifico.