[2000-12] Dicembre 2000 - ISS Mission Log

Libera traduzione ed adattamento di un estratto dal libro “Creating the International Space Station” di David M. Harland e John E. Catchpole, edito dalla Springer Praxis.nel2002.

Dopo la sveglia, alle 00:06 dell’1 Dicembre, gli spazionauti dell’ISS hanno finito di caricare la Progress con i loro rifiuti, hanno chiuso i boccaporti e ne hanno comandato la partenza in modo tale da non impedire l’accesso dello Shuttle al PMA-3 che era in basso al nodo Unity vicino all’unità di docking dello Zarya. Dopo il distacco, alle 10:23, la capsula è stata manovrata in un’orbita di parcheggio nella scia dell’ISS, a circa 2500 Km di distanza, dove sarebbe rimasta per tutta la durata della visita dell’STS-97, al termine della quale avrebbe sostenuto una nuova manovra di docking con la Stazione per verificare l’efficienza delle correzioni apportate al software del sistema automatico di docking Kurs della Progress.
Durante il giorno di volo 2, l’equipaggio dell’STS-97 si è preparato per il lavoro dei giorni seguenti. Garneau e Bloomfield hanno attivato l’RMS dell’Endeavour per l’esecuzione di alcuni tests, hanno usato la sua videocamera per una ricognizione della stiva ed hanno testato lo Space Vision System. Noriega e Tanner hanno preparato le proprie tute EMU per le attività extraveicolari imminenti. Jett e Garneau hanno eseguito delle manovre con l’orbiter per rifinire la rotta per il rendezvous. I cicli di veglia dei due equipaggi erano sfasati, così mentre l’equipaggio dell’Endeavour si stava ritirando alle 01:00 del 2 Dicembre, l’equipaggio di Shepherd veniva svegliato. Pertanto i due equipaggi avrebbero lavorato indipendentemente rimanendo sui propri veicoli per la maggior parte del tempo, ritrovandosi principalmente per i brevi periodi necessari allo scarico del cargo dell’Endeavour.
Il Giorno di Volo 3 ha visto l’esecuzione della quarta manovra di rendezvous, alle 11:00 del 2 Dicembre. L’accensione T1 è seguita alle 12:33. Dopo essere giunto direttamente sotto l’ISS, Jett e Bloomfield hanno verificato che tutto fosse “OK”, e quindi Jett ha eseguito un approccio manuale alla Stazione coadiuvato dai propri compagni di viaggio che stavano usando dei sistemi laser portatili per rilevare le distanze fra i due veicoli spaziali. Ad una distanza di 152 metri, egli ha riorientato l’Endeavour di 180 gradi allineandolo con il vettore di velocità, poi si è avvicinato a 9 metri e si è fermato. Nel frattempo sull’ISS i movimenti dei pannelli fotovoltaici dello Zarya e dello Zvezda erano stati fermati in modo tale da minimizzare l’effetto inquinante dei gas esausti dei propulsori di manovra dell’Endeavour. Eseguita un’altra verifica generale, Jett ha condotto per mano l’Endeavour ad un soft-dock con il PMA-3. Sono subito stati distattivati i controlli attitudinali dell’ISS e dell’Endeavour, in modo tale da permettere al meccanismo dell’Orbiter Docking System di ritirarsi unendo saldamente i due veicoli, mentre l’intera struttura stava sorvolando il Kazakhstan alle 15:00. I pannelli solari dei moduli russi hanno ripreso a tracciare il sole, mentre l’Endeavour ha assunto la responsabilità del controllo attitudinale della formazione unita.
Dopo la verifica delle perdite di pressione fra lo Shuttle e il PMA-3 da parte di Noriega e Tanner, sono stati finalmente aperti i portelli. Dal lato più estremo del PMA-3, essi hanno aperto il portelli verso il vestibolo dell’Unity dove hanno lasciato dei rifornimenti che l’equipaggio dell’ISS avrebbe ritirato dopo la sua sveglia. I rifornimenti hanno incluso un laptop computer, un hard drive per un laptop russo, delle cuffie per il sistema di video-teleconferenza a due vie della Stazione, attrezzature varie, cibo fresco, sacche di acqua proveniente dalle celle a combustibile dello Shuttle, ed articoli personali. Quindi Noriega e Tanner si sono ritirati chiudendo nuovamente i portelli.
Alle 17:17 Garneau ha attivato l’RMS e tramite il suo end-effector ha afferrato il pin d’aggrappaggio del sistema P-6, e dopo aver rilasciato il sistema di ancoraggio della stiva dello Shuttle lo ha sollevato di 30 gradi lasciandolo lì sospeso al fine di fargli raggiungere l’equilibrio termico, prima diproseguire con il montaggio sulla struttura Z-1. Alle 04:38 del 3 Dicembre, quattro ore dopo che l’equipaggio di Jett era andato a dormire, Shepherd e i suoi colleghi si sono svegliati per il loro 33esimo giorno di accupazione dell’ISS. Il loro primo compito è stato quello di entrare nell’Unity attraverso il PMA-1 (cosa che facevano per la prima volta, visto che prima non avevano mai potuto farlo vista la scarsità di energia disponibile) per ritirare il materiale lasciatovi da noriega e Tanner. Dopo di ciò, i due portelli sono stati nuovamente chiusi.
Il Giorno di Volo 4 a bordo dell’Endeavour ha visto Noriega e Tanner aprire l’airlock alle 13:35 del 3 Dicembre per la loro prima EVA della missione. Dopo aver preparato le proprie attrezzature, essi si sono arrampicati in cima al traliccio Z-1, verso il lato più lontano della Stazione, per fornire a Garneau le istruzioni verbali per la manovra del braccio robotico dello Shuttle per posizionare il P-6 in modo tale da poter essere visto dall’ISS. Con un piccolo aiuto fisico da parte di Noriega, il P-6 è stato messo in posizione alle 14:32; quindi Noriega e Tanner lo hanno fissato con dei bulloni ai suoi quattro angoli. Una volta che Garneau ha comandato il rilascio della presa dell’RMS, il braccio stesso è stato allontanato e Noriega ha montato una work-station e un punto di fissaggio per i piedi sull’end-effector del braccio dello Shuttle. Bloomfield ha assunto il controllo dell’RMS ed ha mosso Noriega attorno alla struttura Z-1/P-6 in modo tale da permettergli la connessione di nove cavi per l’alimentazione elettrica, il controllo e la gestione dei dati. Noriega ha esteso i due giunti di unione dei pannelli e ha fissato le barre-perno di ciascun pannelli nelle proprie sedi. Nel frattempo, Tanner aveva tolto le coperture dalle scatole fotovoltaiche dell’unità P-6.
Quando Jett ha inviato il comando di rilascio dei pins che tenevano chiuse le scatole, nulla è successo. Dopo ripetuti tentativi, i pins della scatola dalla parte esterna della struttura si sono mossi, ma un pin della scatola più interna rifiutava di scattare. A questo punto Tanner e Noriega hanno rimosso i fermi dei pannelli che sono stati usati per la fase di lancio, hanno riposto le proprie attrezzature, e hanno fatto ritorno all’airlock dell’Endeavour. L’EVA è terminata alle 21:08 dopo 7 ore e 33 minuti. Alle 21:20, Jett ha inviato i comando per la chiusura dei pins di entrambi i box, poi, di nuovo, ne ha comandato l’apertura. Tutti i pins delle scatole si sono sbloccati permettendo all’equipaggio di procedere con il dispiegamento dei pannelli solari. Nel frattempo Houston aveva deciso di deferire il dispiegamento del pannello interno fino a quando non fosse stato spiegato il problema avuto con il della scatola relativa. L’apertura del pannello esterno è stata comandata alle 21:23 oltre due ore dopo il previsto, e l’apertura è avvenuta in un solo movimento. Un motore ha esteso l’albero telescopico che trascinava con se un pannelli solare per lato. L’estensione è durata circa 13 minuti, e ha avuto l’inconveniente di provocare un’onda che si è mossa lungo tutta la struttura appena estesa. A termine del dispiegamento si è notato che un set di linee di tensione era più lento del dovuto. Due ore più tardi è stato dispiegato il primo di tre radiatori.
Quando l’equipaggio di Jett si è ritirato, nelle prime ore del 4 Dicembre 2000, i colleghi dell’Expedition 1 si sono svegliati per installare un nuovo fan per la raccolta della polvere, quindi hanno raccolto dei campioni di condensa, hanno sostituito un microprocessore, ed hanno infine fotografato dei ghiacciai della Patagonia, in Sud America.
Il Giorno di Volo 5, a bordo dell’Endeavour, è stato relativamente tranquillo. Si sono svolte le consuete attività di bordo, e delle sessioni di interviste con dei network televisivi americani. Garneau ha svolto una ricognizione video della torre P-6 e della parte di pannello estesa, usando le videocamere del braccio dello Shuttle. Il must della giornata era ovviamente l’estensione della parte di pannello rivolta verso la Terra. Il comando relativo è stato dato alle 19:52 del 4 Dicembre, e l’estensione è stata condotta a steps, in modo tale da smorzare le onde che si andavano formando con il movimento, pertanto l’operazione non è stata portata a termine prima delle 21:46. Il resto della giornata è trascorso con le normali attività di bordo. Durante la notte, le dodici batterie della torre P-6 (sei per ogni paio di pannelli) si sono caricate per la prima volta, e si sono rese disponibili per fornire un ammontare di energia quattro volte superiore a quello dei pannelli dei moduli Zarya e Zvezda messi assieme.
Il Giorno di Volo 6, Noriega e Tanner hanno lasciato l’airlock dell’Endeavour alle 12:21 del 5 Dicembre per la loro seconda EVA. Essi hanno subito fatto un’ispezione visuale dei pannelli esterni. Nel frattempo a Houston si pensava di chiedere ai due spazionauti di tentare di migliorare la tensione del pannello “pigro”, durante la loro terza ed ultima EVA. Noriega si è mosso all’esterno del traliccio Z-1, dove ha spostato dei cavi da un connettore ad un altro, per permettere il trasferimento della corrente dalle batterie del P-6. Quindi egli ha rimosso una copertura termica da un condizionatore d’energia, e Tanner ha rimosso una copertura da un processore di segnale. Il lavoro principale da compiere è stata l’installazione della S-Band Antenna Subassembly. Dopo averla ritirata dal suo sito temporaneo sulla Z-1 dove era stata posta dai colleghi dell’STS-92, essi hanno dovuto fare un balzo per giungere in cima alla torre P-6, dove l’hanno installata sull’Integrated Equipment Assembly. Mentre si trovavano in quella posizione, gli spazionauti hanno potuto studiare il rocchetto di avvolgimento dei pannelli esterni, per determinare se le linee di tensione fossero saltate al di fuori durante l’estesione a singolo step usata per quei pannelli.
Nel frattempo, l’equipaggio di Shepherd è entrato nell’Unity per la seconda volta, per riconfigurare dei cavi in modo tale da permettere al modulo di usufruire dell’energia generata dai pannelli P-6. Questa attività ha ritardato di circa un’ora il momento della loro ritirata prevista per le 16:36. Fuori, intanto, Noriega e Tanner hanno allentato i bulloni che fissavano il secondo dei tre radiatori al lato della torre P-6. Questi radiatori dovranno dissipare il calore prodotto dall’equipaggiamento elettrico del Modulo Laboratorio Americano, una volta operativo. Essi hanno anche staccato una serie di cablaggi ombelicali dal PMA-2, inserendoli in una vicina presa fittizia, e preparando il PMA-2 per il suo trasferimento durante l’installazione del Laboratorio. Fatto questo, Noriega e Tanner sono ritornati nell’airlock alle 18:58 dopo essere stati all’aperto per 6 ore e 37 minuti.
Dopo questa estenuante giornata, l’equipaggio di Jett si è ritirato alle 23:30. Un’ora e mezza più tardi, è stato svegliato l’equipaggio di Shepherd. Essi hanno sostituito un condizionatore d’aria guastatosi all’inizio della settimana precedente, con un’unità portata in orbita dalla Progress M-41. Hanno sostituito un fan malfunzionante nel sistema di rimozione della CO2 russo Vozdukh rimettendola così on-line. Alle 05:30 del 6 Dicembre, Shepherd è rientrato nell’Unity per installare delle spine elettriche e dei condotti per l’aria, e per separare le alimentazioni elettriche verso l’Early Communications System e il nuovo sistema a Banda-S. Ora, con l’energia fornita dai pannelli P-6, e i sistemi di controllo ambientale ripristinati, il modulo Unity poteva essere aperto definitivamente. Gli ingegneri di Houston e Korolev hanno lavorato con Shepherd, Gidzenko e Krikalev, per portare l’energia del sistema P-6 alle principali interfacce dei vari moduli. I convertitori di energia americani e russi hanno permeso alle batterie P-6 di fornire addizionali 3 KW di potenza da usare nello Zarya e nello Zvezda, portando i loro livelli di consumo a 7 KW ciascuno.
Il settimo giorno di volo a bordo dell’Endeavour è stato tranquillo, così Noriega e Tanner hanno potuto riposare un po’ prima dell’EVA finale. Essi hanno preparato la Floating Poential Probe (FPP) che avrebbero dovuto installare in cima alla torre P-6. Quando Houston ha riferito loro la decisione che durante l’EVA avrebbero dovuto incrementare la tensione del pannello esterno, gli spazionauti hanno dovuto ripassare le relative procedure, quindi hanno potuto continuare a riposarsi. Gli uomini di Shepherd si sono svegliati alle 01:30 del 7 Dicembre, ed hanno passato la gran parte della giornata imballando il materiale da trasferire sull’Endeavour, quindi hanno settato un sistema wireless che verrà usato in futuro, nel tentativo di modellare l’integrità strutturale della Stazione quando vengono azionati i propulsori dello Shuttle.
Noriega e Tanner hanno lasciato l’airlock dell’Endeavour per la terza ed ultima volta alle 11:13 del 7 Dicembre, del Giorno di Volo 8, e subito si sono preparati al ritensionamento del pannello esterno. Il giorno prima, i due spazionauti, avevano potuto vedere in un video inviato loro da terra, il collega David Wolf eseguire la medesima procedura su dei simulacri in Houston, quindi, dopo averne discusso fra di loro, si erano detti in grado di svolgere il lavoro loro richiesto. La procedura “ad hoc” ha richiesto che Jett ritraesse parzialmente il braccio telescopico esterno in modo tale da allentare la tensione dei cavi di estensione. Questo ha permesso a Noriega di far scorrere i cavi laschi nelle loro pulegge a molla. Quindi Tanner ha fatto ruotare manualmente la puleggia fino a quando i cavi non sono tornati in tensione. Quando è stato permesso ai rocchetti di svolgersi di nuovo, Noriega ha vigilato che i cavi rimanessero all’interno delle proprie scanalature. La struttura è stata così riestesa con le corrette tensioni. Infine i due spazionauti hanno issato una foto di un albero sempreverde, preso dalla loro cargo bag, in cima alla torre P-6 (imitando così l’usanza dei costruttori americani, di porre un segno in cima al punto più alto della loro costruzione).
Il lavoro seguente è stato quello di installare un cavo sull’esterno dell’Unity, per la videocamera centrale, che servirà durante il posizionamento del modulo Laboratorio americano. Infine, essi hanno installato la Floating Potential Probe che servirà a misurare il potenziale elettrico attorno alla Stazione; un generatore di plasma montato sulla torre P-6 emetterà degli atomi di xenon, che, completando il circuito elettrico, proteggeranno la Stazione dalla formazione di archi elettrici mentre essa vola attraverso la ionosfera. Essendo in anticipo sul programma, essi hanno potuto eseguire una ricognizione fotografica delle nuove parti aggiunte alla Stazione, prima di fare ritorno a bordo dell’Endeavour, alle 16:23, dopo essere stati nello spazio per 5 h e 10’.
Alle 09:36 dell’8 Dicembre, durante il Giorno di Volo 9, gli equipaggi dei due veicoli si sono finalmente potuti incontrare dopo l’apertura dei loro rispettivi portelli del PMA-3. Fino a quel momento, almeno un portello del PMA-3 era sempre rimasto chiuso fra i due veicoli, per il fatto che la pressione della cabina dell’Endeavour era stata tenuta più bassa di quella dell’ISS per il completamento del programma delle EVAs. Dopo una breve cerimonia di benvenuto, ed un breve aggiornamento sulle procedure di sicurezza tenuto ai primi ospiti dell’Expedition 1, i sei astronauti e i due cosmonauti hanno dato inizio al loro programma di lavoro congiunto, che includeva un test strutturale per stabilire se il reale comportamento dei due veicoli agganciati rispecchiase quello simulato dai computers. Sull’ISS è stato caricato altro materiale, mentre sull’Endeavour sono stati caricati altri rifiuti.
Entrambi gli equipaggi hanno partecipato ad una conferenza stampa nella serata. Shepherd si è ufficialmente lamentato del pesante carico di lavoro che i controllori di Korolev avevano richiesto al suo equipaggio, durante le prime cinque settimane di volo, spiegando che le varie attività prendevano più tempo rispetto a quello preventivato nella programmazione ufficiale. Dopo aver monitorato la telemetria proveniente dalla Floating Potential Probe, Houston ha annunciato che la probabilità di formazione di un arco elettrico era remota.
Nel Giorno di Volo 10, dopo le cerimonie di saluto, l’equipaggio di Jett, ha fatto ritorno all’Endeavour, e il portello del PMA-3 è stato chiuso alle 10:51 del 9 Dicembre. Dopo il distacco, avvenuto alle 14:31, Bloomfield si è portato ad una distanza di 137 metri ed ha iniziato un sorvolo di 360 gradi dell’asse X della Stazione. Questa operazione è stata fatta per permettere alla videocamera IMAX montata nella stiva dell’orbiter, di filmare il Complesso orbitale con i nuovi pannelli solari, purtroppo la IMAX camera aveva avuto un malfunzionamento nel corso della missione, pertanto le riprese sono state fatte ancora con le macchine fotografiche.
Una volta completato il fly-around, Bloomfield ha allontanato l’Endeavour dalla Stazione. Nel corso della giornata, l’equipaggio ha parlato con dei giornalisti e con degli studenti canadesi, poi ha potuto riposarsi un po’, ed infine si è ritirato.
Due ore più tardi, Shepherd ed i suoi compagni si sono svegliati per una giornata di meritato riposo, durante la quale hanno riordinato gli ambienti della Stazione e hanno parlato via radio con i propri familiari. Shepherd ha inviato a Houston un video-tour del modulo Unity, pieno di materiale appena giunto in orbita, chiedendo ai programmatori di missione di riservare questa giornata al riordino di tale materiale, ed annunciando che temporaneamente il PMA-3 sarebbe stato usato come gabinetto. L’equipaggio dello Shuttle ha passato la maggior parte dell’undicesimo giorno di volo preparando l’Endeavour al ritorno sulla Terra. Il giorno seguente lo Shuttle ha effettuato una perfetta manovra di deorbit, e Jett ha effettuato un atterraggio da manuale alla Shuttle Landing Facility alle 18:03 dell’11 Dicembre.
Rimasti soli, gli uomini dell’ISS hanno trascorso diversi giorni controllando i sistemi della Stazione e portando avanti alcuni dei pochi esperimenti a bordo. Inoltre essi hanno trascorso due giorni stivando gli articoli portati loro dalla Progress M-41 e dallSTS-97 registrandoli nel loro sistema d’inventario computerizzato, e continuando poi le manutenzioni di routine del sistema di rimozione della CO2 Vozdukh dello Zvezda, un fan del quale si era ancora guastato. Quando la stampa aveva evidenziato il fatto che con un solo fan di ricambio di tale dispositivo a disposizione, l’equipaggio era “ad un guasto” di distanza dal dover evacuare l’ISS fino alla riparazione del sistema Vozdukh medesimo, Shepherd ha dichiarato di essere in grado di poterlo riparare, e che in ogni caso essi avevano a dispozione anche le cartucce di idrossido di litio come riserva. Altri pezzi di ricambio per il Vozdukh sono stati aggiunti al carico della Progress-M1 5, che era in programma per gli inizi di Febbraio 2001.
L’equipaggio dell’Expedition 1 ha potuto godere di un meritato periodo di vacanza, durante il quale ha dovuto svolgere solamente le piccole mansioni di routine atte a mantenere l’ISS in buono stato di salute. Il 25 Dicembre , essi hanno passato un pò di tempo ammirando il panorama della sfera terrestre che passava sotto di loro. Tutti e tre gli uomini hanno tenuto dei colloqui privati con i propri familiari. Shepherd ha lamentato il fatto che a bordo dell’ISS non vi era un albero di Natale, ma si è detto certo che per il Natale successivo ce ne sarebbe stato senz’altro uno.
In precedenza, il 19 Dicembre, la NASA aveva approvato il piano per riportare la Progress M1-4 ad agganciarsi al punto di attracco inferiore dello Zarya, il 26 Dicembre, con l’intesa che l’operazione sarebbe stata interrotta al primo segno di difficoltà. Una volta che il sistema Kurs aveva manovrato il cargo in posizione di stasi a circa 200 m dal Complesso, Gidzenko ha attivato il sistema manuale TORU ed ha manovrato la Progress ad un perfetto aggancio alle 06:30. Una volta riaperti i portelli, sono stati rimossi i sistemi elettronici del dispositivo Kurs per il loro invio a terra per le opportune analisi. Nei rimanenti giorni dell’anno, l’equipaggio ha eseguito degli esperimenti biomedici ed ha ripassato le procedure per l’installazione dell’American Laboratory Module, Destiny, che avverrà nel successivo mese di Gennaio.
Shepherd ha salutato il Nuovo Anno 2001, osservando la tradizione della marina militare americana, secondo la quale la persona di turno al passaggio al Nuovo Anno, deve scrivere qualcosa in prosa sul diario della nave; egli ha scritto una poesia di nove versi, nella quale ha paragonato l’ISS ad una vecchia nave a vela.