[2009-06] Giugno 2009 I.S.S. Mission Log

Lavoro robotico
Agli inizi di Giugno, gli ingegneri del Mission Control hanno comandato al Canadarm2 di afferrare lo Special Purpose Dexterous Manipulator (SPDM), o Dextre, e di sollevarlo da un punto di fissaggio sul Mobile Service System in azione sul traliccio principale, per riposizionarlo all’esterno del modulo Destiny, in vista dell’imminente missione STS-127.

Oltre alla mole di lavoro manutentivo quotidiano sui sistemi del Segmento Russo, i due cosmonauti hanno anche preparato le nuove tute da EVA Orlan MK con i relativi accessori ed attrezzi per le prossime due EVAs. Il lavoro ha previsto anche la chiusura del portello della Progress M-02M che era agganciata all’airlock Pirs.

L’EVA del 5 Giugno

La prima delle due uscite extraveicolari russe pianificate per l’Expedition 20 è avvenuta il 5 Giugno ad opera di Gennadi Padalka (alla sua settima EVA) e Mike Barratt (alla sua prima uscita), che hanno indossato le nuove tute Orlan MK e si sono avventurati all’esterno dal modulo di decompressione Pirs per la 22esima EVA originata dal Segmento Russo.

Gli ingegneri russi hanno modificato la tuta con un minicomputer inserito nello zaino del portable Life Support System, che è in grado di elaborare i dati provenienti dai vari sistemi della tuta, e, nel caso di guasti, è in grado di dare l’allarme inviando un contingency plan su di uno schermo LCD attaccato sulla parte destra del petto della Orlan MK.

L’EVA-22 era la continuazione di una serie di attività volte alla preparazione del modulo di servizio Zvezda per l’arrivo del nuovo modulo, il Mini-Research Module 2 (MRM-2), simile al modulo Pirs, che verrà lanciato a Novembre con un vettore Soyuz.
Nel Luglio del 2008 Sergei Volkov ed Oleg Kononenko avevano installato un bersaglio di docking sullo Zvezda ed avevano ispezionato le connessioni per le antenne del sistema di rendezvous automatico KURS. Padalka e Barratt hanno montato queste antenne durante l’EVA 22. Il sistema KURS guiderà l’MRM-2, unito per l’occasione ad una Progress modificata, al docking con il boccaporto di zenith del modulo Zvezda.

L’MRM-2 aumenterà la capacità di docking per i veicoli Soyuz, permettendo così al modulo Pirs di essere utilizzato dalle Progress. La NASA ha spiegato che questa soluzione permetterà un migliore controllo del rollio dell’ISS tramite l’utilizzo del sistema propulsivo delle Progress.

Nel corso delle 4 ore e 54 minuti di lavoro all’esterno, i due spazionauti hanno completato tutti i compiti loro assegnati. L’EVA ha avuto inizio con circa un’ora di ritardo per via delle letture elevate del tasso di CO2 delle nuove tute. Alla fine, i controllori del TsUP di Korolev avevano determinato che il problema era legato agli strumenti rilevatori, anche se il capcom russo ha continuato a chiedere regolarmente ai due le proprie condizioni fisiche lungo tutta l’EVA.

Nel corso dell’escursione, i due astronauti sono rimasti attorno alla zona di zenith del nodo di docking ed alla sezione a diametro inferiore del modulo Zvezda completando l’installazione dei sets delle antenne KURS sul modulo stesso.
Nello specifico, l’antenna 4AO-BKA è stata montata sulla sezione a diametro inferiore, mentre le antenne AP-BKA e 2AP-BKA sullo Zvezda Transfer Compartment (PkhO) che funge da nodo di docking del modulo.
I due, quindi hanno posato i cavi per le antenne verificandone il corretto funzionamento.

Barratt è montato sulla gru Strela che nel frattempo veniva estesa da Padalka per permettere al collega americano di poter operare sospeso sulla zona di lavoro. Barratt ha quindi scattato delle fotografie del modulo Zvezda per documentare il lavoro svolto.

Durante lo svolgimento dell’EVA, Wakata è rimasto all’interno dello Zvezda per essere pronto ad entrare nella Soyuz TMA-14 attaccata in coda al modulo, mentre Romanenko, De Winne e Thirsk sono rimasti nel Segmento Americano in modo tale da avere facile accesso alla Soyuz TMA-15, agganciata al modulo Zarya, nell’eventualità di un’emergenza.

L’EVA-23 del 10 giugno.
Cinque giorni più tardi, Padalka e Barratt hanno portato a termine una seconda EVA utilizzando le tute Orlan MK. E’ stata in realtà un’IVA, ovvero una Intravehicular Activity, o Internal Spacewalk, condotta all’interno del modulo Zvezda depressurizzato, per lo spostamento della copertura conica del dispositivo di docking sul boccaporto di zenith dello stesso modulo, per permettere l’aggancio del nuovo modulo MRM-2.
Si è trattata della seconda Iva del programma ISS, dopo quella svolta durante l’Expedition 2 nel Giugno del 2001 quando Yuri Usachev e Jim Voss prepararono il modulo Zvezda per l’arrivo del modulo Pirs, spostando lo stesso cono di docking al boccaporto di nadir.

Connessi al sistema di supporto vitale Orlan tramite i propri ombelicali, e quindi senza indossare gli zaini delle tute, gli astronauti hanno rimosso la copertura piana dal dispositivo di docking dell’asse +Y, iniziando alle 06:55 GMT, e sostituendolo con la copertura standard del cono di docking. L’intera operazione è durata 12 minuti.

A seguito della ripressurizzazione del PkhO (compartimento di trasferimento), la NASA ha riferito che una parte del rivestimento isolante Multilayer Insulation (MLI) della copertura piana appena rimossa, si era staccata iniziando a galleggiare in tutto il compartimento. Di seguito, l’equipaggio con indosso occhiali e maschere protettive ha aspirato il materiale con un aspiratore.

STS-127 in ritardo
Completata l’EVA-23, l’attenzione è stata focalizzata al lancio della missione STS-127/2JA, che avrebbe portato in orbita le parti finali del modulo giapponese Kibo (la piattaforma esterna con gli esperimenti, oltre a delle nuove batterie ed altri pezzi di ricambio per l’ISS). La missione di 16 giorni aveva in programma anche cinque EVAs.
L’equipaggio dell’STS-127 era composto dal Comandante Mark Polansky, dal pilota Doug Hurley e dai mission specialists Dave Wolf, Cristopher Cassidy, Tom Mashburn, Tim Kopra de dall’astronauta della Canadian Space Agency Julie Payette. Kopra si unirà all’equipaggio della Stazione sostituendo il giapponese Wakata che ritornerà sulla Terra con l’Endeavour.

Purtroppo, il primo tentativo di lancio dal Pad 39A del Kennedy Space Centre del 13 Giugno, è stato abortito durante le fasi di carico dei criogenici, quando è stata scoperta una perdita nel sistema di sfiato dell’idrogeno gassoso dell’External Tank (ET). Subito i tecnici sono intervenuti nella zona della perdita, nei pressi della Ground Umbilical Carrier Plate (GUCP) attaccata all’ET. La linea di sfiato parte dal GUCP e passando dal launch pad raggiunge il cosiddetto “flare stack” dove l’idrogeno in eccesso viene bruciato in sicurezza. Un problema simile si era già presentato a Marzo, costringendo al rinvio di qualche giorno della missione STS-119.

I tecnici hanno rimosso e sostituito il GUPC e le relative guarnizioni, mentre l’ente spaziale americano ha optato per il rinvio del lancio della missione Lunar Reconaissance Orbiter/Lunar Crater Observation and Sensing Satellite (LRO/LCROSS) del 17 Giugno, per permettere all’Endeavour di provare ancora il decollo in quel giorno. Ad ogni modo, ancora una volta, durante la fase di riempimento dell’ET è stata riscontrata una perdita di idrogeno liquido.
Ancora una volta, quindi, il lancio è stato riviato e l’equipaggio, che ancora non si era infilato nelle tute ACES, ha fatto ritorno ad Houston. La NASA ha spiegato che a causa dei solar beta angles, un altro tentativo di lancio non verrà fatto prima dell’apertura della nuova apertura della finestra di lancio del 11 Luglio.

Avanti con il programma scientifico
Con un ulteriore mese da passare nello spazio garantito ora per Wakata, l’equipaggio ha continuato con il proprio programma scientifico. Barratt ha continuato con l’indagine SPICE, mentre De Winne ha lavorato con l’esperimento 3D Space che prevedeva l’esecuzione di esercizi sulla percezione delle distanze, sulla scrittura e sulle illusioni ottiche, ideati per verificare le ipotesi che la percezione visuale alterata inficia il controllo motorio.
Inoltre, Padalka e Romanenko hanno svolto il proprio programma manutentivo regolare sul sistema di supporto vitale della Stazione, e sui computers dello Zvezda, mentre Wakata ha condotto della manutenzione di routine sulle linee dell’acqua che svolgono il controllo della temperatura del laboratorio Kibo.
Thirsk e De Winne hanno anche controllato il Crew Medical Restraint System, usato per fissare un astronauta nel caso di un’emergenza medica sulla Stazione. Questa verifica è inserita nella routine regolare di simulazioni di emergenze che includono le evacuazioni nel caso di incendi e di depressurizzazioni.

Al lavoro sull’OGS
Il 22 Giugno, Wakata ha iniziato il lavoro di sostituzione di una parte guasta dell’Oxygen Generation Assembly (OGS) al fine di ripristinare il normale flusso di aria a bordo dell’avamposto orbitante (si ricorda che l’OGS era stato precedentemente spento).
Wakata ha avuto accesso all’OGS rimuovendo l’equipaggiamento dal suo sportello destro, quindi ha svolto le operazioni di spurgo con l’Hydrogen Sensor Orbit Replacement Unit (ORU) Purge Adapter, ha rimosso e sostituito l’Oxygen Generator Assembly ORU ed ha riconnesso il sensore H2 dell’OGS.

Riguardo alle attività manutentive nel Segmento Russo, il Comandante dell’Expedition 20 gennadi Padalka, nell’arco di tre giorni, ha riportato alla piena funzionalità il fan di un refrigeratore/deumidificatore KhSA-SA guasto della cabina di rientro della Soyuz TMA-14, dopo aver bypassato un circuito.
L’ingegnere del volo Roman Romanenko ha sostituito i detectors per il fumo nel modulo Zarya ed ha aggiornato il sistema di gestione dell’inventario della Stazione.

ARED off limits
Il 26 Giugno, l’ente spaziale americano ha detto che l’ingegnere del volo Bob Thirsk aveva prelevato l’Interim Resistive Exercise Device (IRED) installandolo nel Nodo 2 Harmony.
L’IRED è stato installato come attrezzatura ginnica di contingenza dopo che il giorno precedente l’Advanced Resistive Exerciser (ARED) del Nodo 1 Unity aveva manifestato dei problemi ad uno dei suoi ammortizzatori. La NASA ha spiegato che questi ammortizzatori sono dei dispositivi meccanici che resistono al movimento attraverso la frizione viscosa all’interno dell’ARED VIS (Vibration Isolation System). Uno di essi si era crepato staccandosi.

Ulteriore lavoro scientifico
Le attività scientifiche portate avanti dall’equipaggio hanno visto Thirsk e Frank De Winne lavorare con l’esperimento canadese Bodies In the Space Environment (BISE), che confronta i dati presi prima, durante e dopo il volo allo scopo di valutare l’adattamento agli effetti del volo spaziale a lunga durata ed i relativi tempi di recupero dei membri dell’equipaggio, oltre alla percezione del “sopra” e del “sotto”.

De Winne, la cui missione è stata battezzata dall’ESA “OasISS”, ha anche aiutato Mike Barratt con l’esperimento SPICE (Smoke Point In Coflow Experiment), utilizzando la Microgravity Glovebox europea (MSG) nel laboratorio Columbus. SPICE determina il punto in cui dei getti di gas incendiato iniziano a produrre fuliggine in microgravità. Lo studio di una fiamma che emette fuliggine è importante nella comprensione della capacità di diffusione degli incendi e nel controllo della formazione di fuliggine nei sistemi di combustione.
Sempre nella MSG, De Winne ha lavorato con l’esperimento InSpace2, preparando ed ispezionando le fiale per validare i campioni prima di svolgere i tests. Questo esperimento indaga sul comportamento dei fluidi che cambiano proprietà in risposta all’azione dei campi magnetici.

Nel modulo giapponese Kibo, Thrsk ha iniziato le attività di preparazione della Fluid Physics Experiment Facility per lo studio dell’effetto Marangoni, che è causato dalla tensione superficiale nei liquidi.

De Winne e Thirsk hanno supportato una ricerca sulle cause dell’atrofia del muscolo cardiaco che si sviluppa nel corso dei voli spaziali a lunga durata. Frank ha scaricato i dati dal Cardiopres, uno strumento portatile indossato in precedenza dall’astronauta europeo per il monitoraggio della pressione sanguigna arteriosa, la raccolta di dati elettrocardiografici e la misurazione della circonferenza toracica, in un arco di oltre 24 ore.

Padalka e Romanenko hanno condotto delle sessioni con l’esperimento russo Pilot che tramite i controlli manuali testa le capacità di pilotaggio con delle simulazioni su di un laptop, nonché i responsi ai fattori stressanti durante il volo. I due hanno partecipato anche all’esperimento Tipologia sempre tramite laptop, per la verifica dello stato mentale del soggetto, e per la previsione e correzione della qualità delle performances professionali tenute durante la missione spaziale.

La Progress M-02M si sgancia
Padalka e Romanenko hanno chiuso i portelli fra il modulo Pirs e la Progress M-02M il 29 giugno dopo aver trascorso alcune ore a caricare la capsula con materiale di rifiuto, dopo aver reinstallato il sistema di docking ed aver condotto i relativi tests sulle perdite.
In precedenza l’equipaggio aveva seguito il pompaggio dei propellenti provenienti dai serbatoi della Progress verso quelli dell’ISS ed aveva testato il sistema di rendezvous teleoperato Zvezda-Progress TORU.

Fra gli articoli di rifiuto caricati sulla Progress vi erano due vecchie tute Orlan (n° 26 e n°27), frustrando così l’ipotesi di utilizzare una di esse per la realizzazione del radio satellite detto RadioSkaf. L’esperimento RadioSkaf-2 non verrà lanciato prima del 2013.
Alle 18:29:43 GMT del 30 Giugno la Progress M-02M si è separata dall’ISS. Il 10 Luglio essa stava ancora seguendo l’ISS alla distanza di circa un minuto. La capsula era stata mantenuta in orbita anziché venir fatta distruggere durante il rientro atmosferico per il fatto che il 12 Luglio era stato pianificato un esperimento in cui la Progress si sarebbe dovuta riavvicinare alla Stazione.

Fonte: Spaceflight Magazine/British Interplanetary Society

Tutte le immagini sono (C) di NASA/JSC/KSC

  1. (17 Giugno 2009) Il Canadese Robert Thirsk, assistito da Roman Romanenko, si esercita con il Resistive Exercise Device (aRED) nel nodo Unity.

  2. (28 Giugno 2009) L’astronauta giapponese Koichi Wakata FE dell’Expedition 20 lavora alla consolle del Japanese Remote Manipulator System (JEM-RMS) nel laboratorio Kibo.

  3. (30 Giugno 2009) L’astronauta belga Frank De Winne fotografa dell’equipaggiamento nel laboratorio Destiny.


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Non finirò mai di dire che il tuo è un gran lavoro! Molto utili e interessanti questi resoconti. :ok_hand:

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