Il lanciatore era dotato di un solo booster, seriale B1049 al volo n. 11. È ritornato in servizio 132 giorni dopo la missione Iridium-8 e successivamente volerà per la missione Starlink 2. Il tentativo di recupero su chiatta oceanica “Of Course I Still Love You” è RIUSCITO.
HAWTHORNE, Calif. – April 5, 2019. Media accreditation is now open for SpaceX’s Starlink mission from Space Launch Complex 40 (SLC-40) at Cape Canaveral Air Force Station in Florida. The launch is targeted for no earlier than May.
I satelliti Starlink dovrebbero essere meno di 500kg, quindi con la capacita’ di 13000 kg del Falcon 9 in versione riutilizzabile il limite teorico, ovviamente impossibile da raggiungere, e’ di 26 satelliti… Se dicono dozzine io capisco piu’ di 24 satelliti. Magari hanno miniaturizzato piu’ del previsto. Comunque se fosse vero sarebbe molto molto interessante.
Si intuisce l’inclinazione molto elevata dell’orbita dalla posizione di OCISLY… Dovrebbe essere sui 53 gradi, se ho trovato info corrette e aggiornate.
Non proprio orbita polare ma sufficiente per dare servizio a localita’ abbastanza settentrionali. Pero’ bisognerebbe approfondire, un po’.
Mi chiedo anche come verranno riposizionati i singoli satelliti. Il secondo stadio fara’ piu’ accensioni e piu’ deploy? Hanno motori a bordo in grado di modificare significativamente l’orbita?
Questa la fonte che ho trovato (e non ho ancora letto bene):
Per questi primi 60 non penso che abbiano intenzione di fargli cambiare piano orbitale (che non vuol dire cambiare orbita!), ma comunque quando vorranno farlo potranno sfruttare la precessione nodale che consente ai satelliti di spostarsi di piano orbitale senza consumo di carburante, e tutto grazie al fatto che la terra è un po’ schiacciata ai poli. Andando a guardare la formula della precessione nodale si nota che compare come termine il semiasse maggiore, per cui rilasciando i satelliti su un’orbita più bassa di quella finale, possono spostarli verso il piano orbitale in cui servono e dopo di che innalzare l’orbita di quanto necessario. L’unico problema è che questo spostamento richiede una buona dose di tempo. Questo metodo è stato usato pesantemente per completare la costellazione Iridium-NEXT.
Comunque anche questo lancio e’ in un certo senso epocale. Nessuno di noi ha commentato ma qui ci stanno dicendo che questa e’ la dimensione definitiva di questi satelliti, o ho capito male? La foto di quel rack mi ha ribaltato dalla sedia. Ridurre di un ordine di grandezza la dimensione dei payload e’ equivalente a ridurre di altrettanto i costi di lancio. E i due effetti sono moltiplicativi tra di loro. Fa piu’ rumore una capsula usata che esplode durante un test che una foresta di satelliti che cresce, come sempre succede, ma a me sembra importante quello che sta succedendo.
Le reti di comunicazione satellitare e la miniaturizzazione dei satelliti, se funziona, qui arrivano a una nuova maturita’.
Inoltre questa potrebbe aprire la principale nuova fonte di risorse fresche da iniettare nell’economia dello spazio. Non e’ la prima rete satellitare ma e’ evidente il salto di qualita’.
Se fra non molto avremo nugoli di sonde miniaturizzate e branchi di rover e’ perche’ sono state create delle reti di questo tipo un po’ ovunque. L’internet delle cose estesa finoa alla fascia degli asteroidi. Scusate mi ricompongo, so che stavo scodinzolando OT troppo
Aggiungo anche visto che Elon fra le risposte lo ha sottolineato, quello che vedete non é un “dispenser” in stile classico come abbiamo visto anche per Iridium-NEXT, ma sono satelliti “ripiegati” uno sopra l’altro, come se fossero Fogli di carta per intenderci.