[2020-06-30] Falcon 9 Block 5 | GPS III SV03

Corretto. Grazie, con tutti questi cambi di calendario ci si può confondere :sweat_smile:

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Video dell’arrivo in porto.

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Foto dell’atterraggio con ben visibile l’Octagrabber.

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Le condizioni meteo al Porto di Cape Canaveral non sono delle migliori, tutte le attività sono cessate alle 20 italiane. Non ci sono ancora notizie su quando ripartiranno.

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Durante la chiusura della terza gamba di atterraggio il cavo che la sollevava si è sganciato e la gamba è ripiombata sulla chiatta in posizione distesa. Nessuno si è fatto male.

Ora il cavo è stato riagganciato per un nuovo tentativo di chiusura.

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Alcune foto che mostrano la caduta della landing leg.

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Video del problema alla gamba.

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L’anomalia accade, per chi ha fretta, al minuto 4.54.

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La X che campeggia sul booster è stata dipinta di blu ed è ancroa più bella del solito!

E i segni del rientro hanno disegnato un lupo, sulla destra sempre della X.

Fonte: Twitter - Stephen Marr

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Da queste foto si può vedere come per la seconda volta, il booster sia stato sostenuto solo dall’Octagrabber e non da alcuna gru, rimanendo quindi anche sulla chiatta e non venendo sbarcato sulla terraferma.

Nel tweet si evidenzia anche come il booster sia stato “ripulito” dalle piogge torrenziali che si sono abbattute su Port Canaveral nella giornata di lunedì.

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Azz, fosse passato qualcuno li’ sotto, ci sarebbe scappato il morto.

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Anche l’operatore sulla piattaforma aerea se l’è vista brutta.
Si è così agitato che gli cade il casco…

vista brutta forse no, però immagino che sentire quel cavo spezzarsi non deve essere stata una bella sensazione.

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Verissimo, ma forse non è stato un caso che non ci fosse nessuno sotto. Magari è una misura di sicurezza nel caso si verificassero eventi di questo tipo. Who knows?

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Anche il buon senso aiuta. Nessun tecnico con un po di sale in zucca si sarebbe messo sotto la zampa.
Il rischio lo hai più per il cavo svolazzante e per eventuali pezzi che si staccano, rimbalzano, vengono sbalzati, etc

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Potresti avere ragione al 104%. Non lo sappiamo, in effetti, ma ovviamente speriamo abbiano previsto questa cosa nelle procedure. Anche il cavo che si spezza e’ in se’ un pericolo, perche’ con uno sfortunato effetto frusta puo’ anch’esso diventare letteralmente mortale. :thinking:
Vabbe’, fortunatamente non e’ successo nulla di tutto cio’ e sicuramente questo spavento dara’ una spinta a eventuali ritocchi di procedura, se mai fossero stati necessari. :+1:

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Gambe richiuse e stadio messo in orizzontale.

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Ed ecco il video.

Il satellite è stato preso in gestione da un team militare di sole donne. Non era mai successo prima d’ora. E pare che sia stato lo squadrone deputato al meteo per Starlink 8 a dare l’idea al team di poter essere composto da sole donne: grazie anche alle rotazioni in base, è stato quindi scelto di comporre in questo modo il gruppo di lavoro. Ma questa non è l’unica notizia: il Chief Master Sgt. JoAnne Bass è stata infatti scelta come diciannovesima Chief Master Sergeant della Aeronautica, diventando la prima donna a ricoprire tale ruolo. Infine vi è anche una delle uniche 8 donne a potersi fregiare il titolo di chief master sergeant, ovvero il Senior Master Sgt. Karmann Pogue, soprintendente del 4° SOPS, che ha presenziato all’evento.

Parole di gratitudine e ammirazione arrivano anche dal Brig. Gen. DeAnna Burt, direttore delle operazioni e comunicazioni presso l’HQ U.S. Space Force, citata dalla crew come fonte di ispirazione. Burt ha servito, in precedenza, come comandante del secondo squadrone SOPS e come comandante del 50th Space Wing.

Vengono anche raccontate alcune brevi storie da parte dei componenti del team, riguardanti la necessità di rompere gli schemi dai soliti lavori considerati femminili e come la Space Force sia il luogo perfetto dove entrare se qualche donna dovesse trovare problemi nell’accesso alla carriera militare.

In ogni caso, secondo la National Science Foundation, solo il 28% delle donne occupa un posto nei campi della scienza e dell’ingegneria, mentre il 21% è nella Air Force. A riprova di questo, viene citato il fatto che su uno squadrone di oltre 100 persone, le femmine sono così poche che ci si ricorda nome e grado di tutte loro. I numeri sono comunque in aumento dagli anni scorsi: nel 1980 erano l’8.5% di tutto il personale militare di tutti i vari rami, mentre oggi sono il 19.28%.

Nell’articolo si parla anche di come siano le prime fasi di vita del satellite che, ricordiamo, è pagato dalla Difesa degli Stati Uniti e ha come principale scopo quello militare, come ribadito anche nelle prime battute.

There are certain things the new generation of satellites are capable of doing that are brand new to us, and will immediately enhance our GPS signal, helping the warfighters down-range.

L’esercito ha un parziale controllo del satellite nei primi momenti: essendo stato costruito in questo caso particolare dalla Lockheed Martin, la società stessa ne possiede un’autorità, che viene poi “ceduta” allo squadrone quando i dati del satellite vengono inseriti all’interno dei sistemi militari.

Per concludere l’articolo, ecco i nomi delle protagoniste:

  • 1st Lt. Alexis Thuli, 2nd SOPS operations assistant flight commander;
  • Staff Sgt. Kelly Malone, 2nd SOPS satellite systems operator and crew chief:
  • 1st Lt. Kelley McCaa, 2nd SOPS satellite vehicle operator;
  • 1st Lt. Mary McLaughlin, 2nd SOPS payload system operator:
  • 1st Lt. Mikayla Roberts, 2nd SOPS mission analys:
  • Senior Airman Joelle Schritt, 19th SOPS mission planner:
  • Airman 1st Class Gillian Clover, 2nd SOPS satellite systems operator;
  • Airman 1st Class Larissa Contreras, 2nd SOPS SSO.

Per chi come me non avesse capito il significato di SOPS, significa semplicemente Space OPerations Squadron.
https://www.schriever.af.mil/News/Article-Display/Article/2289761/space-force-makes-history-with-all-female-2-sops-crew/

Fonte: All female 2 SOPS crew (articolo presente in anteprima).

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Come accaduto per SV04, anche SV03 cambierà nome, passando da Columbus a Matthew Henson, un esploratore di colore nella prima spedizione al Polo Nord nel 1909, cona la motivazione di “riconoscere una storia più completa di coraggiosi esploratori e pionieri”.

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